Archivio per 3 marzo 2013

TI TOCCO – T. FORMENTI – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TI TOCCO
~ Terenzio Formenti ~
 
ti tocco
ti sfioro
ti accarezzo
ti plasmo con le mie mani
ti incontro
ai confini dell'anima
forse
passeggiamo insieme
nei giardini dell'universo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 
 
 

 

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Pubblicato 3 marzo 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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TI TOCCO – T. FORMENTI – FELICE NOTTE IN POESIA E NON SOLO…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TI TOCCO
~ Terenzio Formenti ~
 
ti tocco
ti sfioro
ti accarezzo
ti plasmo con le mie mani
ti incontro
ai confini dell'anima
forse
passeggiamo insieme
nei giardini dell'universo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 
 
 

 

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PALOMMA ‘E NOTTE – LA MITICA CANZONE-POESIA NAPOLETANA E… LA SUA STORIA…   Leave a comment

 

 

Bè definire questa… una canzone poesia…

non è poi così difficile

considerato che l'autore è un grande poeta…

 

 

 

 

 
 
 PALOMMA 'E NOTTE
LA STORIA – LA POESIA – LA CANZONE –
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 
L'autore di questa classicissima canzone-poesia napoletana
è infatti il grande poeta Salvatore Di Giacomo
e la poesia è dedicata alla sua donna… Elisa.
 
 
La storia di questa canzone ce la racconta direttamente
il giornalista e scrittore Raffaele La Capria
che la pubblicò sul  “Corriere della Sera”….
descrivendo anche la storia del loro contrastato amore…
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando si conobbero (nel 1905) Salvatore ed Elisa, lui era un uomo di quarantacinque anni, lei una ragazza di 26. Salvatore era un bell' uomo, un vero napoletano dagli occhi sognanti, un poeta già celebre, riconosciuto, i suoi versi erano cantati dovunque,  e tutto questo creava intorno alla sua persona un' aura romantica, un fascino che poteva fare innamorare qualsiasi ragazza, soprattutto una ragazza come Elisa. Elisa era «' na giovane vestuta / cu ' na vesta granata, auta e brunetta» (una giovane vestita/con una veste granata, alta e brunetta ntk).
Studiava per diventare insegnante e ancor più per essere indipendente, per emanciparsi dalla protezione familiare, cosa poco comune a Napoli in quel tempo.
 
 
 

 
 
 
Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell' ambiente e di quell' educazione, da lasciare stupiti. 
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com' è. è bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so… Sappiatela tutt' intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com' è sempre l' impeto dell' anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
 
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.”
 
 
Per amor di brevità essendo l'articolo lunghetto ne sintetizzo la parte centrale per riprenderlo poi in quella finale…
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 – Il loro amore fu molto tormentato prima per l'invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
 
Si amarono così d'un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore, costretto all'immobilità ed amorevolmente curato da lei, si spense…
 
Elisa impazzita dal dolore distrusse tutte le lettere che lui le aveva inviato ma per caso dimenticò in un cassetto “quelle che vanno dal luglio del 1906 al dicembre del 1911 e che ci hanno permesso di raccontare la storia di questo strano amore.”
 
 
 
 

 

 
 
Continua l'articolo: “Voglio chiudere il mio racconto con una delle poesie scritte da Di Giacomo, una di quelle che più amo, e una di quelle certamente dedicate ad Elisa: Palomma 'e notte.
 
Il poeta una sera vede una farfallina girare e rigirare intorno a una candela accesa.
E l' avverte: questa è una fiamma, ti può bruciare le ali, non è una rosa e nemmeno un gelsomino.
 
Va' via, torna all' aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio?
E' chiaro che la farfallina è Elisa e chi vorrebbe allontanarla, ma chi si brucia la mano, è Salvatore.”
 
 
 
 

 

 

 
La poesia, scritta nel 1904, divenne una canzone nel 1907.
 
 
La musica fu composta da Francesco Buongiovanni… e direi che si tratta proprio di un'accoppiata sublime.
 
 
 

 
 
 
 
La canzone è considerata una delle più belle della grande tradizione classica napoletana…
 

 
Qui di seguito possiamo ascoltarla cantata da Peppino di Capri potendo leggerne il testo in originale ed in italiano…
 
 
 
 

 
 

 

 

e poi se lo si desidera…  la si può ascoltare anche nella versione più classica di Sergio Bruni…

 

 

 

 

 

o in quest'altra versione ancora più raffinata e ricercata, benché moderna, di Gianni Lamagna che mi è stata segnalata, nei commenti,da un visitatore del Blog… che ringrazio.

 

 

GIANNI LAMAGNA - LE FORME INCANTATE

 

 

CIAO DA ORSO TONY

 

 
 
 
 
 
 
 

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VIDEO FAVOLOSO COME UNA POESIA… SULL’INVERNO IN VALTELLINA…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
Video semplicemente favoloso come…
 una poesia sull'inverno…
 
 
 
 
 
 
 
 
E'  l'ultima creazione di Antonio Selva
 realizzata in diversi mesi di lavoro,
che sta appassionando ed affascinando tutta la rete.
 
 
Non ci credete? Guardate qui…
 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
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IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE
(IN SENSO LATO)
Ripped Note
 
 
 

 

SMETTETELA CON LE SCUSE! – VIOLENZA SULLE DONNE – ORIGINALE ARTICOLO DI LELLA COSTA   1 comment

 
 
 
  
Un bellissimo originale articolo di Lella Costa in difesa
della libertà e dignità della donna… che sfata
con splendida amara ironia…
i ridicoli luoghi comuni assolutori…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
STOP VIOLENZA SULLE DONNE!
E BASTA CON LE SCUSE! 

 

Dovrebbero essere cose scontate
ma ahimé ancor oggi, sotto la vernice perbenista,
della nostra Società si nasconde di tutto… e di più…
a partire da una visione vetero-maschilista
di cui perfino dei noti politici fanno poco onorevole sfoggio
per giungere, incredibile ma vero, 
perfino a donne che sono contro le donne.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Penso proprio che può esser utile leggerlo o rileggerlo…
 
  
Ma leggiamolo…

e ci accorgeremo che non è affatto banale…
 

 

 
 
 
 
SMETTETELA!  E PER SEMPRE!
 

La prima volta che per la strada, tornando da scuola, un tale ti si è avvicinato e ha cominciato a dirti cose, e tu non le capivi nemmeno, ma hai intuito lo schifo prima ancora del pericolo, e sei scappata via, e la notte non riuscivi a dormire, ma neanche a dirlo.

Come se un pò, almeno un pò, te la fossi andata a cercare.

 
 
 

 
 
 
La manomorta sull’autobus, e se provi a reagire intorno c’è solo scherno, e donne più grandi che stringono le labbra contrariate – da che mondo e mondo – son cose che succedono, non sei nè la prima nè l’ultima, fai finta di niente che è meglio, e poi a vestirti in quella maniera un pò, almeno un pò, te la sei andata a cercare.
 
(Quale maniera, di che cosa state parlando, avevo i jeans, faceva freddo, non si vedeva niente.)
 
 
 
 
 

 
 
 
 

Le facce delle madri degli imputati nei processi per stupro.

Ti aspetteresti che maledicessero i figli, che li disconoscessero, bibliche, inesorabili, che stringessero tra le braccia la vittima, e la consolassero, e le chiedessero scusa e avessero cura di lei.


E invece la guardano con odio e disprezzo lei, la rovina dei loro bravissimi ragazzi, lei che ci stava, altroché se ci stava, lei che li ha provocati, lei che se l’è andata a cercare.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Le donne, le bambine violentate dai padri, dai mariti, dai fratelli, dagli amici di famiglia, che preferiscono tacere, subire, sperare che la smettano da soli, perché mai, mai potrebbero sopportare che si sapesse, che se ne parlasse.



Troppa vergogna.
Le vittime che si vergognano al posto dei loro carnefici.
 



 
 

 
 
Niente da dire, è il crimine perfetto. Complimenti.

E poi, si fa presto a dire violenza, a dire stupro, ma insomma si sa che a volte si trascende, ma il desiderio acceca, travolge e poi che diamine, alle donne piace…
è sempre stato così.
 
Vis grata puellae, no?
 
 
No.
Che siate stramaledetti, no.
 
 
 
 
 
 
Non provate a spacciare per complicità il sopruso, per gioco la brutalità.


E soprattutto smettetela di tirare in ballo l’istinto, la provocazione, il desiderio irrefrenabile.
Balle. Non c’è desiderio in uno stupro, mai.

Non c’è nemmeno sguardo.
Una donna vale l’altra,
con buona pace dei moralisti e dei prefetti.
Non c’entra l’abbigliamento, l’ora, il posto,
l’incoscienza, neppure l’età – andate a chiederlo a chi lavora nei centri di soccorso – alle donne stuprate.

 
 
 
 


Non esiste picchiare… uccidere… per amore

 
 
 
Andate a leggere i resoconti di donne più che adulte, più che modeste, a volte precocemente piegate da una vita di torti e miseria.
Andate a dirlo a loro, che se la sono andata a cercare.



Andate a dirlo alla ragazza omosessuale che è stata violentata
perché “imparasse la lezione”, che si è trattato di attrazione fatale e incontrollabile.

Andate a dirlo alle donne vittime di quelli che chiamiamo stupri etnici, e neanche ci rendiamo conto dell’abominio, dell’orrore assoluto che evochiamo.

 

 
 
E poi smettetela, per sempre. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 Lella Costa

(E polis – Milano)

 

 

 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 

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TI AMERO’ – GIBRAN – BUONA DOMENICA IN POESIA ARTE AFORISMA E NON SOLO   3 comments

 
 
 
 
Emile Vernon – Signora con rosa gialla
 
 
 
 
 

 
 
 
       
 
 
 
  Che cosa sarebbe l’umanità, signore, senza la donna?
Sarebbe scarsa, signore, terribilmente scarsa
Mark Twain
 
 
 

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Emile Vernon – La bella con le rose


 
 
TI AMERO'
Kahlil Gibran
 
 
Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima
del mio cuore una dimora per la tua bellezza
del mio petto un sepolcro per le tue pene.
 
Ti amerò come le praterie amano la primavera
e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole.

Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta la storia delle onde.
 
 
 
 

Emile Vernon – Giovane bellezza

 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Orso Tony
 
 
 
 
 
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