Archivio per 22 febbraio 2013

PAUL CEZANNE – LA POESIA DELLA LUCE E L’EMOZIONE DEL COLORE – I PARTE   1 comment

 

 

 
 
E’ considerato l’iniziatore della modernità in pittura…,
primitivo di un’arte nuova,
un visionario che anticipò Cubismo e Astrattismo…

 

 

 

 

Paul Cezanne – I giocatori di carte

 

 

La luce è una cosa che non può essere riprodotta
ma deve essere rappresentata attraverso un'altra cosa,
attraverso il colore.
Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo.
Cezanne


 

 

 

Paul Cezanne

 

PADRE DELL'ARTE MODERNA

E POETA DEL COLORE

 

 

 

Cézanne, Paul: Selbstporträt

Autoritratto

 

 

 

In questo primo post parleremo dell'uomo e dell'artista…

 

 

 

i parte

 
 
 
 
 


Paul Cezanne – Ragazzo

 

 

 

BREVE BIOGRAFIA

 

 

Paul Cezanne (Aix-en-Provence 19 1 1839 – Aix-en-Provence 22 10 1906) è il pittore più singolare ed enigmatico di tutta la pittura francese post-impressionista.

Nato nel meridione della Francia, proveniva da una famiglia benestante (il padre era proprietario della banca locale) e di lontane origini piemontesi.

Egli quindi ebbe modo di condurre una vita agiata, a differenza degli altri pittori impressionisti, e di svolgere una ricerca solitaria e del tutto indifferente ai problemi della critica e del mercato.

Negli anni giovanili dopo aver iniziato studi giuridici a Parigi si rese conto di non esser interessato ad essi bensì d'esser portato all'arte.
 
 
 
 
 
 
Paul Cezanne – Ragazzo con teschio
 
 
 
 
 
Qui ebbe modo di venire a contatto con i pittori impressionisti della prima ora quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet e gli altri.
 
Nel 1869 iniziò una relazione con una sartina Hortense Fiquet da cui ebbe un figlio Paul.
M.me Cezanne fu sempre la sua modella preferita…
 
Partecipò in quel periodo a diverse mostre ma sempre senza successo.

Egli poi, come gli altri impressionisti, si vide rifiutare le sue opere dalla giuria del Salon.

E però anche lui partecipò alla prima mostra che gli impressionisti tennero nello studio del pittore Nadar nel 1874.

A questa mostra egli espose la sua famosissima opera «La casa dell’impiccato a Auvers».

 

 

 

Paul Cezanne – La casa dell’impiccato a Auvers

 
 
 
 
 
Infatti, nella sua vita, al pari di Van Gogh, vendette una sola tela, e solo qualche anno prima di morire.
 
 
 
 
 
 

Paul Cezanne – Madame Cezanne

 

 

 

Nel 1878 il padre venuto a conoscenza della sua relazione con Hortense gli tagliò i viveri.

L'aiutò allora l'amico e già noto scrittore Emile Zola…

Nel 1886 però rimase offeso, riconoscendosi nel personaggio di un pittore fallito descritto nel romanzo di Zola  “L'opera” ,  e ruppe del tutto l'amicizia che durava da moltissimi anni.

 

 

 

Paul Cezanne – Emile Zola

 

 

 

Nello stesso anno sposò Hortense facendo pace col padre… che poco dopo morì lasciandogli una grossa eredità.

Qualche anno dopo s'ammalò di diabete.

La pittura era tutta la sua vita.

Nel 1896 si separò dalla moglie e partecipò a varie mostre grazie alle quali iniziò ad essere apprezzato ed ammirato soprattutto dai giovani pittori…

 

 

 

Autoritratto

 

 

 

Verso la fine del secolo ormai era diventato un pittore abbastanza noto.

Sopravvennero però difficoltà economiche e fu costretto a vendere la casa ed a vivere in affitto… ad Aix-en-Provence.

Riuscì però ad aprire uno studio oggi diventato museo.

Morì il 22 ottobre 1906 di polmonite… a 67 anni…

L'anno dopo la sua morte fu allestita a Parigi una retrospettiva dedicata alle sue opere che ebbe un grandissimo successo…

Iniziava il suo mito.

 

 

 


Paul Cezanne – Il negro Scipione

 

 

 

 

L'ARTISTA

 

 

La sua adesione al movimento impressionista fu sempre distaccata.

La sua pittura fin dagli inizi si differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir.

Mentre questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e del colore, Cezanne nelle sue opere porta integre le sue emozioni ed il riconoscimento delle forme e dello spazio.

Ma, per far ciò, egli non ricorse mai agli strumenti tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore.

La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose. 

 

 

 

Paul Cezanne – Martedì grasso 1888

 
 
 
 
 
Egli disse infatti che
«nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro».
 
 
 
 
 

Ambroise Vollard

 

 

 

Continua…

 
 
 
 
 
TESTO DA VARI SITI WEB – COORDIN E IMPAGINAZ. T.K
 
 
 
 
 
 

  
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L’ABITO DEI SOGNI – M. AGAZZI – STUPENDA SOGNANTE… POESIA   Leave a comment



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Questa poesia… di un autore non notissimo,

ma a mio parere bravissimo,
la ritengo davvero molto bella
nell’ambito delle poesie dedicate al
sogno”.







La poesia infatti mi appare come una cascata
di versi sognanti… con i quali l'autore,
attraverso splendide immagini che abitano il suo cuore,
attende il ritorno del suo amore…







I versi, densi di immagini “fantasy” e simboliche,

a mio parere scorrono in modo suggestivo

come un ruscello incantato accanto ad un bel castello.

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abito sogni FONTA august44gy7 medium




Oltre ad avere, a mio parere, una sua intrinseca magia,
la sento molto vicina alla mia idea del rapporto tra sogno e realtà.








L’ABITO DEI SOGNI
Marco Agazzi
 
Nella torre d’avorio
Distillerò in fragili alambicchi
L’essenza dell’immaginario
E dell’imprevedibile
Troverò la magica alchimia
Tra sogno e realtà
Tra sentimento e passione
Tra azione e desiderio
E al paziente telaio
Tesserò per te una veste
Su di una trama romantica
Con ricami di poesia
Per vestire ogni giorno
La tua cruda nudità
Con l’abito dei sogni
Affinché logora, bruciata
A brandelli tu non faccia
Ritorno al mio cuore.






Se vi fa piacere parliamone…


CIAO DA TONY KOSPAN




POESIE E CULTURA VARIA CON LEGGEREZZA




Eva Hollyer

L’ONDA ED IL MARE – BEL RACCONTINO PER AMARE… SENZA FINE   3 comments

 
 
Questo raccontino… potrebbe darci una dritta…
per evitar la routine nei sentimenti,
per sempre nuove grandi emozioni,
ed in tal modo,
per non smetter mai d'amare…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SENZA FINE
– OVVERO IL GIOCO DELLE EMOZIONI –
 
 
 
 
 
 
immagine  
 
 
 
 
 
 
 
 
L'ONDA ED IL MARE
 
 
 
Un giorno l’onda chiese al mare: “mi vuoi bene?”.
Ed il mare le rispose:
“Il mio bene è così forte che ogni volta che t’allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu sei l’ essenza del mio esistere”.
L’onda fu felice. Tra le braccia del mare.
Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso di precarietà alle cose, per renderle preziose.
Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé.
Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e l’onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi, col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’essa quella precarietà che rende le cose preziose.
L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni.
E fanno finta che sarà l’ultima volta che l’onda partirà verso la terra, per non tornare più, ma poi, alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi.
Nel sogno di un bene senza fine.
 
 
TESTO WEB
 
 
 

 

 
 
 
 
Mi fa piacere legare a questo raccontino – pensiero…
una canzone… mitica… con lo stesso titolo…
 
 
 
 
Nota SENZA FINE (GINO PAOLI) Nota
 
Dalì
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
PSICHE E SOGNO
LA TUA PAGINA DI SOGNO
 

 
 
 
 

IN UN MOMENTO – D. CAMPANA – BUON W. E. IN POESIA ARTE AFORISMA E….   3 comments

 

Edouard Manet – Isabelle Lemonnier

 

 

 

 

 

 
 
 
 
L’unica cosa che non riceviamo mai abbastanza è l’amore;
l’unica cosa che non doniamo mai abbastanza è l’amore.
Henry Miller
 
 
 
 
 
 
 
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Edouard Manet – Un bar alle Folies-bergère
 

 
 
 
IN UN MOMENTO
Dino Campana
 
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perchè io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
E così dimenticammo le rose.
 
 
 
 
Edouard Manet – Al caffè
 
 
 
 
         
 
 
 
 
 
 
per tutti da
Tony Kospan
 
 

 

 

 

 

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