Archivio per 19 marzo 2013

LA NASCITA DELL’AMORE – D. P. MAZZOLARI – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   1 comment

 

 

 
 
 
 
LA NASCITA DELL’AMORE
 
Don Primo Mazzolari
 
 

La primavera incomincia con il primo fiore,

il giorno con il primo barlume,

la notte con la prima stella,

il torrente con la prima goccia,

il fuoco con la prima scintilla,

l’amore con il primo sogno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

notte2.gif picture by orsosognante

 

da Tony Kospan

 

 

 

 

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EQUINOZIO DI PRIMAVERA… RICORRENZA DELLA NATURA – ASTRONOMIA RITI MITI POESIE E VIDEO   4 comments

 
 
 
 
 
 
 
20 MARZO 2014
EQUINOZIO DI PRIMAVERA
 
 
 

 

 

 

ORIGINE DEL NOME ED…

ASTRONOMIA

 

 

La parola “equinozio” deriva dal latino e significa notte uguale” [al giorno].

Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell’anno nei quali hanno inizio primavera e autunno.

Quest'anno… il 20 marzo 2014 alle 17,57  finisce l’inverno ed inizia la primavera.

Dopo 6 mesi il Sole viene a trovarsi nuovamente sul piano dell’equatore terrestre e il circolo d’illuminazione passa per i poli.

In questo giorno il Sole passa allo zenit all’equatore e la giornata dura esattamente 12 ore in tutto.

L’equinozio, oltre che dalla durata del giorno e della notte, può essere riconosciuto con una semplicissima esperienza di gnomonica: osservate l’ombra di un chiodo infisso su un muro esposto al Sole.

Il vertice dell’ombra, durante ogni giorno dell’anno, disegna una curva che, agli equinozi, diventa una retta.

Questa retta e almeno le due curve giornaliere dei solstizi sono generalmente presenti su i quadranti degli orologi solari.

 

 

 

 

 

 

UNA CONSIDERAZIONE

SU QUESTA RICORRENZA

 

 

Al di là di tutto… al di là d'ipotesi… sogni… riti… credenze… tradizioni… etc…l'equinozio preciso asse della ruota dell'anno… è  assolutamente una… reale ricorrenza della Natura.
 
 
 
Una realtà che ci parla del nostro pianeta immerso nell'Universo… baciato da una stella che gli consente la vita e che alle ore 17,57 del giorno 20 di questo marzo 2014 questa stella, il Sole, si presenta in un punto ben preciso all'intersezione tra l'eclittica e l'equatore celeste.

 

 

 

 
 
 
STAGIONI:
FINISCE L’INVERNO ED INIZIA LA PRIMAVERA
 
 
 
L’Equinozio è un momento particolare… dunque… ma accade qualcosa ancora di più importante.
 
L'Uomo si rende conto che esso rappresenta un momento della propria dimensione di vita… sia sua… che di ogni altro essere vivente sul nostro pianeta…
 
Inizia infatti con la primavera il percorso delle stagioni che poi attraverserà l’estate e l’autunno per concludersi con l’inverno.

Si nasce, si cresce, ci si sviluppa e si ritorna alla Madre Terra, nell’eterno ciclo della vita.

 
Questi momenti di passaggio segnano sempre un punto di svolta, anche quando non ne siamo esplicitamente consapevoli, e dimostrano che noi siamo parte di qualcosa di grandioso, di eterno, di Divino, e che una scintilla di Luce è sempre dentro di noi…

Gli Antichi celebravano con feste e riti questi momenti dell’Eterna Trasformazione e anche noi, se riusciamo a trovare un momento di raccoglimento per soffermaci su di essi, possiamo imparare qualcosa da questa ricorrenza della Natura.
 
 
 
 

GLI EQUINOZI NELLE VARIE CIVILTA'

 

 

Gli Equinozi sono sempre stati celebrati nelle culture di tutto il mondo…

Molto interessanti sono i riti dei Maya, del culto Buddista in Giappone mentre l'Iran festeggia in questo giorno l'inizio dell'anno.

 

 


 

RITO DEI DRUIDI

 

Nel Libro degli Incantesimi ( Inghilterra X sec) è descritto il rito per la fertilità dei campi da praticare il giorno dell’equinozio di primavera.

Prima dell’alba, prendere quattro zolle dai quattro lati della terra e segnate il punto dove si trovano, prendete olio, miele, lievito e latte e un pezzo di ogni tipo di albero che cresce sulla terra, un parte di ogni erba, versate su di essi la rugiada lunare e poi lasciare gocciolare tre volte sulle zolle, cantando:

 

“Crescete e moltiplicatevi e riempite la Terra”

 

La cerimonia si conclude durante il tramonto del sole: rimettendo al loro posto le zolle ci si volge verso Est, ci si inchina tre volte e si recita

 

“Prego la Terra e i cieli sopra di noi
e la potenza del cielo e la sua alta dimora
affinché la mia bocca pronunci questo incantesimo,
frutto di un saldo pensiero;
che le messi crescano per i nostri bisogni terreni,
che la terra sia ubertosa
e che i campi verdi siano bellissimi”

 

 

 

 

LE TRADIZIONI CLASSICHE ESOTERICHE

 

 

 

 

Per le sue grandi valenze simboliche in molte culture del passato l'equinozio assumeva valenze esoteriche e venivano celebrati al suo arrivo… riti “misterici“… di cui ben poco si sa… proprio per il loro carattere di segretezza.

 

 

 

 

POESIE

 

 

Non sono molte le poesie dedicate a questo momento di passaggio… d'altronde gli equinozi sono fenomeni naturali che interessano di più la scienza… e certamente meno… la poesia.

Eccone però 3… che a mio parere meritano…

 

 

 

 

 

EQUINOZIO

Paloma Germani

 

Il passo della notte, non è

corsa di lancette.

O ticchettio di rami alla finestra.

Neanche rabbia del vento, che ulula

ferito dalle mura, lame d'umano,

riflessi di rifugio.

è come l'equinozio, di settembre

appeso su lagune, che ozia

sull'uguale tempo,

quello concesso

a luna e sole.

 

 

 

 

NUOVO TEMPO

M. Dazzi

 

Stamane per le strade di campagna

il cielo è dentro le pozzanghere.

La pioggia di tre giorni ristagna,

un biondo vento soffia in su le nuvole.

Mussole e lini bianchi

palpitano sulle siepi.

I rametti già così stanchi,

in vetta d'improvviso gemmano.

Le passere lascian la pigrizia,

sbucano dal loro ciuffo di piume,

nuove alla nuova delizia

saltarellando il capo scuotono.

Dalla terra odore di essenze.

Tra il verde, rado stupore di case.



LA NOTTE UGUALE

Fiorella Cappelli


La notte uguale

Preciso istante

di un sogno astrale

punto a diamante

e tu… appartieni

ai desideri

e li mantieni

accesi e veri

nei lunghi giorni

notti stringate

poi tu ritorni

tra le mie fate.

  

 

 

BREVE VIDEO INFINE

SULL'EQUINOZIO NEL MONDO

 

 

 

 

Che questa Primavera sia una stagione

di rinascita e di ripresa per tutto e per tutti.

 

 

 

 

F I N E

 

 

Fonti: svariati siti web –  impaginazione modifiche ed aggiunte… t.k.

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 


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LA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI – PERSONAGGI… SIMBOLI… ED INTERPRETAZIONI…   6 comments

 

 

 

 

Un mitico dipinto, molto chiaro, perfino semplice…

ma che tuttavia, secondo lo stile dell’epoca,

nasconde tanti simboli ed il mistero del suo significato.


 “Osserviamolo attentamente e…  da… vicino”.

 

 

 

 

 

L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI

a cura di Tony Kospan

 
 
STORIA DEL DIPINTO
 

 

Raramente un dipinto che ha un oggetto così chiaro…, come questo…, nasconde invece tanti segreti interpretativi…

 

 

Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, “La Primavera” è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ed è anche una delle creazioni più belle e più misteriose del Rinascimento.

 

 

Ancor oggi, nonostante i tantissimi studi da parte dei più grandi esperti d’arte, ci sfuggono sia la genesi precisa che tutti i suoi veri significati

 

 

Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, adornava il letto del giovane Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici, nipote del Magnifico.

 

 

Sessant’anni più tardi, avendola vista nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ce ne parla in un passo del suo celebre “Le Vite” ed in pratica ci consegna il titolo dell’opera “… un’altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse“.

 

 

 

 

AMBIENTAZIONE E PERSONAGGI RAPPRESENTATI

 

 

Nell’opera sono rappresentati 9 personaggi posti in un boschetto ombroso, che si presentano allineati su un prato tappezzato da decine di fiori di vario genere.

 

 

 

 

L’ambientazione ricorda gli arazzi fiamminghi, noti come “millefiori“, all’epoca molto diffusi nelle case aristocratiche fiorentine.

 

L’identità delle nove figure sembra però ormai definitivamente accertata.


 

 

Venere 

 

 

Al centro della composizione c’è Venere (per altri potrebbe essere invece Giunone per la sua posa serena).

 

 

 

 

Accanto a lei le tre Grazie: Talia la prosperità, Eufrosine la gioia e Aglaia lo splendore

 

 

 

 

 

 Sia la dea che le altre figure femminili 

appaiono chiaramente incinte.

 

 


 

 Sulla destra c’è Zefiro, la ninfa Cloris che si trasforma in Flora dalla splendida veste bianca decorata di corolle.


 

 

Cupido

 

 

In alto poi c’è Cupido


 

 

Mercurio 

 

 

e sull’estrema sinistra Mercurio.

 

 

LETTURA DEL DIPINTO

 

Va fatta, contrariamente al solito, da destra verso sinistra.

 

 

Zefiro Cloris e Flora (da dx verso sin)

 

 

Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Floradea della Primavera… e dei fiori. 

 

 

 

Flora

 

 

Flora, pur non essendo il personaggio centrale, spicca però per la sua bellezza… e dà anche il nome al dipinto.

 

 

 

 

 

Accanto a Flora, al centro dipinto, la dea Venere (o Giunone) con un atteggiamento sereno saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell’epoca coperte solo di veli trasparenti.

.

Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso). 



I DUBBI 

 

 

L’aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti si è molto discusso sui seguenti punti: 

 

– Qual è il vero significato dell’opera e cosa accomuna le nove figure? 

– Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte? 

 

 

 

 

 


ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU’ ACCREDITATE

 

 

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera.

 

 L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.

 

 Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie.

 

 Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico.

 

 Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella “Nascita di Venere” – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de “La Primavera”.

 

 Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro.

 

 “La Primavera”, dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico?

 

 E’ la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella?

 

 E’ la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico?

 

 Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca?

 

 Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.


 

 

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE


 

 

Botticelli 

 

 

Riguardandolo ora di nuovo tutto insieme, a mio parere, il dipinto appare in modo evidente un inno al sorgere ed all’affermarsi della Primavera come quella bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell’estate.

 

 

 

 

 

 

Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l’immagine delle donne incinte egli esalta la primavera quale momento di “gestazione della natura” che darà presto tutti i suoi frutti… al sole dell’estate. 

 

 

TONY KOSPAN

 

FONTI: VARI SITI WEB

 

 

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IL PENSIERO DI ALBERT EINSTEIN SU… DIO E L’UNIVERSO…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
Devo dire che quando trovai queste riflessioni
del grandissimo scienziato del secolo scorso
le trovai molto interessanti e nel contempo mi sorpresero.
 
 
Non sapevo infatti che Einstein, avesse anche espresso 
questa sua ampia personale visione della religione e della scienza,
e questo al di là delle valutazioni e delle idee di ciascuno di noi.
 
 
 
 
 
Albert Einstein
Ulma 14 3 1879 – Princeton 18 4 1955
 
 
 
 
 
In verità ho poi scoperto che spesso il più grande scienziato
del 20° secolo è intervenuto sui vari misteri della vita
esponendo il suo pensiero…
 
 
 Ho trovato il brano nel web…
ma ignoro dove e quando sia stato pubblicato il testo originario…

 

 
 

 
 
 
 
Dio e l’Universo

Albert Einstein
 
 

“Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo ‘universo’, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.

Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.

Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finchè arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.

 La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.

La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca.

La mia religione consiste di un’umile ammirazione per l’illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole. Tanto più avanza l’ulteriore evoluzione del genere umano, tanto più certo mi sembra quel sentiero verso la genuina religiosità che non si adagia sulla paura della vita, sulla paura della morte e sulla fede cieca.

Ogni persona seriamente risoluta nella ricerca della scienza diventa convinta che nelle leggi dello Universo si manifesta uno spirito – uno spirito di gran lunga superiore a quello dell’uomo – e uno di fronte al quale noi, con i nostri modesti poteri, dobbiamo sentirci umili.

Il sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un entusiastico stupore di fronte all’armonia della legge naturale, che rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa, tutto il sistematico pensiero e l’azione del genere umano non ne sono che un riflesso completamente insignificante.

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; esso è la sorgente di tutta la vera arte e la vera scienza. Tutto il nostro lodato progresso tecnologico – la nostra molta civiltà – è come la scure nella mano di un criminale patologico.

 Dovremmo stare attenti a non fare dell’intelletto il nostro Dio; esso ha, certamente, muscoli potenti, ma nessuna personalità.

Chiunque si accinga a eleggere se stesso come giudice del vero e della conoscenza è affondato dalla risata degli Dei.

Quando la soluzione è semplice, Dio sta rispondendo. Dio non gioca a dadi con l’universo. Dio è sottile ma non è malizioso.

L’uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere.

L’autentica religione è il vero vivente; vivente tutt’uno con l’anima, tutt’uno con la bontà e la rettitudine.

Due cose mi ispirano soggezione: i cieli stellati sopra e l’universo morale dentro.

Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l’uomo per il suo operato.

Non posso immaginare un Dio che premi e punisca gli oggetti della sua creazione, i cui fini siano modellati sui nostri, un Dio, in breve, che non è che un riflesso della fragilità umana.”

 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 
 
 
 
 
 
 

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AUGURI AI PAPA’ DI OGGI ED UN RICORDO DEI PAPA’ DI IERI… CON POESIE… CANZONI E…   1 comment

 

 

Cari amici amanti della poesia… non posso non render omaggio

ai papà di oggi ed a quelli che ricordiamo e rimpiangiamo…

se non nel modo a me consueto…

e cioè con poesie, aforismi, dipinti e canzoni

oltre a qualche mio pensiero.


 

 

Van Gogh – Primi passi


 

 

IL PAPA’


 IN POESIA.. ARTE.. AFORISMI.. CANZONI E..

a cura di Tony Kospan

 

 

Come le mamme  i padri rappresentano il fulcro della famiglia

e se noi siamo qui a scrivere o a leggere

è solo perché abbiamo avuto un padre tralasciando, oggi,

ogni considerazione sui padri buoni e quelli meno buoni

e ricordandoci sempre che quello dei genitori

è un “mestiere” tremendamente difficile.





 

  Penso proprio quindi che sia inutile e pleonastico

spiegare il perché ed il percome essi

rappresentino un aspetto importante della nostra vita

per cui mi limiterò a far parlare questi aforismi.


 

 

 

 


Un bambino sulle spalle di suo padre:

nessuna piramide o colonna dell’antichità è più alta

Fabrizio Caramagna

 

Non è difficile diventar padre;

essere un padre, questo è difficile.

Wilhelm Busch

 


La saggezza del padre

è il più grande ammaestramento per i figli.

Democrito

 


L’amore di tua madre non devi meritarlo,

mentre devi meritarti quello di tuo padre.

Robert Frost

 


Per quanto severo che sia un padre nel giudicare suo figlio,

non sarà mai tanto severo come un figlio che giudica il padre.

Enrique Jardiel Poncela



 

 

 

 

Per la verità non sono poi moltissime le poesie davvero belle scritte per i padri

ma ci sono per fortuna, e quelle che ho scelto sono, a mio parere, tra le migliori.


 

 

 

 

Come sempre sarà bello leggere le poesie che,

vostre o di altri, piacciono a voi.

 

I dipinti sono tutti di artisti che hanno come soggetti

i propri padri.

 

 

fre bia pouce  musicAnimata

Paul Cezanne

 

 

A MIO PADRE

Giammarco de Vincentis

 

Ciao papà, ti vedo stanco

sarà la sera che ti cade addosso,

oppure gli anni che si fan sentire.

E’ strano come le montagne,

si inchinino al passaggio della vita,

lasciando cadere a valle,

le sue rocce sgretolatosi nel tempo.

Li hai passati tutti i tuoi momenti,

restando sempre attento ai tuoi presenti,

e restare con lo sguardo al tuo passato

di cui a noi figli molto hai dedicato.

Mi hai fatto grande ma non solo fuori,

io di te ho molto dentro.

Quel che è stata la tua vita

per contarla non bastan le dita

di tutta quella gente che ti ha visto crescere

e lottare contro la tua sorte.

Starei una vita a raccontarmi di te,

che oggi mi guardi con lo sguardo di un bambino

e con il coraggio di darebbe la sua vita,

per farti vivere, la tua, un po’ di più.

grazie papà.

 

 

fre bia pouce  musicAnimata

Frida Khalo

 

 

SEMPRE

Sibilla Aleramo

 

Sempre che un giardino m’accolga

io ti riveggo, Padre, fra aiuole,

lievi le mani su corolle e foglie,

vivo riveggo carezzare tralci,

allevi rose e labili campanule,

silenzioso ti smemorano i giacinti,

stai fra colori e caldi aromi, Padre,

solitario trovando, ivi soltanto,

pago e perfetto senso all’esser tuo.”

 

 


fre bia pouce  musicAnimata

Achille Funi

 

 

PADRE SE ANCHE TU NON FOSSI IL MIO

Camillo Sbarbaro

 

Padre, se anche tu non fossi il mio…

Padre se anche fossi a me un estraneo,

per te stesso egualmente t’amerei.

Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno

Che la prima viola sull’opposto

Muro scopristi dalla tua finestra

E ce ne desti la novella allegro.

Poi la scala di legno tolta in spalla

Di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.

Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell’altra volta mi ricordo

Che la sorella mia piccola ancora

Per la casa inseguivi minacciando

(la caparbia aveva fatto non so che).

Ma raggiuntala che strillava forte

Dalla paura ti mancava il cuore:

ché avevi visto te inseguir la tua

piccola figlia, e tutta spaventata

tu vacillante l’attiravi al petto,

e con carezze dentro le tue braccia

l’avviluppavi come per difenderla

da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio

Padre, se anche fossi a me un estraneo,

fra tutti quanti gli uomini già tanto

pel tuo cuore fanciullo t’amerei.

 

 


fre bia pouce  musicAnimata

Mary Cassatt – Alexander J. Cassatt con il figlio

 

 

A MIO PADRE

Antonio Machado

 

Io ho quasi un ritratto

del mio caro padre, nel tempo,

ma il tempo se lo porta via…

Mio padre nel giardino di casa nostra

mio padre tra i suoi libri, che lavora.

Gli occhi grandi, la fronte spaziosa,

il viso scarno, i baffi lisci.

Mio padre nel giardino di casa nostra

riflette, sogna, soffre, parla ad alta voce.

Passeggia.

Oh padre mio, ancora ti vedo

e il tempo non ti ha cancellato!

Ormai sono più vecchio di te, padre mio,

quando mi baciavi.

Ma nel ricordo

sono ancora il bambino che tu prendevi per mano.

 

 

fre bia pouce  musicAnimata

Dalì


 

A MIO PADRE

Alfonso Gatto

 

Se mi tornassi questa sera accanto

lungo la via dove scende l’ombra

azzurra già che sembra primavera,

per dirti quanto è buio il mondo e come

ai nostri sogni in libertà s’accenda

di speranze di poveri di cielo

io troverei un pianto da bambino

e gli occhi aperti di sorriso, neri

neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,

un uomo vivo col tuo nome è un sogno.

Ora alla terra è un’ombra la memoria

della tua voce che diceva ai figli:

“Com’è bella la notte e com’è buona

ad amarci così con l’aria in piena

fin dentro il sonno”. Tu vedevi il mondo

nel plenilunio sporgente a quel cielo,

gli uomini incamminati verso l’alba. 

.

.

.

  papagrande



 Beh non posso che concludere con un augurio

a tutti i papà


 

 

 

 


e con un affettuoso ricordo dei papà che non ci sono più

anche grazie a questo bel video.

 

 

Frecce (51)

Guttuso

 

 

Ciao da Orso Tony, a sua volta papà,

ed ora anche 3 volte nonno.



3

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STORIA ED ORIGINI DELLA FESTA DEL PAPA’   Leave a comment


 

 

 

 

 

 

 

Le origini della festa

 

 

La Festa del papà ricorre il 19 Marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe, che nella tradizione popolare oltre a proteggere i poveri, gli orfani e le ragazze nubili, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.

Pare che l'usanza ci pervenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta intorno ai primi anni del 1900, quando una giovane donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre.

Agli inizi la festa del papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi solamente quando giunse anche in Italia si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe.






In principio nacque come festa nazionale, ma in seguito è stata abrogata anche se continua ad essere un'occasione per le famiglie, e sopratutto per i bambini, di festeggiare i loro amati padri.

La festa del 19 marzo è caratterizzata inoltre da due tipiche manifestazioni, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole.

Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze.

Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

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per tutti…

da Orso Tony…

ora papà e pure nonno…

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Testo dal WebImpaginazione di Orso Tony

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LA PAGINA DI SOGNO DI FB?
PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
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BUON MARTEDI’ ED AUGURI AI GIUSEPPE ED AI PAPA’ IN POESIA ARTE AFORISMA…E…   3 comments

 

 
 
 

Ritratto del padre – Cezanne
 
 
  
e
 
 
 

di

 

 

a tutti i Giuseppe e le Giuseppine

a tutti i Pino… Pine… etc…

 

 

nonché

 
 

 
Non è difficile diventar padre…
essere un padre, questo è difficile.
Wilhem Busch
 
 
 
    
Ritratto di mio padre – Dalì
 
 
MI SPIACE PAPA'*
Carlo Bramanti

 

Non sono un muratore

– mi spiace papà –

non sono un poeta

non sono un adulto

ma neanche un bambino

forse lo so cosa sono

sono quel sorriso

appena accennato

sulle labbra di mia madre

sono l'ultimo vagone

di quel treno

fermo al tramonto

prima che il  mio cane

mi lecchi il viso

papà…

quando il gelo

si confuse con la bruma

e il luccicare del ghiaccio

lo scambiasti per l’infinito

cielo stellato.

 

 

 

Ritratto di mio padre – Frida Kahlo
 
 
 
 

 
E
 
 
A TUTTI
DA ORSO TONY
 
 
 

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