Archivio per 21 febbraio 2013

FORSE FU AD HAMOUKAR LA BATTAGLIA PIU’ ANTICA (5500 ANNI FA)   Leave a comment

 
 
 
La città della Mesopotamia assediata e distrutta 
da una pioggia di palle d’argilla e di materiale incendiario
 
 
 
 

 

Hamoukar, Siria, 5.500 anni fa 

la battaglia più antica della Storia

 

 

Ma ancora non si sa ancora da chi venne attaccata 

LUIGI BIGNAMI

 

 
 

 

 

 


LA BATTAGLIA PIU’ ANTICA DELLA STORIA

 


Forse fu la prima guerra – o comunque tra le prime – che l’umanità combattè in modo organizzato e che causò la distruzione di una città sotto il “fuoco” di palle di argilla e materiale incendiario.
Le testimonianze di quell’evento sono venute alla luce in Siria, là dove un tempo si estendeva la Mesopotamia.
La città si chiama Hamoukar.
La battaglia che la mise sotto assedio e la distrusse si svolse circa 3.500 anni prima di Cristo.

 

 

Scavi di Hamoukar


 


La scoperta è stata realizzata dall’Oriental Institute dell’Università di Chicago e dal Dipartimento delle Antichità della Siria. 

Hamoukar era un centro dove si costruivano manufatti in ossidiana (una roccia derivata da lave vulcaniche) forse già 4.500 anni prima di Cristo (una delle città più antiche mai costruite dall’umanità) e questo le diede una certa prosperità. 
Si trova nel nord est della Siria a meno di 10 chilometri dal confine con l’Iraq, ma ovviamente a quel tempo questi confini non avevano alcun valore. 

Il lavoro dei ricercatori era quello di capire quale fosse il ruolo delle città di quest’area che fino ad oggi si pensava ricoprissero un posizione periferica rispetto a quelle presenti nel sud dell’Iraq, che erano ancor più antiche e potenti e che alcune si erano riunite in imperi. 

Le ricerche, ancora in corso, hanno dimostrato che anche quelle siriane, invece, avevano un ruolo culturale e spesso anche economico molto importante, tant’è che con esse si era aperto un vero e proprio commercio che a volte aveva portato anche a conflitti di una certa intensità.


 
 Le armi di pietra

 
 

 
Spiega Clemens Reichel dell’Università di Chicago: “Ciò che accadeva nelle città del nord non può essere spiegato come semplice espansione delle culture del sud dell’Iraq, ma che al loro interno si è avuto una propria evoluzione culturale”. 
Le città portate alla luce fino ad oggi, come Tell Brak, Habuba Kabira e la stessa Hamoukar erano molto più grandi e più antiche di quanto ci si aspettava e lo dimostrerebbe anche l’industria dell’ossidiana sorta a Hamoukar. 
Le ricerche in quest’ultima città sono attive dal 1999 e hanno messo in luce che i 160mila metri quadrati che formavano la città erano circondati da mura spesse 3,5 m. Tuttavia la presenza di materiale derivato dalla produzione di ossidiana si estende per oltre 3 milioni di metri quadrati.

 
 

 


 

 

Ora Reichel ha portato alla luce le testimonianze che un giorno la città venne posta sotto assedio e che una vera e propria battaglia fece collassare gli edifici e causò incendi che andarono presto fuori controllo che bruciarono quasi l’intera città. 

Secondo lo studioso, la città venne bersagliata da una vera pioggia di pallottole di argilla compressa di alcuni decimetri di diametro. In un solo edificio, considerato di importanza amministrativa, ne sono stati trovati più di 1.000 e almeno uno era riuscito a perforare le mura composte da fango compresso.



 
 

 

 



Sicuramente vi furono numerosi morti, tant’è che sono state trovate una dozzina di tombe successive alla battaglia al cui interno vennero deposte alcune vittime. 

Fino ad oggi si pensava che la città fosse stata distrutta da un terremoto, ma la scoperta delle “pallottole” sconfessa questa ipotesi.

Ma chi invase la città? Ad oggi il nemico rimane un mistero, anche se Secondo Reichel dato il tipo di armi esso doveva provenire dal Sud.


  


(da repubblica.it – impaginaz. t.k. 

 

 

 

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Le armi di pietra rinvenute




 

BARCHE DI CARTA – SUBLIME POETICO INNO DI TAGORE AL… SOGNO   2 comments

 
 
Questa poesia l'ho conosciuta
grazie ad un’amica di Psiche e Sogno…

 
 
 
 
 
 
 
GRANDE POESIA… DI E… SUL… SOGNO
 
 
 
 
 
 
 
 
BARCHE DI CARTA
Tagore…
 
 
 
 
 
 
E’ a mio parere una poesia che…
letteralmente “naviga”… proprio nel sogno…
con una dolcezza ed un’intensità davvero uniche…
 
 
E’ una poesia affascinante
ed insieme un vero e proprio inno… al Sogno…
che, come saprete… anche dal titolo del mio blog…,
è per me non solo un amico fedele…
ma anche capace, col suo aiuto,
di farci superare i momenti difficili…
che comunque ahimé non mancano…
nella vita di noi tutti.
 
 
 
(Calcutta 6 maggio 1861 – Santiniketan 7 agosto 1941)
 
 
 
 
E davvero non sono mancate, eccome…,
e… tremende le sventure…
nella vita di questo grandissimo poeta indiano…
 
 
 
E' stata comunque davvero ammirabile
la sua capacità di metabolizzare,
senza perdere mai il suo amore per la vita,
le grandi tragedie che l'hanno colpito
grazie ad una grandissima forza d'animo
e forse aiutato dalla luce sublime
del suo stupendo mondo poetico.
 
 
 
 

Nota (musica new age)
 
 
 
 
BARCHE DI CARTA
Tagore
 
Ogni giorno faccio galleggiare
le mie barche di carta a una a una
giù per la corrente del fiume.

Su di esse scrivo il mio nome
e il nome del villaggio dove vivo
in grandi lettere nere.
 
Io spero che un giorno qualcuno
in qualche paese straniero
le trovi, e sappia chi sono.
 
Carico le mie barchette con fiori
di shiuli, colti dal nostro giardino,
e spero che quei fiori del mattino
sian portati nel paese della notte.

 
Io varo le mie barchette di carta
e osservo nel cielo le nuvolette
che spiegano le loro bianche vele.

Non so quale mio compagno di giochi
su in cielo le mandi giù per l’aria
a gareggiare con le mie barchette!
 
Quando scende la notte affondo la faccia
nelle braccia, e comincio a sognare
che le mie barchette di carta
galleggiano sotto le stelle.

In esse viaggian le fate del sonno,
e il carico è cesti pieni di sogni.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
E voi… sì voi…
 cosa ne pensate?
 
 
 Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 
 
P O E S I E ?
 
 
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE
 
 
 

IL VERO AMORE NON LASCIA TRACCE – L. COHEN – FELICE GIOVEDI’ IN POESIA ARTE E…   Leave a comment

 
 
 
Brent Lynch – Pensive New York
 
 
 
 
 
 
 
L’uomo che ti ama non è quello che ha paura di perderti
ma è quello che accetta di perderti… pur di saperti felice.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
 
 

 
 
 
 
 

 

 

 

 
Brent Lynch – Pomeriggio al caffè
 
 
 
 
IL VERO AMORE NON LASCIA TRACCE
Leonard Cohen
 
Come la bruma non lascia sfregi
sul verde cupo della collina
così il mio corpo non lascia sfregi
su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
i bambini vengono, i bambini vanno
come frecce senza bersaglio
come manette fatte di neve
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
si perde nei nostri abbracci
come stelle contro il sole
come una foglia cadente può restare
un momento nell’aria
Così come la tua testa sul mio petto
così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
senza una luna, senza una stella
così resisteremo noi
quando uno dei due sarà via, lontano. 
 
 
 
Brent Lynch – Dopo la pioggia
 
 
 

 
 
 
 
 
 
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à tout le monde par Ours Antoine

 

 
 
 
 
 
 
 
 

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IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L'ARTE… INSIEME
Ripped Note 
 

COSMOGONIA – ALLEGORICA POESIA DI TONY KOSPAN   5 comments

 
 
 
 
 
 
 
 

Questa è una mia poesia molto particolare…
 
 Una piccola ed allegorica “summa” della mia visione
della nostra presenza nell’Universo.

 
 
 
 
 
AUGUSTO SCIACCA – IL SOLE E LA LUNA

 
 
 
 
COSMOGONIA
Tony Kospan
 
 
Prima delle Ere…
l’Assoluto
conteneva il Tutto ed il Nulla.
 
Poi fu il Nulla a cercare il Tutto?
O fu il Tutto a cercare il Nulla?
 
Certo dall’esplosione del loro incontro
nacque Amore…
che a sua volta generò…
Tempo Materia Spazio e Vita…
 
Ma il Tutto ed il Nulla…
duali rimanendo in ogni cosa…
come
Angeli e Demoni…
Bene e Male…
Luce e Tenebra…
Suono e Silenzio…
Gelo e Calore
restano avvinti
ora come allora
in un’eterna lotta…
non potendo esser  mai 
l’uno senza l’altro…
così come l’Amore
non può ch’esser
Gioia e Dolore…
 
Noi,
ultimi frutti di Amore…
quella sfida invisibile
sempre viva la sentiamo
nel nostro cuore…
dove alberga però
il ricordo… divenuto sogno…
di quel solido Assoluto
ch’or più non è dato…
all’umana specie
se non come meta.
 
Alla fine dell’Era
dei nostri giorni
tra le Luci e le Ombre
dei meandri di Bene e Male
scortati da Angeli e Demoni
in un Musicale Silenzio
con Dolorosa Gioia…
sul carro d’infinito Amore
torneremo
all’UNO.








Per la comprensione della reale visione
nascosta nelle allegorie della poesia consiglio di andare oltre
la realtà delle immagini descritte.

Tony Kospan




 
 
 
 
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