Nel fantastico immenso mondo della poesia…
non manca un genere criptico… arcano…
Questa è, a mio parere, ma non solo,
una poesia di questo genere…
per la evidente presenza di aspetti simbolici
e di significati arcani che cercherò
(anche col vostro aiuto… se vi va)
d'iniziar a decifrare….

L'analisi che propongo qui,
si rifà anche a quelle ascoltate qualche anno fa,
nella trasmissione televisiva notturna di Gabriele La Porta…
INCONSCIO E MAGIA…
ormai scomparsa… e tanto rimpianta…

La vergine in questione è la compagna…
la donna vicina al cuore… ma anche la grande madre…
vista nella sua essenza ideale…. ma nel contempo…
duale… (duplice)
“La sete e l’acqua”.
Ma non basta… la vergine a cui si rivolge…
rappresenta qui… anche il Fato… (il destino)
con il suo misterioso futuro…

La verginità di cui parla è poi anche constatazione che,
sia per l’uomo che per la donna,
quando ci si trova dinanzi ad un nuovo vero grande amore…
le emozioni che si vivono nel nuovo rapporto
appaiono sempre… una vera nuova prima volta…
Ma ora leggiamola…
UN MISTERO NEGLI OCCHI
Antonio Machado
Vergine altera, mia compagna, t’arde
un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore è questa luce
eterna della tua nera faretra.
Con me verrai finché proietti un’ombra
il corpo e resti ai miei sandali arena.
– La sete o l’acqua sei sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera, mia compagna.
Antonio Machado
Vergine altera, mia compagna, t’arde
un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore è questa luce
eterna della tua nera faretra.
Con me verrai finché proietti un’ombra
il corpo e resti ai miei sandali arena.
– La sete o l’acqua sei sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera, mia compagna.

Ma voi cosa ne pensate?
L'autore è un grande poeta spagnolo
vissuto a cavallo tra l'800 ed il '900.

(Siviglia 26 7 1875 – Collioure 22 2 1939)
Ciao da Tony Kospan
è sia la sete che l’acqua!
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Chiede se nella sua vita lei rappresenti la sete insoddisfatta di amore o l’acqua della vita procreatrice, ovvero se vivranno per sempre insieme formando una famiglia con figli.
…………. così la leggo, altrimenti vale l’aneddoto di Dalì, …. chiedete al mio critico, lui sa spiegarvi tutto.
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