
Quando il grande cinema
sposa la grande poesia…

IL POSTINO
Il film completo di stanotte, del 1994, diretto da Michael Radford e girato a Salina, è ambientato nel 1952 e tratta un periodo in cui Pablo Neruda è in esilio in un piccolo isolotto abitato da semplici pescatori analfabeti.
La storia trae origine dal romanzo di Skármeta con modifiche.
Il film ha avuto numerosissimi grandi riconoscimenti e nel 1996 il premio Oscar
I personaggi principali sono stati interpretati… Mario da Massimo Troisi, Neruda da Philippe Noiret e Beatrice da Maria Grazia Cucinotta…
UN ACCENNO ALLA TRAMA
Troisi interpreta il personaggio di Mario Ruoppolo postino del solo Neruda, dato che è l'unico dell'isola che riceve posta, e con quest'ultimo instaura un forte legame di amicizia.
Troisi riesce con la sua immensa capacità recitativa ad illustrare l'evoluzione culturale di Mario, che grazie ai dialoghi con il grande poeta pian piano riesce perfino a creare metafore.
La storia si evolve poi con l'amore di Mario per Beatrice e con la partenza di Neruda… al quale il postino resta sempre affezionato e ne segue i successi artistici e poetici in giro per il mondo.
Dopo molti anni il grande poeta torna nell'isola per ritrovare l'amico… ma…
Mi fermo qui perché la trama presenta tante sfaccettature sociali… poetiche… emozionanti ed amorose che lascio allo spettatore cogliere…
Ricordo solo che Troisi morì 12 ore dopo la fine delle riprese… e possiamo pertanto definire il film…, che, per il successo mondiale avuto, possiamo definir senz'altro un grande film, il suo testamento artistico…

Buona visione

CIAO DA TONY KOSPAN
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Una suggestiva poesia carica di passionalità spagnola.
VIENI SEMPRE, VIENI
Poesia sublime di Vicente Aleixandre
Questa poesia, pur lunghetta, la si legge tutta d’un fiato.
E’ una grande poesia d’amore
con sensibilità spagnola ed accenti di dolore…
che parla un linguaggio universale e profondo.
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Sembra che i pensieri d’amore rotolino insieme ai versi…
forti e solidi quasi assoluti…
e la passione è così intrisa di suggestioni di sangue e morte.

Se volessi paragonarla ad un’opera d’arte
mi apparirebbe più una scultura che un dipinto.

L’amore viene vissuto come immerso nell’intera natura
quasi in una visione panteistica…
(fiume stella luce astro corteccia pelle carne carbone pietra metallo labbra… etc)
Questo però è in verità uno degli elementi
più caratteristici di tutta la poetica di questo grande autore.
L’amore viene visto come immerso nell’intera natura.
Siviglia 26 4 1898 – Madrid 13 12 1984
Vicente Aleixandre,
poeta spagnolo affetto fin da giovane da grave malattia,
è stato premio Nobel per la Letteratura nel 1977.

VIENI SEMPRE, VIENI
Vicente Aleixandre
Non avvicinarti.
La tua fronte, la tua infuocata fronte, la tua accesa fronte,
le impronte di certi baci,
questo bagliore che anche di giorno si vede se t’avvicini,
questo bagliore contagioso che mi rimane in mano,
questo fiume luminoso dove immergo le braccia,
dove non oso quasi bere,
per timore poi d’una vita d’ura ornai d’astro brillante.
Non voglio che tu viva in me come vive la luce,
con questo isolamento di stella che si unisce alla sua luce,
cui l’amore è negato attraverso lo spazio
duro e azzurro che separa e non unisce,
dove ogni astro inaccessibile
è una solitudine che, gemebonda, trasmette la sua tristezza.
La solitudine scintilla nel mondo senza amore.
La vita è una vivida corteccia,
una rugosa pelle immobile
dove l’uomo non può trovare il suo riposo,
per quanto scagli i suoi sogni contro un astro spento.
Ma tu non avvicinarti.
La tua fronte sfavillante,
carbone acceso che mi strappa alla stessa coscienza,
duello sfolgorante in cui di colpo provo la tentazione di morire,
di bruciarmi le labbra con il tuo contatto indelebile,
di sentirmi la carne disfarsi contro il tuo diamante rovente.
Non avvicinarti,
perché il tuo bacio si prolunga come l’urto impossibile delle stelle,
come lo spazio che all’improvviso s’incendia,
etere propagante dove la distruzione dei mondi
è un unico cuore che totalmente s’infiamma.
Vieni, vieni, vieni
come il carbone consunto e oscuro che racchiude una morte;
vieni come la notte cieca che mi avvicina il suo volto;
vieni come le due labbra segnate dal rosso,
per quella lunga linea che fonde i metalli.
vieni, vieni, amore mio; vieni, ermetica fronte, rotondità quasi movente
che brilli come un’orbita che nelle mie braccia si estingue;
vieni come due occhi o due profonde solitudini,
come due imperiosi richiami da una profondità che non conosco.
Vieni, vieni, morte, amore: vieni subito, ti distruggerò;
vieni, che voglio ammazzare, o amare, o morire, o darti tutto;
vieni, che tu rotoli come pietra lieve,
confusa come una luna che chiede i miei raggi!
CIAO DA TONY KOSPAN
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LA TUA PAGINA DI… SOGNO?
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IL DIPLOMA DI MATURITA' CLASSICA…
DI UN… ORSO…

Direte bè… che ricordo è?
E' vero non sembra un momento davvero speciale… eppure per me fu un'incredibile avventura…
Parlo della famosa Maturità di una volta… prova davvero durissima e temutissima anche se forse anche ai giovani d'oggi la loro appare altrettanto dura…
In realtà avevo studiato poco tutto l'anno… ma in compenso avevo letto moltissimo e di tutto nella biblioteca di mio padre…
Non sto a tirarla lunga…

LO SCENARIO
Liceo classico TASSO… Salerno… fine anni 60… sezione A… classe d'élite… a parte… un piccolo orso…preparato su poche… pochissime cose scolastiche… e destinato a sicura bocciatura…
In Lingua e Letteratura Italiana conoscevo bene solo il 15° canto del Paradiso ed in Greco solo un passo centrale delle “Troiane” di Euripide… che avevo entrambi letti e studiati il giorno prima…

L'ESAME
La commissione di 6 o 7 professori era tutta schierata, con il presidente, dietro una lunga cattedra…
L'aspetto sorprendente dell'esame che ancor oggi mi fa più sorridere è che quando i professori aprirono a caso i libri si trovarono davanti proprio il 15°canto e proprio quel passo delle “Troiane” e su quelli… mi interrogarono…
Cose analoghe avvennero anche in altre materie…
Ero così sicuro poi d'esser bocciato al punto che, non avendo nulla da perdere, ero tranquillissimo
ed esponevo tutta la mia cultura (non scolastica) ampliando all'inverosimile le risposte
e portando così i professori sui ciò che meglio conoscevo… allegramente scherzando con loro
al punto che quando mi chiesero distrattamente…
“CI PARLI DELLA LUNA…”
Io risposi…
“Cari professori mi chiedete proprio la Luna…”
Il presidente della Commissione poi, nel corso dell'esame, mi chiese se conoscevo personaggi famosi col mio cognome
ed io gli elencai un poeta triestino… un enciclopedista napoletano e… me stesso.
Lui sorpreso non conosceva, ovviamente, il 3° (cioè il mio nome e cognome) e mi chiese allora chi fosse costui…
Io risposi… “Ce l'ha davanti…”
Al che ci fu un momento d'ilarità ed allegria generale.
L'esame in verità fu lunghissimo… ma poi terminò alla grande…

L'ESITO
Ebbi alla fine nel sapermi MATURO un'eccitazione gioiosa davvero incredibile… anche fisica…
per la bella avventura capitatami…
Ero con mia grande sorpresa entrato davvero nel mondo degli adulti…
Incominciava un'altra storia delle tante storie di ogni vita… per me quella Universitaria…

L'Orso di… allora…
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L’AMICIZIA
~ Susanna Tamaro ~
L’amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere
perchè dà ricchezza, emozioni, complicità
e perchè è assolutamente gratuita.
Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie,
si costruisce una sorta di intimità;
si può camminare accanto e crescere insieme
pur percorrendo strade differenti,
pur essendo distanti, come noi due,
centinaia di migliaia di chilometri.
PENSO CHE ANCHE NOI,
CHE VIVIAMO QUI
L'AMICIZIA IN MODO VIRTUALE…,
NON POSSIAMO NON ESSER D’ACCORDO…
MA VOI… COSA NE PENSATE?

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