
Vivian Lamarque
gli inviava pensieri,
adeguati all’ora del silenzio e dei baci.
E gli adeguati pensieri,
di tetto in tetto scivolando,
a lui quasi preso dal sonno giungevano
appena appena in tempo,
quasi in ritardo.


Ennio Marchetto è un artista unico.
Non è facile spiegare cosa esattamente succede
durante un suo spettacolo.
Ma non è solo questo.
Meglio ma molto meglio vederlo
ascoltando anche notissime e fmosissime musiche
in un tourbillon che solleva lo spirito…
(guardatelo tutto… è imperdibile)
IL VIDEO
Tony Kospan
AFORISMI DIVERTENTI… MA… D'AUTORE
“Le cose piu’ belle della vita o sono immorali,
o sono illegali, oppure fanno ingrassare.”
Oscar Wilde
“Se non puoi convincerli, confondili.”
Epitaffio sulla lapide in un cimitero scozzese:
“Qui giace Fred Mc Guire.
Gli cadde un penny: morì nella mischia“
Marcel Achard
“Non é che io abbia paura di morire,
é solo che non voglio esserci quando succederà.”
Woody Allen
“Posso resistere a tutto… tranne che alla tentazione.”
Oscar Wilde
“Meglio stare zitti dando l’impressione di essere stupidi,
che parlare togliendo ogni dubbio!”
Confucio
“La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché.
In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
non c’è niente che funziona… e nessuno sa il perché!”
Albert Einstein
“Ma tra un giorno da leone e cento da pecora, non se
ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?”
Massimo Troisi
Dentro ogni persona grassa c'è una persona magra
che fa segnali disperati per essere liberata.
Cyril Connoll
“Ho dei gusti semplicissimi,
mi accontento sempre del meglio”
Oscar Wilde
La psicanalisi è un mito tenuto in vita dall'industria dei divani.
Woody Allen
Quando pensi che a nessuno importa se sei vivo,
prova a non pagare per due mesi la rata della macchina.
John Adam Belushi
Amo molto parlare di niente.
E' l'unico argomento di cui so tutto.
Oscar Wilde
Ciao da Tony Kospan
Rumi
CIAO DA TONY KOSPAN
Beati gli umili, perché hanno capito praticamente tutto!
Il Medioevo cristiano dava una importanza grandissima alla virtù dell'umiltà.
Il mondo moderno non la considera più una virtù, anzi la guarda con compatimento, la considera un segno di debolezza.
Negli ultimi vent'anni non mi sembra di aver mai sentito elogiare una persona dicendo che è umile.
D'altronde, se vi dico “immaginate una persona umile” a voi viene in mente un uomo piccolo, povero, con le spalle curve, che sta zitto quando gli altri parlano, che non si ribella quando gli vien fatto un torto, insomma un debole, un vinto.
E viene in mente questa immagine perché si è perso il significato profondo, spirituale dell'umiltà.
L'umiltà implica un atteggiamento verso il mondo, verso gli altri, verso noi stessi e verso Dio.
Incominciamo con l'orientamento verso il mondo.
Noi viviamo come se le risorse della Terra fossero illimitate.
Il nostro modo di pensare è rimasto quello dei primi agricoltori.
Dovremmo aver sempre presente che la Terra è un piccolissimo granello di sabbia nell'infinità delle galassie.
Ricordarci che, con la scienza che abbiamo, non potremo mai abbandonarla.
E che tutte le stoltezze che compiamo peseranno nei millenni futuri sui figli dei nostri figli.
Il nostro orgoglio è smisurato. Siamo convinti che le nostre azioni siano sagge, razionali. In realtà procediamo come dei ciechi.
Solo l'umiltà ci aiuta a vedere.
Passiamo ora all'atteggiamento verso gli altri.
Siamo tutti intolleranti, convinti di conoscere la verità.
Ammiriamo chi ha ferme convinzioni politiche, chi si batte con accanimento, chi insulta i suoi nemici, li trascina nella polvere.
Ammiriamo i vincitori, i prepotenti.
Giudichiamo, condanniamo ed esaltiamo chi giudica e condanna.
Non ci viene mai in mente che, fra poche generazioni, le idee per cui abbiamo combattuto avranno perso totalmente di senso.
Cosa è rimasto della passione interventista che ha condotto alla prima guerra mondiale?
E delle ideologie del nazismo e dello stalinismo?
Hanno causato dolori spaventosi, crudeltà terrificanti.
Sembravano eterne, incrollabili, e ora?
L'atteggiamento verso se stessi consiste nell'essere consapevoli che non valiamo più delle altre persone.
Che il nostro successo dipende dalla fortuna e dalla collaborazione di altri a cui dobbiamo riconoscenza.
Consiste, infine, nel sapere che possiamo sempre sbagliare e che abbiamo sempre da apprendere.
C'e' infine l'atteggiamento verso Dio, essenziale per comprendere l'umiltà cristiana.
In una società ormai scristianizzata, questo tema riguarda solo la parte più segreta dell'animo.
Tutti i mistici e tutti i teologi sono d'accordo che l'uomo non può darsi la fede da solo.
Perché la fede non è un fatto intellettuale, è amore appassionato per Dio.
E questo amore è Dio stesso che lo accende.
L'uomo può solo predisporsi ad incontrarLo.
Lo fa pregando, diventando niente davanti a Lui.
Questo diventare niente è l'umiltà di fronte a Dio.
Un abbandono totale, una accettazione totale, un vuoto che Dio, quando vuole, riempie del calore ardente dell'amore, che divampa, commuove e sazia l'animo inaridito.
L'umiltà di cui ci parla la nostra tradizione è dunque una importante virtù.
Essa ci rende consapevoli dei nostri doveri verso la Terra e il futuro.
Ci spinge a trattare gli altri con obbiettività e tolleranza.
Ci rende prudenti e riconoscenti.
Negli animi religiosi, infine, è sorgente di forza e di fede.
Parla l'italiano scampato al disastro aereo “Non ricordo più nulla, solo il fuoco”
Alberoni Francesco
Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
Ed infine terminiamo questa prima parte con
Pablo Picasso
uno dei più grandi artisti del XX secolo.
Il pittore spagnolo, nei suoi variegati periodi
della sua lunga e complessa vita artistica,
ha spesso trattato questo tema universale.
Picasso
Picasso
Picasso
Picasso
FINE I PARTE
IL GRUPPO IN CUI VIVER L’ARTE…
INSIEME
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Siamo, solo da alcune ore, nel mese di Maggio, cuore della Primavera,
e quindi mi par giusto approfondire un po’ la sua conoscenza
secondo il nostro stile.
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Maggio, mese delle rose e finestra aperta verso l’estate,
è notoriamente uno dei mesi più amati
sia per il clima mite che per alcune significative feste e riti tradizionali.
Cercherò di rendergli omaggio narrando la sua storia, il suo significato,
alcuni proverbi ed ascoltando una mitica canzone.
IL NOME
Il nome Maggio deriva dal nome latino Maius.
Il nome latino avrebbe preso origine, secondo Ovidio, da majores: “gli adulti anziani” a cui i romani dedicavano questo mese (avendo Romolo diviso la popolazione romana in due, i maggiori, gli adulti anziani, appunto, e i minori, i giovani abili alle armi, così che i primi governassero con la saggezza, i secondi con la forza delle armi) ; secondo altri deriverebbe dal nome di Maja, la madre di Mercurio, a cui il mese sarebbe stato dedicato (secondo altri ancora esso era consacrato al dio Apollo).
MAGGIO
– STORIA SIGNIFICATO PROVERBI ED UNA CANZONE –
IL MESE DI MAGGIO NELLA STORIA E NEL MONDO
Calendario Arcaico Romano e Calendario della Repubblica Romana: Maius era il terzo mese del calendario, contava 31 giorni;
Calendari Giuliano e Augusteo: Maius era il quinto mese del calendario e contava 31 giorni;
Nel mondo romano questo mese, che era dedicato alla dea Maja, madre di Mercurio e dea della vegetazione e delle fioriture, veniva festeggiato con canti e balli, davanti alle case si piantavano arboscelli o pali con regali appesi.
Era il mese della fertilità: infatti si apriva con la festa di Flora (Maia), dea della vegetazione;
per gli ebrei Iyàr, ottavo mese del calendario, va da Aprile a Maggio, il suo nome deriva da “Or” che nella lingua ebraica significa “luce” (il nome babilonese era Ziv, che significava “splendore” “raggio di luce”), mentre Sivàn, nono mese, che prenderebbe il suo nome dal babilonese Simanu, dura 30 giorni e va da Maggio a Giugno;
per i musulmani Rabe’e Al-Awwal è il terzo mese del calendario, conta 30 giorni, mentre Rabe’e Al-Thani, che conta 29 giorni, è il quarto mese del calendario;
per i persiani Ordibehesht contava 30 giorni e andava da Aprile a Maggio, mentre Khordad, di 31 giorni, andava da Maggio a Giugno;
Arthur Hacker
per i celti Giamonios (tempo dei germogli), settimo mese, contava 29 giorni e andava da Aprile a Maggio, mentre Simivisonios (tempo chiaro), ottavo mese, contava 30 giorni e andava da Maggio a Giugno;
anche i pellerossa d’America adattarono il computo dei mesi al sistema importato dai pionieri, ma i loro mesi erano legati alla vita della luna e, naturalmente, ogni popolo aveva nomi propri per i mesi dell’anno:
secondo la testimonianza di Alce Nero, del popolo Lakota, era: Luna quando i cavalli perdono il pelo;per gli indiani Chippewa e Ojibwa era: Luna della Sanguisuga; ( tra molte popolazioni, compresa la nostra, in passato le sanguisughe sono state considerate utilissime per la cura di certe patologie,e simboli di purificazione).
Durante la Rivoluzione Francese il periodo che andava dal 20 Aprile al 19 Maggio prese il nome di Floréal (Florile), mentre quello che andava dal 20 Maggio al 18 Giugno fu chiamato Prairial (Pratile).
CARATTERISTICHE
Nel Medioevo il mese di Maggio veniva rappresentato come un giovane che portava fiori, oppure come un giovane intento a tagliare il fieno. |
E’ il mese della fioritura, dell’esplosione della natura.
E’ il mese del risveglio completo che segue la sonnolenza di Aprile e che precede il fulgore della vicina estate.
Le giornate si allungano e si fanno sempre più calde.
Per una buona riuscita del raccolto il mese di Maggio deve essere caldo, ma non troppo
e non deve essere particolarmente piovoso.
E’ anche il mese della Festa del Lavoro e della Festa della Mamma
oltre ad essere Mese Mariano.
C. C. Curran
PROVERBI
Maggio asciutto grano dappertutto;
Maggio ventoso, grano generoso;
Maggio soleggiato, grano a buon mercato;
Maggio ortolano assai paglia e poco grano;
Maggio fresco e casa calda, la massaia sta lieta e salda;
Se piove al Venerdì santo, piove Maggio tutto quanto;
Di Maggio ciliegie per assaggio, di Giugno ciliegie a pugno.
TESTI DAL WEB – IMPAGIN. T.K.
UNA CANZONE MITICA
Infine una mitica canzone dedicata a questo mese…
Era de maggio… cantata da Mina.
Ancora una piccola favola…
ma stavolta firmata… da un grande filosofo…
Schopenhauer
e la spiegazione dell'empatia
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I PORCOSPINI
In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta
e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche
e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi
si pungono di nuovo.
Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali,
finché non trovano quella moderata distanza reciproca
che rappresenta la migliore posizione,
quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi
e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.
Ma cos'è l'empatia?
Ce lo spiega molto bene il brano che segue
che ci consente di approfondire la conoscenza
di quest'aspetto della nostra personalità
che molti confondono con la simpatia. N.T.K.
L'EMPATIA
Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.
L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.
E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).
L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.
Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.
La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.
Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.
Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.
La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.
Dal libro “Leader di te stesso”
Ciao da Tony Kospan
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