Archivio per 20 gennaio 2012

FELLINI… UN RICORDO NELL’ANNIVERSARIO DELLA NASCITA   Leave a comment

 
 
 
 
Federico Fellini e la moglie Giulietta Masini
 
 
 
 
 
Oggi è l'aniversario della sua nascita.
 
 
 
 

(Rimini 20 1 1920 – Roma, 31 10 1993)
 
 
 

Vincitore di 4 premi Oscar e di tanti altri premi
è stato certamente uno dei massimi protagonisti
della storia del cinema… mondiale…
per la sua capacità di coniugare

l'arte cinematografica
alla poesia… alle emozioni… al sogno…

 
 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
La sua carriera ebbe inizio nel '29 come…  
disegnatore satirico…
dopo esser giunto a Roma dalla natia Rimini…
 
 
Negli anni '40 passò alla collaborazione
nella stesura di sceneggiature teatrali
ma nel '45, con la conoscenza di un grande regista
come Rossellini, s'avvicinò al mondo della celluloide.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel 1950 la sua prima regia (insieme con Lattuada)
con “Luci del varietà” mentre il debutto come unico regista
avvenne con “Lo sceicco bianco”.
 
 
Qui la sua vena artistica, che possiamo definire
un misto di sogno e realtà che dona suggestioni magiche
inizia a manifestarsi, ma non trova consensi
nè dalla critica… nè dal pubblico.
 
 
 
 

Sordi in una mitica scena de “I vitelloni”

 
 
 
 
Nel '53 il suo primo grande successo con “I Vitelloni”
con il quale vinse il Leone d'argento alla Mostra di Venezia…
 
 
Il successo si confermò subito dopo, anche a livello internazionale
con “La strada”.
 
Mastroianni e Anita Ekberg ne “La dolce vita”
 
 
 
 
Ormai era diventato un regista affermato…

 

La sua carriera è stata costellata dai successi e da premi
nei vari Festival del Cinema…
con Le notti di Cabiria, 8½, La dolce vita, Satyricon, Roma, Amarcord,
La città delle donne, Ginger e Fred.
 
 
 
 
 
 
 
 
L'ultimo suo film è stato “E la nave va” nel 1990.
 
 
Come ricordarlo al meglio se non con un video,
 tratto da un suo film,
che mette in evidenza il suo stile poetico e sognante?

 
 
 

 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 

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Pubblicato 20 gennaio 2012 da tonykospan21 in RICORDI - PERSON. MITICI E COMMEMOR., Senza categoria

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SOGNO DI TE – BALSAMO – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   1 comment

 

 

 

 

SOGNO DI TE

Ive Balsamo

 

Sogno te

sotto l'universo

mentre aspetto

il fuggente

attimo d'amore.

Catturo farfalle

di seta appese

alle stelle

per offrirle

al tuo cuore

in una notte di luna.

 

 

 

da Tony Kospan

 

 

 

 
 
 

Pubblicato 20 gennaio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

PAUL GAUGUIN – INDIPENDENZA E SOGNO – II PARTE   2 comments

 
 
 
 

Paul Gauguin – L'oro dei loro corpi – 1901 
 
 

PAUL GAUGUIN
ESOTISMO SOGNO E MODERNITA’
 
 

 

selfportraitwithbernardbygauguin.jpg image by drawpartner

Autoritratto
 
 

 
II PARTE 
 
  
 
Tra le opere eseguite in Polinesia,
come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna”del 1892,
tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere
 

 
 

 
 
sulla sinistra del quadro
e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
 
 
 
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
 
 
 
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto
con la composizione dell’arte occidentale
 
 

 
I maiali neri
 
 

Ricordiamo la “Conversazione” del 1892
 
 
 
 
 
 
 
Tra le opere che incantano ecco
il “Povero pescatore” del 1896.

 

 


Il povero pescatore
 
 
 
 
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione
presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.

  
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana
si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica,
grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano,
rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
 
 
 
Testa con le corna
 
 
 
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana”
e la “Testa con le corna” del 1897
che sorprende per la sua incredibile modernità.
 
 
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo
del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
 
 
 
 
Notte di Natale
 
 
 
Le opere polinesiane, dipinti e sculture,
esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia
e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure,
ad esaltare i soggetti rappresentati
come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno”.
 

La stessa agognata terra dove Gauguin
troverà però una solitaria morte,
debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito. 

 

 

 
Maternità

 

 
Termino questo post su Gauguin,
autore così intimamente combattuto,
celebrandone l'indubbio e riconosciuto 
amore per la libertà di espressione
per l'esotismo ed il sogno.
 
 
 

 
 
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
 
 
 

F I N E
 
 
 
Per chi desiderasse legger la
I PARTE
 
Autoritratto

 

 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

LA TUA PAGINA DI SOGNO IN FB?

 
 

Pubblicato 20 gennaio 2012 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

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LA STUPENDA ARGENTERIA POMPEIANA – ARTE E ARCHEOLOGIA   2 comments

 
 
 
 
GLI ARGENTI DI POMPEI
E… DINTORNI
 
 
 
Calathus con l’apoteosi di Omero

 
 
Il fascino discreto
delle argenterie d'età romana.
 
 

 
 
 
 
 
Non c’è luogo al mondo più adatto di Pompei e dell’area vesuviana per poter illustrare questa classe di preziosi:
si può contare che circa la metà del vasellame in argento di età romana scoperto negli ultimi secoli proviene da qui, conservato in ottimo stato grazie alla lava del Vesuvio che nel 79 d.C. ha sepolto Pompei ed Ercolano.
 
 
 

 
 
 
 
I tesori di argenterie vesuviani sono conservati in vari musei di tutto il mondo ma in particolare nel Museo Archeologico di Napoli ed al Louvre e ci consentono di immaginare una ricostruzione del servizio tipico del banchetto in età romana.
 
 
 
 
 
 
 
 
Essi sono stati raccolti grazie a numerosi ed eccezionali ritrovamenti avvenuti a partire dai primi anni dell’800 che si sono susseguiti nel corso degli ultimi duecento anni.
 
 
 
 
Calice (cantharos) con rami d’olivo
 
 
 
 
L’ultimo, in ordine di tempo, mai esposto fino ad ora, costituito da 20 pezzi, è emerso nel 2000 da una gerla in vimini ritrovata tra i reperti recuperati nel complesso dei triclini di Moregine (Pompei) nel corso del lavori per la III corsia autostradale della Napoli-Salerno.
 
 
 
 
Cucchiaio grande da portata (trulla)
 
 
 
 
Esso si aggiunge agli altri grandi “tesori” già noti, tra cui, quello più ricco quanto a numero di pezzi (ben 118) è stato rinvenuto nel 1930 in una cassa di legno della casa del Menandro di Pompei.
 
 
 
 
Dal Tesoro di Boscoreale
 
 
 

Conosciuto invece in precedenza solo da fonti di archivio e per lungo tempo dimenticato, tanto da non essere mai stato ricostruito ed esposto nella sua totalità, è il “tesoro” della casa di Inaco ed Io di Pompei, scoperto nel 1836 e costituito da 65 pezzi, articolati in set omogenei.
 
 
 
 
Dal Tesoro di Boscoreale
 
 
 

Ben più note sono invece le argenterie del “Tesoro di Boscoreale”, rinvenuto nel 1895 nella cisterna per il vino della grande villa rustica detta “della Pisanella”;
composto da 109 pezzi di oro e di argento, esso fu portato clandestinamente in Francia subito dopo la scoperta ed ora è conservato al Museo del Louvre.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quello che è stupefacente… fatemelo dire… è la loro modernità… la loro bellezza e la capacità degli artigiani dell'epoca di una tale sopraffina lavorazione.
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
(Orso pompeiano)
 
 
 
 
 
 
 
Da vari siti Web – Coordinam. e impaginaz. T.K.
 
 
 
 
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CERUMBELLE – IL MISTERO DI UNA PIRAMIDE ITALIANA   Leave a comment

 

 

 

 

 

I MISTERI DELLA PIRAMIDE DI CERUMBELLE

La Piramide Cerumbelle è un monumento di pietra ancora misterioso.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ci sono due sacelli – capanne in cima ad un basamento terrazzato a gradoni su cui si sale per quattro ripide scale intagliate da parti opposte.
Le due capanne sono una quadrata ed una circolare.
Sulla “piramide” Cerumbelle c’è pure un trono a due posti.

Pietraperzia, piccolo paese situato nel cuore della valle dell’Himera, nei pressi del fiume Salso, si presenta ricco di tracce appartenenti alla storia e cultura del passato. Molte di queste si riferiscono al neolitico e, fra le più importanti, vi è la cosiddetta piramide di Cerumbelle, che si trova nell’omonima contrada a circa quattro chilometri dal paese, in direzione sud/est. E’ una zona molto fertile, produttiva, ricca di ampie pianure, costeggiate dal torrente Cerumbelle e su di essa spiccano cime collinari ricche di uliveti.

Si suppone che in un lontano passato, la buona fertilità del terreno e la mitezza del clima, abbiano consentito alle popolazioni di insediarsi in questo luogo e di edificarvi costruzioni in pietra che si sono conservate nel tempo arrivando sino a nostri giorni.

In base alle testimonianze riferiteci dai documenti materiali presenti nel territorio (resti di ceramica neolitica, tombe di tipo maltese, moneta dall’esatto peso di 50 grammi, che secondo recenti studi veniva utilizzata per lo scambio dello zolfo nella prima età del bronzo), si ipotizza, infatti, che in questa località vi era una popolazione residente abbastanza numerosa.

La Piramide di Cerumbelle era l’edificio in cui questi nostri antenati svolgevano i loro culti religiosi.

Studiosi italiani e stranieri hanno rivolto la loro attenzione a questo sito; in modo particolare l’etnologo norvegese Thor Heyerdahl vi ha svolto studi approfonditi.

Le caratteristiche dei resti della costruzione evidenziano una struttura imponente, con quattro rampe di scale per l’accesso al piano superiore e con la presenza di una zona alta con altari sacrificali. Anche le pietre usate sono di grande dimensione, molto ben lavorate e saldamente incastonate. Questo avvalora l’ipotesi di struttura religiosa, in quanto la precisione costruttiva e il dispendio economico relativo non sarebbero giustificati per un uso diverso.

Sembra che la piramide risalga all’età neolitica e che fosse un’antica sede di culto del sole dei siculi e sicani, paragonabile ad una ziggurath mesopotamica.

Il famoso archeologo Thor Heyerdahl, morto nell’aprile del 2002, visitò negli anni precedenti il sito di Cerumbelle e anche Heyerdahl confermò l’ipotesi che la piramide fosse sede di culto del sole. L’aspetto è collinare e piramidale di circa 12 metri di altezza. La base della struttura, lunga 55 metri e larga 30, appare composta da tre ordini di gradoni mozzati verticalmente da quattro scalette che corrispondono ai quattro punti cardinali, attraverso cui si accede alle terrazze soprastanti. Il monumento si presenta con due idee costruttive dalla forte connotazione simbolica: quella del cerchio (la circonferenza) e quella del quadrato (la pianta costruttiva dei piani superiori in esso innestata). Gli studiosi pensano che anticamente, il cerchio simboleggiava il tempo o l’immutabilità celeste e, combinato col quadrato, dava l’idea del cambiamento di ordine o di livello e dunque simboleggiava la terra.

Sulla sommità della piramide, si trovano due costruzioni intagliate nella roccia calcarea che assomigliano ad altari in cui è inserito un sedile rituale. Poco lontano dalla piramide è poi possibile ammirare due grandi cavità a forma circolare, che probabilmente erano luoghi di sacrificio. La piramide non è il solo sito archeologico della zona, ma sicuramente doveva fare parte di un villaggio siculo-sicano, perché pochi metri più avanti è possibile intravedere i resti di abitazioni neolitiche.

 
 
 
 
 
 
 

Debbo dire che la vegetazione non curata e lo stato della costruzione danneggia visibilmente una visione complessiva ed armonica del sito a mio parere davvero affascinante e misterioso…

Noto ahimé poi che nel web, invece di un aumento di informazioni e approfondimenti sul sito, c'è un lento inesorabile oblio… ed è un vero peccato…

Nota di Orso Tony

Testo rivisitato da vari siti web e impaginazione T.K.

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Pubblicato 20 gennaio 2012 da tonykospan21 in MISTERI ED ENIGMI, Senza categoria

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LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA   Leave a comment

 
 
INDIANI D'AMERICA
 
 
 
 
 
 
 
 
LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA
  
 

 
 
 
 
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:
– Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
– Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! – rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
– Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto – disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.
Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio.
Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna.
Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
I lupi lo sanno… 
e ululano festosi alla luna piena…
 
 
 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

       
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