Archivio per 18 aprile 2012

TU NON DORMI – JIMENEZ – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 

 

 

 

 

TU NON DORMI. IO NON DORMO

Jimenez
 

 

Tu non dormi. No. Io non dormo.

Stiamo parlando sotto le stelle.

 

Siamo qui, due rose meditabonde

nella pace della terra.

 

 

 

 

 

 

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da

 TONY KOSPAN

 

 

 

 

 

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Pubblicato 18 aprile 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

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IL MITO DI PERSEO E DEL PEGASO ALATO – STORIA SIGNIFICATO E VIDEO   Leave a comment

 

 

Riportar alla nostra memoria i miti classici

che tanta importanza hanno avuto

nella storia e nell'evoluzione della cultura umana

ritengo che non possa che farci bene…

 

In questo post la storia ed il significato

del mito di Perseo e del Cavallo (Pegaso) Alato…

 

 

 

 

 
 
 
IL MITO DI PERSEO
E DEL PEGASO ALATO

 

 

Leggiamo il post ascoltando, se ci va, una musica new age

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MITO

 

 

Perseo affronta e decapita Medusa, una delle Gorgoni, (mostri marini il cui nome proviene dal greco gorgós=spaventoso) guardandola riflessa nello specchio donatogli da Atena per non rimanere pietrificato dal suo sguardo.

Le Gòrgoni erano tre: due erano immortali, Steno ed Euriale: la terza, invece, Medusa non aveva questo dono; e quest'ultima Pèrseo doveva affrontare e uccidere.

Esse erano dotate di sorprendente bellezza.

 

 

 

 

Minerva, per vendetta, aveva mutata la chioma di Medusa in un orribile groviglio di serpi, dando agli occhi di lei il potere di render di pietra quelli ch'essa guardasse.

Perseo viene avvertito del pericolo, ma è aiutato dallo scudo donatogli dalla déa che permette di osservare medusa senza rifletterne l’immagine e da una falce adamantina donatogli da Hermes (Mercurio) per decapitare Medusa.

 

 

Caravaggio – Testa di Medusa

 

 

 

Dal collo decapitato di Medusa esce il cavallo alato Pegaso che ella aveva concepito con Posidone, ma che a causa del suo odio non era capace di darlo alla luce.

Il nome Pegaso viene dalla parola greca pegai, che significa “sorgenti” o “acque”.

 

 

 

 

 

 

 

Pegaso, il cavallo alato aiutò Pegaso a liberare Andromeda da un mostro marino,  fu determinante anche nell'impresa di Bellerefonte contro la Chimera.

Alla fine delle sue vicende, Pegaso si trasforma nell'omonima costellazione.

 

 

Giambattista Tiepolo – Bellerofonte su Pegaso uccide la Chimera (partic.)

 

 

Mentre nel mito greco la figura del cavallo alato è espressa attraverso Pegaso, nella cultura orientale, la stessa figura si ritrova nell'immagine dell'ippogrifo. 

Benvenuto Cellini ha lasciato un ritratto della Gorgona nel famoso bronzo del Pèrseo che si ammira a Firenze, nella Loggia dei Lanzi.

Dante Alighieri nel IX canto dell’inferno (51-57) si esprime così: ” Volgiti indietro, e tien lo viso chiuso: che se il Gorgon si mostra, e tu il vedessi, nulla sarebbe del tornar mai suso”. 

 

 

 

 

 

 

 

IL SIGNIFICATO

 

 

Il messaggio che ci trasmette il mito è che, per non soccombere rispetto all'energia pietrificante, che coagula (che è quella sessuale) e alle paure inconsce, non bisogna lottare direttamente (Perseo non deve incrociare lo sguardo di Medusa) ma serve la riflessione (il riflesso dello specchio), la conoscenza della natura superiore ed inferiore (Jung direbbe l'ombra) e così possono essere superate le prove al fine di liberare infine sé stesso come il Pegaso alato.

I miti anche oggi sono presenti dappertutto nella vita quotidiana, si pensi ad esempio che il Pegaso alato è lo stemma della Regione Toscana:

“Pegaso è il protagonista – insieme a Perseo e Bellerofonte – di uno dei miti più amati e longevi della civiltà occidentale.

 Insieme agli altri due personaggi rappresenta l'eroe che costruisce la pace, combatte il caos e il male e propone valori positivi”.

Si potrebbero fare tanti altri esempi del genere.

 

 

 

 

 

IL VIDEO

  

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

– TESTO DAL WEB (NON MI E' STATO POSSIBILE VERFICARNE L'AUTORE)

– IMPAGINAZIONE E COORDINAMENTO T.K.

 

 

 

 

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LA SPADA NELLA ROCCIA – LA LEGGENDA E’ REALTA’! – II PARTE   Leave a comment




Molti pensano che si tratti solo di una leggenda medievale
ma la spada nella roccia la possiamo ammirare davvero
ed è in Italia nell'Abbazia di San Galgano.








“Un Cavaliere è devoto al valore,
il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi,
la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità,
la sua ira si abbatte sui malvagi.”








LA SPADA NELLA ROCCIA
– LA LEGGENDA E'… REALTA' –




Ma andiamo con ordine.
Tra le tante leggende quella di Re Artù è sicuramente una delle più affascinanti.
Tanti sono i personaggi e le storie che ruotano intorno al Re, nato, secondo la leggenda, grazie ad un incantesimo di Merlino.
Il mago permise infatti a Uther Pendragon, re di Britannia, di giacere con la bella Igerna, trasformando i suoi lineamenti in quelli del marito di lei.






La spada nella roccia di San Galgano



Merlino pretese che, in cambio dell’incantesimo, Re Uther gli consegnasse il bambino non appena fosse nato. 
Al momento della nascita, Merlino reclamò il neonato e lo affidò ad una famiglia per allevarlo. 
Ma il mago aveva grandi progetti per il piccolo, che infatti, apparentemente per caso divenne Re di Britannia, dopo essere riuscito a estrarre la Spada nella Roccia. 
Fin qui la leggenda arturiana, ma la leggenda della spada nella roccia si intreccia in maniera decisamente affascinante con la realtà, e per l’esattezza con una realtà tutta italiana.
Siamo nella Toscana del XII secolo, poco lontani da Siena, in un paesino chiamato Chiusdino. 
Qui, nel 1148, nasce Galgano Guidotti. 
La cavalleria lo affascina al punto che, dopo una prima visione di San Michele, decide di diventare egli stesso un cavaliere, e la sua vita viene segnata da un comportamento libertino e dissoluto. 
I suoi genitori avevano per lungo tempo atteso l’arrivo di un figlio, tanto da recarsi in pellegrinaggio verso la Basilica di San Michele sul Monte Gargano in Puglia, (da qui forse il nome del santo).
Ma si abbandonano allo sconforto per i suoi comportamenti. 
Il destino ha, però, riservato loro una sorpresa.





Un’antica immagine raffigurante Galgano e la sua spada nella roccia




Galgano, dopo una seconda visione di San Michele, si interroga sulla sua vita e decide di dedicare i suoi anni a venire a Dio e di vivere come un eremita.
Impugnata la sua spada, la conficca in una roccia, e davanti all’elsa, che si erge come una croce, egli pregherà (una variante della storia narra che fu lo stesso San Michele a conficcare la spada).
Era il 1180 e l’intero anno successivo viene segnato dai miracoli di Galgano, che muore di stenti nel 1181. 
La sua beatificazione avviene in soli 3 giorni e nel 1185 papa Urbano III lo proclama Santo.
Di lui rimane solo il teschio, conservato nella chiesa di Chiusdino, da cui si racconta crescessero capelli biondi, tanto da nominare San Galgano protettore dei calvi.
Il resto del corpo non è mai stato trovato, sebbene alcuni testi indichino come luogo di sepoltura l’area intorno alla spada.
Sul luogo è stata poi costruita una chiesetta, con una particolare volta dipinta con cerchi concentrici bianchi e neri.






Si potrebbe pensare ad una variazione della leggenda Arturiana, ma c’è una testimonianza incontestabile: la spada è ancora oggi conficcata nella roccia.
E su questo mistero sono iniziate le indagini di alcuni ricercatori delle Università di Pavia, Milano, Padova e Siena.
I risultati hanno confermato che l’elsa che emerge dalla roccia appartiene a una intera spada realmente conficcata nella roccia. 
Le ricerche hanno anche permesso di datare con precisione la chiesa e alcuni resti ossei trovati in una piccola scatola, anche se purtroppo i risultati non sono stati resi pubblici.
La cronologia degli eventi, e delle diverse opere che hanno reso celebre Re Artù, testimoniano come in realtà si potrebbe vedere in Galgano un vero e proprio ispiratore del famoso ciclo Arturiano.
Lo stesso nome Galgano pare sia stato mutato in Galvano, uno dei cavalieri della tavola rotonda. 
Il ciclo Arturiano inoltre risale alla fine del XII secolo, esattamente dopo la morte del santo senese.





I resti dell’Abbazia di San Galgano 




Se ci si fa trasportare dalla leggenda non si può ignorare uno dei sogni fatti da Galgano, in cui egli incontrò Gesù e i dodici Apostoli seduti intorno ad una tavola rotonda e vide il Santo Graal.
Coincidenze si potrebbe dire, ma è facile cedere al fascino dei miti celtici e ambientazioni medievali che fanno da sfondo alla storia e di Galgano. 
A poca distanza dalla collinetta su cui sorge la chiesetta, infatti, si trovano i resti di un’antica abbazia cistercense, ormai senza tetto, a causa del crollo del campanile, e con un prato al posto del pavimento.
Un paesaggio che sembra essere tratto dalle più antiche e famose leggende dei cavalieri medievali, un luogo quasi magico in cui circa 750 anni fa si svolsero eventi straordinari.


TESTO DI GIANLUCA MARRAS 


C O N T I N U A




     
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
 









L’AMORE E L’AMICIZIA – E. BRONTE – FELICE MERCOLEDI’ IN POESIA ARTE E…   Leave a comment

 
 
 

  Albert Lynch – Signora elegante

 

 

 

 

 

 
 
L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo:
problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.
Kafka
 

 

 

 

Albert Lynch – Donna che coglie fiori
 
 
 
 
 
L'AMORE E L'AMICIZIA

Emily Bronte

 

L'amore è simile alla rosa di macchia,

l'amicizia assomiglia all'agrifoglio:

l'agrifoglio è scuro quando la rosa fiorisce,

ma chi è più costante nella fioritura?

 

La rosa di macchia è odorosa in primavera,

i suoi fiori estivi profumano l'aria;

ma aspetta che torni l'inverno:

chi si ricorderà della rosa di macchia?

 

Disprezza allora l'inutile corona di rose

e ricopriti della lucentezza dell'agrifoglio

che quando dicembre rattrista la tua fronte

ancora sa mantener verde la tua ghirlanda.

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

da Orso Tony

 

 

 

 

 

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