LA COMPETIZIONE E… NOI…
La competizione ha sempre un obiettivo… una meta da raggiungere… una vittoria da conseguire.
Il termine “competizione”, nel mondo moderno, ha avuto un’evoluzione verso un significato negativo per alcuni.
Per la precisione… per quelli che danno maggior valore alla serenità ed al benessere interiore… ed ai quali non interessa primeggiare.
Per altri, invece, essa ha un enorme significato positivo.
Sono quelli che danno maggior valore al desiderio di primeggiare… anzi ne sentono un'assoluta necessità per soddisfare il proprio Ego.
Essi ritengono che nella vita bisogna continuamente “battere” gli altri, superarli… in qualunque campo (e spesso in qualunque modo).
Se questa è la situazione, soprattutto nel mondo occidentale, espongo una mia piccola riflessione sul punto.
UNA MIA CONSIDERAZIONE
Come sempre la cosa migliore sta nel mezzo… IN MEDIO STAT VIRTUS.
E’ errato vivere solo per competere.
E’ errato evitare sempre di competere.
La competizione ritengo sia necessaria soprattutto (o solo) per raggiungere l’obbiettivo di una vita degna d’essere vissuta.
Ciò però non deve avvenire a scapito di altri e senza danneggiare alcuno.
Essa quindi deve essere strumento di conoscenza, studio, tecnica, approfondimento ed accompagnata dalla perseveranza per raggiungere la meta.
A mio parere dunque non dobbiamo mai dimenticare, che, soddisfatti i nostri bisogni primari, nuove sfide possono esserci certo ma solo come optional ed evitando un'esasperante e continuo tentativo di superare gli altri.
L'ideale sarebbe, come ci insegna la saggezza e la filosofia orientale, (ma spesso non è facile) godere con calma del risultato raggiunto.
E voi cosa ne pensate?
Tony Kospan
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– COM'E' POSSIBILE
CHE PROPRIO LA CARTA DA VOI SCELTA…
PROPRIO QUELLA… SCOMPARE?

– CLASSICISSIMO GIOCO DI MAGIA VIRTUALE!!! –
Questo gioco ha avuto un enorme successo
nel web… qualche anno fa…
appassionando ed incuriosendo tantissimi…

Ma… non è proprio magia…
magia segreta… 
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Suvvia… scopriamo il trucco (non difficile)
con un colpo di… fantasia!

Chi non lo scopre
può dirmelo ed io glielo rivelerò…
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Purtroppo il sito che aveva una bellissima grafica
di questo gioco… è ahimè scomparso…
ma anche questo è comunque in grado
di farci giocare e di far scomparire la nostra carta!
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Giochiamo e proviamo… a scoprire il trucco!


Buon divertimento…
Ciao da Tony Kospan
PSICHE E SOGNO
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Molti pensano che si tratti solo di una leggenda medievale
ma la spada nella roccia la possiamo ammirare davvero
ed è in Italia nell'Abbazia di San Galgano.
“Un Cavaliere è devoto al valore,
il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi,
la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità,
la sua ira si abbatte sui malvagi.”
LA SPADA NELLA ROCCIA
– LA LEGGENDA E'… REALTA' –
Ma andiamo con ordine.
Tra le tante leggende quella di Re Artù è sicuramente una delle più affascinanti.
Tanti sono i personaggi e le storie che ruotano intorno al Re, nato, secondo la leggenda, grazie ad un incantesimo di Merlino.
Il mago permise infatti a Uther Pendragon, re di Britannia, di giacere con la bella Igerna, trasformando i suoi lineamenti in quelli del marito di lei.
La spada nella roccia di San Galgano
Merlino pretese che, in cambio dell’incantesimo, Re Uther gli consegnasse il bambino non appena fosse nato.
Al momento della nascita, Merlino reclamò il neonato e lo affidò ad una famiglia per allevarlo.
Ma il mago aveva grandi progetti per il piccolo, che infatti, apparentemente per caso divenne Re di Britannia, dopo essere riuscito a estrarre la Spada nella Roccia.
Fin qui la leggenda arturiana, ma la leggenda della spada nella roccia si intreccia in maniera decisamente affascinante con la realtà, e per l’esattezza con una realtà tutta italiana.
Siamo nella Toscana del XII secolo, poco lontani da Siena, in un paesino chiamato Chiusdino.
Qui, nel 1148, nasce Galgano Guidotti.
La cavalleria lo affascina al punto che, dopo una prima visione di San Michele, decide di diventare egli stesso un cavaliere, e la sua vita viene segnata da un comportamento libertino e dissoluto.
I suoi genitori avevano per lungo tempo atteso l’arrivo di un figlio, tanto da recarsi in pellegrinaggio verso la Basilica di San Michele sul Monte Gargano in Puglia, (da qui forse il nome del santo).
Ma si abbandonano allo sconforto per i suoi comportamenti.
Il destino ha, però, riservato loro una sorpresa.
Un’antica immagine raffigurante Galgano e la sua spada nella roccia
Galgano, dopo una seconda visione di San Michele, si interroga sulla sua vita e decide di dedicare i suoi anni a venire a Dio e di vivere come un eremita.
Impugnata la sua spada, la conficca in una roccia, e davanti all’elsa, che si erge come una croce, egli pregherà (una variante della storia narra che fu lo stesso San Michele a conficcare la spada).
Era il 1180 e l’intero anno successivo viene segnato dai miracoli di Galgano, che muore di stenti nel 1181.
La sua beatificazione avviene in soli 3 giorni e nel 1185 papa Urbano III lo proclama Santo.
Di lui rimane solo il teschio, conservato nella chiesa di Chiusdino, da cui si racconta crescessero capelli biondi, tanto da nominare San Galgano protettore dei calvi.
Il resto del corpo non è mai stato trovato, sebbene alcuni testi indichino come luogo di sepoltura l’area intorno alla spada.
Sul luogo è stata poi costruita una chiesetta, con una particolare volta dipinta con cerchi concentrici bianchi e neri.
Si potrebbe pensare ad una variazione della leggenda Arturiana, ma c’è una testimonianza incontestabile: la spada è ancora oggi conficcata nella roccia.
E su questo mistero sono iniziate le indagini di alcuni ricercatori delle Università di Pavia, Milano, Padova e Siena.
I risultati hanno confermato che l’elsa che emerge dalla roccia appartiene a una intera spada realmente conficcata nella roccia.
Le ricerche hanno anche permesso di datare con precisione la chiesa e alcuni resti ossei trovati in una piccola scatola, anche se purtroppo i risultati non sono stati resi pubblici.
La cronologia degli eventi, e delle diverse opere che hanno reso celebre Re Artù, testimoniano come in realtà si potrebbe vedere in Galgano un vero e proprio ispiratore del famoso ciclo Arturiano.
Lo stesso nome Galgano pare sia stato mutato in Galvano, uno dei cavalieri della tavola rotonda.
Il ciclo Arturiano inoltre risale alla fine del XII secolo, esattamente dopo la morte del santo senese.
I resti dell’Abbazia di San Galgano
Se ci si fa trasportare dalla leggenda non si può ignorare uno dei sogni fatti da Galgano, in cui egli incontrò Gesù e i dodici Apostoli seduti intorno ad una tavola rotonda e vide il Santo Graal.
Coincidenze si potrebbe dire, ma è facile cedere al fascino dei miti celtici e ambientazioni medievali che fanno da sfondo alla storia e di Galgano.
A poca distanza dalla collinetta su cui sorge la chiesetta, infatti, si trovano i resti di un’antica abbazia cistercense, ormai senza tetto, a causa del crollo del campanile, e con un prato al posto del pavimento.
Un paesaggio che sembra essere tratto dalle più antiche e famose leggende dei cavalieri medievali, un luogo quasi magico in cui circa 750 anni fa si svolsero eventi straordinari.
TESTO DI GIANLUCA MARRAS
C O N T I N U A
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Magritte – La grande famiglia
LA GRANDE FAMIGLIA
Tony Kospan
Ogni volta che un uomo
ad un altr’uomo reca danno
senz’onesto motivo…
Ogni volta che un uomo
al fratello animale reca danno
senz’onesto motivo…
Ogni volta che un uomo
a mamma natura reca danno
senz’onesto motivo…
io sto male…
perché il danno anche a me
egli ha arrecato.
Non siamo fatti
della stessa materia?
Non siamo creati
dalla stessa mano?
Non siamo forse elementi
della stessa realtà?
Non sentiamo d’esser molecole
d’un unico cosmico corpo?
Non recitiamo un’unica commedia,
seppur con diverse parti,
sullo stesso palcoscenico?
Non suoniamo tutti insieme
la musica delle stelle?
Perché dunque esser nemici
infine anche a se stessi?
Non è meglio godere
dell’unanime abbraccio
d’ogni membro,
comunque composto,
della grande famiglia
dell’assoluto Universo?
Ogni volta che un uomo…
A questa mia poesia l'amica Giovanna
ha voluto dedicare il video qui giù davvero molto bello.
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Magritte – La grande famiglia
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