Archivio per 21 Maggio 2013
LA MIA SUPERFICIE – V. LAMARQUE – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA 2 comments
UN BRANO CHE E’ UN VERO “CULT” DI JACK FOLLA – DONNE IN RINASCITA Leave a comment


DONNE IN RINASCITA
Jack Folla
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre:
“Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così”.
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato già e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi.
E hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?”
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Perché tutti devono capire e vedere:
“Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse”.
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
E' primavera a novembre…
Quando meno te l'aspetti…
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Ciao da Tony Kospan

![Immagine ridotta [Gif-Animate-Frecce (104).gif - 1kB]](https://i0.wp.com/digilander.libero.it/netnick/Gif-Animate-Frecce/Gif-Animate-Frecce%20(104).gif)
NOI E LA NATURA PER IL MAESTRO AIVANHOV – RIFLESSIONE CHE CONDIVIDO 3 comments

NOI E LA NATURA PER AIVANHOV
Quando si ritiene che né le pietre né le piante né l’acqua né l’aria né il sole siano vivi, perché cercare di entrare in comunicazione con loro?
*Omraam Mikhaël Aïvanhov (Serbzi, 31 gennaio 1900 – Fréjus, 25 dicembre 1986) è stato un famoso filosofo e pedagogo bulgaro.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
CIAO DA TONY KOSPAN

ATTENTI A FAR PIANGERE UNA DONNA!!! – ANTICA BELLA PICCOLA E SAGGIA RIFLESSIONE 1 comment
![]() ![]() STATE ATTENTI
A FAR PIANGERE UNA DONNA!
![]() UN PENSIERO CHE VIENE DA LONTANO
MA CHE ANCOR OGGI APPARE, AHIME',
ATTUALISSIMO E DA DIFFONDERE…
![]() Dal Talmud …
raccolta dei pensieri dei rabbini
attraverso i tempi …
“…state molto attenti a far piangere una donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!”
![]() La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale….
un pò più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere Amata ….”
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]()
CIAO DA TONY KOSPAN…
![]()
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MITO STORIA NATURA ARTE DEL MAGICO… MA POCO NOTO… CORALLO 2 comments
IL CORALLO
MITO STORIA NATURA ARTE
IL MITO
L’origine del corallo è stata per secoli avvolta nella leggenda.
Ovidio nelle “Metamorfosi” e Plinio il Vecchio nella “Naturalis historia” riconoscono al corallo la stessa genesi mitica. Il sangue che continuò a gocciolare dalla testa recisa della gorgone Medusa, si trasformò in corallo.
LA NATURA
Il suo colore caldo e vivo, l’origine marina, la sua natura ambigua devono aver fortemente impressionato i primi popoli del bacino del Mediterraneo che hanno così iniziato a lavorarlo e a farlo conoscere in tutto il mondo. Il corallo propriamente detto è un celenterato ottocorallo dell’ordine dei gorgonacei, caratterizzato da uno scheletro calcareo ramificato, colorato più o meno intensamente di rosso, per la presenza di sali di ferro, e ricoperto da uno strato di tessuto molle denominato sarcosoma.
Nel sarcosoma si osservano molti polipi provvisti di otto tentacoli ramificati e contrattili, I coralli si riproducono per mezzo di piccole larve ciliate, natanti e vermiformi che, trascinate dalle correnti, si fissano alle pietre, dove ciascuna dà origine ai un primo individuo (oozoite), che per gemmazione da origine a una colonia.
LA STORIA
Il corallo sembra aver esercitato il proprio fascino sui popoli sin dai tempi più remoti:
Il mondo romano, che fa ampio uso del corallo, preferisce al prodotto lavorato destinato ad ornamenti e realizzazioni complesse, manufatti più semplici. Il mondo medievale adotta invece il corallo con grande ampiezza e varietà, non soltanto in contesti artistici, ma anche economici e spirituali. Difatti, nel medioevo, il corallo appare legato a due principali sfere d’uso: Il Rinascimento registra il radicarsi di una lavorazione del corallo in senso plastico e figurativo, legata in modo particolare alla realizzazione di soggetti sacri. Pian piano nel corso del tempo Napoli e (soprattutto) Torre del Greco assumono il ruolo di guida sia nella pesca che nella realizzazione di prodotti in corallo.
A partire dal 1870 Torre del Greco si afferma come uno dei maggiori centri produttivi a livello mondiale nel settore del corallo. Dopo la prima guerra mondiale, grazie ad una nuova concezione di gioiello, il corallo entra a pieno titolo nell’altissima gioielleria;
dopo le difficoltà vissute nel corso del secondo conflitto mondiale, si registra una ripresa dei flussi commerciali legati al corallo, e le aziende di Torre del Greco, altamente specializzate, tornano ad essere tra le prime nel panorama mondiale ma in Italia ci sono anche altri punti di eccellenza.
UNA DELLE CAPITALI DEL CORALLO
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Torre del Greco è unanimemente riconosciuta come tale anche se in Italia vi sono altri importanti centri per la sua lavorazione. La pesca del corallo è stata esercitata dai Torresi da tempi remoti ed i loro guadagni erano tali che che Ferdinando IV di Borbone chiamò la città “spugna d’oro” del suo regno.
Dal ‘500 i Torresi si spinsero nel mare della Corsica e della Sardegna e già nel ‘600 avevano una flotta di centinaia di barche. Poi alla fine del ‘700 si spinsero anche verso le coste africane. La città ospita ben 2 musei dedicati al corallo: uno storico all’interno dell’ “Istituto d’arte di stato” e l’altro più piccolo.
L’arte del corallo viene insegnata e tramandata dall’antica Scuola d’incisione e lavorazione del corallo annessa all’omonimo Museo. Nel suo territorio sono tantissime le aziende di ogni dimensione che lo lavorano e l’esportano in ogni parte d’Italia e del mondo. Qui giù il francobololo del 2010 che testimonia l’importanza storica della lavorazione torrese del corallo.
TONY KOSPAN
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IN GRAN SEGRETO – J. A. NINO – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA 1 comment

Jairo Anibal Nino*
ho raccolto il bicchiere in cui avevi bevuto
e l'ho portato a casa.
La sera, quando torno da lavoro,
lo metto sotto il rubinetto
e vedo un bacio che galleggia nell'acqua



