Archivio per 13 settembre 2012

GAUDIO L’AMARTI – S. ALERAMO – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
GAUDIO L’AMARTI
Sibilla Aleramo
 
 
Gaudio l’amarti,
illimitato gaudio
credere al riso dei tuoi occhi,
e vertigine ancora
la certezza d’esser da te cantata,
oh più tardi, negli anni non più miei,
or che tremare la vita sento
sul ciglio estremo…
 
 
 
Frank Weston Benson – My Daughter Elizabeth
 
 
 

 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 

 
 

L’AMORE GUARISCE SIA CHI LO OFFRE CHE CHI LO RICEVE – DOLCISSIMO BELLISSIMO RACCONTO   3 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
Questo bellissimo dolce-malinconico racconto,
oltre ad esser una lettura che ti entra nell’animo…,
può esser spunto di riflessione sulle nostre rigidità emotive…
e sulla necessità di aprirci a chi vogliamo bene
e che ci vuol bene…
 
 
 
 
 
 
 
 
L’AMORE GUARISCE SIA CHI LO OFFRE,
SIA CHI LO RICEVE
 
Harold H.Bloomfield
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La pelle di mio padre era itterica mentre lui era a letto collegato a monitor e fleboclisi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale.
Normalmente uomo di robusta costituzione, aveva perso oltre quindici chili.
L’infermita’ di mio padre era stata diagnosticata come cancro al pancreas, una delle forme piu’ maligne della malattia.
I medici facevano quello che potevano, ma ci dissero che gli restavano appena dai tre a sei mesi di vita.
Il cancro al pancreas non si presta alla radioterapia ne’ alla chemioterapia, per cui i medici potevano offrire poche speranze.
Alcuni giorni piu’ tardi, quando mio padre era seduto a letto, mi avvicinai a lui e gli dissi: “Papà, provo un sentimento profondo per ciò che ti è successo.
Mi ha aiutato a guardare il modo in cui mi sono sempre tenuto lontano e a sentire quanto io ti voglia bene davvero.”
Mi chinai su di lui per abbracciarlo, ma le spalle e le braccia gli si irrigidirono.
“Su, papà, davvero voglio abbracciarti.”
Per un momento apparve sconvolto.
Dimostrare affetto non era il nostro modo consueto di trattarci.
Gli chiesi di tirarsi ancora un pò più su per poter passare le braccia attorno a lui.
Questa volta, però, era ancora più teso.
Sentivo accumularsi l’antico risentimento, e cominciai a pensare: “Questo non serve a niente. Se vuoi morire e lasciarmi con la stessa freddezza di sempre, fai come vuoi.”
Per anni avevo sfruttato ogni esempio delle resistenza e della rigidita’ di mio padre per incolparlo, per provare risentimento verso di lui, e per dire a me stesso: “Vedi non gli interessa.”
Questa volta, pero’ ci pensai meglio e capii che l’abbraccio andava a vantaggio mio oltre che suo.
Volevo esprimere quanto mi importasse di lui, per quanto difficile fosse per lui lasciarmelo fare.
Mio padre era sempre stato molto germanico e incline al dovere; nella sua infanzia i suoi genitori devono avergli insegnato a tenere dentro di sé i suoi sentimenti, per diventare uomo.
Lasciando perdere il mio vecchio desiderio di incolparlo della nostra lontananza, effettivamente guardavo con impazienza alla sfida di offrirgli più amore.
Dissi: “Su papà, mettimi le braccia attorno.”
Mi inchinai vicino a lui sul bordo del letto con le sue braccia attorno a me. “Adesso stringi. Ecco. Di nuovo, stringi. Benissimo!”
In un certo senso stavo insegnando a mio padre come abbracciare, e mentre mi stringeva accadde qualcosa.
Per un attimo traboccò un sentimento di “ti voglio  bene”.
Per anni il nostro saluto era stato una stretta di mano fredda, formale che voleva dire: “Ciao, come stai?” Adesso sia io che lui aspettavamo che quella vicinanza momentanea si ripetesse.
Eppure, proprio nel momento in cui cominciava ad assaporare il sentimento di amore, qualcosa gli si stringeva nella parte superiore del dorso e il nostro abbraccio diventava goffo e strano.
Ci vollero mesi perché la sua rigidità cedesse e lui fosse in grado di lasciare che le emozioni del suo intimo passassero attraverso le braccia e mi avvolgessero.
Toccò a me essere la fonte di tanti abbracci prima che mio padre desse inizio e un abbraccio di sua volontà.
Non lo stavo incolpando, ma sostenendo; dopo tutto stava modificando le abitudini di una vita intera, e questo richiede tempo.
Sapevo che ci stava riuscendo perché sempre più la nostra relazione si basava sull’affetto.
Verso il duecentesimo abbraccio disse spontanamente ad alta voce, per la prima volta da quando potessi ricordarmi: “Ti voglio bene “.
 
 
 
 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

IL SALOTTO DI FACEBOOK?
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Pubblicato 13 settembre 2012 da tonykospan21 in RACCONTI E TESTI SUBLIMI

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IL RUSCELLO – PREVERT – FELICE GIOVEDI’ POMERIGGIO IN POESIA ARTE E….   Leave a comment

 

 
Amore e Psiche – Orazio Gentileschi
 
 
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Nell’amore si compie il paradosso
di due esseri che diventano uno
pur restando in due.
Fromm
 
 
 
Amore e Psiche – Canova
 
IL RUSCELLO
J. Prévert
 
Tanta acqua è passata sotto i ponti
ed anche un grande fiume di sangue.

 
Ma ai piedi dell’amore
scorre un bianco ruscello.
 
E nei giardini della luna
dove ogni giorno si fa festa a te
questo ruscello canta addormentato.
 
Quella luna è il mio capo
dentro cui gira un grande sole blu.
 
E gli occhi tuoi sono questo sole.
 
Amore e Psiche – Jacques-Louis David
 

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a tutti da Orso Tony
 
 
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