LE TRE PAROLE PIU' STRANE
Wislawa Szymborska
Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.
a tutti
da Tony Kospan

ARTE MUSICA POESIA ETC…
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GRANDE POESIA… DI E… SUL… SOGNO
Questa poesia l'ho conosciuta
grazie ad un’amica di Psiche…
BARCHE DI CARTA
Tagore…
E’ a mio parere una poesia che…
letteralmente “naviga”… proprio nel sogno…
con una dolcezza ed un’intensità davvero uniche…
E’ una poesia affascinante
ed un vero e proprio inno… al Sogno…
che come saprete… anche dal titolo del mio blog…
è per me non solo un amico fedele…
ma anche capace, col suo aiuto,
di farci superare i momenti difficili…
che comunque ahimé non mancano…
nella vita di noi tutti.
(Calcutta, 6 maggio 1861 – Santiniketan, 7 agosto 1941)
E davvero non sono mancate, eccome…,
e… tremende le sventure…
nella vita di questo grandissimo poeta indiano…
E' stata comunque davvero ammirabile
la sua capacità di metabolizzare,
senza perdere mai il suo amore per la vita,
le grandi tragedie che l'hanno colpito
grazie ad una grandissima forza d'animo
e forse aiutato dalla luce sublime
del suo stupendo mondo poetico.

(musica new age)
BARCHE DI CARTA
Tagore
Ogni giorno faccio galleggiare
le mie barche di carta a una a una
giù per la corrente del fiume.
Su di esse scrivo il mio nome
e il nome del villaggio dove vivo
in grandi lettere nere.
Io spero che un giorno qualcuno
in qualche paese straniero
le trovi, e sappia chi sono.
Carico le mie barchette con fiori
di shiuli, colti dal nostro giardino,
e spero che quei fiori del mattino
sian portati nel paese della notte.
Io varo le mie barchette di carta
e osservo nel cielo le nuvolette
che spiegano le loro bianche vele.
Non so quale mio compagno di giochi
su in cielo le mandi giù per l’aria
a gareggiare con le mie barchette!
Quando scende la notte affondo la faccia
nelle braccia, e comincio a sognare
che le mie barchette di carta
galleggiano sotto le stelle.
In esse viaggian le fate del sonno,
e il carico è cesti pieni di sogni.
E voi… sì voi…
cosa ne pensate?
Tony Kospan
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE
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La città della Mesopotamia assediata e distrutta
da una pioggia di palle d'argilla e di materiale incendiario
Hamoukar, Siria, 5.500 anni fa
la battaglia più antica della Storia
Ma ancora non si sa ancora da chi venne attaccata
di LUIGI BIGNAMI
Le armi di pietra
LA BATTAGLIA PIU' ANTICA DELLA STORIA
FORSE fu la prima guerra – o comunque tra le prime – che l'umanità combattè in modo organizzato e che causò la distruzione di una città sotto il “fuoco” di palle di argilla e materiale incendiario.
Le testimonianze di quell'evento sono venute alla luce in Siria, là dove un tempo si estendeva la Mesopotamia.
La città si chiama Hamoukar.
La battaglia che la mise sotto assedio e la distrusse si svolse circa 3.500 anni prima di Cristo.

Scavi di Hamoukar
La scoperta è stata realizzata dall’Oriental Institute dell’Università di Chicago e dal Dipartimento delle Antichità della Siria. Hamoukar era un centro dove si costruivano manufatti in ossidiana (una roccia derivata da lave vulcaniche) forse già 4.500 anni prima di Cristo (una delle città più antiche mai costruite dall’umanità) e questo le diede una certa prosperità.
Si trova nel nord est della Siria a meno di 10 chilometri dal confine con l’Iraq, ma ovviamente a quel tempo questi confini non avevano alcun valore.

Il lavoro dei ricercatori era quello di capire quale fosse il ruolo delle città di quest’area che fino ad oggi si pensava ricoprissero un posizione periferica rispetto a quelle presenti nel sud dell’Iraq, che erano ancor più antiche e potenti e che alcune si erano riunite in imperi. Le ricerche, ancora in corso, hanno dimostrato che anche quelle siriane, invece, avevano un ruolo culturale e spesso anche economico molto importante, tant’è che con esse si era aperto un vero e proprio commercio che a volte aveva portato anche a conflitti di una certa intensità.

Spiega Clemens Reichel dell’Università di Chicago: “Ciò che accadeva nelle città del nord non può essere spiegato come semplice espansione delle culture del sud dell’Iraq, ma che al loro interno si è avuto una propria evoluzione culturale”. Le città portate alla luce fino ad oggi, come Tell Brak, Habuba Kabira e la stessa Hamoukar erano molto più grandi e più antiche di quanto ci si aspettava e lo dimostrerebbe anche l’industria dell’ossidiana sorta a Hamoukar. Le ricerche in quest’ultima città sono attive dal 1999 e hanno messo in luce che i 160mila metri quadrati che formavano la città erano circondati da mura spesse 3,5 m. Tuttavia la presenza di materiale derivato dalla produzione di ossidiana si estende per oltre 3 milioni di metri quadrati.

Ora Reichel ha portato alla luce le testimonianze che un giorno la città venne posta sotto assedio e che una vera e propria battaglia fece collassare gli edifici e causò incendi che andarono presto fuori controllo che bruciarono quasi l’intera città.
Secondo lo studioso, la città venne bersagliata da una vera pioggia di pallottole di argilla compressa di alcuni decimetri di diametro. In un solo edificio, considerato di importanza amministrativa, ne sono stati trovati più di 1.000 e almeno uno era riuscito a perforare le mura composte da fango compresso.

Sicuramente vi furono numerosi morti, tant’è che sono state trovate una dozzina di tombe successive alla battaglia al cui interno vennero deposte alcune delle vittime. Fino ad oggi si pensava che la città fosse stata distrutta da un terremoto, ma la scoperta delle “pallottole” sconfessa questa ipotesi.
Ma chi invase la città? Ad oggi il nemico rimane un mistero, anche se Secondo Reichel dato il tipo di armi esso doveva provenire dal Sud.
( da repubblica.it – impaginaz. t.k.)



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IL TUO SALOTTO CULTURALE
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L'allegra storia, in breve,
del Carnevale dalle origini ai nostri giorni…
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Una festa che ha superato i millenni…
ma che pur con diverse modifiche
ha mantenuto intatto lo spirito trasgressivo
.
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STORIA DEL CARNEVALE
Le prime notizie sul Carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso, risalgono ai tempi degli Egiziani.
All'epoca dei faraoni, il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo.
Se i Greci dedicavano il rito al dio del vino Dionisio, è soprattutto nel mondo romano e delle sue feste popolari, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.

I Romani si lasciavano prendere dall’euforia durante i Baccanali: festeggiamenti in onore del dio Bacco che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l'uso di maschere, tra fiumi di vino e danze.

Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti.
In marzo e dicembre era poi la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell'arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il “Re della Festa”, eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico.

Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all'origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici.

Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia.
Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme divertimento popolare.
Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città.
In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città e di debolezze umane.

Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica

La festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale.

Con gli attori della Commedia dell'Arte, alla fine del '500, alcuni dei tipici personaggi carnevaleschi prendono forma e vengono caratterizzati nel linguaggio e nella gestualità. Nascono “le maschere” che penetrano nella tradizione collettiva e ci accompagnano ancora oggi.
La galleria delle maschere italiane è vasta.

Il Carnevale nel corso dei secoli ha assunto fisionomie e caratteristiche diverse in relazione alle località in cui veniva festeggiato…

Non ha però mai smesso di rappresentare un importante momento di sospensione della routine e dei problemi quotidiani.
Carnevale di Manfredonia del 1963
Che cosa è il Carnevale oggi?
E' una festività celebrata in quasi tutto il mondo, in forme a dire il vero anche molto diversificate, la cui diffusione è paragonabile ad un'altra ben nota festa profana, quella dell'ultimo giorno dell'anno.

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Molto noti sono il Carnevale di Rio de Janeiro, in Brasile, quello di New Orleans, o di Venezia e di Viareggio in Italia e i giorni di più intensa baldoria e licenziosità sono il Giovedì, il Sabato e in particolare il Martedì Grasso.

E' da notare che sono proprio questi ultimi giorni ad esser vissuti con consapevole massima trasgressione e con eccessi di ogni genere prima della… non amata Quaresima (digiuno e preghiera) ed in attesa della “liberazione” della Pasqua.

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In effetti anche se ai giorni nostri la Quaresima fa molto meno paura… il Carnevale mantiene intatto il suo fascino… benché ormai sempre più… di genere consumistico (tra l'altro opportuno vista la crisi).

FONTI: VARI SITI WEB – COORDINAM. E IMPAGINAZIONE T.K.

a tutti da Orso Tony
vestitosi per l'occasione…
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Chagall – Il carnevale notturno
E' molto, molto difficile mettere d’accordo cuore e cervello…
Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola!
Woody Alllen
Mirò – Il carnevale di Arlecchino
LA FILOSOFIA DELL'AMORE
– Percy Bysshe Shelley –
Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l’Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
si incontra e si confonde.
Perché non io con te?
Pierre Bergaigne – Ballo di carnevale


e
à tout le monde…
par Tony Kospan
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