
*
HO FATICATO MOLTO
Maram al Masri
Ho faticato molto
per conquistare il tuo cuore
solo per dormire in lui
Io sono colei
che ti ha trattenuto per un bottone
e ha legato il suo destino…
con un sorriso
*
a tutti da Tony Kospan
*I dipinti sono di Vittorio Matteo Corcos

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Tra le poesie che definisco ”sublimi”,
intendendo con questo termine poesie
che uniscono alla bellezza dei versi
anche profondità di pensiero, riflessioni sulla vita, etc…,
non può mancare questa del mitico Neruda…
In molti pensano che Neruda abbia scritto solo
poesie bellissime d’amore… mentre ha in realtà
scritto anche opere di carattere morale e sociale…
di cui, tra l’altro, andava più fiero che delle prime.
Questa, che è di genere morale ed introspettivo,
ci sorprende favorevolmente.
CHIEDO SILENZIO
– NERUDA –
– SUBLIME POESIA MORALE –
Può sembrare all’inizio una poesia triste
di una persona che dà l’addio al mondo,
ma poi si apre in un affresco in cui è dipinta,
in modo chiaro e lucido,
la sua idea delle stagioni della vita… dell’amore…
ed in definitiva la sua visione del senso del nostro vivere.
Visione che appare quasi filosofica o religiosa
con la suggestiva affermazione di un eterno ciclo
nel quale la nascita ci porta sempre alla morte
e nel quale la morte ci porta sempre ad una nuova nascita.
Il Poeta dunque, pur facendo un resoconto della sua vita,
non si lascia trascinare nella malinconia dei ricordi
né dal pessimismo del pensiero sul destino dell’uomo.
Anzi, grazie anche alla proclamazione
del suo amore per Matilde (Urrutia),
che considera la donna del suo destino,
la poesia raggiunge anche un grande vigore lirico.
In ultima analisi a me sembra
che la poesia contenga, pur nel parlare di commiato,
un sereno ed innamorato abbraccio alla vita
in ogni suo aspetto.
CHIEDO SILENZIO
Pablo Neruda
Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l’amore senza fine.
La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E’ quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i grani che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E’ che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.
Come sempre mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere…
CIAO DA TONY KOSPAN
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I nostri giardini classici presentano quasi sempre,
nei viali e tra alberi ed aiuole,
statue inneggianti alla bellezza… secondo i canoni greci e latini.

LA STATUA PIU' TERRIFICANTE DEL MONDO
Altrove però c'è un più ampio spettro di statue…
e così può accadere di trovarsi di fronte
a sculture sorprendenti… inquietanti…

Ecco cosa potreste all'improvviso vedere
passeggiando nel Victoria’s Way Meditation Garden in Irlanda…
Però fin dall'ingresso avrete già capito che si tratta
di un giardino assolutamente particolare…

La scultura sembra emergere da una specie di piccola palude
ed ha un aspetto che incute paura
e che, per alcuni versi, appare davvero mostruoso.

Somiglia in effetti ad uno zombie o ad un fantasma reincarnato…
che esca fuori dallo stagno e può far venir un colpo
ad un distratto visitatore che se la trovasse davanti.

E' tutto ciò vero… ma è da apprezzare la fantasia dell'autore,
(che non sono riuscito ad individuare)
che ha ben incastonato la terrificante scultura nell'ambiente paludoso
donandoci così un effetto davvero originale ed interessante.

E non dobbiamo infine dimenticare l'originalità di questo giardino
per cui chi entra… si può attendere… di tutto…
Tony Kospan
IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
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