Archivio per 1 agosto 2012

L’ARTE NELL’ANTICA POMPEI   5 comments

 
 
 
 
 
 
 
La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato… quasi intatta…
 la realtà della vita di una città di 2000 anni fa…,
Pompei,
come una precisa ampia fotografia
che oggi ahimé si sta pian piano sgretolando per l'incuria
di chi dovrebbe proteggerla.
 
 
Non parlerò dell'arte… considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell'epoca non lo era affatto…)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi per evitare inutili sicure polemiche…
affronterò  l'argomento solo da un punto di vista artistico generale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’ ARTE NELL'ANTICA POMPEI
(Soprattutto pitture parietali)
 
 
 
 Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri
 
 
 
 
Le case erano dominate dai dipinti parietali che costituiscono
l’aspetto più straordinario di Pompei.
 
 
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
 
 
 
 
 
 

 
 

Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
 
 
 
 
 
Coppa con frutti
 
 
 
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più…
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.
 
 
 
 
 
 
 
 
Una civiltà mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.
 
 
 
 
Casa dei Vettii
 
 
 

I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.

 

 

 

Frisso ed Elle
 
 
 
 
Alcuni ritengono che l'arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana.

 

 

 

Ritratto di una coppia
 
 
 
 

Ma per la varietà degli stili sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e sannitiche.

 

 

 

 
 
 

In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcuni tipi erano conosciuti ancora prima
che venissero introdotti a Roma viceversa,
l'arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell'epoca.

 

 

 

 

 

A mio parere assume una certa rilevanza il fatto che accanto

ad opere rifacentisi certamente all'arte ed alla mitologia greca

molti sono i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.

 

 

 

Marte e Venere

 

 

 

“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.
I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.

 

 

Maschere Dionisiache

 

 

 

 
Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

 

 

 

 

 

 

 

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”

 

 

 

 

 

 

Tradizionalmente le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo anche se qualche volta si sono sovrapposti.

 

 

 

 

 

 

Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la varietà delle tecniche pittoriche.

 

 

 

 

F I N E

 

 

Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.

 

 

Tony Kospan

 

 

IL SALOTTO CULTURALE DI FB?

 

ADAGIATO – BRAMANTI – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
ADAGIATO
Carlo Bramanti
 
 
Adagiato ieri
su un petalo di rosa
ha sognato
di veder la sua anima
nuda e leggera,
di porla in una mano
da lontano
amica,
dimentico del mondo
e dei suoi perché.
 
 
 
 
 
 

 
 
 

 
 
 
 
Photobucket
 
DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 

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Pubblicato 1 agosto 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

YVES SAINT LAURENT – BREVE RICORDO DI UN RE DELLA MODA DEL XX SECOLO ED UN OMAGGIO   Leave a comment

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Maestro dello stile e dell'eleganza amava dire :
«Senza l'eleganza del cuore non c'è eleganza»






E' stato un genio, un innovatore sorprendente e trasgressivo, l'inventore
del “prêt-à-porter”, della sahariana, della moda etnica, dello smoking, del nude-look etc.







Non ebbe mai paura di scandalizzare
e spesso scandalizzò con le sue collezioni shock
ma alla fine i suoi capi riuscivano a travolgere le resistenze dei benpensanti
ed a invadere tutto il mondo.

 
 
 
(Orano 1º agosto 1936 – Parigi 1º giugno 2008)
 
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Yves Saint Laurent, grande stilista francese
è stato tra i più famosi creatori di moda del XX secolo.
 
 
 
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Nato in Algeria, ma da famiglia dell'Alsazia-Lorena,
cominciò a lavorare per Christian Dior all'età di 17 anni.
 
 
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Nel 1962 fondò l'omonima etichetta
(Yves Saint Laurent, abbreviata YSL)
insieme al socio e compagno di vita Pierre Bergé.
 
 
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Negli anni 60/70 la firma godette del massimo prestigio grazie
a ingegnose innovazioni in fatto di moda.
 
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 Nel 1980 fu il primo creatore di moda vivente a godere
di una grande retrospettiva del suo lavoro al Metropolitan Museum di New York.
 
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Nel 1989 il gruppo YSL si quotò in borsa, per poi essere
 venduto nel 1993 alla casa farmaceutica Sanofi per circa 600 milioni di dollari.
 
 
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  Sua è stata l'intuizione di trasferire
alcuni capi del guardaroba maschile in quello femminile:
 come il blazer, la sahariana, lo smoking, il trench,
 il giubbotto di pelle, il tailleur-pantalone.
 
 
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Sue sono state le commistioni etniche
e le folcloristiche suggestioni, nell'ambito della moda,
provenienti dall'Africa, dalla Spagna, dall'India, dal Marocco, dalla Russia.
 
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Dopo una lunga malattia si spegne a Parigi,
la notte del 1º giugno 2008, all'età di 72 anni.
 
 
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Concludiamo questo breve post-ricordo
con un video omaggio al grande creatore di moda…

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FONTE TESTO – CON MODIFICHE –  WIKIPEDIA
IMPAGINAZ. T.K.

 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 
 
 
 

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NADIA ANJUMAN – UCCISA PERCHE’ POETESSA – UN RICORDO ED UN OMAGGIO IN POESIA   Leave a comment

 
 
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1313
 
 
 
 
 
 

Non possiamo non parlare, tra noi che amiamo davvero la poesia, di un episodio raccapricciante come questo.
 
 
E’ strano il silenzio che, dopo un primo clamore più che giustificato, ha avvolto questa drammatica vicenda già all’epoca in cui accadde.
Una giovane uccisa per amore della… poesia!
  
Nel 2005, epoca della vicenda, si rinvenivano in giro solo alcuni cenni in pochissimi siti o blog.

L’attuale drammatica situazione in Afghanistan fa tremare i polsi soprattutto per la situazione femminile ma la violenza istituzionalizzata e culturale contro le donne è stata sempre presente, anche se in forme più o meno larvate con qualunque regime di quel Paese.

 
 
 

 
 

 
NADIA ANJUMAN
UCCISA PERCHE’ POETESSA –
 
 
Un ricordo ed un omaggio alla sua memoria
Tony Kospan


 
 
 

 
 
 

IL FATTO
 


Nadia Anjuman, poetessa afgana venticinquenne e madre di una bimba di pochi mesi, viene uccisa dal marito a suon di percosse il 4 novembre 2005, in Afghanistan ad Herat (chiamata… oh qual fatal ed incredibile combinazione… Città dei Poeti!!!)  per aver letto in pubblico alcune poesie dal libro “Fiore rosso scuro”  da lei scritto quand’era ancora ragazza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando accadde ciò lei era già molto conosciuta come poetessa e la cosa più grave è che la giustizia afgana ha avuto l’incredibile capacità di assolvere e giustificare il marito che, tra l’altro e la cosa stupisce ed indigna ancora di più, pur lavorava in ambito universitario!


 

Era l’epoca in cui da poco tempo era terminato in quel paese il regime dei talebani ma non la loro guerriglia. 

 

Nadia ci ha lasciato 2 libri di poesie scritte in lingua Farsi lingua usata in quella regione afgana.

 

Ma chi era poi Nadia?

 

Ecco come si descrive lei stessa in questo breve brano autobiografico.

 

 

 

 

 

“Nacqui a Harat negli anni più agghiaccianti della rivoluzione; portai a termine i miei studi in anticipo, di due anni, nella scuola superiore “Mahbubeh haravi”. 
Attualmente frequento il secondo anno della facoltà di Letterature e Scienze Umanistiche dell’Università di Harat. 
Da quando ho memoria di me so di aver amato la poesia. 
L’amore per la poesia e le catene di sei anni di schiavitù dell’era dei Talebani, che mi avevano legato le gambe, hanno fatto sì che appoggiandomi alla penna e zoppicando, componessi passi ed entrassi nel territorio della poesia. 
Il sostegno dei miei amici e di coloro che condividevano i miei stessi orizzonti mi hanno permesso di continuare su questo sentiero, ma… ahimè… tuttora, ogniqualvolta che compongo un nuovo passo, sento il tremore della mia penna e con essa trema anche la mia anima. 
Forse perché non mi sento indenne, temo ancora di sdrucciolarmi lungo il percorso; è difficile la strada che ho davanti a me ed i miei passi non sono ancora, abbastanza, fermi”. *



 
 



Sembra, leggendo le sue parole, quasi che lei presentisse il dramma ma nel contempo notiamo la forza e la determinazione nell’andare avanti.
 
A mio parere quanto accaduto è la dimostrazione della incredibile forza della poesia e della grande paura che essa genera nelle forze oscurantiste.
 
A volte però proprio coloro che tra noi sbandierano amore per la poesia ai 4 venti sono poi i primi a non comprenderne la forza rivoluzionaria in senso culturale e sociale.
 
Leggiamo ora in suo onore ed in suo ricordo queste 2 sue poesie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IMPRIGIONATA IN QUESTO ANGOLO
 
Sono imprigionata in questo angolo
Piena di malinconia e di dispiacere.
 
Le mie ali sono chiuse e non posso volare. *
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NESSUNA VOGLIA DI PARLARE

 
 
Che cosa dovrei cantare?
Io, che sono odiata dalla vita.
Non c’è nessuna differenza tra cantare e non cantare.
Perché dovrei parlare di dolcezza?
Quando sento l’amarezza.
L’oppressore si diletta.
Ha battuto la mia bocca.
Non ho un compagno nella vita.
Per chi posso essere dolce?
Non c’è nessuna differenza tra parlare, ridere,
Morire, esistere.
Soltanto io e la mia forzata solitudine
Insieme al dispiacere e alla tristezza.
Sono nata per il nulla.
La mia bocca dovrebbe essere sigillata.
Oh, il mio cuore, lo sapete, è la sorgente.
E il tempo per celebrare.
Cosa dovrei fare con un’ala bloccata?
Che non mi permette di volare.
Sono stata silenziosa troppo a lungo.
Ma non ho dimenticato la melodia,
Perché ogni istante bisbiglio le canzoni del mio cuore
Ricordando a me stessa il giorno in cui romperò la gabbia
Per volare via da questa solitudine
E cantare come una persona malinconica.
Io non sono un debole pioppo
Scosso dal vento
Io sono una donna afgana
E la (mia) sensibilità mi porta a lamentarmi.*

 
 
 
 
 
 
(Traduzione dal ‘Farsi in inglese di Mahnaz Badihian,
traduzione dall’inglese in italiano di Cristina Contilli).
 
 
 
 
 
 
 
 
L’Umanità in questo caso non si è ahimè rivelata
lasciando il posto alla più crudele disumanità.
 
 
Speravo che le gocce del suo sangue innocente,
nel terreno in cui sono cadute, potessero far germogliare
nuovi valori e nuove libertà in quelle popolazioni
ma quel che sta accadendo uccide ogni speranza 
quanto meno per il prossimo futuro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
* POESIE E NOTA AUTOBIOGRAFICA DA:
CONTILLI – SCARPAROLO – “ELEGIA PER NADIA ANJUMAN” – TORINO – EDIZIONI CARTA E PENNA
 
COMMENTO DI TONY KOSPAN
 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 

 

AZZURRO – CELENTANO – POETICA MITICA CANZONE DELL’ESTATE 1968   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AZZURRO – 1968
 
LE CANZONI DELL'ESTATE
by Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 
Questa nostra piccola antologia delle canzoni che hanno segnato le nostre estati
prosegue con questa… canzone che pur essendo estivissima
è però davvero una canzone di classe con accenni di pura poesia…
 
 
 
 
 
 
 
Parlo di Azzurro di Adriano Celentano… scritta dal duo Conte – Pallavicini.
 
 
E' davvero una canzone balneare tutta speciale
rimasta tra le più amate e non solo dagli Italiani!
 
 
 
 
 
 
 
 
“Azzurro”
fu un fulmine davvero… azzurro… nel cielo grigio, riguardo alla qualità,
dei dischi per l'estate ed è considerata da molti
una delle più belle canzoni di tutti i tempi!
 
 
 
 
 
 
 
 
La canzone è del 1968…
 un anno che non ha bisogno di presentazione
e che da qualunque punto di vista lo si voglia guardare
non c'è dubbio che cambiò i destini dell'Italia e del mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
ecco qualche immagine di quell'anno…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La nazionale vincitrice degli Europei 1968
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ascoltiamola ora… cantata dall'Adriano nazionale…
 
 
 
 
 
 
 
 
leggendone anche il poetico testo… se ci va…
 
 
 
 
 

Ciaooooooooooo ed ancora felice estate a tutti

 

da Orso Tony

 

 

 
 
 

 
 
 
IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK?

PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante

 

VORREI SEDERMI VICINO A TE – LORCA – FELICE MERCOLEDI’ IN POESIA… ARTE… E…   2 comments

 
 

 

 

Wilhelm Menzler Casel – Donne sul lungomare

 

 

 

Il riso sulla sua bella faccia
pareva l'arcobaleno…
e io la baciai ancora.
Italo Svevo

 

 

Wilhelm Menzler Casel –  Ricordi di un giardino

 

 

 

 

VORREI SEDERMI VICINO A TE…

Garcia Lorca

 

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,

ma non ne ho il coraggio: temo che

il mio cuore mi salga alle labbra.

 

 

Ecco perché parlo stupidamente e nascondo

il mio cuore dietro le parole.

Tratto crudelmente il mio dolore per paura

che tu faccia lo stesso.

 

 

Il mio cuscino mi guarda di notte

con durezza come una pietra tombale;

non avevo mai immaginato

che tanto amaro fosse essere solo

e non essere adagiato nei tuoi capelli.

 

 

 

John Collier – Lady Godiva (1898)

 

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da Orso Tony
 
 
 
 
 
 
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