Archivio per 25 settembre 2012

I PAPAVERI – C. BRAMANTI – FELICE NOTTE IN POESIA   Leave a comment

 

 

*

 

 

I PAPAVERI

Carlo Bramanti

 

I papaveri sono ovunque,

il tramonto li scova

e li accende tutti,

rosso è pure il cane

che ansima sulla strada

nella sua ora di libertà .

 

Mi mancano le tue parole amica,

e l'odore del mare

che una grigia casa

nasconde ai miei occhi.

 

Domani forse t'abbraccerò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

à tout le monde

par Tony Kospan

 

 

* Andreotti Federico – Cappello di paglia

 

 

 

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Pubblicato 25 settembre 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

IL VENDITORE DI PALLONCINI – BEL RACCONTINO MORALE   Leave a comment





Un raccontino davvero sublime

che ci consente qualche semplice

ma interessante riflessione







QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)



Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York. 

 
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. 

Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. 

Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. 

Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:

“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” 

Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.







Raccontino dal web




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“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,

se fossi più grande, se fossi più bello…”  


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Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro


Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano. 

Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.







E voi cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan



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ISTANTI – GRANDE POESIA SUL SENSO DELLA VITA   Leave a comment

 

 

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Poesia, erroneamente attribuita da tantissimi, 
ed anche da qualche autorevole autore, 
a Jorge Luis Borges.

La storia di questa poesia
è in parte nota
ed in parte avvolta nel mistero.



 



Sembra che più mani, in diversi tempi, 
abbiano partecipato alla sua stesura 
rendendola davvero sublime e profonda.
  
Per questo possiamo soprassedere
senza problemi 
sulla sua misteriosa paternità.
.


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ISTANTI


– BELLISSIMO BRANO POETICO SUL SENSO DELLA VITA –



I versi mostrano considerazioni sulla vita,

quasi tutte, a mio parere, condivisibili,
che appaiono soprattutto scritte con amore,
sì, con amore, un grande amore per la vita.

 
 
Ritengo dunque che questa possa a pieno titolo,
nonostante l’incertissima paternità,
far parte del gruppo delle grandi poesie
che hanno per tema il senso della vita.
 
 
Infatti è amatissima e diffusissima
soprattutto nel web.
 
 
Se ci va leggiamola ascoltando questa musica.
 
 
 
 
 
fre bia pouce   music+121  (new age)



 
  
ISTANTI

Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro
cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo
comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
 
 
 
 
 




 
 
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CIAO DA TONY KOSPAN


  
 
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POESIE E CULTURA VARIA?
Frecce (51)
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE





 
 
 

IL SIGNIFICATO DEL TEMPO… PER I CLASSICI…   1 comment

 






Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.

Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.

 
 
 
 
 
 



Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

 
 
 
 

 

 

 

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

 
 
 
 

  Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)

 
 
 
     
 
 
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia  (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
 
 
 
 
 

LA GIOVINEZZA
G. Leopardi


Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno:
e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo,
nemica e allo stesso tempo senza onore,
la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile
ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.

 
 
 
 
 
 
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
 
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.
 
 
 
 
 

Eraclito e Democrito – Bramante

 
 
 
 
Ora, sempre restando nel mondo ellenico,  facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
 « Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.

 
 
 
 
 

Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia

 
 
 
 
 
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino. 
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.





DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
 
OMISSIS
 
“Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
 
Non isperate mai veder lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
 
E tu che se’ costì, anima viva,
pàrtiti da cotesti che son morti».
Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
 
disse: «Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti».
 
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”
 
OMISSIS






Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
 
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).


 
 
 
 

Trionfo di Bacco ed Arianna


 
 
 
 
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.

Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“. 
 
 
 
 
 

TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
 

« Quant’è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c’è certezza»
 

OMISSIS

 
 
 
 
 

Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
http://www.antiqvitas.it/gymnasium/testi.8.htm
Impaginazione T.K.

 
 
 
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
 
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.

 

 
F I N E 
 
 
 
 

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IL FASCINO DELLE ATMOSFERE DI UN TEMPO… ROMA NEGLI ANNI ’30   1 comment

 
 
Non so a voi…
ma a me dona un misto di curiosità… affetto… entusiamo…
riscoprire le atmosfere vissute dai nostri antenati…
 
 
Dopo la nascita della fotografia e del cinema…
è poi divenuto ancor più vero e reale
questo tuffo nel passato…
 
 
 
 
 
 
 
 
IL FASCINO DEL TEMPO CHE FU…
ROMA COM’ERA…
 
 
 
 
 
 
 
 
Penso che questo video
 possa piacere ai romani… ma anche a tutti…
 
 
Qualche problemino tecnico può esser accettato
data l'autenticità della documentazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
Orso Tony
 
 
 
 

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