GRANDE POESIA… DI E… SUL… SOGNO
Questa poesia l'ho conosciuta
grazie ad un’amica di Psiche…
BARCHE DI CARTA
Tagore…
E’ a mio parere una poesia che…
letteralmente “naviga”… proprio nel sogno…
con una dolcezza ed un’intensità davvero uniche…
E’ una poesia affascinante
ed un vero e proprio inno… al Sogno…
che come saprete… anche dal titolo del mio blog…
è per me non solo un amico fedele…
ma anche capace, col suo aiuto,
di farci superare i momenti difficili…
che comunque ahimé non mancano…
nella vita di noi tutti.
(Calcutta, 6 maggio 1861 – Santiniketan, 7 agosto 1941)
E davvero non sono mancate, eccome…,
e… tremende le sventure…
nella vita di questo grandissimo poeta indiano…
E' stata comunque davvero ammirabile
la sua capacità di metabolizzare,
senza perdere mai il suo amore per la vita,
le grandi tragedie che l'hanno colpito
grazie ad una grandissima forza d'animo
e forse aiutato dalla luce sublime
del suo stupendo mondo poetico.

(musica new age)
BARCHE DI CARTA
Tagore
Ogni giorno faccio galleggiare
le mie barche di carta a una a una
giù per la corrente del fiume.
Su di esse scrivo il mio nome
e il nome del villaggio dove vivo
in grandi lettere nere.
Io spero che un giorno qualcuno
in qualche paese straniero
le trovi, e sappia chi sono.
Carico le mie barchette con fiori
di shiuli, colti dal nostro giardino,
e spero che quei fiori del mattino
sian portati nel paese della notte.
Io varo le mie barchette di carta
e osservo nel cielo le nuvolette
che spiegano le loro bianche vele.
Non so quale mio compagno di giochi
su in cielo le mandi giù per l’aria
a gareggiare con le mie barchette!
Quando scende la notte affondo la faccia
nelle braccia, e comincio a sognare
che le mie barchette di carta
galleggiano sotto le stelle.
In esse viaggian le fate del sonno,
e il carico è cesti pieni di sogni.
E voi… sì voi…
cosa ne pensate?
Tony Kospan
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE
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La città della Mesopotamia assediata e distrutta
da una pioggia di palle d'argilla e di materiale incendiario
Hamoukar, Siria, 5.500 anni fa
la battaglia più antica della Storia
Ma ancora non si sa ancora da chi venne attaccata
di LUIGI BIGNAMI
Le armi di pietra
LA BATTAGLIA PIU' ANTICA DELLA STORIA
FORSE fu la prima guerra – o comunque tra le prime – che l'umanità combattè in modo organizzato e che causò la distruzione di una città sotto il “fuoco” di palle di argilla e materiale incendiario.
Le testimonianze di quell'evento sono venute alla luce in Siria, là dove un tempo si estendeva la Mesopotamia.
La città si chiama Hamoukar.
La battaglia che la mise sotto assedio e la distrusse si svolse circa 3.500 anni prima di Cristo.

Scavi di Hamoukar
La scoperta è stata realizzata dall’Oriental Institute dell’Università di Chicago e dal Dipartimento delle Antichità della Siria. Hamoukar era un centro dove si costruivano manufatti in ossidiana (una roccia derivata da lave vulcaniche) forse già 4.500 anni prima di Cristo (una delle città più antiche mai costruite dall’umanità) e questo le diede una certa prosperità.
Si trova nel nord est della Siria a meno di 10 chilometri dal confine con l’Iraq, ma ovviamente a quel tempo questi confini non avevano alcun valore.

Il lavoro dei ricercatori era quello di capire quale fosse il ruolo delle città di quest’area che fino ad oggi si pensava ricoprissero un posizione periferica rispetto a quelle presenti nel sud dell’Iraq, che erano ancor più antiche e potenti e che alcune si erano riunite in imperi. Le ricerche, ancora in corso, hanno dimostrato che anche quelle siriane, invece, avevano un ruolo culturale e spesso anche economico molto importante, tant’è che con esse si era aperto un vero e proprio commercio che a volte aveva portato anche a conflitti di una certa intensità.

Spiega Clemens Reichel dell’Università di Chicago: “Ciò che accadeva nelle città del nord non può essere spiegato come semplice espansione delle culture del sud dell’Iraq, ma che al loro interno si è avuto una propria evoluzione culturale”. Le città portate alla luce fino ad oggi, come Tell Brak, Habuba Kabira e la stessa Hamoukar erano molto più grandi e più antiche di quanto ci si aspettava e lo dimostrerebbe anche l’industria dell’ossidiana sorta a Hamoukar. Le ricerche in quest’ultima città sono attive dal 1999 e hanno messo in luce che i 160mila metri quadrati che formavano la città erano circondati da mura spesse 3,5 m. Tuttavia la presenza di materiale derivato dalla produzione di ossidiana si estende per oltre 3 milioni di metri quadrati.

Ora Reichel ha portato alla luce le testimonianze che un giorno la città venne posta sotto assedio e che una vera e propria battaglia fece collassare gli edifici e causò incendi che andarono presto fuori controllo che bruciarono quasi l’intera città.
Secondo lo studioso, la città venne bersagliata da una vera pioggia di pallottole di argilla compressa di alcuni decimetri di diametro. In un solo edificio, considerato di importanza amministrativa, ne sono stati trovati più di 1.000 e almeno uno era riuscito a perforare le mura composte da fango compresso.

Sicuramente vi furono numerosi morti, tant’è che sono state trovate una dozzina di tombe successive alla battaglia al cui interno vennero deposte alcune delle vittime. Fino ad oggi si pensava che la città fosse stata distrutta da un terremoto, ma la scoperta delle “pallottole” sconfessa questa ipotesi.
Ma chi invase la città? Ad oggi il nemico rimane un mistero, anche se Secondo Reichel dato il tipo di armi esso doveva provenire dal Sud.
( da repubblica.it – impaginaz. t.k.)



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Una festa che ha superato i millenni
ma che, pur con tante modifiche,
ha mantenuto quasi intatto
il suo spirito sorridente e trasgressivo.
Nei secoli scorsi i festeggiamenti per il Carnevale
hanno avuto quale epicentro varie città italiane
ed in particolare Firenze e Venezia
mentre oggi il più noto è quello di Rio.
STORIA DEL CARNEVALE
Le prime notizie sul Carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso in onore della Dea Iside, risalgono ai tempi degli Egizi.
Inoltre il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo.
I Greci poi, in attesa della fine dell’inverno, dedicavano riti festosi al dio del vino Dionisio.
Ma è soprattutto nel variegato mondo delle feste popolari dell’antica Roma, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.
I Romani infatti si lasciavano prendere da grandissima euforia durante i Baccanali, festeggiamenti in onore del dio Bacco, che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l’uso di maschere tra fiumi di vino e danze.
Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti.
Festa in onore di Bacco
In marzo e dicembre era poi la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell’arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il “Re della Festa”, eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico.
E’ noto il detto romano “semel in anno licet insanire” che si riferiva al fatto che in queste feste erano consentite a tutti follie assolutamente inaccettabili negli altri periodi dell’anno dati i severi costumi dell’antica Roma.
Nel corso degli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all’origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici.
Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia.
Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme divertimento popolare.
Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città.
In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città ed indicatrici di debolezze umane.
Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale presero piede anche nelle corti europee ed assunsero pian piano forme sempre più raffinate, legate anche al teatro, alla danza ed alla musica.
La festa di carnevale raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici ma è presente in tutte le città italiane ed europee.
La festa fiorentina si svolgeva con danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi e ciò rivela una vera svolta di questa festa, amatissima nella cultura popolare rinascimentale.
Carnevale rinascimentale di Firenze
Con gli attori della Commedia dell’Arte, alla fine del ‘500, alcuni dei tipici personaggi carnevaleschi assumono precise forme e vengono caratterizzati nel linguaggio e nei gesti.
Nascono pertanto “le maschere” che penetrano nella tradizione collettiva e ci accompagnano ancora oggi.
La galleria delle maschere italiane è vasta.
Il Carnevale nel corso dei secoli ha assunto fisionomie e caratteristiche diverse in relazione alle località ed ai periodi storici in cui veniva festeggiato.
A partire dal 700 è certamente quello veneziano il più vivace, elegante ed affascinante.
IL CARNEVALE OGGI
Ancor oggi questa festa continua a rappresentare un importante momento di sospensione della routine e dei problemi quotidiani.
Infatti è una festività celebrata in quasi tutto il mondo con forme caratterizzate dalle culture dei vari popoli.
La sua grande diffusione è paragonabile ad un’altra ben nota festa profana, quella dell’ultimo giorno dell’anno.
Molto noti in particolare sono il Carnevale di Rio de Janeiro e quello di New Orleans mentre in Italia sono molto noti quello di Venezia con le sue mitiche maschere, quello di Viareggio con i suoi carri, quello di Ivrea con la battaglia delle arance e quello di Putignano con il funerale di Re Carnevale.
Carnevale di Putignano
In particolare quello di Venezia è uno dei più antichi dato che si hanno documenti del 1094 in cui si parla delle feste prima della quaresima anche se, come abbiamo detto su, raggiunge il massimo splendore nel ‘700.
I giorni di più intensa baldoria e licenziosità sono il Giovedì, il Sabato e in particolare il Martedì Grasso.
Storicamente infatti sono stati sempre i giorni precedenti alla quaresima ad esser vissuti con consapevole massima trasgressione e con eccessi di ogni genere… in attesa della “liberazione” della Pasqua.
Carnevale di Venezia
Infine un’immagine dell’originale Carnevale di Ivrea
caratterizzato dalla “Battaglia delle arance”.
Carnevale di Ivrea
In conclusione, anche se ai giorni nostri la Quaresima è molto meno dura, il Carnevale mantiene intatto il suo fascino per grandi e (soprattutto) piccoli benché ormai appaia sempre più intriso di consumismo (tra l’altro opportuno vista la crisi).
FONTI: VARI SITI WEB – COORDINAM. ED IMPAGINAZIONE T.K.
a tutti da Orso Tony
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