Archivio per 12 marzo 2012
IL GIORNO IDEALE – BRAMANTI – BUONANOTTE IN MINIPOESIA 2 comments
LIRICHE D’AMORE DALL’ANTICO EGITTO – STANZA PRIMA Leave a comment

new age
STANZA PRIMA (uomo)
L’unica, l’amata, la senza pari,
la più bella di tutte,
guardala,
è come la stella fulgente
all’inizio di una bella annata.
Lei, che splende di perfezione,
che raggia di pelle,
con gli occhi belli quando guardano,
con le labbra dolci quando parlano,
per la quale non c’è discorso superfluo;
lei, che lungo ha il collo,
il petto luminoso,
con una chioma di vero lapislazzuli,
le cui braccia superano lo splendore dell’oro,
le cui dita sono come calici di loto;
lei, che ha languide le reni,
strette le anche,
le cui gambe difendono la bellezza,
il cui passo è pieno di nobiltà
quando posa i piedi sul suolo,
con il suo abbraccio mi prende il cuore.
Essa fa che il collo di tutti gli uomini
si giri per guardarla.
Ognuno ch’essa abbraccia è felice,
si sente il primo degli uomini.
Quando esce dalla sua casa,
si pensa di vedere Colei che è unica.
(colei che è unica è epiteto di Hathor, ndt)
Scritti raccolti da Danny Fan – impagin. t.k.
– continua –
MASCHI E FEMMINE – RECIPROCHE INCOMPRENSIONI PER SORRIDERE Leave a comment




Se sei tenera con loro…. sei una stupidina.
Se non lo sei… sei un insensibile.
Se non ti curi del tuo aspetto… sei trasandata.
Se ti curi troppo… vuoi far la civetta con un altro.
Se lavori (e guadagni più di loro)… si incavolano.
Se paghi tu…. si sentono sminuiti.
Se non ci vai… non li ami.
Se la fai tu… è perché sei andata a letto con il capo.
Se tu esci con altri… sei infedele.
Se esci con un miliardario… sei un’interessata.
Se tu a 30 anni non sei sposata… ormai hai perso il treno.
Se lo sono loro… poverini, non li capisci!
Se sei bella e intelligente… ti temono.
Se te ne vai e li prendi a calci… non hai pazienza.
Se l’amante è il tuo… sei una puttana!
Se lo fai tu… è perché hai bisogno che ti facciano il favoretto…
Se lo sei tu… hai di sicuro le mestruazioni!


VOGLIO UN AMORE DOLOROSO – D’ANNUNZIO – POESIA SUBLIME 3 comments



che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia della morte) e senza mutamento.
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.

Ciao da Tony Kospan





LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI – ARTE STORIA PERSONAGGI E SEGRETI Leave a comment


Esaminiamone i segreti ascoltando, se ci va,
questo Can Can
testimonianza della gioia di vivere che il dipinto emana…
E' il capolavoro di Renoir
LA STORIA DEL DIPINTO
Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!
Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.
Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.
Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.
Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.
La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.
I PERSONAGGI RAPPRESENTATI NEL DIPINTO
Iniziamo ad identificarli…
Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia
e sua figlia, la bella Alphonsine (3)… col cappello ed appoggiata alla balaustra;
L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origina russa finanziatorie degli impressionsiti;
L’uomo a tavola, con il cappello rotondo, girato verso la figlia del proprietario è il barone Barbier (4), che aiutò a raccogliere tutti gli amici che appaiono nel ritratto;
La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente… ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;
A sinistra, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo,
accanto a Paul Lhote (12), un uomo miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13), amicissimo di Renoir;
Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;
Alle loro spalle e chinato verso di loro c’è il giornalista Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.
Sulla sinistra c’è una giovane donna in posa molto naturale (carinissima con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.

Il colore
I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore
.
La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.
La composizione
Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.
L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.
Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.
La pennellata





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A VOLTE – GUILLEN – FELICE INIZIO DI SETTIMANA IN POESIA E… 1 comment
Joseph Bernard – Nel giardino delle rose
Vivere è la cosa più rara del mondo:
i più, esistono solamente
Oscar Wilde
A V O L T E – Nicolas Guillén –
A volte ho voglia di essere goffo per dirle: L'amo alla follia A volte ho voglia di essere sciocco per gridarle: L'amo tanto! A volte ho voglia di essere un bambino per piangere rannicchiato nel suo seno. A volte ho voglia di essere morto per sentire, sotto la terra umida dei miei succhi, un fiore che mi cresce e mi erompe dal petto un fiore, e dirLe: questo fiore è per Lei!
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