Archivio per 26 febbraio 2013

LE SUE CAREZZE – V. LAMARQUE – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   3 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE SUE CAREZZE
Vivian Lamarque
 
Le Sue carezze:
se il tempo terrestre
non me le concederà
chiederò il favore alle mani
dell'Eternità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
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IL 96° ANNIVERSARIO E LA STORIA DEL MITICO “SIGNOR BONAVENTURA”   Leave a comment

 

 

UN SIMPATICISSIMO MITO PER I RAGAZZI DEL '900

 

 

 

 

 
IL SIGNOR BONAVENTURA
 96 ANNI DI SUCCESSI
 
 
 

Una figura leggera e calviniana, ma simpaticissima,

entrata nel nostro immaginario  

 

 

 

 

 

Personaggio dei fumetti dalla caratteristica marsina e bombetta rossa, i larghi pantaloni bianchi e il fedele cane bassotto al fianco, il Signor Bonaventura era lo strampalato eroe di avventure che lo vedevano quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine.

A caratterizzare maggiormente il fumetto, nato nel 1917 dalla fantasia Sergio Tofano in arte Sto, apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni, era l’utilizzo esclusivo di testi a rima baciata che iniziavano con le parole «Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…». 

Sergio Tofano era… fumettista, ma anche attore, regista, eclettico e versatile umorista del teatro e del cinema italiano.

Un creatore di fumetti fortunato tanto

quanto sui generis è stata la sua nascita. «Mio padre, all’epoca, si occupava di censura militare per i servizi segreti, quindi – ha ricordato Gilberto Tofano – aveva sempre con sé una matita rossa e blu.

Durante una pausa, seduto ad un bar di via Nazionale a Roma, a un tavolino di marmo bianco, ha usato la matita rossa per creare il pupazzo che gli era stato commissionato dal Corriere dei Piccoli».

Bonaventura, eroe gentile e fortunato, viene raccontato attraverso le diverse interpretazioni che lo stesso Tofano ne ha offerto nel corso degli anni.

Un autore, ma anche un personaggio a tutto tondo, capace di spaziare dal fumetto al teatro, dall’editoria alla pubblicità fino alla moda. «Il mio augurio – ha aggiunto Gilberto Tofano – è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d’Ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete e ironiche qualità di una elegante sopravvivenza». 

«Bonaventura, figura entrata nel mito, nell’immaginario collettivo, leggera e un po’ calviniana nella sua capacità di porsi obliquamente ai problemi della vita. Un personaggio importante che rimanda a fatti storici e che si fa emblema di una certa stagione. Guai a considerarlo un semplice fumetto».

«Sono molto contenta che ci si ricordi del mio padrone», ha dichiarato ironicamente Franca Valeri, ricordando di aver debuttato a teatro nel 1949 nei panni del fedele cane bassotto di Bonaventura. «Era un attore straordinario, una persona molto particolare – ha aggiunto la Valeri – e anche un po’ snob. Sono contenta di ricordare che mi voleva bene, cosa non facile. Tofano aveva l’impressione che sarei diventata qualcuno sulla scena teatrale».

 

 

 
UN ESEMPIO PER I PIU’ GIOVANI
O PER CHI VUOL RICORDARE…
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

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BREVE BIO DEL SUO CREATORE
 
SERGIO TOFANO
 
 
 
 
Sergio Tofano
 
 
 
Nasce a Roma il 20 agosto 1886. Comincia a disegnare a vent’anni sul Pupazzetto di Yambo, che lo presenterà a suo padre, il celebre attore Ermete Novelli, il quale lo assumerà in compagnia a 6 lire il giorno. Si intrecciano così fin dall’inizio le due anime di questo artista, attore e autore di letteratura disegnata. Nel 1908 pubblica su Il giornalino della domenica di Vamba, firmandosi con la sigla Sto che manterrà per tutta la vita. L’eleganza del suo segno lo rende subito popolare e, mentre partecipa ad esposizioni importanti di grafica e di pittura, lavora per la pubblicità, pubblica copertine e tavole di soggetto umoristico ma di grafica sofisticata su Numero (dal n. 3 del 1914), ma anche illustrazioni sul settimanale La Lettura e fumetti sul Corriere dei piccoli (di fumetti si parla, anche se non venivano utilizzate le nuvolette). Per quest’ultima testata crea nel 1917 (n. 43 del 28 ottobre) il Signor Bonaventura, le cui avventure in rima si concludevano inevitabilmente con la fortunata conquista di un premio in denaro pari a un milione! Sempre sul “corrierino” pubblicherà nel 1921 una sua versione della Vispa Teresa e nel 1925 le avventure di Taddeo e Veneranda.
Ma il personaggio di maggiore successo resta il Signor Bonaventura, che continua a essere pubblicato anno dopo anno, con brevi pause, prima e dopo la guerra, e anche dopo la scomparsa del suo autore. Accanto alla produzione seriale sul “corrierino” e a sporadiche apparizioni su testate diverse (come Carosello nel 1944-1945, diretto dallo stesso Tofano, o il numero unico Corrierino del Prestito nel 1945, per aiutare la ripresa economica nazionale dell’Italia liberata), si pubblicano libri illustrati e se ne traggono film e commedie, mentre il personaggio è utilizzato anche nella pubblicità.
 
 
 

Autocaricatura

 

 

La produzione teatrale di Sto è varia e complessa, perché Sergio Tofano è anche attore, un grande attore, nonché regista e scenografo, commediografo e costumista. Dopo l’esordio con Ermete Novelli nel 1909, recita nella compagnia di Virgilio Talli. Nel 1923 sposa la ventunenne milanese Rosetta Cavallari, che diventa attrice e sarà sua inseparabile compagna nella vita e spesso sulla scena, sia a teatro sia nel cinema (Sergio reciterà in oltre

cinquanta pellicole). Dal 1953 l’artista insegna a Roma all’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico, e con l’avvento della televisione aumenta ancora la propria popolarità con interpretazioni rimaste ineguagliate, a partire da un indimenticabile Firs, l’anziano maggiordomo de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov (in onda il 6 aprile 1956, ritrasmessa il 23 settembre 1969), tra le prime commedie in televisione.

 L’artista è già pensionato, nel 1960, ma continua a insegnare all’Accademia di Roma, e appare ancora in ruoli televisivi, quando il 7 aprile Rosetta, che da tempo soffre di estenuanti emicranie e crisi depressiva, si toglie la vita, a 58 anni: un gesto tragico che arriva come un fulmine inatteso.
Ancora l’anziano attore reciterà in ruoli cinematografici con Loy, Monicelli, Zampa, Bertolucci, Risi e Pasquale Festa Campanile. Da quest’ultimo viene chiamato anche nel 1973 per una parte nel “Rugantino”, che con “La colonna infame” di Nelo Risi saranno le sue ultime interpretazioni.
Muore il 28 ottobre 1973.

 

 

 

 

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ECCO COSA SCRIVEVA  
DEL SIGNOR BONAVENTURA
UN SUO GRANDE CONTEMPORANEO…
GIANNI RODARI
 
 
 
 
LA PROMESSA DI BONAVENTURA
UN ARTICOLO DEL POETA E SCRITTORE
GIANNI RODARI
 
 
– Una volta alla settimana, nella nostra casa ben poco confortevole, arrivava Bonaventura e ci portava, in premio per la nostra attesa, un milione grande come un lenzuolo. Sapevamo perfettamente in anticipo che all’ultima vignetta le persecuzioni del torvo Barbariccia sarebbero cessate, le goffaggini dell’elegantissimo Cecè si sarebbero ricomposte e Bonaventura, grazie al caso che faceva di lui in continuazione un involontario salvatore di pericolanti, il nemico numero uno dei nemici pubblici, l’agente universale del bene, avrebbe intascato il rituale bigliettone. Che cosa, allora, ci faceva leggere ogni volta la sua storia come nuova? Come accadeva che il milione destasse sempre la sorpresa del primo? C’erano, intanto, quei versetti accurati, limpidi, seminati con discrezione di qualche pargoletta rara, di qualche rima acrobatica, insomma, di suoni inattesi: l’effetto della loro musica era quello di un’ infinita serie di variazioni sullo stesso tema. Un effetto di magia. C’erano poi nelle avventure e nelle sciagure (per fortuna rare) del signor Bonaventura sottili, indirette allusioni al mondo, ai suoi personaggi, ai casi della vita che, come diceva Geppetto, “sono tanti”. E c’era nel finale ottimistico una promessa generosa di gratificazione, l’assicurazione che ogni speranza, prima o poi, si realizza, che ogni sogno scende in terra. 
La gente si sottovaluta. Negli anni in cui gli adulti cantavano sospirando: “Se potessi avere mille lire al mese”, Bonaventura, senza alzare la voce, indicava ai bambini una meta mille volte più alta. Guadagnò il suo primo miliardo ben prima degli “industrialotti” del lavoro a domicilio. Non ignaro di guai e traversie, spesso disoccupato, col tempo anche sinistrato e senzatetto, Bonaventura ha continuato per mezzo secolo a insegnare che c’è sempre una via d’uscita; che Barbariccia è una tigre di carta; che catastrofi, incendi, fughe di di belve dai circhi, briganti da strada, incidenti automobilistici, cavalli imbizzarriti non hanno mai niente di definitivo: più in là c’è sempre il milione, come sopra le nuvole, anche nei giorni di nubifragio, c’è sempre il sole. 
Da bambini abbiamo amato Bonaventura per il suo intrepido candore. Da grandi abbiamo ammirato Sergio Tofano per la sua discrezione, la sua misura, la sua invisibile, sterminata, ironica pazienza.
Gianni Rodari
 
 
 
 

 
 
 
 
Infine vediamolo in questo breve video tratto dal mitico CAROSELLO
 
 
 
 

 

 
 

testi ed immagini da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Tony Kospan

 

FINE

 

 

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LA NOSTRA VITA CON L’AMICO… PC… – PER SORRIDERE   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
La nostra vita da quando abbiamo
incontrato il… pc…
 
 
 
 

 

 

Possiamo accogliere le battute e le vignette

su noi internauti…

ed appassionati del pc… con… autoironia…

 

 

 
 
 
CI ACCORGIAMO DI VIVERE NEL 2013…
 
QUANDO…
 
 
 
 
 
 
 

1. per caso batti la tua password sul microonde

2. sono anni che non giochi al solitario con carte vere

3. hai una lista di 15 numeri di telefono per chiamare una famiglia di 3 persone

4. mandi una mail al tuo collega che ha l’ufficio vicino al tuo

 

 

 

 

5. hai perso contatto con i tuoi amici o familiari perchè non hanno indirizzo e-mail

6. arrivi a casa dopo il lavoro e rispondi al telefono come se fossi ancora in ufficio

7. fai lo zero sul tuo telefono di casa per prendere la linea

8. sei al tuo posto di lavoro da 4 anni ma hai lavorato per 3 imprese diverse

 

 

 

 

9. tutte le pubblicità hanno un indirizzo web sullo schermo, in basso

10. vai nel panico se esci da casa senza il cellulare e torni indietro a riprenderlo

11. ti alzi la mattina e la prima cosa che fai è accendere il PC prima di bere un caffè

12. provi ad aprire il portone di casa con il badge dell’ufficio

 

 

 

 

 

 

13. stai leggendo questo testo, sei d’accordo e sorridi

14. peggio ancora, …….sai già a chi rimandare questa e-mail

15. sei troppo occupato per accorgerti che non c’è il numero 9 in questa lista

16. subito guardi il messaggio per vedere se c’è o no il numero 9 nella lista

 

 

 

 

 

CONSIGLIO :
 
Quando sei in crisi perchè, al lavoro, niente va come vorresti, fai questo:
 
fermati ad una farmacia e compra un termometro rettale ‘Johnson&Johnson’
(proprio questa marca, non altre!).
 
Aprilo.

….. Leggi le istruzioni. …..

Troverai questa frase:

ogni termometro rettale della Johnson & Johnson è stato personalmente provato nella nostra fabbrica!

Ora, chiudi gli occhi. Ripeti ad alta voce per 5 volte:

‘sono felice di non lavorare nel reparto controllo di qualità di Johnson & Johnson’A bocca aperta

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

Humour to post or not to post

 

 

 

TESTO ED IMMAGINI DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K.

 

 

 

 

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IL COMANDO – INTERESSANTE PENSIERO TAOISTA…   2 comments

 

 

 

 

 

IL COMANDO

 

– PENSIERO TAO –

 

 

 

 

Questo brano nato nell'ambito del Taoismo…
una filosofia cinese simile al Confucianesimo
penso che ci possa dare degli spunti
di riflessione… di meditazione…

 

 

 

Infatti ci dona una particolare
visione del mondo
molto diversa da quella che conosciamo
e che viviamo
nella nostra realtà quotidiana.
 
Per questo mi appare meritevole di attenzione
e l'offro alla vostra attenzione.
 
 
 
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 Nota(NEW AGE)
 
 
 
 
 
 
I L   C O M A N D O
Pensiero Tao
 
 
 
La mappa non è il territorio.
 
La mente detiene il comando.
 
Nella stanchezza i pensieri
non saranno contaminati.
 
Anche quando il nostro corpo
avverte caldo straziante
o fatica insuperabile
possiamo proteggere i pensieri.
 
Per arrestare l’inquinamento
è necessario uscire dal corpo.
 
Guardarsi da un punto esterno:
vedere la nostra immagine da un punto
altro della realtà, restituisce
l’illusione di essere contenuti
interamente in un corpo.
 
Ne siamo fuori.
 
Come la musica può lasciare
uno strumento e tendere verso l’alto,
la nostra anima può prescindere
dalle sofferenze del corpo.
 
Liberandoci dalla tensione
fisica riusciremo ad alleviare
la fatica del corpo.
 
La nostra anima ed i nostri pensieri
hanno natura divina.

 
 
 

 

             

 

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Cosa ne pensate?

 

Ciao da Orso Tony

 

 

POESIE? 
SCRIVERLE LEGGERLE COMMENTARLE?
LA PAGINA DELLA POESIA
 
 
BY TONY KOSPAN
 
 

JIM MORRISON – MITO DELLA BEAT GENERATION E POETA “MALEDETTO” DEL ROCK   Leave a comment

 
 

 

 

 

 

Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa,

è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente.

Jim  Morrison

 

 

 

(Melbourne 8 12 1943 – Parigi 3 7 1971)
 
 
 
 
JIM MORRISON
 
LA LEGGENDA DEL ROCK
 
 
 
 
 
 
 
 
Nella sua trasgressione
l'inquietudine di una intera generazione…

 
 
E' anche considerato un poeta maledetto
della Beat Generation

 
 

 
 
 
Quando il mio corpo sarà cenere
il mio nome sarà leggenda
Jim Morrison

 
 
 
 
Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un'epoca in cui rock era ancora vivo.
 
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi,) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell'Ucla aveva conosciuto l'altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un'icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
 
 
 
 

 

 

Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi.
 
La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l'inizio della leggenda.
 
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.

 

La tomba di Morrison al Père Lachaise ( da Internet)
La tomba di Morrison al Père Lachaise ( da Internet)
E' una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.
Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perchè Morrison non dovrebbe esserlo? Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.
Per evitare equivoci l'ha intitolato «Vivo!». Per chi non ama aggrapparsi al sogno dell'immortalità terrena, il viaggio, anche soltanto virtuale al cimitero parigino di Père Lachaise, è obbligatorio.
E' il camposanto degli artisti e delle celebrità.
 
Lo stesso Jim Morrison amava andare a visitare le tombe dei poeti che adorava.
Oggi è un itinerario che si può compiere da casa, con un clic, attraverso il sito del cimitero, per trovare la tomba di Morrison ancora oggi meta di visite e omaggi così come accade a Graceland, o a Central Park sul mosaico che ricorda John Lennon.
 
Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante
(gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto).
 
Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell'area californiana.
 
 

A Parigi Morrison cercava una nuova vita.
Era arrivato il 12 marzo del '71, appena terminata l'incisione di LA WOMAN, l'ultimo album dei Doors.
 
E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee.
 
 
 
 
 
 

 

 

 

Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l'amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.
Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.
 
Ma quando arriva l'estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l'entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all'isolamento.
Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.
 
Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio:
Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin.
 
Circostanze simili e vite, anche le loro, all'estremo.
 
 
 
 
 

 

 

Poche persone per l'addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon.
 
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall'inizio.
 
Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison: This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend…
 
Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall'effetto combinato di eroina e alcol.
Pamela morirà di overdose tre anni dopo.
 
 
 
 
This is the end, my only friend, the end….
 
 
 
 

TESTO DAL WEB – IMPAGINAZ. TONY KOSPAN

 

 

 

 
 
 
 
Spero di riuscire prima o poi a dire la mia…
su questo poliedrico geniale e grande “artista maledetto”…
dalla vita indubbiamente travagliata…
 
 

Ricordiamolo intanto grazie a questo suggestivo video
con sue musiche, poesie ed aforismi…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 

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BREVE RICORDO DI V. HUGO… CON UN AFORISMA ED UNA POESIA   Leave a comment

 
 
 

Oggi è l'anniversario della nascita di Victor Hugo

 
 
 
 
Victor-Marie Hugo
 
 
 
 
E' stato poeta, scrittore, saggista, pittore, ma anche
politico riformista e difensore dei diritti civili ed ancora tanto altro.
 
 
E' universalmente considerata una delle più grandi e stimate figure
della cultura europea e mondiale dell'ottocento.
 
 
 
 
 
 
 
Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
nonostante diverse amare esperienze di vita.

 
 
 
E' anche considerato il padre del romanticismo francese.
 
 
 
 
 
Victor-Marie Hugo
 (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885)
 
 
 
 
 
MI FA PIACERE RENDERGLI OMAGGIO CON
UN AFORISMA ED UNA GRANDE POESIA
 
 
 
Barres ...
 
 
 
Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.
 
 
Barres ...
 
 
 
 
L’UOMO E LA DONNA QUI SONO VISTI NELLA LORO
DIVERSITA’ ED INSIEME COMPLEMENTARITA’

COSA PER NULLA OVVIA… IN QUELL'EPOCA,

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A MIO PARERE LA POESIA CHE LEGGEREMO CI IMMERGE
IN UN’ATMOSFERA DOLCE, FANTASTICA E SOGNANTE…
ANCOR DI  PIU’,  FORSE, SE LA LEGGIAMO
ASCOLTANDO QUESTA DOLCISSIMA MUSICA…  
 
 
 
 

Nota 
 

 
 
 
L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo  
 
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.
 L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.
L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.
 L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.
L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.
L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo.
Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.
 
 
 
 
 
 

  

Renoir – Passeggiata

 

 

Barres & déco diverses

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

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INNAMORATO – GOETHE – FELICE MARTEDI’ IN POESIA ARTE… E…   4 comments

 
 
 

Nigel Van Wieck – Ballo in maschera

 

 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

Ehi amici ascoltate,
l'amore somiglia a un sole,
il cuore che non ha amore
somiglia ad una nera pietra.
Yunus Emre

 
 
 

Nigel Van Wieck – Dolce follia

 

 

INNAMORATO

Johann Wolfgang Goethe

 

Vorrei essere un pesce,
così vispo e guizzante;
venissi tu a pescare,
io mi lascerei prendere.
Vorrei essere un pesce,
così vispo e guizzante.
 
Oh se fossi un cavallo,
ti sarei caro allora!
Oppure una vettura,
per portarti a tuo agio.
Oh se fossi un cavallo,
ti sarei caro allora!
 
Vorrei essere oro,
e sempre al tuo servizio;
se tu facessi spese,
io tornerei correndo.
Vorrei essere oro,
e sempre al tuo servizio.
 
Vorrei esser fedele,
la mia bella sempre diversa;
a lei vorrei promettermi,
né vorrei mai andarmene.
Vorrei esser fedele,
e lei sempre mutare.
 
Vorrei essere vecchio,
tutto rugoso e freddo;
se tu mi rifiutassi,
non potrei certo affliggermi.
Vorrei essere vecchio,
tutto rugoso e freddo.
 
Se io fossi una scimmia
pronta agli scherzi buffi,
e tu fossi imbronciata,
ti farei delle burle.
Se io fossi una scimmia
pronta agli scherzi buffi.
 
Fossi mite come una pecora,
ardito come un leone,
avessi l’occhio di lince
e un’astuzia di volpe.
Fossi mite come una pecora,
ardito come un leone.
 
Tutto quello che io fossi,
te lo concederei;
con i beni di un principe,
tutto ti apparterrei!
Tutto quello che io fossi,
te lo concederei!
 
Ma sono come sono,
e accettami così!
Se ne vuoi di migliori,
fatteli su misura.
Io sono come sono;
così dovrai accettarmi!

 

 

 

Nigel Van Wieck – Intimità

 

 

 

        

 

 

 
 
a tutti da
Tony Kospan
 
 
 
 
 

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IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE
E NON SOLO
Ripped Note

 

 

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