Archivio per 17 febbraio 2012

IL SOLE DENTRO – M. G. VAI – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   10 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
IL SOLE DENTRO
Maria Grazia Vai

 
Sono arcobaleni sulle foglie
aquiloni in volo verso te
che ascolti
e mi rendi l’incanto
di una giornata di sole,
qui
– mentre fuori piove –
 
 
 
 
 
 

 
 
 
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DA TONY KOSPAN
 

 

 

Pubblicato 17 febbraio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

LA PALIZZATA – RACCONTINO DI SAGGEZZA   Leave a comment

 

LA PALIZZATA

 

 

 

 

Raccontino di saggezza

 

 

C’era una volta un ragazzo con un pessimo carattere.

Suo padre gli diede un sacchetto pieno di chiodi e gli disse di piantarne uno nella palizzata del giardino ogni volta che bisticciava con qualcuno.

Il primo giorno ne piantò 37 di chiodi nella palizzata del giardino.

Le settimane seguenti, imparò a controllarsi e i numeri dei chiodi piantati nella palizzata diminuirono di giorno in giorno: scoprì che era più facile imparare a controllarsi che piantare i chiodi.

Finalmente, arrivò il giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo nella palizzata.
Allora andò dal padre e gli disse che oggi non aveva avuto bisogno di piantare nessun chiodo.

Suo padre allora gli disse di levare un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che riusciva a non perdere la pazienza.

I giorni passarono e finalmente il ragazzo disse al padre che aveva levato tutti i chiodi dalla palizzata.

 

 

 

 

 

 

Il padre lo condusse davanti alla palizzata e gli disse:
” Figliolo, bravo, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi hai lasciato nella palizzata. 

Non sarà mai come prima.

Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive, gli lasci delle ferite come queste.

Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.

Una ferita verbale spesso fa più male di una fisica.

Una ferita fisica può guarire completamente senza lasciare traccia, quella verbale invece ti segna molto profondamente portando la  tristezza nel cuore.

Ricordati che ci vuole un attimo per dire una cosa cattiva ad una persona, ma una volta detta non è  più possibile cancellarla, anche se non si pensava veramente ed era solo la rabbia di un momento, quelle parole segneranno il suo cuore di tristezza per sempre.” 

 

 

 

 

 

Testo dal Web

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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LA BELLA STORIA DEL CASCHETTO… TAGLIO SBARAZZINO   Leave a comment

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E' il taglio di capelli che ha accompagnato
l'emancipazione femminile nel secolo scorso

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Louise Brooks



LA STORIA DEL… CASCHETTO
a cura di Tony Kospan



La nascita ufficiale del caschetto risale al 1909.
Ma nell’immaginario collettivo, e sulla base di dipinti di varie epoche, il primo taglio a caschetto potrebbe essere stato quello di Cleopatra un paio di millenni fa.

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Non potendo però inoltrarci con precisione nella moda dei millenni passati ci atterremo alla storia moderna di questo che è stato considerato un taglio rivoluzionario.

Siamo nel 1909 a Parigi, ed il famosissimo coiffeur Antoine crea questa pettinatura chiamandola “à la garçonne” ispirandosi, secondo alcuni, a Giovanna D’arco.






Giovanna D'Arco




La sua intenzione, in quei primi convulsi anni del '900 così pieni di fermenti industriali, artistici e culturali, è quella di presentare, per il nuovo secolo, un’immagine di donna del tutto nuova e volitiva.
Tuttavia il caschetto non si affermò subito.
Forse proprio perché i capelli corti e la frangetta sembravano, alle persone del tempo, un segno di eccessiva mascolinità…





Signora con caschetto nel 1920 circa

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Dopo un decennio però diventò un taglio di capelli diffuso in tutto il mondo.



Si era ormai nei bollenti e ruggenti anni 20 e la grande diffusione fu dovuta sia ad una maggior libertà raggiunta dalle donne che al successo nel cinema muto della famosa star Louise Brooks.





Louise Brooks




Il taglio netto sulla fronte con le estremità a punta, la nuca scoperta gli occhi truccatissimi e la bocca a cuore di Louise, prima scandalizzò e poi entusiasmò la società dell’epoca.
Louise diventò quindi il simbolo delle donne moderne ed emancipate, ed il suo successo, insieme a quello del suo caschetto, fu davvero enorme.





Louise Brooks


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Nei decenni successivi tuttavia questo taglio cadde nel dimenticatoio e solo nel 1963 tornò di moda grazie a Mary Quant, la famosa creatrice della “minigonna”,  ed a tante altre donne di successo.





Mary Quant




Però in questo periodo diviene, grazie ai Beatles che ne fecero quasi una bandiera, anche unisex.





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Da noi simboli del caschetto, negli anni 60, furono Caterina Caselli che fu definita “Caschetto d’oro




Caterina Caselli




e “Valentina” creata dalla matita del grande fumettista Crepax.



Valentina



Negli ultimi anni infine, pur senza dominare, la moda del caschetto non è mai scomparsa e di recente si segnalano quali “sfoggiatrici”… Victoria Beckham,




Victoria Beckham
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la cantante Rihanna ed in ultimo la “first lady” d’America… Michelle Obama.




Michelle Obama

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Il caschetto (chiamato anche “carré” o “bob”) è stato, e resta, comunque la pettinatura simbolo dell’emancipazione femminile.
A mio parere è un taglio davvero carino e sbarazzino legato alla visione di una donna moderna e conscia dei suoi diritti ed è per questo che ritengo giusto pertanto ricordarne la storia.

Ciao da Tony Kospan









I DONI DI DIO – ANTICA E SAGGIA POESIA DEGLI INDIANI D’AMERICA   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
    
 
 
 
Ecco un’altra antica poesia…
densa di saggezza degli Indiani d’America.
 
 
 
 
 
 
In realtà, come è normale nella loro cultura,
 si tratta di un misto tra poesia… canto e preghiera…
 
 
 
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I DONI DI DIO
(antica poesia indiana)
 
 
Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
 
Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
 
Gli ho chiesto la prosperità
e Dio mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.
 
Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.
 
Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
 
Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.
 
Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.
 
 
 

 

 

  

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

LA FESTA DEL GATTO – ORIGINE E… POESIA   7 comments

 

 

 

 

 

LA FESTA DEL GATTO

 

ORIGINE E… POESIA

 

 

 

 

 

 

 

L'ORIGINE DELLA FESTA

 

Per chi non conoscesse il motivo per il quale ogni 17 di febbraio celebriamo il gatto, ecco com’è nata l’iniziativa:
L’idea è nata nel 1990 dalla fervida mente della giornalista e gattofila Claudia Angeletti, che propose ai lettori della rivista TuttoGatto un referendum per stabilire il giorno più adatto per festeggiare il nostro beniamino. è stato scelto il mese di febbraio perché al segno dell’Acquario appartengono gli spiriti intuitivi, liberi e anticonformisti come solo i gatti sanno essere.
 
 
 

 
 
 
Perché il giorno 17?
Il 17 è un numero considerato sfortunato perché in cifre romane si scrive XVII, anagramma di VIXI,“vissi”, cioè sono morto.
Nel bacino del mediterraneo presso i popoli latini questo numero viene considerato sfortunato mentre nel Nord Europa il 17 è considerato un numero positivo.
Infatti il 17 si può leggere 1 e 7, una vita per sette volte e il gatto, per tradizione popolare ha sette vite.
 
 
 

 

 

Quindi la scelta del 17 è stata fatta anche per combattere la superstizione in genere e quella del gatto nero…
 
In Italia la festa ufficiale si svolge in varie città e con diverse modalità.
 
 
 

 
 
 
LA POESIA
 
 
 
 
 
 
 

Anche il grandissimo Neruda amava i gatti

se ad essi dedicò questa poesia.

 

 

ODE AL GATTO

 

Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.

L'uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l'ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l'elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz'orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perché tutto
è immondo
per l 'immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no
io non sono d'accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l'atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d'oro
stanno nei suoi occhi.

 

 

 

 

 

 
 
 
 

LA FESTA ED IL  MIO GATTO

 

Il mio gatto, Kimba,  festeggia e ringrazia…
 
 
 

P1000511.jpg Kimba picture by orsosognante

 

 

 

Ciao da Orso Tony

 

 

 
 

DOPO UN PO’ – V. A. SHOFFSTALL – FELICE W. E. IN POESIA E NON SOLO…   Leave a comment

 
 
 
 
     
Jack Vettriano – Danza ai limiti dell'amore
 
 
   

 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
Se cerco l’amore vero
prima devo stancarmi degli amori mediocri
Paulo Coelho 
 
 
 

 
 
 
DOPO UN PO’
Veronica A. Shoffstall
 
 
Dopo un po’ impari la sottile differenza
tra tenere una mano e incatenare un’anima.
E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
Ed inizi a imparare che i baci non sono
contratti e i doni non sono promesse.
E cominci ad accettare le tue sconfitte
a testa alta con gli occhi aperti
con la grazie di un adulto,
non con il dolore di un bimbo.
E impari a costruire tutte le tue strade oggi,
perché il terreno di domani è troppo
incerto per fare piani.
Dopo un po’ impari che il sole scotta
se ne prendi troppo.
Perciò pianti il tuo giardino
e decori la tua anima, invece di aspettare
che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero sopportare,
che sei davvero forte, e che vali davvero.
 
 
 

 
 
 
 
   rosa azulrosa azulrosa azul
 
 
 
 
 
 
 
da Orso Tony
 
 
 
 
 
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