Archivio per 21 giugno 2012
LUI E LEI – CANTICO DEI CANTICI – BUONANOTTE IN MINIPOESIA 4 comments
CANTO ALLA VITA – J. GROBAN – CANZONE POESIA E VERO INNO ALLA VITA Leave a comment






Josh Groban
“Dedicato a chi colpevole o innocente
perso in questo mare
si è arreso alla corrente
chi non è mai stato vincente?
nel freddo di una stanza
alla sua bellezza
ad ogni sua ferita
ogni sua carezza
come fosse sabbia uscita tra le dita
e la sente già finita
negli occhi tuoi riflessa
fragile e infinita
terra a noi promessa
canto a voce piena
a questo nostro viaggio
che ancora ci incatena
mai
Non dubitare mai
Tu non lasciarla mai da sola
da sola
… ancora …
alla sua bellezza
canto a voce piena
a questo nostro viaggio
che ancora ci incatena
CIAO DA TONY KOSPAN
ELENCO DEI NUOVI SANTI… PER SORRIDERE… Leave a comment

LA RELIGIONE DELL’AMORE – POESIA SUFI DAGLI ARCANI SIMBOLI… Leave a comment




Possiamo ascoltare nel leggerla, se ci va,
questa musica new age

Tony Kospan
L’IMPENSABILE LOVE STORY TRA LA FIGLIA DEL DUCE ED UN CAPO PARTIGIANO – II PARTE Leave a comment






Si continuano a scrivere, tra gelosie e colpi di testa.
Lei si raperà a zero per protesta contro la nuova fidanzata, e futura moglie, di Leonida, Angela Cusolito, soprannominata “Chevelue” per i capelli ricci, e gli manderà una ciocca con un messaggio: «E' tutto ciò che resta d’una razza che s’è spenta.
Leonida negli anni '50
Edda e Leonida diversi anni dopo la fine del confino
Il muro fatto erigere da Leonida Buongiorno con i versi dell'Odissea
Ristorante Filippino – Lipari
Edda Mussolini
Marcello Sorgi








LA CACCIA PER GLI INDIANI D’AMERICA Leave a comment
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LA CACCIA PER GLI INDIANI D’AMERICA
Quando i primi bianchi giunsero nell’America del nord incontrarono popolazioni che avevano della vita un’idea completamente opposta alla loro. Nella cultura materiale ciò era particolarmente evidente nella concezione della caccia. Nella varie zone del continente l’agricoltura era abbastanza sviluppata ma sicuramente, all’arrivo dei bianchi, la maggior parte degli indiani viveva di caccia e raccolta, integrando a volte il loro nutrimento con prodotti degli orti e dei campi. Generalmente l’uomo cacciava e la donna l’aiutava macellando l’animale, conservandone la carne e conciandone le pelli; le donne, che erano anche le proprietarie delle abitazioni e dei beni, raccoglievano i prodotti del bosco o curavano gli orti e i campi coltivati. Naturalmente questa suddivisione dei compiti non era così rigida, in quanto a volte gli uomini si occupavano di aratura, scavi e irrigazioni, soprattutto nei territori aridi del sud ovest. Gli indiani cacciavano per la carne e per le pelli che, prima dell’arrivo dell’uomo bianco, costituivano la totalità dei loro indumenti.
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La selvaggina cacciata differiva dall’ambiente e dalle latitudini. Nella zona del nord est era composta da alci, caribù – nelle parti più settentrionali – cervi, castori, procioni, scoiattoli, topi muschiati, moffette, orsi e bisonti delle foreste. Nel sud est bisonti, orsi, tacchini e una grande varietà di uccelli selvatici finivano nelle pentole degli indiani, assieme anche a numerose tipologie di pesci. Nelle pianure, invece, la selvaggina più importante era il bisonte, presente in decine di milioni di esemplari; gli intrepidi cavalieri delle praterie, che ebbero il cavallo solo verso la fine del 1600, e che fino ad allora avevano cacciato il grande animale a piedi, a volte facendo precipitare grandi mandrie in profondi burroni, non disdegnavano neppure le antilopi, i grandi alci americani presenti nelle verdi vallate dei fiumi, e gli orsi, cacciati solitamente da individui isolati.
Negli aridi territori del Grande Bacino si cacciava il cervo, l’antilope e la lepre nord americana (jackrabbit), e molti altri animali di piccola taglia come moffette, pecari dal collare, serpenti e lucertole. Nel sud ovest degli odierni Stati Uniti, gli animali preferiti dai cacciatori indiani erano il cervo, l’antilope, il coniglio, il tacchino e nelle zone marginali orientali ancora il bisonte. Nei grandi altipiani del nord ovest, prima dell’arrivo dell’uomo bianco si cacciava il bisonte, presente sporadicamente ma in grande numero nelle valli; l’alce americano, le antilocapre, le capre di montagna, il grizzly, i castori, i lupi, le lepri e molti altri piccoli mammiferi, oltre a innumerevoli razze di volatili. Infine, gli ingegnosi cacciatori-raccoglitori della California e delle alte sierras cacciavano cervi, conigli, quaglie e altri volatili, mentre più a nord i popoli del totem cacciavano balene, leoni marini, foche, focene e lontre marine dalla preziosa pelliccia, spingendosi sin nel mezzo dell’oceano Pacifico.
Per i nativi la terra e tutti i suoi doni, animali, minerali e vegetali, non erano soggetti ad una proprietà univoca ma erano essenzialmente di utilizzo comune. Naturalmente esistevano diritti di caccia delle rispettive tribù e nazioni in un dato territorio; e anche diritti di bande e clan sul territorio di una stessa tribù: ma la terra non appartenne mai, se non in tarda epoca, a singoli individui. Quando l’accerchiamento dei bianchi cominciò a ridurre i territori indiani, anche la selvaggina cominciò a sparire e la distruzione della fauna americana raggiunse vertici impensabili e catastrofici. I bianchi alterarono completamente la cultura nativa e la caccia, attività predominante per centinaia di nazioni, fu la prima a mutare. Prima dell’arrivo dei bianchi i cacciatori indiani utilizzavano armi primitive e cacciavano essenzialmente per nutrirsi e vestirsi. Con l’arrivo dei mercanti bianchi l’equilibrio si spezzò e gli indiani cominciarono a cacciare per scambiare pelli con i manufatti europei, soprattutto armi e attrezzature per la caccia, in una spirale sempre più distruttiva per la selvaggina. Inoltre, sin dai primi anni della conquista europea quasi ovunque, tranne che nelle aree più marginali, cominciarono a scomparire anche le ritualità ancestrali e sacre con le quali si erano avvolte le procedure e le tecniche della caccia.
I cacciatori indiani, per l’attività venatoria, usarono nella loro storia una pletora di armi e utensili, che variarono secondo la situazione culturale delle rispettive tribù e la relativa diffusione spazio temporale. L’arco, ad esempio, un’arma che in epoca storica era utilizzata praticamente da tutti gli indiani, penetrò nel nord America molto lentamente, in un arco di tempo che va pressappoco dal 3000 A. C. all’800 della nostra era; penetrò negli odierni Stati Uniti dal Canada intorno al 500/600 dopo Cristo e si diffuse nel continente nord americano da nord a sud soppiantando per la caccia e la guerra l’atlatl, il micidiale lanciatore di derivazione meridionale.

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BISOGNA METTERE IN ORDINE LE COSE – C. YANEZ – FELICE GIOVEDI’ IN POESIA… ARTE… E… 1 comment
![]() Monet – Donna con parasole
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Chi parla?
– Io – Chi sei tu? – Il tuo cuore- François Villon ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Monet – Nel prato ![]() BISOGNA METTERE IN ORDINE LE COSE
~ Carmen Yanez ~
L'albero del susino,
laggiù le gardenie a sinistra,
più in là il blù. Il mare. Dove, amore, metteremo il mare? Gli anni in quaderni gialli e la risata dorata quando badiamo ai gatti. In quale cofanetto dell'inverno metteremo il temporale? In solaio le ore della tua assenza. Gli allori, i gerani, la menta ai piedi di questa promessa. Vedrai com'è imprevedibile la terra, amore, se solo esisti. ![]() Monet – Signora in giardino
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() a tutti da Orso Tony
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L’IMPENSABILE LOVE STORY TRA LA FIGLIA DEL DUCE ED UN CAPO PARTIGIANO – II PARTE Leave a comment






Si continuano a scrivere, tra gelosie e colpi di testa.
Lei si raperà a zero per protesta contro la nuova fidanzata, e futura moglie, di Leonida, Angela Cusolito, soprannominata “Chevelue” per i capelli ricci, e gli manderà una ciocca con un messaggio: «E' tutto ciò che resta d’una razza che s’è spenta.
Leonida negli anni '50
Edda e Leonida diversi anni dopo la fine del confino
Il muro fatto erigere da Leonida Buongiorno con i versi dell'Odissea
Ristorante Filippino – Lipari
Edda Mussolini
Marcello Sorgi







