Archivio per 5 marzo 2013

MARGHERITINA – N. CASOLA – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   4 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
MARGHERITINA
Nino Casola
 
 
Raccolgo in un prato
Una triste, solitaria margheritina,
Sincera,
Come quella che tanti anni fa
Mi disse:
“Non m’ama!”
 
 
 
 
 
 
 
 

barra__grassbar.gif picture by RaiodeLuar

 

 
 
da Tony Kospan…
 
 
 
 
 
 
 
 
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MANET LISZT E ZOLA – ARTE… CLASSICA E… NARRATIVA…   Leave a comment

 

 

Stavolta… nell’ambito del libero accostamento

tra arte e musica classica…

s’insinua in modo sublime…

anche la… narrativa… di qualche secolo fa…

 

 

 

 

Manet – Autoritratto

 

 

 

 

 

 

 

ARTE…  MUSICA CLASSICA…

E NARRATIVA

a cura di Tony Kospan

 

 

 

MANET                         LISZT

 

 

 

 Dunque porto all’auspicabile vostro godimento… 

che spero simile al mio… questa rapsodia ungherese di…

Liszt e quest’opera di Manet

che ritrae uno degli scrittori dell’800 che preferisco…

Emile Zola.

 

 

 

E. ZOLA
 
 
 
 

Per chi ama le emozioni… che trasmettono
musica, arte e narrativa… dunque… ecco…
un pensiero di Zola…
il noto dipinto dedicato da Manet allo scrittore,
e la rapsodia… di Liszt …
 
 
 
 
Lezione di Musica – Manet
 
 
 
 
La scienza ha promesso la felicità?
Non credo, ha promesso la verità,
e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità.
Emile Zola
 
 
 
 
Note
 
Ritratto di Emile Zola – Edouard Manet
 

 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
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LUCIO BATTISTI – LA BIOGRAFIA E LE PIU’ BELLE CANZONI DI UN MITO   Leave a comment

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Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana

della seconda parte del secolo scorso.

.


Desidero ricordarlo e rendergli omaggio

con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.







BREVE BIOGRAFIA

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Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice. 

I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.


Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo, 

nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).


Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo 

attraverso il suo temperamento artistico.

.

La cosa contrasta però con gli studi 

e dopo una serie di discussioni e di patti col padre, 

ma con l'appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto, 

di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.  



(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)



Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano 

che suona nei locali notturni “I Mattatori”, 

ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara

che inizia la sua avventura nel mondo della musica.


Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano, 

vi si trasferisce e dopo un po' conosce il celebre paroliere Mogol.

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Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“, 

incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi 

e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.


A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“, 

in collaborazione con Mogol per L'Equipe 84.


 Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante, 

nonostante le perplessità dell'ambiente sulle sue qualità vocali. 


Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.


Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente, 

quella giusta per dare un'anima alle sue canzoni, 

come lui stesso sosteneva con grande convinzione.



Acqua azzurra acqua chiara




Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda” 

e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969 

con “Acqua azzurra acqua chiara“. 


Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo, 

in coppia con Wilson Pickett con “Un'avventura“, che entra in finale.


Ma l'avvenimento più importante per Lucio 

è l'incontro con Grazia Letizia Veronesi

segretaria del Clan Celentano.


Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico 

che durerà fino alla sua morte.

.



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Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall'eccellente accoglienza 

riservata all'album Lucio Battisti” del 1969, 

si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende, 

oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“, 

Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.




 





La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva, 

dando origine ad un'amicizia forte ed esclusiva 

che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno, 

al centro di un grande faggeto.




Battisti e Mogol 


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.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti 

canzoni destinate a lasciare il segno.


Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina; 

“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.


Nel 1973 nasce il figlio Luca e  

nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.





 


.

I successi continuano con l'album “Umanamente uomo: il sogno”, 

che contiene brani come I giardini di Marzo“, “E penso a te“, 

fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.


Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop 

e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale, 

confermato dall'album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .


Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche, 

mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.


Ma con “Una donna per amico“, nel 1978, 

il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.


E' un album con dei capolavori musicali assoluti.

.



 Una donna per amico




.

Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari 

Lucio Battisti resta schivo e riservato 

e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.


Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie, 

si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca, 

fino a rendere l'esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.


Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti, 

dopo una memorabile tournèe con i Formula 3.


Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò 

Non parlerò mai più, perchè un artista 

deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.


Ha tenuto fede all'autoconsegna fino alla fine.







Sulle motivazioni che l'hanno indotto ad un cosi categorico isolamento 

si sono sprecati fiumi di inchiostro.


E' probabile che l'insorgere di alcuni problemi di salute 

abbia accelerato una decisione che stava maturando; 

verosimilmente su un' indole già naturalmente schiva, 

si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso 

e oppresso dall'attenzione morbosa di certa stampa.


L'ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980; 

Una giornata uggiosa” segna l'ultimo capitolo di un'amicizia solida 

e la fine di un felice connubio artistico

sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l'avevano causata.







Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.

I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia 

e l'album riesce ad ottenere un discreto successo, 

con un mese di primato nelle classifiche di vendita.



  I giardini di marzo




Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella 

ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.


I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore; 

tuttavia l'album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto – 

resta per due mesi in cima alle classifiche.


Seguono nel 1988 “L'apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;

nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;

nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.


Infine è del 1994… “Heghel“, 

il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.







Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti 

diventa sempre più condizionante, 

sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro 

e da molti amici (o ex amici) di Lucio 

viene considerata una presenza negativa e incombente.


Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita, 
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali 
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.


Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo, 
ritroso e scorbutico all'eccesso, dal Battisti artista, 
che ha saputo dispensare emozioni, 
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.





.


Liberamente tratto e adattato dal (web) 

“Lucio Battisti la vita,i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice

Impaginazione Tony Kospan







Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.

Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:


 Il mio canto libero


Tony Kospan

.

.


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PURE PER LA SCIENZA CON L’OTTIMISMO… SI VINCE! LO AFFERMA UNA RICERCA   2 comments

 

.

 

 



Lo dimostra uno studio dell’ University of Washington di Seattle

 
 
 
 
 

L’OTTIMISMO… VINCE!
(anche per la Scienza)

Leggiamo questo studio


 
  

 
 
 
 
 
 


Si dice che aspettandosi il peggio si evitino le grosse delusioni e si ottengano le soddisfazioni maggiori.

Ma non è così.

Sono le persone che si aspettano il meglio dalla vita che riescono ad ottenerlo o almeno a non sentirsi eccessivamente delusi e colpevoli quando qualcosa va storto.

Questi modi di vedere la vita sono stati oggetto di uno studio condotto da Margareth Marshall della Seattle Pacific University e Jonathan Brown della University of Washington di Seattle e pubblicato dalla rivista Cogniton & Emotion.
 
Per invalidare la tesi secondo la quale aspettarsi il peggio sarebbe meglio, i ricercatori hanno sottoposto 80 studenti universitari ad una serie di test. 
In primo luogo hanno sottoposto loro un questionario per verificare il loro stato d’animo nei confronti della vita, se erano persone entusiaste e positive oppure cupe e pessimiste.

Dopodiché gli studenti hanno eseguito una serie di puzzle di media difficoltà al computer.

Basandosi sul questionario e sui risultati ottenuti dal primo set di puzzle si è stabilito come si aspettavano di riuscire con un secondo set di puzzle.


 
 
 
 
 


 
 
 
 
 


A questo punto i ricercatori hanno sottoposto ad una metà degli studenti una serie di puzzle più semplici rispetto al primo test e all’altra metà dei puzzle più complicati.

Questo ha permesso loro di assicurarsi che alcuni studenti sarebbero andati oltre le loro previsioni e altri al di sotto.

Dopo l’esercizio è stato chiesto ai partecipanti di compilare un nuovo questionario, riguardante il loro stato d’animo alla fine delle prove.


Secondo i risultati, gli studenti che si aspettavano di andare male effettivamente si sentivano peggio dopo aver fallito il test rispetto agli altri che, pur aspettandosi di andar bene, avevano sbagliato anche loro.

Secondo i ricercatori, un’aspettativa negativa può esacerbare la sensazione di frustrazione che segue un mancato successo, e l’aspettativa è spesso determinata dall’atteggiamento con cui si affronta la vita.
 
Secondo Brown è difficile per una persona che ha un carattere cupo riuscire a cambiare temperamento.
 
Ma tentar non nuoce e forse cercare di ottenere il meglio dalla vita potrebbe essere la chiave per affrontare ogni sfida con un atteggiamento vincente ricordandosi che in caso di sconfitta ci sono sempre cose come la cioccolata, che rendono tutto più bello.



 
 
 
 
 
 
 


Ciao da Tony Kospan

TESTO DAL WEB







 
  


LA BELLA LEGGENDA DI… CASTEL GREIFENSTEIN (ALTO ADIGE)   2 comments

 

 

 

 

L’intelligenza spesso può più delle armi…

 

Questo è il senso

di questa carinissima leggenda dell’Alto Adige…

 

 

 

 

 

 

 

LA LEGGENDA DI… CASTEL DEL PORCO…

 

 

Castel del Porco era un piccolo maniero ove regnava la felicità e gli abitanti trascorrevano serenamente lo scorrere del tempo.

Uno sventurato giorno però, Federico dalle Tasche Vuote, decise di conquistarlo, aiutato dai suoi temibili cavalieri.

Le battaglie che seguirono furono molto aspre e i valorosi soldati del castello, anche se in pochi, si difendevano con grande forza e coraggio.

Ma Federico era persona molto superba e non si dava per vinto, così ordinò ai suoi uomini di assediare il castello giorno e notte.

Con il passare dei giorni all’interno della fortezza i soldati diventavano sempre più deboli perché il cibo scarseggiava e la situazione appariva disperata.

 

 

 

 

 

L’unica cosa rimasta ancora da mangiare era un grosso porco, insufficiente per saziare tutti.

Quando ormai tutto sembrava perduto, il capitano ebbe un’idea geniale e ordinò: “Cominciate a ridere, ballare e festeggiare.

Arrostite il porco e gettatelo già dalle mura!”

Gli uomini rimasero sbalorditi chiedendosi se il loro comandante fosse uscito di senno, ma così fecero poiché riponevano grande fiducia in lui.

 

 

 

 

Quando Federico dalle Tasche Vuote udì i festeggiamenti e vide il porco gettato dalle mura, pensò che i suoi avversari avessero viveri ancora in abbondanza e forza per affrontare mille battaglie; così esclamò rosso dalla rabbia:

 

” Sono invincibili, torniamo a casa! “

 

 

 

 

dal web – impaginaz. t.k.

 

 

 
 
 
Castel del Porco esiste davvero… in Alto Adige
ed il vero nome è Castel Greifenstein
ma ormai è solo un rudere…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 

 

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C. A. BIXIO E VIOLINO TZIGANO – IL GRANDE COMPOSITORE E LA CLASSICA CANZONE   Leave a comment





Forse ai giovani d'oggi il suo nome dice poco o nulla
ma Cesare Andrea Bixio è stato un vero mito della musica leggera
in quanto autore di notissime ed ormai classiche
canzoni napoletane ed italiane,
nonché di colonne sonore in tutti i campi dello spettacolo
nella prima metà del secolo scorso.





(Napoli 11.10.1896 – Roma 5.10.1978)



Figlio di padre genovese e madre napoletana
a partire dagli anni '20 iniziò la sua collaborazione con
il quasi omonimo Bixio Cherubini con cui creò capolavori come
Violino tzigano, Il tango delle capinere, Mamma, Vola colomba,
Parlami d'amore Mariù, Portami tante rose, Vivere. etc.

La sua attività musicale proseguì per tutta la vita…
sia interagendo con i massimi artisti dell'epoca
che adeguandosi con grande successo ai nuovi “media”
dell'epoca… come il cinema e la televisione.







E' stato anche un geniale industriale
e fondatore di diverse case editrici di musica.

Mi fa dunque piacere ricordarlo con questo mio post
dedicato ad uno dei suoi massimi successi… 

  
 
 
 
 
 
 

La rivisitazione delle grandi canzoni che hanno segnato
tempi lontani ormai.. ma non lontanissimi…
ci porta stavolta a conoscer meglio la suggestiva,
ed ancor amata da molti…,
VIOLINO TZIGANO
 

 
 

 

 

 

VIOLINO TZIGANO

ATMOSFERE E NOTE D'UN TEMPO
a cura di Tony Kospan

 

 

 

 

 

 

LA STORIA DELLA CANZONE

 
 

La canzone (un tango) è del 1934 ed è opera dell'allora già noto duo
Cherubini (paroliere) e Bixio (compositore).
 
 

Fu scritta e musicata per il film sonoro Melodramma
(il cinema sonoro era nato pochi anni prima)
con protagonista Elisa Merlini che la cantò per prima.
 
 

Subito dopo però fu cavallo di battaglia
anche di Milly, Carlo Buti, Ada Neri
e del tenore Fernando Orlandis.
 
 
 
 
 
 
 
Il successo fu clamoroso anche all'estero
e nemmeno il tempo ne scalfì il fascino ed il successo
tanto che nel 1962 era di nuovo ai primi posti
della classifica dei dischi più venduti…
grazie a Connie Francis
che la fece apprezzare anche negli USA.
 
 
 
 

Connie Francis
 
 
 
 
La canzone emana vibrazioni profonde…
e ci riporta ad emozioni nuove ed antiche…
 
 

 
 
 
 
ATMOSFERA DEL 1934
 
 
 
Il 1934 è l’anno in cui l’Italia vinse i suoi primi mondiali di calcio…
 
 
 
 

 
 
 
Diamo ora un'occhiata ad altre immagini di quell'epoca.
 
 
 
 

 
 
 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL TESTO DELLA CANZONE


 
Oh tzigano dall’aria triste e appassionata,
che fai piangere il tuo violino fra le dita,
suona ancora, come una dolce serenata,
mentre, pallida, nel silenzio ascolterò
questo tango che, in una notte profumata,
il mio cuore ad un altro cuore incatenò.
Suona solo per me,
oh violino tzigano.
Forse pensi anche tu
a un amore laggiù
sotto un cielo lontan.
Se un segreto dolor
fa tremar la tua mano,
questo tango d’amor
fa tremare il mio cuor,
oh violino tzigano.
Tu che sogni la dolce terra d’Ungheria,
suona ancora con tutta l’anima tzigana.
Voglio piangere, come te, di nostalgia
nel ricordo di chi il mio cuore abbandonò.
Come il canto che tu diffondi per la via
con il vento, la mia passione dileguò.
Questo tango è d’amor,
ma il mio amore è lontano.
Suona, suona per me
pur se piango con te,
oh violino tzigano.

 
 
 
 
 
 
 
  
 
ORA LA CANZONE IN 2 VERSIONI
 
 
Ascoltiamola ora nel video qui giù
cantata da uno dei suoi primi famosi interpreti…
Carlo Buti… (1934)
 
 

 
 
 
e poi qui cantata
in una versione un pò più moderna
da Connie Francis… (1962)
 
 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN




TI HO INCONTRATA – M. VECCHIONE – FELICE MARTEDI’ IN POESIA ARTE E… NON SOLO   1 comment

 
 
 

 

 

 

William-Adolphe Bouguereau – La proposta

 

 

 

 


L'inferno e il paradiso sono
tutti e due dentro di noi.
Oscar Wilde
 

          
 
 
         
 

 
 
 

William-Adolphe Bouguereau – La gioventù di Bacco

 

 


TI HO INCONTRATA
Mario Vecchione


ti ho incontrata
lungo la vita
che suonavi
le corde del vento
e cantavi canzoni di sole
canzoni d’amore
io pifferaio senza topi
tu in cerca
dell’ultimo fiore
siam caduti
nell’argento dei rimpianti;
ti ho incontrata
lungo la vita
che scrivevi
su foglie di gelso
e parlavi di storie di stelle
di storie d’amore
io don chisciotte senza mulini
tu violinista senza un archetto
siam caduti
nel buco nero dell’amore;
e adesso che
siamo vicini
pure lontani
come due poli
non indosso più gilè
grigio scuri
la tua mano nella mia
come un messaggio planetario
con il nettare di dio
nei nostri cuori

 

 

 

William-Adolphe Bouguereau – Angeli che suonano il violino (part.)

 

 

cuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitoscuore.efeitos

 

 

 

da  Tony Kospan

 

 

 

 

 

 

 
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