Archivio per 2 gennaio 2012

AD OGNI INIZIO DI NOTTE – V. LAMARQUE – BUONANOTTE IN… MINIPOESIA   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
AD OGNI INIZIO DI NOTTE
Vivian Lamarque
 
A ogni inizio di notte
gli inviava pensieri,
adeguati all'ora del silenzio e dei baci.
E gli adeguati pensieri,
di tetto in tetto scivolando,
a lui quasi preso dal sonno giungevano
appena appena in tempo,
quasi in ritardo.
 
 
 
 
 
DA TONY KOSPAN
 
 

Pubblicato 2 gennaio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

RUBENS – IL BAROCCO… I SATIRI… ED UN BEL CONTRASTO TRA L’UOMO E L’ARTISTA   Leave a comment

 

 

Rubens – Ixion

 

 

 

RUBENS
IL BAROCCO… I SATIRI… ED UN BEL CONTRASTO
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
 
Sir Pieter Paul Rubens
(Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640)
 
 
 
Rubens è certamente tra i massimi pittori fiamminghi del XVI secolo…
 
La sua pittura è definita di genere barocco francese e nord europeo.
 
Desidero però parlare qui soprattutto di un bel contrasto… alquanto evidente… che si manifesta soprattutto nelle opere della sua maturità…
 
 
 
 

RubensBorea rapisce Orizia

 
 
 
Quello tra
il personaggio morigerato… compassato… ossequioso verso la religione… (andava a messa tutti i giorni) studioso delle opere classiche… e dalla vita matrimoniale assolutamente felice e senza intoppi
e
l'artista che è stato capace di creare opere di una sensualità unica… in cui il fuoco dell'erotismo e la tempesta dei sensi sono in modo evidente assolutamente sovrani.
 
 
 

Rubens – Il ratto delle figlie di Leucippo

 
 
 
Molte delle sue opere hanno fatto parlare perfino di Sindrome di Rubens per la loro, presunta per alcuni… e certa per altri, capacità di scatenare impulsi erotici in chi le osserva.
 
 
 

Rubens – Betsabea alla fontana

 
 
 
I temi classici e mitologici consentivano agli artisti di superare i limiti espressivi imposti dalle severe leggi del tempo.
 
In particolare Rubens amò dipingere Satiri e Sileni.

 
Il Satiro è il compagno di Pan e Dioniso abitante dei boschi ed impersonificava la fertilità e la forza vitale della natura mentre i Sileni… sono anche loro divinità dei boschi ma caratterizzate dal carattere selvaggio e lascivo presenti nella mitologia greca
 
 
 
 

Runìbens – Pan e la baccante

 
 
 
Tuttavia la sensualità delle sue opere non emana solo da dipinti con immagini esplicite ma anche in modo chiaro e forte  in quelle in cui non appaiono… per quel che esse lasciano… immaginare…
 
Si pensi infatti ad esempio a quest'opera… che ha molti ammiratori…
 
 
 
 
 
Rubens – Il satiro e la fanciulla – Collez. Principe del Liechtenstein
 
 
 
 
In questo dipinto… la giovinetta par avere il destino ormai tracciato… e certo nessun padre vorrebbe un genero del genere…
 
Infatti se esaminiamo…
– lo sguardo sì simpatico ma davvero inequivocabile del satiro…
– il sorriso mefistofelico da brividi…
– il suo corpo nudo benché accostato al cesto “caravaggesco” che pur cerca di attutire un pò queste impressioni
la scena parla… da sola…
 
 
Ci sono poi diverse altre opere in cui il tema dei Satiri è affrontato in modo quasi… prepotente… come ad esempio la seguente…
 
 
 

Rubens – Venere sorpresa da un Satiro

 
 
 
 
Concludo con un accenno ad un altro aspetto della pittura di Rubens la modernità…
 
A mio parere non tanto per la tecnica… ma per gli atteggiamenti… i movimenti… la plasticità dei corpi e la naturalezza e la forza delle espressioni…  davvero sorprendenti…  dei soggetti dipinti… Rubens anticipa movimenti artistici che si affermarono solo nei secoli successivi.
 
 
 
 

Rubens – Venus frigida (partic.)

 

 

F I N E

 
 
 
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IL TUO SALOTTO DI SOGNO
 
 
 

LETTERE D’AMORE TRA POETI – DA G. GOZZANO AD AMALIA G. – 2°   Leave a comment

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
Ora leggeremo l'amara risposta di Guido…
 
Faccciamolo con attenzione…
 
E' chiara ed evidente,
anche se davvero con prosa elegante,
la volontà di staccarsi da parte del poeta…
 
 
 
 
 
 
 
 
Se però ci pensiamo bene
ci accorgiamo che tante volte abbiamo sentito
in giro… analoghi “bei discorsi”.
 
Nella terza ed ultima parte leggeremo
infine la risposta di Amalia…
 
 
Se ci va possiamo legger la lettera
ascoltando questa bella musica…
 
 
 

 

 

AMALIA GUGLIELMINETTI E GUIDO GOZZANO

 

 

LETTERE D'AMORE

 

II

                             
 
 

       DA GUIDO

 

AD AMALIA…     

 

 

30 marzo 1908

 

 

Rileggo ogni giorno la tua lettera, mia buona Amalia, con una grande malinconia.

E indugio nella risposta, preso da un’indolenza dolorosa: forse perché non so bene come dirti…

Da molti giorni sono in casa ed ho l’anima morbosamente assopita, incerta di tutto come in un sogno.

Penso a tante cose, sopra tutto, avvenire; e penso anche a te, con molta tenerezza e con molta serenità.

Sento in fondo all’anima una specie di fiera tristezza, per aver saputo essere crudele con me e forse — perdonami — anche un po’ con te…

Io provo una soddisfazione speciale quando rifiuto qualche bella felicità che m’offre il Destino. E quale felicità, Amica mia!

Il nostro amore che sarebbe fiorito con tutti i fiori della primavera torinese! (così dolce per l’esule che ritorna!) anche la stagione sarebbe stata propizia alla nostra follia!

E quanti mesi di serenità, di sole, di profumo!

E quanti sogni!

Avremmo voluto pellegrinare la nostra passione in tutti i dintorni favorevoli al sentimento: quanti sogni!

Io li ho già sognati tutti e t’ho già vista in tutti: con a sfondo i paesi sconosciuti, le viuzze di provincia dove si sarebbe delineata al mio fianco la tua svelta parigina figura primaverile.

Io non vedrò le tue vesti nuove.

Sarò lontano, solo, con la mia ambizione taciturna: una compagna ben più crudele della tua malinconia…

Perché non confessartelo, mia buona sorella?

L’ambizione da qualche tempo mi artiglia in un modo atroce.

Non sento non vedo non godo non soffro di altro.

Come puoi tu, che pure hai tra le mani i germi di mille speranze e segni la stessa mia via, come puoi rivolgere ancora le forze della tua giovinezza verso altri destini?

Per me, camminando diritto, con l'occhio fisso alla mia meta lontana (o quanto!) tutto è secondario e trascurabile: gioie e dolori: tutto, perfino la tua bellezza sulla quale mi sono chinato un istante, come su un fiore, al margine del sentiero, ma dalla quale mi separo tosto, perché arresterebbe di troppo il mio passo tranquillo…

Ah! Se io potessi darti una parte soltanto di questo mio orgoglio latente, anche il dolore che tu dici di avere in te impallidirebbe e l’amore ti apparirebbe qual è: un inganno della giovinezza e un episodio trascurabile in un destino come il mio e come il tuo.

E mai come in questi tempi che tale smania mi fa soffrire, ho avuto tanto disprezzo per le mie attitudini artistiche e ho tanto sentito la necessità di affinarle con lo studio, con la meditazione, col silenzio.

Tu hai ancora l’avidità di cogliere fiori e di godere l’ora che passa: per me anche la lusinga del piacere mi è intollerabile come un ostacolo sul mio sentiero.

Amalia, mio buon amico, quante di queste cose t’avrei detto e ti vorrei dire se tu non fossi giovine e bella!

Ma hai degli occhi luminosi ed una bocca tentatrice ed è impossibile starti vicino senza diventare irriverenti con te come con una crestaia od una cortigiana qualunque…

Ho rilette queste sei pagine, amica mia: oimé! Parlo, parlo, e, sopra tutto, ragiono: quanto devo farti soffrire! E anche sdegnare. Perdonami.

Perdonami. Ragiono, perché non amo: questa è la grande verità.

Io non t’ho amata mai.

E non t’avrei amata nemmeno restando qui, pur sotto il fascino quotidiano della tua persona magnifica; no: avrei goduto per qualche mese di quella piacevole vanità estetico-sentimentale che dà l’avere al proprio fianco una donna elegante ed ambita. Non altro.

Già altre volte l’ho confessata la mia grande miseria: nessuna donna mai mi fece soffrire; non ho amato mai; con tutte non ho avuto che l’avidità del desiderio, prima, ed una mortale malinconia, dopo…

Ora con te, che sei il più eletto spirito femminile ch’io abbia incontrato mai, e con te che dici di amarmi, sono stato sempre e voglio essere ancora sincero: non ti amo.

E la risoluzione più leale da parte mia è il distacco. Partirei pur non dovendo partire. Invece il Destino è propizio: m’impone l’esiglio anche per altre cause ch’io tolgo a pretesto.

Rivederci? A che scopo? Un colloquio di più nulla aggiungerebbe (o sottrarrebbe forse) alla fraterna benevolenza che noi dobbiamo portare l’uno dell’altro.

Addio, mia buona amica! Ti bacio.

(Guido Gozzano)

 

 

 

 

Segue la risposta di Amalia…

 

 

 

 

Se desideri leggere la 1° struggente lettera

di Amalia clikka qui giù…

 

da Tony Kospan

 

 

 

IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK?

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Pubblicato 2 gennaio 2012 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI, Senza categoria

LETTERE D’AMORE TRA POETI – DA AMALIA G. A… G. GOZZANO – 1°   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
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LE PIU’ BELLE
LETTERE D’AMORE

 
 
Stavolta trattiamo di una storia d’amore
tra… poeti…
 
 
 
Amalia Guglielminetti
 
 
e
 
 
 

Guido Gozzano
 
 
 
 
Le storie d'amore tra poeti sono rare
ma non rarissime e spesso sono… “difficili”.
 
 
Questa ne è un esempio
ma forse la loro storia in fondo non è dissimile affatto
da quelle di chi poeta non è…
come leggeremo… in seguito…
 
 
 
 
 
Nota

 
 

 
 

DA AMALIA A GUIDO…

Martedì (24 marzo 1908)

Perché mi fate piangere, Guido, perché mi fate rimpiangere quel poco che v’ho dato di me?
Non dovevo venire con Voi quel giorno per soffrirne dopo, così, per vedermi tolta anche la piccola dolcezza di sentirvi qualche volta vicino.
E così poca cosa la vita e così breve per negarci qualche poco della sua bellezza per tormentarci volontariamente anche quella piccola parte di bene che ci concede?

Voi vi dite corazzato anzi insensibile ad ogni ferita. Io no, mio dolce Amico, o vi voglio bene e soffro crudelmente di sentirvi tanto lontano.
Mi pare di trovarmi più sola in quest’ombra grigia di banalità che ci circonda, sento d’aver smarrito qualche cosa di più leggero, di più chiaro, di più elevato, l’amico che mi comprende, il fratello che sogna i miei sogni e gioisce della mia gioia, la tenerezza che blandisce e riscalda il cuore.

Io non voglio che tu mi sfugga, Guido, io non voglio che tu mi segua di lontano come un estraneo, che tu mi riveda ancora un giorno lontano quando forse i miei capelli non saranno più tanto bruni e la mia bocca fresca e i miei occhi lucenti.
Lascia ch’io ti dica tu come un compagno, ch’io non senta fra noi il gelo di quella parola dura.
Io ti sono compagna ora senza tremori e senza fremiti, sorella della tua anima.

Io ti saprei baciare la fronte con un sorriso sereno come si bacia un bambino.
No, noi non abbiamo ancora sepolto nulla di noi stessi.
Io sono per te come il primo giorno che ti vidi, non sazia, né stanca, né oppressa dalla più piccola parte di te.
Sei nuovo e fresco al mio spirito come allora che m’eri ignoto.

Ogni tua parola è come una piccola luce che ti rischiara un momento
e ch’io guardo risplendere con gioia nuova ogni volta che tu parli.

E un senso strano ch’io non so dire, ma che non ho mai sentito per altri, una malia, quasi, che è credo, una occulta profonda fraternità, un oscuro legame spirituale che ci unisce anche nostro malgrado. Ma tu non provi questo fascino, lo so, poiché mi respingi dopo alcune ore di comune vita, mi allontani con un gesto che mi pare un urto di disdegno.

Forse io non sono stata con te, quel giorno, quella della tua attesa.

 

 

 

 

continua

 

 
da Tony Kospan

 

 

 

Pubblicato 2 gennaio 2012 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI

L’ATTIMO ETERNO… – G. MAUGERI – FELICE PRIMO INIZIO DI SETTIMANA DEL 2012   5 comments

 

 

 

Lord Frederic Leighton – Idillio

 

 

 
 
E se tutti noi fossimo sogni
che qualcuno sogna,
pensieri che qualcuno pensa?
Fernando Pessoa

 

 

 
Tamara de Lempicka – Giovane donna con i guanti

 
 
 
L’ATTIMO ETERNO DELLA VERITA’
 
Giusy Maugeri   

 

Dai lembi scuciti 

delle terre del cuore

riemergo

centellinando parole

soffocate

 dall’esplosione di voci assordanti

del mondo delle banalità

E se colgo una stella

 nel vortice vivo

di vite sprecate

 fra inutili stupidità

 ne godo

di gemma rara

il bagliore

 e rinasco

come tenero germoglio

nutrito dal sole della vita.

Essa corre

come treno veloce

sui binari del mondo

e mi sfugge di mano

l’attimo eterno

della verità…

 

 
 
 
 
 
  
                 
 
 
 
     

 par Ours Antoine

 
 
 
POESIE?

UN MODO DIVERSO
DI VIVERLE

 

 

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