
PARLARE
P. Eluard
Parlare…
senza avere niente da dire
comunicare
in silenzio
i bisogni dell'anima
dar voce
alle rughe del volto
alle ciglia degli occhi
agli angoli della bocca
parlare
tenendosi per mano
tacere…
tenendosi per mano….



by Tony Kospan
Poesie…
un altro modo di viverle
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“Se potessi avere mille lire al mese”
cantava Umberto Melnati
nel film omonimo…
– Mille lire al mese – del 1939
MILLE LIRE AL MESE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
Alida Valli nel film
La canzone ebbe gran successo…
Successo che è poi proseguito
fino ai nostri giorni…
Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente…
1000 lire al mese…
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non ci bastano affatto
nemmeno 1000 euro al mese… 
Questa qui giù è l'ultima versione della banconota
di mille lire prima dell'avvento dell'euro..
Ora alcune immagini di quell'anno
per assaporarne l'atmosfera…
Oggi questa canzone rimane
simpatico e storico simbolo
dell’aspirazione… dell’italiano medio…
ad una vita di tranquillo… benessere…
Ascoltiamola… ora qui nella versione originale
cantata da Natalino Otto potendo nel contempo
leggere il testo…
Se si vuole… possiamo ascoltarla anche qui…
in questo video… dove vi sono
anche bellissime immagini di quel tempo…
e… della mitica… Mille Lire…
Ciao da Tony Kospan




LA TUA PAGINA… DI SOGNO
SU FACEBOOK…?
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Shakespeare sarebbe nato e morto il 23 aprile (1564 e 1616)
e dunque oggi in pratica ricorrerebbe un doppio anniversario.
In verità la biografia del sommo William
che sarebbe nato e morto il 23 aprile…
a Stratford-upon-Avon è molto controversa….
(William Shakespeare – Stratford-on-Avon, 23 aprile 1564 – idem, 1616)
Sia reale o meno questa coincidenza…
poco importa,
e ritengo dunque doveroso rendere un modesto omaggio
alla sua grandissima… genialità… poetica e teatrale…
con due sue poesie ed un video da… GIULIETTA E ROMEO
Alexandre Cabanel 1823-1889 – Ophelia 1883
IL MIO OCCHIO SI E’ FATTO PITTORE
William Shakespeare
Il mio occhio si è fatto pittore e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è tenuta,
e, fatta in prospettiva, essa è la migliore arte del pittore:
perché attraverso il pittore devi vedere la sua maestria,
per scoprire dove sia la tua fedele immagine dipinta,
che sempre pende nella bottega del mio petto,
nelle cui finestre si specchia il vetro dei tuoi occhi.
Ora vedi che bei servigi gli occhi hanno reso agli occhi:
i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare, per ammirare, là dentro, te.
Ma agli occhi manca l’abilità che dia grazia alla loro arte:
ritraggono solo ciò che vedono, non conoscono il cuore.

TU SEI PER LA MIA MENTE
William Shakespeare
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita.
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace, combatto la stessa guerra
che conduce un avaro, per accumular ricchezza.
Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo,
roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima, voglioso di restare solo con te,
poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.
Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo,
subito dopo, affamato di una tua occhiata.
Non possiedo, nè perseguo alcun piacere,
se non ciò che ho da te, o da te io posso avere.
Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà,
di tutto ghiotto, e d'ogni cosa privo.
William Hogarth – Falstaff
In questo video infine, la famosa scena* del balcone,
tratta da una delle sue opere più note,
e certo più amate,
GIULIETTA E ROMEO…
* dal film di Zefffirelli
Ciao da Tony Kospan
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LA SCULTURA… LA STORIA… IL RITROVAMENTO
E LE PAROLE DI UNO SCRITTORE… INNAMORATO
LA VENERE LANDOLINA
La Venere Landolina è una scultura marmorea, copia romana di un originale greco della prima metà del I secolo a.C., conservata nel Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.(wikipedia)
E' molto nota per alcune caratteristiche che la rendono quasi unica nel panorama delle sculture dell'antichità… e per questo è molto amata ed attira visitatori da ogni dove…
La dea è raffigurata mentre sta per denudarsi prima del bagno.
Il nudo opulento e sensuale è messo in risalto dal ricco panneggio e dal gesto pudico della mano che copre il pube.
La statua è acefala e priva dell'avambraccio destro, che originariamente copriva il seno.
A sinistra della figura è un delfino acefalo che evoca le acque marine da cui nacque Afrodite.
L'originale fu realizzato probabilmente da scultori greci della scuola rodio-asiatica o scolpito da maestranze greche nella stessa città di Siracusa.
La statua dell’Afrodite fu rinvenuta a Siracusa nell'Orto Bonavia, poi Giardino Spagna, il 7 gennaio 1804 dal Saverio Landolina, Regio Custode delle Antichità di Val Demone e Val di Noto. (dal sito Siracusani famosi).
Questo spiega con chiarezza il perché del nome “Landolina”…

Saverio Landolina
Bella quest'altra lettura dell'opera…
Pudica perché colta nell'atto di coprirsi, ma anche sfacciatamente seduttiva per l'aprirsi al vento della veste e per la fremente verità del suo corpo di donna, la Venere Landolina di Siracusa racconta la metamorfosi dell'immagine distante di una dea nelle forme attraenti della natura femminile. (Roberta Schenal*)
*esperta d'arte antica ed in particolare di opere della Magna grecia.

Ma veniamo alla descrizione che ci dona lo scrittore Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques, 5 agosto 1850 – Parigi, 6 luglio 1893) scrittore, drammaturgo e poeta francese, nonché gran viaggiatore ed uno dei padri del racconto moderno che ne era profondamente “innamorato” (« Fu probabilmente lei che mi decise ad intraprendere il viaggio; parlavo di lei e la sognavo in ogni istante, prima ancora di averla vista. […] è la donna così com’è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. […]. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. » GdM – wikipedia).

VENERE LANDOLINA O ANADIOMENE
Guy de Maupassant
Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo una sala, bella come l'avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa. Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina e maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale come è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E' prosperosa, col seno florido, l'anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede , in piedi, è naturale immaginarla coricata. Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela,che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.
Il marmo è vivo. ……. La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne……..è l'espressione perfetta della bellezza esuberante, sana e semplice……Non ha la testa! E che importa? Il simbolo ne è uscito più completo. E' un corpo di donna che esprime tutta la reale poesia della carezza……La figura di marmo che ho veduto a Siracusa è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico: è la donna che copre e rivela a un tempo lo stupefacente mistero della vita.
Guy de Maupassant
CIAO DA TONY KOSPAN
fonti: vari siti web – coordinam. e impaginaz. t.k.

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