Archivio per 8 dicembre 2012

QUANDO FINISCE LA NOTTE? – RACCONTINO SUBLIME   Leave a comment

 

 

 

 

                    

 

 

UN RACCONTINO… SUBLIME…

 

 

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QUANDO FINISCE LA NOTTE?
(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)
 
 
 
 

Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi

da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso

in cui finiva la notte e cominciava il giorno.

“Forse da quando si può distinguere con facilità
un cane da una pecora?”.

“No”, disse il rabbino.

“Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”.

“No”, ripeté il rabbino.

“Ma quand’è, allora?”, domandarono gli allievi.

Il rabbino rispose:

“E’ quando guardando il volto di una persona qualunque,
tu riconosci un fratello o una sorella.

Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore”.

 
 
 

 

 

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”
(Martin Luther King).
 
 
 
 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

  
LA TUA PAGINA DI SOGNO? 
 
 
 
 
 

MARINO BARRETO JR… – UN RICORDO   Leave a comment

 
 
 
Oggi è l'anniversario della sua nascita…
 
 
 
 

Marino Barreto y Rubio conosciuto come Don Marino Barreto Junior
(Matanzas, 8 dicembre 1925 – Milano, 10 /12/1971)
 
 
 
 
MARINO BARRETO JR… – UN RICORDO
 
 
 

 
 
 
E' stato un cantante,
cantautore e contrabbassista cubano
protagonista indiscusso
delle estati musicali italiane negli anni 50 e 60.
 
 
 
 

 
 
 
 
Ricordiamolo con questa sua nota canzone…
ANGELI NEGRI
il cui successo fu ribadito anni dopo
nella versione di Fausto Leali…
 
 
 

 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 

 
 
 
 

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NON TI SCORDAR DI ME E BENIAMINO GIGLI – CANZONE E CANTANTE MITICI   Leave a comment

 
 
 
 
 
Una canzone ed un interprete ancor oggi… mitici…
 
 
 
 
 
 
 
ATMOSFERE E NOTE… D'UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
 
 
 

COCO CHANEL NEL 1935
 
 
 

NON TI SCORDAR DI ME
E
BENIAMINO GIGLI
 

 

 
 
 
 

 

 
Siamo nel 1935 e dunque l'Italia è in piena epoca coloniale.
 
 
 
 

 

Questo il manifesto per la partita Francia-Italia di quell'anno

 

 

 

 

Prima di passare alla canzone vediamo queste altre immagini 

che ci possono dare un'idea dell'atmosfera di quell'anno…

 

 

 

 

Vipiteno

 

 

 

Firenze

 

 

Fiera di Milano

 

 

Elsa Schiaparelli – stilista dell'epoca

 

 

La canzone, un valzer lento con echi di melodramma,

scritta da due autori napoletani Domenico Furnò ed Eugenio De Curtis

fu lanciata da Beniamino Gigli nel film omonimo.

 

 

 

 

 

 

Gigli, all'epoca 45enne, e già molto noto… interpretava (ovviamente)

la parte di un tenore che riconquistava l'amata

grazie alla sua voce e proprio con questa canzone.

 

 

eniamino igli

 

 

Il film piacque moltissimo e ci fu perfino qualche punta di fanatismo

(un'ammiratrice scrisse al “suo” Beniamino di aver visto il film 76 volte in un mese!!!)

anche perché molta gente non aveva mai visto il cantante,

che all'epoca aveva ereditato il “trono” di Caruso.

 

 

 

 

 

 

Tuttora la pellicola è una dalle più apprezzate, dagli ammiratori del cantante.

 

 

La canzone ebbe un grande successo che non è mai tramontato

ed è stata interpretata da molti altri tenori e diversi grandi cantanti.

 

 

 

 

 

NON TI SCORDAR DI ME

E.De Curtis – Furnò

 

Partirono le rondini
dal mio paese freddo e senza sole,
cercando primavere di viole,
nidi d'amore e di felicità
La mia piccola rondine partì
senza lasciarmi un bacio
senza un addio partì
Non ti scordar di me;
la vita mia legata e a te
io t' amo sempre più
nel sogno mio rimani tu
Non ti scordar di me
la vita mia legata e a te
c'è sempre un nido
nel mio cuor per te
Non ti scordar di me!
Non ti scordar di me!

 

 

 

 

Ascoltiamola ora nella versione cantata dal grande Beniamino…

in un'affascinante versione d'epoca… proprio quella del film…

 

 

 

 

Qui invece, se ci va, possiamo ascoltarla

 in una versione più moderna e come dire… beat…

di Sergio Leonardi.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

 
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LORENZO LOTTO – ARTE E STILE DI UN GENIO INQUIETO – II PARTE   Leave a comment

 
Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto al conformismo dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi
dell’elemosina di Sant’Antonino che consiglio davvero di leggere
perché potremo notare cose sorprendenti.
 

 
 
Andrea Odoni – Lorenzo Lotto
 
 
 
 
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
 
 
 
II PARTE
 
 
 
 

 

 
 
 
 
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO
 

 
 
 
 

santantonino

 

 

 

ANALISI DEL DIPINTO

Dal sito “Strange art”
 
 

L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo. Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.


Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no. Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).

I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.

Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici. Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna. Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina. Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.

Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni. Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.

 

 

 

 
Lucretia – Lorenzo Lotto
 
 
 
Concludo il breve discorso su Lorenzo Lotto 
riportando quest’altra riflessione complessiva sulla sua arte…
e mostrando alcune sue famose pale.

 

 

Pala di Santa Cristina – Lorenzo Lotto

 

 

 

VISIONE CRITICA DELL'ARTE DI LORENZO LOTTO

 

Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.

Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.

La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.

Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.

La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.   

 

P. zampetti, Lorenzo Lotto. Libro di spese diverse, 1969

 

 

 

Crocifissione – Lorenzo Lotto

 

 

FINE

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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