della crisi nel rapporto d'amore tra i 2 grandissimi scultori
fino alla rottura
e l'evidenziarsi dell'instabilità psichica di Camille…
mentre nella 3° conosceremo gli ultimi anni dei 2 protagonisti
e chi e come, qualche decennio fa,
riportò alla luce facendola conoscere a tutto il mondo,
questa storia ch'era finita in un totale oblio…
Paris – Musée Rodin – Camille Claudel – Vertume et Pomone
RODIN E CLAUDEL
– STORIA… D'ARTE D'AMORE E DI DOLORE… –
a cura di Tony Kospan
II PARTE
Auguste Rodin e Camille Claudel
INIZIO DELLE DIFFICOLTA’ TRA I 2
Siamo ormai nel 1891 e tutto sembra andare per il meglio ma… tuttavia Camille inizia a percepire l'assenza di qualcosa.
E lo afferma in una lettera ad un’amica: “C’è sempre qualche cosa di assente che mi tormenta…”.
Le sembra di non riuscire ad emergere dalla pur dolce ombra in cui la tiene, seppur amorevolmente, Rodin…
Claudel sente di non riuscire ad esprimere tutta la sua modenità di donna e tutta la sua genialità d’artista.
Arriva a sentirsi quasi una “favorita” del sultano mentre non riesce a non tratttenere il suo orgoglio quando scrive parlando di alcune opere del Maestro…
“Queste mani, questi piedi, questi fianchi, questa sensualità straziante è tutta opera mia”!
La mano di Dio – Rodin
Ormai l’intensa passione tra i due, artisticamente espressa con l’opera “La Valse” di Camille (una coppia che balla un valzer appassionatamente), inizia a vivere sempre maggiori difficoltà.
Camille Claudel – La Valse – 1891
Coppia in bronzo, avvinghiata in un walzer trascinante in cui non solo i loro corpi,
ma le loro anime si fondono in un movimento che sembra sfidare le leggi della gravità.
Camille arrivò ad avere una breve relazione col celebre compositore Claude Debussy (incontrato nel salotto del poeta Mallarmé), forse anche per ingelosire Rodin.
Claude Debussy
LA ROTTURA
Nel 1892 arriva la rottura finale… causata forse da un aborto a cui Rodin la costringe e dal fatto che lui non si decide a lasciare la convivente… “la vecchiaccia”… (così Claudel definiva la convivente di Rodin) mentre contemporaneamente la sua arte sempre più indipendente viene scoperta dai critici che si accorgono delle differenze tra i loro stili….
Suo fratello Paul definì l’opera di Camille “la scultura dell’interiore”.
Auguste Rodin
La separazione ahimé la isola del tutto dagli ambienti artistici “a la page” e dai grandi collezionisti.
Sono però anche gli anni, questi di fine 800, dei suoi pù grandi grandi capolavori… oltre alla “Valse”… come
Camille Claudel – Sakuntala o l’Abbandono
Gruppo in bronzo ed opera sensuale ispirata al poema indiano del V° secolo,
che narra le vicende della ninfa Sakuntala
alla ricerca dell’amato sposo scomparso per un sortilegio
che le fruttò il primo grande riconoscimento pubblico… e
Camille Claudel – La petite Chatelaine, la piccola castellana, 1892-98
Opera in marmo che ritrae la piccola Therese Courcelles
nella quale trasfigura il suo desiderio di maternità.
C’è poi… L’AGE MUR
Camille Claudel – L’Age mur, (l’età matura)
una vera e propria opera narrativa in bronzo,
realizzata tra il 1894 e il 1900.
che esplicita proprio la sua drammatica storia d’amore sconfitta dalle avversità del destino.
Benché aumenti il numero e la qualità dei suoi capolavori, così come l’interesse dei critici, Camille inizia ad isolarsi.
Il suo grande amore per Rodin diventa acceso risentimento… quasi una fissazione… che esprime pubblicamente in ogni modo.
Iniziano anche le difficoltà economiche unite al ricorso all’alcool ed ad una certa instabilità psicologica…
La sua intransigenza nel non voler scendere ad alcun compromesso, in nome del suo genio, insieme all’alcool ed ad una vita sbandata aggraveranno le sue condizioni psicologiche al punto che in nome del “rispetto” la madre ed il fratello (diplomatico e rappresentante dell’intellighenzia cattolica francese),pochi giorni dopo la morte del padre, suo strenuo paladino, la fecero rinchiudere, nel marzo del 1913, nel manicomio di Ville-Evrard….
FINE II PARTE
copyright t.k.
TONY KOSPAN
– CONTINUA –
PER LEGGERELA PRIMA PARTE DI QUESTA STORIA D'ARTE E D'AMORE
Diamo uno sguardo all'evoluzione, nel corso dei millenni,
della pizza…
uno degli alimenti più amati in tutto il mondo.
Partirò però dalla simpatica storia della nascita
della mitica Margherita… regina delle pizze…
e poi parlerò di quella specie di pane schiacciato…
che rappresenta l'antichissimo antesignano della pizza.
Il post poi si concluderà…
con la simpatica canzoncina a lei dedicata.
LA VERA STORIA DELLA PIZZA MARGHERITA (E NON SOLO)
a cura di Tony Kospan
In verità questa pizza condita da mozzarella, pomodoro e basilico, già esisteva… ed era amata dalla Regina Carolina moglie di Re Ferdinando di Borbone… che, essendone ghiotta, aveva perfino fatto costruire, nella reggia, un bel forno a legna.
Non sapeva però la regina borbonica Carolina che i 3 colori sarebbero stati quelli di un’altra dinastia, quella dei Savoia, che avrebbe poi esautorato la sua.
Ma andiamo con ordine
Nell’estate del 1889 il re d'Italia Umberto I e la regina Margherita erano in vacanza a Napoli nella reggia di Capodimonte.
La regina, avendo saputo delle bontà della pizza da qualche personaggio del seguito mandò a chiamare a corte il pizzaiolo Don Raffaele Esposito.
I coniugi Esposito, utilizzando i forni della Reggia, non prepararono solo la pizza in questione ma anche diverse altre… con vari ingredienti: una con sugna, formaggio e basilico; una con l’aglio, olio e pomodoro etc.
La Regina Margherita
Ma la Regina Margherita si entusiasmò soprattutto per quella con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè con i colori della bandiera italiana, e però… non solo per motivi patriottici.
Don Raffaele, colse al volo l’occasione di farsi pubblicità (e farsi benvolere dai Reali) e quindi chiamò questa pizza, in onore della Regina, “alla Margherita“.
Nel menu della sua pizzeria, già il giorno dopo, essa troneggiava richiestissima ed al primo posto.
Era nata la pizza Margherita…
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La storia della pizza – in senso lato –
però ha origini molto più antiche.
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LE LONTANISSIME ORIGINI DELLA PIZZA
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Diversi storici ritengono che essa era presente già nell’alimentazione etrusca con forme e condimenti ovviamente molto diversi.
La pizza nasce come un piatto povero che necessita per la sua alimentazione di alimenti semplici e facilmente reperibili: farina, olio, sale e lievito.
La vera pizza però nasce a Napoli nel medioevo per cercare di rendere più saporito e condita la preesistente schiacciata di pane;
Dunque in origine è simile al pane, cotta in forni a legna e condita con aglio, strutto e sale grosso… a cui alcuni poi aggiungevano formaggio (caciocavallo) e basilico.
Bisogna dire che fu la pizza, anche nella forma più povera, a far sì che nei territori del Regno delle 2 Sicilie le popolazioni riuscissero a superare, in modo meno drammatico di altre zone, le tante diverse carestie… avvenute nel corso dei secoli (in Germania questo stesso ruolo lo ebbe la patata).
La pizza, così come oggi la conosciamo, e cioè non più simile al pane ma con impasto morbido e gustoso, appare a Napoli tra il '500 e il '600.
Era preparata a forma di disco sul quale venivano aggiunti i condimenti più diversi disponibili all’epoca…
Il definitivo trionfo della pizza moderna avviene però con la scoperta del pomodoro che, importato dal Perù solo come pianta ornamentale, rivelò poi la sua capacità di trasformarsi in una gustosa salsa…
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Solo in un momento successivo qualcuno ebbe l’idea di guarnire la pizza con la salsa… e fu… subito grande amore.
Incomincia cosi l’era della pizza moderna che partendo da Napoli si diffonde in tutto il mondodiventando uno dei cibi più amati e… mangiati… nel mondo… assumendo però poi forme, cotture… spessore… gusti e condimenti d'ogni genere.
Recentemente… il 7.12.2017… l'Unesco ha proclamato la pizza napoletana “patrimonio dell'umanità“.
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LA PIZZA IN… MUSICA
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Dopo questo breve excursus storico – pizzaiolo,
vi saluto con questa canzoncina a lei dedicata…
e fantasticamente interpretata da Aurelio Fierro
e… vado a farmi una bella… pizza.
Mi dispiace non poterla mangiare insieme a voi…
Questo, per ora, non c'è concesso nel mondo virtuale…
ma… col pensiero… forse sì.
Ciao da Orso Tony
COPYRIGHT TONY KOSPAN
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Dove gli occhi van volentieri, anche il cuore va, né il piede tarda a seguirli. Carlo Dossi
FARO' Kahlil Gibran
Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro per le tue pene. Ti amerò come le praterie amano la primavera, e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane; ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde.