Archivio per 1 novembre 2012

CANOVA – LA STATUA DI EROS OGGETTO DI… AMORE   2 comments




Può una statua esser oggetto di culto… e perfino d’amore?
No? 
Ed invece sì… leggete e… guardate qua!
 
 

 

 

 

La statua del principino Henryk Lubomirski,

ritratto nelle vesti di Eros, capolavoro del Canova,

è, per la sua estrema bellezza,

da secoli un vero oggetto di culto in Europa.




 EROS (AMORE)


LA STATUA DEL CANOVA OGGETTO DI… AMORE






“Nel mirarti, ed ammirarti, o vezzoso fanciullo,

che con sì bella leggiadrìa te ne stai,

bellissimo di volto, e di membra,

io sento correre con rapido movimento

spinta dal cuore la mano a careggiare quel tuo vago,

e delicatissimo visetto, modellato dalle Grazie”.



Versi di totale rapimento, quelli della poetessa veneziana Isabella Teotochi Albrizzi che cadde vittima – ma non fu la sola – del fascino abbagliante del principino tredicenne Henryk Lubomirski, immortalato nel bianco e prezioso marmo da Antonio Canova alla fine del Settecento.

 

La scrittrice, il cui ricercatissimo circolo lagunare era frequentato da letterati e artisti come Pindemonte, Alfieri, Byron, Foscolo e lo stesso Canova, fu sedotta platonicamente da quelle labbra “alquanto umidette”, come ebbe a scrivere, e “dal bellissimo corpicciolo e dall’acerba fanciullezza che traspare in quelle membra composte”.

 

Una visione di grazia e di squisita mollezza di tocco, con cui Canova concepì la testa piegata dolcemente verso destra, con i capelli acconciati i vezzosi riccioli scapigliati, con i grandi occhi contagiati da un velo di malinconia e con la chiacchieratissima bocca minuta.




 

 



Quello realizzato dal grande scultore veneto non fu un semplice ritratto diplomatico.


Dietro il singolare ritratto, diventato oggetto di culto in tutta Europa, c’era una committenza illustre,

la bella e colta principessa Elzbieta Lubomirski che, vedova,

aveva eletto questo incantevole giovinetto, lontano parente del suo defunto marito, come sue inseparabile pupillo.


L’opera fu ordinata al Canova nell’autunno del 1785 quando la principessa Elzbieta faceva tappa a Roma con il nipote Henryk durante il suo Grand Tour dell’Italia. 

Fu un viaggio in carrozza come numerosi intellettuali, aristocratici e studiosi facevano da tutta Europa verso l’Italia, a partire dal Seicento. 

E per i polacchi, in particolare, che nella seconda metà del XVIII secolo partivano in massa per visitare principalmente Roma. 

Un viaggio che consentiva l’acquisto di gran quantità di opere d’arte per soddisfare i loro gusti personali e per aumentare il prestigio delle loro collezioni e delle loro famiglie.



 

Henryk Lubomirski



La principessa era legata al principino Henryk, che il 24 maggio 1807 sposerà sua nipote Teresa Czartoriska, da una lontana parentela e da un’autentica infatuazione per la sua insolita bellezza, tanto che le più importanti imprese artistiche da lei promosse furono volte ad eternare le sembianze del fanciullo. 

Oltre che da Canova, l’efebo polacco fu infatti effigiato nello stesso torno d’anni da Angelica Kauffmann, Elisabeth Vigée-Lebrun e Mary Cosway.

 

L’eccentrica attenzione della principessa diede adito a discussioni e perplessità, tanto che un contemporaneo ebbe a scrivere: “A Lancut sul soffitto vola come un angelo-nudo; sta in piedi come Ercole; lancia la freccia come Apollo; sospira come Adone; soffia come Zeffiro”.




Canova  (Possagno 1.11.1757 – Venezia 13.10.1822)




L’artista ne fece un Tadzio ante litteram, anticipando in arte quella bellezza efebica che Thomas Mann celebrerà nelle pagine di “Morte a Venezia“. 

Henryk fu, per Canova, un modello leggiadro quanto ritroso. 

Per la timidezza del ragazzo, l’artista riuscì a modellare dal vero solo il volto, mentre per il corpo nudo dovette prendere spunto da una statua antica. 

Per la sua esecuzione l’artista modellò un ritratto, eseguì un modello in gesso e scolpì un marmo preziosissimo. 

Fu subito grande ed entusiastica passione per questo inedito “Amore”.






Copie in marmo e gesso vennero commissionate, a caro prezzo, da nobiluomini di diversi paesi. 

Il Principe Henryk Lubomirski si inserisce in una delicata stagione artistica di Canova, dibattuto tra le teorie classiciste di Winckelmann, la creatività di Raffaello Mengs e una buona dose di invidia e di rivalità che non mancava mai nel complicato, felpato e raffinato ambiente artistico romano.

 

Quando l’opera rientrò in Polonia nel Castello Lubomirski, fu collocata in una sorta di santuario. Sullo sfondo del marmo era appesa una stoffa cinese con la rappresentazione della Fenice a cui tutti gli uccelli rendono omaggio, proprio come tutti i visitatori del palazzo erano pronti a rendere omaggio alla bellezza di Henryk.

E quella che scatenò in tutta Europa fu una vera e propria erosmania.




Copia romana – Musei Capitolini




Il colonnello inglese John Campbell, visitando nel 1787 lo studio romano di Canova, cui aveva commissionato l’Amore e Psiche, rimase affascinato dalla statua del Lubomirski e ne chiese una copia che fu terminata nel 1789 e pagata 600 zecchini. 

L’opera giunse a Londra nel 1790 – prima opera di Canova ad arrivare in Inghilterra – e il colonnello lo trasferì nella sua casa diStackpole Court nel Galles, certo com’era che quell’opera avrebbe fatto “sospirare più di qualche ragazza“.

 

Il successo fu tale chenel 1792, il principe viennese d’Auersperg volle una copia del busto dell’Amorino per le sue collezioni, mentre un’altra replica in marmo dell’Amorino fu commissionata per 550 zecchini per il figlio diciassettenne del banchiere irlandese David La Touche, John. Il ragazzo, in viaggio in Italia, rientrato a Roma, aveva visitato lo studio canoviano e vedendo l’Amorino lo aveva giudicato “exellent”.


L’amorino alato – Canova




Nel 1794, Canova escogitò la scultura dell’Amorino alato, una replica del Lubomirski ma dotato di grandi ali.

 

La commissione era arrivata dal principe russo Nikolaj Jussupov per 700 zecchini.




Apollo – Canova




Infine, nel 1797, Canova realizzò per il francese Juliot una replica in marmo con alcune varianti dell’Amorino che Canova chiamò Apollo e che giudicò migliore di tutti gli altri Amorini, pagata 700 zecchini e passò, in seguito, nella proprietà di Sommariva, a Parigi.

 

LAURA LARCAN – Repubblica.it – 2007 con mini modifiche 

Impaginazione, ricerche e coordinamento T. K. 



In onore (e per amore) di questa scultura si sono fatte mostre anche in Italia.



CIAO DA TONY KOSPAN

.

 

 

ART tavolozzaArtGIFART tavolozzaArtGIFART tavolozzaArtGIFART tavolozzaArtGIF

IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L’ARTE –  E NON SOLO –
I N S I E M E

.

.
.
.

.



LE RIVISITAZIONI DI PICASSO DELLA “COLAZIONE SULL’ERBA” DI MANET   Leave a comment

 
 

Guernica



Parlare, in modo esauriente, di Picasso
uno dei massimi protagonisti dell’arte mondiale del ‘900
e della sua lunga ed incredibile carriera artistica
non è possibile nell’ambito di un post.



Famiglia di saltimbanchi



Molti non lo amano perché ritengono
incomprensibile la sua arte
e pensano che si sia rifugiato nel “cubismo concettuale”
(nato dalla sua ricerca e sperimentazione pittorica),
solo per nascondere la sua incapacità di pittore.





Nulla di più falso!

Basta esaminare il suo periodo giovanile
che è nel solco della tradizione figurativa dell’800
(anche se si caratterizza per l’attenzione alle problematiche sociali)
e quello successivo, detto… “periodo rosa”,
per rendersi conto di quanto sia fuorviante quell’idea.



Il pasto del cieco



Inoltre dopo la fase del cubismo, che consisteva
principalmente nella raffigurazione del soggetto
contemporaneamente da più punti vista,
tornò spesso al figurativo.




Sua moglie Olga ballerina russa (foto e dipinto)




Questo post che ora ripropongo traccia un breve profilo
di una sua particolare emozione artistica
che lo accompagnò tutta la sua vita.




Picasso ed un collage di opere dei suoi vari periodi artistici



Fin da giovane Picasso
ebbe una specie di predilezione/ossessione
per un’opera di Manet…
e ciò lo portò a rivisitarla, a modo suo,  molte volte.
.
.
 
 
 
 
(Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973)
 
 

.
.
 
LA COLAZIONE SULL’ERBA…
 
 

.
.
 
 
DA MANET (autoritratto)

a
 

 

PICASSO (autoritratto)

. 


LE RIVISITAZIONI DI PICASSO

DELLA MITICA OPERA DI MANET

a cura di Tony Kospan
.



Pablo Picasso
.


.
Sul retro di una busta della galleria Simon, forse nel 1932, Picasso scrive:
“Alla vista della Colazione sull’erba di Manet intravedo dolori futuri”.
 
 
Non è affatto frequente che l’artista rediga, direttamente di suo pugno, commenti sui pittori o sulle loro opere.
 
 
L’affermazione che abbiamo testé riportata riveste dunque un carattere ancor più eccezionale se si considera che è riferita ad un quadro specifico; tale dichiarazione proietta l’artista in un avvenire, sì indefinito, ma nel quale si annuncia con certezza un futuro incontro con l’opera di Manet.
 
 
 
 
1863 – Manet – La colazione sull’erba
 
 
 

Tra tutte le opere che Picasso sceglie per le sue cd. “varianti“, La colazione sull’erba è quella a lui più vicina da un punto di vista cronologico.
 
 
L’eco dello scandalo che questo quadro ha suscitato al Salon des Réfusés del 1863 non è molto lontana.
 
 
Manet è considerato un “antico maestro” moderno.
 
 
A detta di Georges Bataille, la modernità di Manet e questo suo essere “sovversivo” sono elementi di fondamentale importanza per Picasso il quale, fin dalla presentazione di Les Demoiselles d’Avignon nel 1907, si sente il continuatore proprio di questa linea di modernità e “sovversione” nell’arte.
 
 
 
 

Les Demoiselles d’Avignon

 

 

La colazione sull’erba è una tela in cui sono affrontate varie tematiche:
– 1 – Il riferimento ai maestri antichi in primo luogo.
 
 
Manet si è infatti ispirato al Concerto campestre di Tiziano, tela custodita presso il museo del Louvre e al Giudizio di Paride, incisione che Marcantonio Raimondi trae dall’analoga opera di Raffaello andata smarrita.

 
 
 
 

Concerto campestre – Tiziano

 

 

– 2 – Vi è poi il tema del nudo.
A quanto pare, è necessario che io dipinga un nudo. Ebbene, ne farò uno“,
aveva dichiarato Manet ad Antonin Proust.

 
 
– 3 – Un altro tema affrontato è appunto quello del soggetto, pretesto per ogni sorta di esasperazione, “l’unica possibilità che abbiamo per giudicare questa come un’opera perfettamente casta è quella di immaginare, seduta nel bosco e circondata da studenti in giacca e berretto, una ragazza coperta soltanto dall’ombra delle foglie” (Ernest Chesneau, citato da Françoise Cachin in Manet, RMN, 1983).
 
 

 
– 4 – Ed infine, il tema relativo alla pittura di plein air (all’aria aperta) di cui quest’opera è, secondo Emile Zola, un esempio perfetto. “L’aspetto che emerge dal quadro, […] è proprio questo vasto insieme, questo angolo di natura dal vero resa con una semplicità così appropriata…”.
 

 

Tutte queste problematiche sono affrontate da Picasso in molte tele… in quanto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale si dedicò con impegno a lavori «d’après»: ossia rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato quali «Las meninas» di Velazquez, «La colazione sull’erba» di Manet o «Le signorine in riva alla Senna» di Courbet.

 

Picasso è morto nel 1973 all’età di novantadue anni.

 

«Noncurante di quello che gli artisti hanno voluto dire, egli rapirà loro le forme di cui avrà via via bisogno come stimoli e provocazioni all’espressione della propria vitalità». Così Alberto Moravia interpretava le continue incursioni che Pablo Picasso faceva nei capolavori di pittori passati o presenti: un terreno di caccia, da cui tornare fiero, in compagnia di ricchi bottini.

 

Ma veniamo ora, a dimostrazione di quando su detto,  a guardare alcuni dipinti… (ce ne sono anche altri)  sue personali rivisitazioni… dell’opera di Manet:

 

 

IL PRIMO

 

 
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet – 27 febbraio 1960
 
 
 
 

IL SECONDO

 

 
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet 3 marzo – 20 agosto 1960
 
 
 
 

IL TERZO 


Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet – 1961
 
 
 

IL QUARTO


Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 13.3.1962



IL QUINTO

 

Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 17 giugno 1962
 
 
 
 
 
IL SESTO
 
 
 
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 1964



FINE


 

Immagini e testi da vari siti web – Coordin., integraz., modifiche ed impaginaz. Orso Tony




Flowers tiny PHFlowers tiny PHFlowers tiny PHFlowers tiny PHFlowers tiny PHFlowers tiny PH
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
INSIEME







 

 

 

MI VESTIRO’ DI TE – XARTAM – FELICE GIOVEDI’ IN ARTE POESIA MUSICA E…   Leave a comment

 
 
 
Il Turbante – William Clarke Wontner
 
 
 
 
 
 
 

 

 
Il male che a vicenda ci facemmo
lo dimentica il cuore,
ma le ore beate si fermano per sempre
in un interminabile splendore
Hermann Hesse
 
 
 
Viola – William Clarke Wontner
 
 
 
 
   
 
 
 
 

 

 
 
MI VESTIRO’ DI TE
~ G. Xartam ~
 
Mi vestirò di te…
dei tuoi caldi sguardi
e delle tue illusioni,
sarai per me il fresco cotone
per le giornate afose
oppure pura lana vergine
per quando il freddo
invaderà il cuore mio,
cucirò un foulard colorato
con la seta della tua pelle.
Mi vestirò di te…
delle tue notti insonni
e dei tuoi sogni più dolci
che saranno il mio pigiama,
sarai carezza lieve
sulla mia pelle nuda,
userò le fibre tue più calde
per mantenere il fuoco nel mio corpo,
userò tutta la stoffa che c’è in te
per fare capi unici.
Mi vestirò di te…
perché senza di te
è come se fossi nudo.
 
 
 
Safie – William Clarke Wontner
 
 

 
 
 
 
 
 
à tout le monde par…
Orso Tony
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL MONDO DELL'ARTE
E DEGLI ARTISTI
NEL GRUPPO DI FB

 

 

E’ LA PIOGGIA CHE VA… E NON SI FERMA MAI…. UFFAH…   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
Dedico questo post… ad un'amica…
 
 
 
 
 
 
 
 
Un'amica che… ci sta troppo… “assistendo”.
 
 
 
 
PIOGGIA-CALIMERO.gif calimero pioggia uffi image by nuvoletta_graphic
 
 
 
Un'amica… che ci bacia… con le sue lacrime…
 
 
 
 
 
 
 
 
Un'amica che ci bagna… senza remore… senza pudore…
(e senza pietà )
 
 
 
 
pioggia.gif image by shardana_2007
 
 
 
 
 
LA PIOGGIA…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A lei… ed a noi che la subiamo…
con più o meno gioia o insofferenza…
dedico questa canzone…,
sperando sia di auspicio al… sereno…,
cantata da Shapiro…
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao dall'Orso… bagnato… e che spera
 
 
 
 
 
 
 
 
torni infine un bel periodo di buon tempo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non vorremmo (come l'Umanità fa da sempre)
già rimpiangere la lunga e torrida estate che da non molto
ci ha lasciati…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Orso Tony
 
 
 
 
 
PER LE NOVITA' DEL BLOG

SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
O
METTILO NEI PREFERITI
 
 

UN RICORDO DI ALDA MERINI NELL’ANNIVERS. DELLA MORTE CON SUE POESIE E NON SOLO…   1 comment

.

.

Chi ama la poesia non può non rivolgere un pensiero,

nell'anniversario della sua scomparsa,

alla più grande poetessa italiana del XX secolo.

 



 

Omaggio ad Alda Merini – Rosario Rosafio

 



ALDA MERINI


UN RICORDO NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE


a cura di Tony Kospan

 



(Milano 21.3.1931 – Milano 1.11. 2009)




 Un interessante articolo sulla poetessa e la sua poetica pubblicato su Mondo Raro,

5 sue poesie belle e significative ed infine

un video-omaggio con sue immagini ed una canzone dedicatale da Vecchioni,

sono a mio parere il modo migliore per ricordare oggi

chi ci ha donato poesie indimenticabili ed eterne.
 






L'ARTICOLO DI GIANNI LEONE….

.

.

“I suoi versi sono bagnati di ardente visionarità, profondi come solo gli abissi dell’anima sanno essere… versi a volte inquieti, a volte sommessi, che raccontano le “ombre e luci della sua mente.”



Alda Merini era una poetessa di un’intensità straordinaria… una che “andava e veniva” dai manicomi, sempre prigioniera dei suoi problemi di salute… eppure quei problemi in un certo senso hanno reso Alda Merini libera… libera di raccontare se stessa, le cose che vedeva, le persone che l’aiutavano o l’amavano…

Nel febbraio del 2004 Alda Merini viene ricoverata all’Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Un amico della scrittrice lancia un appello per richiedere aiuto economico.


La Merini, nonostante sia una delle più grandi poetesse del Novecento vive in povertà. 


E così accade di morire in semi-povertà, dopo che per un’intera vita si è arricchito il mondo di poesia… la poesia di una donna dal modo scontroso ma straordinariamente dolce di esistere e comporre versi…


Capita che in un paese come l’Italia, una grande artista muoia quasi nel silenzio… semisconosciuta… ci sono “altri artisti” da celebrare… l’Italia è intenta a celebrare i decerebrati dei reality, i protagonisti del pallone miliardario e le tante veline cialtrone della tv… e così in questa domenica d’autunno, sono nel mio studio, con uno dei miei cinque gatti, Gastone, addormentato sulla scrivania accanto alla tasteria del computer. Guardo Gastone, ascolto musica, rifletto e scrivo questo pezzo… e penso come Alda Merini sia stata capace di accarezzare le parole fino a piegarne il suono, per farne poesia…


La Merini era veramente unica… una di quelle creature capaci di brillare di luce propria, irradiando bellezza, come se fosse una stella appena nata, nello sterminato universo.


Povera e pazza… per lei però questa due parole non sarebbero state offensive ma una condizione da rivendicare…


Quello che la vita le aveva negato, lei lo prendeva a mani nude, folle e incurante, se ne fregava di tutto, posseduta com’era dal suo Daimon poco socratico e molto dionisiaco.





Limage Limage Limage Limage Limage Limage



LE 5 POESIE

 

Amore,
vola da me
con l'aeroplano di carta
della mia fantasia,
con l'ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia
e io sarò la chioma d'albero più alta
per darti frescura e riparo.
Fa' delle due braccia
due ali d'angelo
e porta anche a me un po' di pace
e il giocattolo del sogno.
Ma prima di dirmi qualcosa
guarda il genio in fiore
del mio cuore.



Limage




I miei poveri versi
non sono belle, millantate parole,
non sono afrodisiaci folli
da ammannire ai potenti
e a chi voglia blandire la sua sete.
I miei poveri versi
sono brandelli di carne
nera disfatta chiusa,
e saltano agli occhi impetuosi;
sono orgogliosa della mia bellezza;
quando l’anima è satura dentro
di amarezza e dolore
diventa
diventa incredibilmente bella
e potente soprattutto.
Di questa potenza io sono orgogliosa
ma non d’altre disfatte;
perciò tu che mi leggi
fermo ad un tavolino di caffè,
tu che passi le giornate sui libri
a cincischiare la noia
e ti senti maestro di critica,
tendi il tuo arco
al cuore di una donna perduta.
Li mi raggiungerai in pieno.



 Limage  


A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.


Limage



Riottosa a ogni tipo di amore
sei entrato tu a invadere il mio silenzio
e non so dove tu abbia visto le mie carni
per desiderarle tanto.
E non so perché tu abbia avuto il mio corpo
per poi andartene
con il grido dell'ultima morte.
Se mi avessi strappato il cuore
o tolto l'unico arto che mi fa male
o scollato le mie giunture
non avrei sofferto tanto
come quando tu un giorno insperato
mi hai tolto la pelle dell'anima.


Limage  


Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti….
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
 


 
Limage Limage Limage Limage Limage
Limage

 



.


.

IL VIDEO



Ed infine un video in suo omaggio




 






Cara Alda… ancora grazie
per tutte le grandi emozioni che ci hai regalato
e continuerai a regalarci per sempre…
con i tuoi versi… 

 

Tony Kospan
 

 

 

 
PER LE NOVITA' DEL BLOG
 

 
SE IL BLOG TI PIACE

I S C R I V I T I



%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: