Archivio per 3 settembre 2012

LE SPASSOSE SIMPATICHE ED ALLEGRE ESPRESSIONI DEI BIMBI   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
E' grandiosa la simpatia e l'originalità
delle spontanee espressioni dei bambini…
 
 
Qui alcuni classici esempi… da non perdere…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PER UN PO' DI RELAX…
DIVERTENTI E DOLCI FRASI DI BAMBINI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Si sta bene in questa casa, è molto morbida.”
“Ma come sono fatti i fucili dei buoni ?”
“Mi sono scontrato con Carmelo e ho pianto un metro.”
“Papà, tu e la mamma vi baciate con la bocca aperta o chiusa ?”
“E’ quasi mattina e io sono bello.”
“Per dormire non mi piace contare le pecore, posso contare i puffi ?”
“Io sono un leghista perché gioco sempre con il lego.”
“Il Vangelo è un libro in stampatello minuscolo.”
“Domenica pioveva e siamo rimasti a casa a fare dei pettegolezzi.”
 
 
 
 
 
 
 
 
“Fa Gesù che i bambini poveri che mangiano il fango, abbiano dei soldi.”
“Papà per il mio compleanno vorrei dei baffi come i tuoi, ma più piccoli.”
“Mio papà è bello perché assomiglia a Conan il Barbaro.”
“Ma insomma, cos’è il sesso ?”
“Gesù fa che i bambini che stanno per essere uccisi stiano bene.”
“Il bacio francese è quando ci si tocca la lingua ? “
“Nonno, ma tu come hai fatto a diventare vecchio ?”
“Quando faccio un disegno col pensiero nel nulla mi viene benissimo.”
“L’anima è quello che quando muori sta fuori dalla cassa.”
“Papà, secondo te è meglio averlo uno scopo nella vita ?”
“Ma se io non esistessi, cosa farei ?”
“Papà, la luna ci sta seguendo !”
“Ma cosa fa Dio tutto il giorno ?”
 
 
 
 
 
 
 
 
“Quando è che si può cominciare ad avere la morosa ?”
“Perché il papà dovrebbe morire se non è morto fino adesso ?”
“Papà, come mai la nonna non ha figli ?”
“Uno può fare il suo compleanno quando c’è la fine del mondo ?”
“Il problema di sognare che stai sognando è che devi svegliarti due volte.”
“Il mondo è come un disegno colorato tutto.”
“Noi siamo vecchi ? Ma i vecchi dopo diventano giovani ? “
“Mamma, ma quando viene il giorno della pace ? “
 
 
 
 
 
 
 
 
 – A Natale il papà racconta di aver incontrato Babbo Natale che quando lo ha visto gli ha strizzato l'occhio e gli ha consegnato il sacco coi regali… Laura diventa molto seria e chiede al papà : “ma quando ti ha strizzato l'occhio ti ha fatto molto male?”
 – Dopo aver visto la favola di biancaneve : “mamma sai cosa è un principe ? E' un signore con un cavallo sotto!”
“Mamma, è vero che quando finiscono le guerre non faranno più il telegiornale ?”
“Mamma, chi é mio figlio ?”
“Io in piscina con i braccioli so nuotare, senza i braccioli so annegare”
 
 
 
 

Mettiamoci a dieta

 

 

 

 – Avevo raccontato a mio figlio marco di tre anni la storia di cappuccetto rosso. Dopo due giorni incontriamo una mia conoscente incinta e spiego a mio figlio che la donna ha un bimbo in pancia. Marco preoccupato mi dice: “ma allora anche lei mangia i bambini come il lupo di cappuccetto rosso”?
“Zia, ma Gesù a Pasqua quando è risorto ha fatto il buco nell'ozono”?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TESTO DAL WEB – IMPAG. T.K.
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
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LA RUGIADA – TAGORE – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   1 comment

 
 
 
 
 
LA RUGIADA
Rabindranath Tagore
 
Ho attraversato i continenti
per vedere il più alto dei mondi.
Ho speso una fortuna
per navigare sui sette mari.
E non avevo avuto il tempo di notare
a due passi dalla porta di casa
una goccia di rugiada su un filo d’erba.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Buonanotte da Orso Tony

 
 
 

 

Pubblicato 3 settembre 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

AMORI DIFFICILI TRA… POETI – AMALIA GUGLIELMINETTI E GUIDO GOZZANO   1 comment




Amalia Guglielminetti




Stavolta parliamo di una storia d’amore tra… poeti e cioè… tra Amalia Guglielminetti e Guido Gozzano.
Le storie d'amore tra poeti in realtà sono rare… ma non rarissime.





Amalia e Guido




Spesso però… sono anche storie “difficili”.
Ma in fondo forse non sono dissimili affatto da quelle di altre persone che poeti non sono… quando l'amore, anche grande, è di uno solo dei due come capiremo, leggendo qui di seguito, alcune loro lettere.








DA AMALIA A GUIDO
Martedì – 24 marzo 1908


Perché mi fate piangere, Guido, perché mi fate rimpiangere quel poco che v’ho dato di me?
Non dovevo venire con Voi quel giorno per soffrirne dopo, così, per vedermi tolta anche la piccola dolcezza di sentirvi qualche volta vicino.
E così poca cosa la vita e così breve per negarci qualche poco della sua bellezza per tormentarci volontariamente anche quella piccola parte di bene che ci concede?
Voi vi dite corazzato anzi insensibile ad ogni ferita. Io no, mio dolce Amico, o vi voglio bene e soffro crudelmente di sentirvi tanto lontano.
Mi pare di trovarmi più sola in quest’ombra grigia di banalità che ci circonda, sento d’aver smarrito qualche cosa di più leggero, di più chiaro, di più elevato, l’amico che mi comprende, il fratello che sogna i miei sogni e gioisce della mia gioia, la tenerezza che blandisce e riscalda il cuore.
Io non voglio che tu mi sfugga, Guido, io non voglio che tu mi segua di lontano come un estraneo, che tu mi riveda ancora un giorno lontano quando forse i miei capelli non saranno più tanto bruni e la mia bocca fresca e i miei occhi lucenti.
Lascia ch’io ti dica tu come un compagno, ch’io non senta fra noi il gelo di quella parola dura.
Io ti sono compagna ora senza tremori e senza fremiti, sorella della tua anima.
Io ti saprei baciare la fronte con un sorriso sereno come si bacia un bambino.
No, noi non abbiamo ancora sepolto nulla di noi stessi.
Io sono per te come il primo giorno che ti vidi, non sazia, né stanca, né oppressa dalla più piccola parte di te.
Sei nuovo e fresco al mio spirito come allora che m’eri ignoto.
Ogni tua parola è come una piccola luce che ti rischiara un momento e ch’io guardo risplendere con gioia nuova ogni volta che tu parli.
E un senso strano ch’io non so dire, ma che non ho mai sentito per altri, una malia, quasi, che è credo, una occulta profonda fraternità, un oscuro legame spirituale che ci unisce anche nostro malgrado.
Ma tu non provi questo fascino, lo so, poiché mi respingi dopo alcune ore di comune vita, mi allontani con un gesto che mi pare un urto di disdegno.
Forse io non sono stata con te, quel giorno, quella della tua attesa.





Marco Reviglione – Ritratto di Amalia Guglielminetti




Ora leggeremo l'amara risposta di Guido.
Facciamolo con attenzione.
E' chiara ed evidente, anche se davvero elegante, la volontà di staccarsi da parte del poeta.
Però debbo dire che, nonostante appaia ben descritta la spiegazione della sua decisione, forse ne ignoriamo i veri motivi. 








DA GUIDO AD AMALIA 
30 marzo 1908


Rileggo ogni giorno la tua lettera, mia buona Amalia, con una grande malinconia.
E indugio nella risposta, preso da un’indolenza dolorosa: forse perché non so bene come dirti…
Da molti giorni sono in casa ed ho l’anima morbosamente assopita, incerta di tutto come in un sogno.
Penso a tante cose, sopra tutto, avvenire; e penso anche a te, con molta tenerezza e con molta serenità.
Sento in fondo all’anima una specie di fiera tristezza, per aver saputo essere crudele con me e forse — perdonami — anche un po’ con te…Io provo una soddisfazione speciale quando rifiuto qualche bella felicità che m’offre il Destino.
E quale felicità, Amica mia!
Il nostro amore che sarebbe fiorito con tutti i fiori della primavera torinese! (così dolce per l’esule che ritorna!) anche la stagione sarebbe stata propizia alla nostra follia! 
E quanti mesi di serenità, di sole, di profumo! E quanti sogni! 
Avremmo voluto pellegrinare la nostra passione in tutti i dintorni favorevoli al sentimento: quanti sogni!
Io li ho già sognati tutti e t’ho già vista in tutti: con a sfondo i paesi sconosciuti, le viuzze di provincia dove si sarebbe delineata al mio fianco la tua svelta parigina figura primaverile.
Io non vedrò le tue vesti nuove.
Sarò lontano, solo, con la mia ambizione taciturna: una compagna ben più crudele della tua malinconia…
Perché non confessartelo, mia buona sorella?
L’ambizione da qualche tempo mi artiglia in un modo atroce.
Non sento non vedo non godo non soffro di altro.
Come puoi tu, che pure hai tra le mani i germi di mille speranze e segni la stessa mia via, come puoi rivolgere ancora le forze della tua giovinezza verso altri destini?
Per me, camminando diritto, con l'occhio fisso alla mia meta lontana (o quanto!) tutto è secondario e trascurabile: gioie e dolori: tutto, perfino la tua bellezza sulla quale mi sono chinato un istante, come su un fiore, al margine del sentiero, ma dalla quale mi separo tosto, perché arresterebbe di troppo il mio passo tranquillo…
Ah! Se io potessi darti una parte soltanto di questo mio orgoglio latente, anche il dolore che tu dici di avere in te impallidirebbe e l’amore ti apparirebbe qual è: un inganno della giovinezza e un episodio trascurabile in un destino come il mio e come il tuo.
E mai come in questi tempi che tale smania mi fa soffrire, ho avuto tanto disprezzo per le mie attitudini artistiche e ho tanto sentito la necessità di affinarle con lo studio, con la meditazione, col silenzio. 
Tu hai ancora l’avidità di cogliere fiori e di godere l’ora che passa: per me anche la lusinga del piacere mi è intollerabile come un ostacolo sul mio sentiero.
Amalia, mio buon amico, quante di queste cose t’avrei detto e ti vorrei dire se tu non fossi giovine e bella! 
Ma hai degli occhi luminosi ed una bocca tentatrice ed è impossibile starti vicino senza diventare irriverenti con te come con una crestaia od una cortigiana qualunque…
Ho rilette queste sei pagine, amica mia: ohimè!
Parlo, parlo, e, sopra tutto, ragiono: quanto devo farti soffrire! E anche sdegnare. Perdonami. Perdonami.
Ragiono, perché non amo: questa è la grande verità. Io non t’ho amata mai.
E non t’avrei amata nemmeno restando qui, pur sotto il fascino quotidiano della tua persona magnifica; no: avrei goduto per qualche mese di quella piacevole vanità estetico-sentimentale che dà l’avere al proprio fianco una donna elegante ed ambita.
Non altro. Già altre volte l’ho confessata la mia grande miseria: nessuna donna mai mi fece soffrire; non ho amato mai; con tutte non ho avuto che l’avidità del desiderio, prima, ed una mortale malinconia, dopo.
Ora con te, che sei il più eletto spirito femminile ch’io abbia incontrato mai, e con te che dici di amarmi, sono stato sempre e voglio essere ancora sincero: non ti amo.
E la risoluzione più leale da parte mia è il distacco.
Partirei pur non dovendo partire.
Invece il Destino è propizio: m’impone l’esiglio anche per altre cause ch’io tolgo a pretesto.
Rivederci? A che scopo?
Un colloquio di più nulla aggiungerebbe (o sottrarrebbe forse) alla fraterna benevolenza che noi dobbiamo portare l’uno dell’altro.
Addio, mia buona amica! Ti bacio.




Guido Gozzano




Nella terza ed ultima parte leggeremo infine la risposta (scritta in 2 momenti) di Amalia che ci porta a “sentire” l'immensa forza del suo amore… dolorosamente unita però all'abisso di sofferenza per la consapevolezza che esso non è ricambiato.
Eppur vediamo che lotta ancora come una leonessa.








DA AMALIA A GUIDO
30 marzo 1908 – risposta immediata


Caro Amico, vi pensavo più buono di quanto vi dimostrate.
Credevo di meritare almeno una parola di risposta se vi pareva troppa concessione accordarmi una visita come vi chiedevo.
Un’amicizia come la nostra non deve morire così fra la vostra indifferenza inerte e la mia esasperata tristezza.
Perché io non credo possibile per Voi e per me una fedeltà che resista alle lontananze e agli oblii.
Siamo entrambi troppo egoisti per i culti essenzialmente spirituali.
Mi costringete a mendicare dagli amici vostri le vostre notizie con parola leggera e anima febbrile.
Mi costringete a mendicare da Voi una condiscendenza che non dovrebbe esservi grave. 
E mi è duro, sapete, curvarmi così.
Vorrei parlarvi di cosa che non posso affidare a una lettera.
V’aspetterò a casa mia mercoledì fra le quattro e le cinque, o, se preferite un luogo aperto, giovedì alle tre e mezza laggiù a’ piedi della collina dove già v’ho atteso una volta soffrendo.
Non rispondetemi se vi pesa, ricordate solo ch’io v’aspetterò con intenso desiderio, e che vi prego di venire.

……………………….

Stamani io scrivevo questo mentre tu forse aggiungevi per me tristezza a tristezza nello otto pagine della tua lettera.
Non distruggo e non disdico il mio biglietto.
Ho troppa sete di te per saziarmi delle tue parole amare.
Non è vero ch’io abbia cose segrete a dirti, era una menzogna per indurti a venire.
Porta pure con te la tua ambizione, la tua freddezza, la diffidenza che hai verso di me.
Sarà meglio, forse mi guarirai; ma non inasprire ancora il mio male con un rifiuto.
Se anche non mi ami perché vuoi ch’io ti perda?
Perché vuoi farmi sentire così nera così crudele la mia solitudine, così completo il mio isolamento?
Ah! La gloria, Guido, come ne sogghigno!
Io non so come tu possa amare sognare darti a una così vacua cosa.
Io voglio più bene a te che alla gloria, quella non mi farà mai piangere né aspettare in ansia.









In un primo tempo, quando lessi queste lettere per la prima volta, non apprezzavo affatto le fredde parole di Gozzano.
Mi sembravano troppo aride e distaccate… e solo una scusa per tagliare la corda.
Poi conoscendo meglio la vita del poeta… e soprattutto il suo delicato stato di salute… sono giunto a pensare che la sua decisione di troncare la loro storia non era forse originata da futili motivi di comodità bensì da altri e più gravi che, forse per pudore, il grande poeta del crepuscolarismo non se la sentiva di confessare all'amata.
Non so cosa ne pensiate voi… ma mi piacerebbe saperlo.



F I N E



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Amalia e Guido


ASEREJE’ – TORMENTONE MUSICALE PLANETARIO DELL’ESTATE 2002   Leave a comment

 

 
 
 

 
 
 
Prima di parlare di quest'altro tormentone estivo
desidero chiedervi se ne avete in mente qualcuno…
che vi è rimasto impresso nel cuore e nella mente.
 
 
Se sì indicatemelo
cercherò di rintracciarlo in qualche modo
di parlarne e farvelo ascoltare…
 

 
 
 
 
 
LE CANZONI DELL'ESTATE
a curadi Tony Kospan
 
 
Stavolta parliamo di un vero e proprio
tormentone planetario!!!!
 
 
 
 
 
 

La canzone
ASEREJE'
del gruppo musicale spagnolo Las Ketchup
(esattamente il primo singolo del loro primo album)
però è di non molti anni fa… dato che è del 2002.
 
 
 
 
 
Il brano, cantato dalle tre ragazze spagnole
ebbe un successo mondiale immediato…
 
 
Raggiunse infatti il 1° posto nelle Hit Parade
di tutti i Paesi del Mondo
e fu venduto in milioni di copie.
 
 
Ma… eccola…
 
 
Ascoltandola…. penso che non riuscirete
a non farvi coinvolgere dal ritmo delle danzanti note…
 
 
 
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Ciao e felice fine estate a tutti…
da Orso Tony
 
 
 

 
 

 

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