Archivio per 17 ottobre 2012

LA FRECCIA – BUONANOTTE IN MINIPOESIA… SIOUX…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA FRECCIA
sioux winnebago
 
 
Fà in modo che verso il bersaglio
la freccia voli invisibile
e con il suo incantesimo
apra di netto il cuore dell'uomo.

 
Lascia che voli verso la donna
e apra il suo cuore con la magia.
 
 
 
 
 
 
 
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da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE

 
 

ARTE – LA GIOCONDA E LA BELLA PRINCIPESSA – ENIGMI LEONARDESCHI   5 comments

 

 

Oltre ai tanti enigmi nati anche recentemente

dopo la sorprendente visione della seconda Gioconda…,

quella “spagnola”,

qui conosceremo una nuova tesi sulla persona  dipinta  da Leonardo…

e poi però anche una attribuzione, pare definitiva, al genio fiorentino

del ritratto chiamato “La bella principessa”

 

 

 

 

 
 
I
 
LA GIOCONDA?
NON MONNA LISA MA DONNA PACIFICA
AMANTE DI GLIULIANO DEI MEDICI! 
 
 
 
 
 
 
 
 
II
 
LA BELLA PRINCIPESSA?
E' DAVVERO OPERA DI LEONARDO! 

 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

 

I

 

LA GIOCONDA SAREBBE DONNA PACIFICA

La tesi è dello storico dell'arte Roberto Zapperi

 

Il ritratto della Gioconda di Leonardo da Vinci non raffigura Monna Lisa bensì un’amante segreta di Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Papa Leone X.

L'affermazione…, pur non nuova come tesi, è stata fatta in varie interviste ed in un libro edito in Germania dallo storico italiano d’arte Roberto Zapperi…

 

 

 

 

L'identificazione della Gioconda come Monna Lisa risale al Vasari ma Zapperi la contesta in quanto mera supposizione dovuta a fonti di seconda mano.
Egli afferma «Non ho mai creduto alla storia di Monna Lisa che stava seduta e faceva la modella, si tratta di un’invenzione».
Lo storico ha infatti scoperto un documento in cui Leonardo da Vinci dichiarò al cardinale Luigi d’Aragona che a commissionargli il dipinto era stato Giuliano de’ Medici.
Giuliano, figlio di Lorenzo il Magnifico, dopo la cacciata dei Medici da Firenze nell'esilio del granducato di Urbino aveva continuato a svolgere l'attività che più amava… conquistare le donne.

Ma di tutte le sue conquiste c'è traccia solo di Pacifica Brandani che gli diede un figlio nel 1511.
Essendo sposata, la donna (che morì poco dopo) abbandonò il figlio in un orfanotrofio, ma Giuliano, avendo saputo della nascita del bambino
«Riconobbe il bambino che avevano chiamato Pasqualino, essendo nato il 23 aprile, e gli diede il nome di Ippolito, come il protagonista della Fedra di Seneca» sottolinea Zapperi.
Il bimbo visse a Roma dove da grande divenne cardinale.
 
 
 
 
Roberto Zapperi  
 
 

«Sappiamo che il piccolo orfano continuava a chiedere della madre» racconta Zapperi che afferma poi che «per calmare il figlio, Giuliano ordinò a Leonardo, che era al suo servizio, di dipingergli un ritratto, in cui il piccolo potesse vedere sua madre. «Io credo – sostiene Zapperi – che Giuliano commissionò a Leonardo il ritratto di Pacifica di cui però non possedeva immagini. La descrisse, certo. Ma fu il pittore a dare corpo liberamente all´immagine della maternità».

L'opera dunque rappresenterebbe la bellezza di una donna “joconda”, che grazie all'arte naturalistica di Leonardo sarebbe stata in grado di consolare l´orfano, «facendogli credere che la mamma era viva come il dipinto».

A causa della morte di Giuliano però Leonardo non riuscì a consegnargli l'opera che portò con sé in Francia.

 

 

 

 

L'autore della Gioconda credeva di dover dipingere comunque una donna fiorentina in quanto ignorava la storia della madre urbinate del bambino e lo scrittore è certo che l'immagine si riferisca, tra le tante amanti, proprio a Pacifica in quanto era l'unica ad aver contato molto per Giuliano… e proprio per avergli dato il suo unico figlio.

L'adozione di figli illegittimi per i Medici, spiega ancora lo scrittore, era prassi costante, in quanto ritenuti “riserve” dei figli legittimi in caso di prematura morte di questi ultimi. 

 

 

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Giuliano de' Medici – Sandro Botticelli

 

Zapperi afferma infine che le sue fonti sono ampiamente conosciute da tutti gli studiosi, ma non tenute in molto conto a causa della grande fiducia di tutti in Giorgio Vasari, che nel 1550 aveva identificato la modella come «Lisa del Giocondo».

«Lisa non è quella che sorride al Louvre, non conosceva nemmeno Giuliano de' Medici», conclude lo storico.

 

 

 

 

La bella principessa

 

II

 

LA BELLA PRINCIPESSA

 
 

Solo da poco è stato definitivamente attribuita a Leonardo da Vinci  “La bella principessa”.

Qual'è stata la prova definitiva che, oltre alla mano mancina del pittore ed all'ampiezza dell'impronta palmare identica a quella della “Dama dell'Ermellino”, ha consentito di accertarne senz'ombra di dubbio la paternità Leonardesca?

 

 

 

la bella principessa leonardo da vinci

La prova definitiva

 

 

La prova schiacciante è stata il rilevamento di tre fori presenti sul margine sinistro del disegno (che molto probabilmente era la pagina di un incunabolo) che a loro volta sono identici a quelli presenti nell’incunabolo “La Sforziade”.

 La Bella Principessa, la giovanetta vista di profilo, con i capelli raccolti in un'acconciatura molto in voga alla corte Sforzesca è quasi certamente Bianca Sforza, figlia illegittima (poi legittimata) del Duca di Milano e di Bernardina de Corradis, promessa all’età di dieci anni a Galeazzo Sanseverino, che la sposò poi nel 1496.

 

 

Tony Kospan

 

Copyright Tony Kospan

 

 

IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
 
 
 

I DONI DI DIO – ANTICO CANTO-POESIA DEGLI INDIANI D’AMERICA   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
    
 
 
 
 
Ecco un’altra antica poesia…
densa di saggezza degli Indiani d’America.
 
 
 
 
 
 
 
In realtà, come è normale nella loro cultura,
 si tratta di un misto tra poesia… canto e preghiera…
 
 
 
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I DONI DI DIO
(antica poesia indiana)
 
 
Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
 
Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
 
Gli ho chiesto la prosperità
e Dio mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.
 
Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.
 
Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
 
Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.
 
Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.
 
 
 

 

 

  

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

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MONTALE E SPAZIANI – LA STORIA DEL LORO SODALIZIO NARRATO DALLA POETESSA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 

Appare sempre interessante… affascinante…
l’incontro… il feeling… l’amore tra 2 poeti…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL SODALIZIO TRA 2 GRANDI POETI
M. L. SPAZIANI E MONTALE
 
 

 
 
 
 
 
 
Qui leggeremo del “sodalizio” 
tra 2 poeti italiani che sono tra i più grandi
della seconda metà del 900…
 

 

 

 

INTERVISTA ALLA SPAZIANI DA MANUALE DI MARI

 

 

 

Nicla Morletti e Maria Luisa Spaziani

Siamo  sedute l’una accanto all’altra Maria Luisa Spaziani ed io, in un ristorante sul mare a Sestri Levante.

Settembre, le onde che si alzano, gli spruzzi sulla vetrata. Gabbiani in volo. Poesia. Concorso letterario Maestrale Marengo D’oro, gli autori che si affollano attorno. Lei ha ricevuto il Premio alla Carriera. Io il primo premio per la narrativa edita con il romanzo “Difficili, impossibili amori” edito da Giuseppe Laterza.

Maria Luisa ha capelli biondo oro e due occhi di un azzurro intenso che buca l’anima. Due occhi che narrano la sua storia, una storia che viene da molto lontano e porta in sé gli echi della poesia del novecento, di parole che hanno preso vita e si sono amalgamate nei migliori salotti letterari italiani. Di versi catturati alla vita come note nostalgiche e lontane che hanno il fascino di amori sempre vissuti e mai sepolti nelle regioni del cuore. Lo si percepisce stando accanto a lei, questo alone di pura poesia che conserva ancora l’anima di Eugenio Montale.

Quando due anime si uniscono nel sodalizio della parola nascono mondi immensi e giardini di stelle si accendono nel firmamento della poesia.

Dialoghiamo insieme Maria Luisa Spaziani ed io, con piacere, tra piatti di ostriche, calamari, antipasti vari di pesce. Mi parla di principesse russe e di Giovanna D’Arco, una donna dal carisma straordinario secondo lei. La donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito, e cioè una creatura che abbia le stesse potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l’universo maschile.

A fine pasto Maria Luisa apre la borsetta, mi strizza l’occhio, poi dice:

“Adesso ci mettiamo un po’ di rossetto e di cipria. Ti va, fanciulla?”

 Sorrido complice di queste delizie tutte femminili. Poi le chiedo del suo incontro con Eugenio Montale.

Mi prende la mano, mi racconta prima una barzelletta divertentissima e poi, con voce calda e suadente, inizia l’interessante racconto.

 

 

 

      

M. L. Spaziani  – Torino, 7 dicembre 1922

 

 

 

L’INCONTRO

 

 

“Pur conoscendo ‘Ossi di Seppia’ ed il suo grande valore, non desideravo incontrare Montale. Ne avevo sentito parlare male: dicevano che fosse misantropo, misogino, scostante, che non sorridesse mai. Ma poi un angelo me l’ha spedito a Torino e per curiosità sono andata a una sua conferenza al Teatro Carignano il 14 gennaio 1949. Mentre stavo per uscire, la direttrice mi dice: ‘Si fermi che vogliamo presentare i giovani poeti torinesi a Montale.’ Io non mi sentivo poeta, perché non avevo pubblicato niente e poi ero molto intimidita.

 

 

 

Eugenio Montale
(Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981)

 

 

 

Eravamo sei persone in fila. Montale passava, ad occhi bassi, senza guardare in faccia nessuno. Dava la mano a tutti e diceva: ‘Piacere, piacere.’


Stavo per scappare quando lui arrivò davanti a me e appena sentì il mio nome alzò gli occhi e disse: ‘Ah, è lei.’ Rimasi senza fiato e dissi la prima banalità che mi venne in mente per vincere l’imbarazzo: ‘Viene a pranzo da me domani?’
E lui: ‘Sì’.”

 

 

 

 

 

 

 

Testo dal Blog di Nicla Morletti

 

 

IL SODALIZIO

 

“Sodalizio è una bella parola un po’ vecchia che vuol dire un’unione profonda di due creature, sulla base di cose comuni. Questa base di fondo tra me e lui è stata sempre poesia”

– Maria Luisa Spaziani -.

 

 

 

 

Spaziani e Montale

 

E lui mi aspetterà nell’ipertempo,
sorridente e puntuale, con saluti
e storie che alle poverette orecchie
dell’arrivata parranno incredibili.

Ma riconoscerà, lui, ciò che gli dico?
In poche note o versi qui raccolgo
i messaggi essenziali. Un altro raggio,
aria diversa glieli tradurrà.

M. L. Spaziani
(Viaggio Verona – Parigi 1987 – 1990, da “I fasti dell’ortica, 1996”)

 

 

 

 

M. L. Spaziani

 

 

LA STORIA DEL LORO SODALIZIO

 

 

Poco tempo dopo il primo incontro, Maria Luisa trova lavoro nell’ufficio stampa di una ditta anglo-cinese a Milano. Anche Montale si è trasferito di recente a Milano, dove lavora per il «Corriere della Sera».

Iniziano a vedersi ogni giorno, avendo anche un’altra complicità: quella del canto. «Io avevo una voce discreta, e lui sognava — avendo perduto la possibilità di diventare un baritono — di avere un’allieva. è nata così un’amicizia quasi amorosa, che non è paragonabile però a una storia d’amore.

Ci vorrebbe una lunga analisi per dire che cosa è stato questo legame, testimoniato da 360 lettere di lui che sono state date, dopo la sua morte, all’archivio di Maria Corti, presso l’Università di Pavia».

 

 

 

Eugenio Montale

 

 

Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni.
Ti guardavo le palpebre dormire,
le ciglia in lieve tremito.
Talvolta,
é a sipario abbassato che si snoda
con inauditi attori e luminarie,
 – la meraviglia.

M. L. Spaziani

 

 

 

L’amicizia dura per oltre quindici anni, più o meno fino al ’65-’66.
 
I rapporti si allentano un poco a seguito del trasferimento di Maria Luisa a Roma.
 
 

 

Recente immagine della Spaziani

 

 

IL RICORDO

 

Mi ha lasciato il ricordo di undici anni bellissimi, di allegria, di confidenza, di studio, di ispirazione. è stato veramente una figura grandiosa vicino a me, ed è stato molto bello tutto quello che ho vissuto con Montale. E soprattutto il piacere di far parte del suo lavoro, perché moltissime cose le abbiamo fatte insieme e allora l’idea di aver messo una piccolissima cellula del mio talento, delle mie capacità in quello che era il lavoro, magari anche soltanto giornalistico di Montale, è per me fonte di grandissimo orgoglio. –  Maria Luisa Spaziani

 

 

da vari siti web – impaginazione  e coordinamento di Tony Kospan

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 
 
 
 
 

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POESIE
LEGGERLE, SCRIVERLE O PARLARNE… 
APPROFONDENDONE I TEMI… 
 
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NULLA ERA MIO – NERUDA – POETICA SUBLIME VISIONE DELLA POTENZA DELL’AMORE   4 comments

 
 
Ecco una poesia un pò diversa dal suo consueto stile
ma che, a mio parere, ci conferma la grandezza di Neruda…
 
Direi anzi che in questo caso “il suo messaggio poetico”
va oltre la poesia stessa…
 
 
 

 
 
 
NULLA ERA MIO
NERUDA –
POESIA SUBLIME
 
 
 
disattiva la musica
 
 
 
La descrizione… quasi dura… fredda…
del vuoto esistente nell'animo umano
quando in esso non alberga l'amore…,
oltre ad esser profondamente vera,
è genialmente suggestiva e coinvolgente…
 
 
Sono un suo estimatore da anni,
e però scopro sempre nuovi aspetti
della sua poetica capacità di scavare
nell'intimo dell'animo umano…
 
 
 
 
 
 
In tal modo ci rivela verità
di cui non ci accorgiamo…,
ma che tuttavia ben conosciamo…
e che sappiamo albergare nel nostro cuore
quand'esso diventa giardino fiorito…,
perché ama… ama davvero.
 
 
Ma veniamo alla poesia…
e come sempre mi piacerebbe leggere
il vostro pensiero…
 
 
 


 
 
 
NULLA ERA MIO
Pablo Neruda
 
Prima d'amarti, amore, nulla era mio:
vacillai per le strade e per le cose;
nulla contava nè aveva nome:
il mondo era nell'aria che attendeva.
Io conobbi cinerei saloni,
gallerie abitate dalla luna,
hangars crudeli che si
accomiatavano,
domande che insistevano sull'arena.
 
Tutto era vuoto, morto e muto,
caduto, abbandonato e decaduto,
tutto era inalienabilmente estraneo,
tutto era degli altri e di nessuno,
finchè la tua bellezza e povertà
empirono l'autunno di regali.
 
La mia preghiera è stata ascoltata.
 
 
 

 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 

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ARTE MUSICA POESIA ETC…
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LA LIBRERIA DEL MARE – M. G. NIGI – FELICE MERCOLEDI’ IN POESIA ARTE E…   Leave a comment

 

Jean-Honoré Fragonard – Donna che legge

 

 

 

 

 

 

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Amo parlare del nulla, padre,

è la sola cosa di cui so tutto.

Oscar Wilde

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Jean-Honoré Fragonard – La lettera d'amore

 

 

LA LIBRERIA DEL MARE

Maria Grazia Nigi

 

 

Tutte le mie parole

portate via dal vento

cadranno in mezzo al mare.

Disperse in mezzo ai flutti,

salite e ridiscese per

nuotare.

Le leggeranno i pesci

letterati.

Le piccole conchiglie

innamorate.

La Società Anonima dei

pescicani.

Per tramare, per rimanere

a galla per mangiare,

tentando con i denti

di strappare… quelle

parole care.

Per leggere e imparare,

è tutta trasparente

aperta notte e giorno,

la Libreria del Mare.

 

 

Jean-Honoré Fragonard – L'altalena

 

 

 

 
 
 
 
 
 
à tout le monde
par l'Ours
 
 
 
 
 
 
 

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