
MINI MEDITAZIONI
DEGLI INDIANI D'AMERICA

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.

Smetti di ascoltare e sentirai la verità.

Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.

Non cercare il contatto e troverai l'unione.

Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.

Sii delicato e non avrai bisogno di forza.

Sii paziente e compirai ogni cosa.

Sii umile e manterrai la tua integrità.

DAL WEB – IMPAG. TONY KOSPAN
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E’ una delle più belle favole dedicate ai bruchi
che spiega un po’ il particolare modo in cui nasce la farfalla
ma ci dona anche dei punti di saggezza e di speranza
di poter, con la perseveranza, raggiungere i nsostri sogni.
Penso sua utile farla leggere, o leggerla, ai bambini.

LA FAVOLA DEL BRUCO SOGNATORE

Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna.
Molto vicino della sua strada c’era un grillo… “dove vai?” gli chiese.
Senza smettere di camminare, il bruco rispose:
“Ieri sera ho fatto un sogno, sognai che ero sulla cima della montagna e da li potevo guardare tutta la valle.
Mi è piaciuto quello che ho visto e cosi voglio realizzare il mio sogno.
Sorpreso, il grillo disse mentre il bruco si allontanava: “Devi essere pazzo!
Come farai ad arrivare fin là???? Tu, un piccolo bruco??
Per te, una pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un mare, e qualsiasi ramo sarà una barriera impossibile da oltrepassare.”
Ma il piccolo bruco era gia lontano e non lo sentì.

I suoi piccoli piedi non smettevano di muoversi.
Poi sentì la voce dello scarafaggio:
“Dove vai con tanto sforzo?”
Gia un bel po’ sudato, il piccolo bruco rispose:
“Ieri sera ho fatto un sogno, sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e cosi voglio realizzare il mio sogno.”
Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: “Ma se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un’impressa così difficile.
E rimase steso per terra ridendo mentre il bruco continuava la sua strada.
Uguale successe col topo, il ragno, la rana e il fiore.
Tutti gli consigliavano di smettere.
“Non arriverai mai..!”, gli dicevano
Ma il piccolo bruco continuò a camminare, perché dentro di sè sentiva che doveva farlo.
Già stanco e senza forze, e sentendosi al punto di morire, decise di fermarsi a riposare e costruire, col suo ultimo sforzo, un posto per dormire quella notte.
“Cosi mi sentirò meglio.” disse.
Ma morì.
Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti.
Lì c’era l’animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso.
Li c’era l’ultimo rifugio di uno che era morto per andare dietro ad un sogno.
Giorni dopo, una mattina nella quale il sole brillava in una maniera speciale, tutti gli animali si riunirono intorno a quello che era diventato un avviso per tutti loro.
All’improvviso tutti restarono a bocca aperta:quel bocciolo grigiastro, comincio a rompersi e con meraviglia videro un paio di occhi e due antenne…
A poco a poco, per dargli tempo di rimettersi da quell’impatto, apparirono due bellissime ali dai colori stupendi.
Era una farfalla!

Nessuno disse niente perché già sapevano cosa avrebbe fatto.
Sarebbe andata volata in cima alla montagna a vedere da là su, tutta la valle.
E cosi compiere il suo sogno.. il sogno per il quale era vissuto e s’era sforzato fino a morire ed era rinato per compierlo.
Tutti s’erano sbagliati meno lui.
(DAL WEB – IMPAG. T.K.)
CIAO DA TONY KOSPAN
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APOLLINAIRE ED IL PONTE DI MIRABEAU
GUILLAUME APOLLINAIRE
Breve Bio e la sua nota poesia “Il ponte Mirabeau”
a cura di Tony Kospan
Guillaume Apollinaire (ma il suo vero nome era Wilhelm Apollinaire de Kostrowitsky) nasce a Roma il 26 agosto 1880 da un ufficiale italiano ed una polacca.
Si trasferì giovanissimo a Parigi.
Lì entrò in contatto con le avanguardie culturali dell’epoca… e frequentò personalità quali Maurice de Vlaminck, André Derain, Pablo Picasso, Georges Braque, Henri Matisse e De Chirico… divenendo anche il teorico del movimento pittorico cubista.
Eccolo qui dipinto da De Chirico
Già allora appare forte la sua curiosità verso tutto quel che è nuovo… tecnologico e moderno… e questo lo portò anche ad appoggiare il movimento che proprio del modernismo fece la sua bandiera e cioè il futurismo di Marinetti.
Nel 1910 iniziò, ormai trentenne, la sua vita letteraria con un libro di sedici racconti “L’eresiarca & C.”, e dopo altre esperienze letterarie pubblicò nel 1913 “Alcools” una raccolta di sua poesie , che ebbe gran successo e influenzò molto tutta la letteratura francese, ed è oggi considerata il suo capolavoro… insieme con “Calligrammes” del 1918.
Le poesie di “Alcools” risentono degli influssi del Simbolismo francese e mostrano una bella la musicalità pur in temi legati alla malinconia ed al sogno.
Dopo queste, tante altre furono le sue pubblicazioni…, che però si diressero pian piano verso tematiche industriali e tecnologiche dell’epoca come l’automobile, il cinema, etc… esplorando nel contempo nuovi strumenti tecnici ed espressivi come l’eleminazione della punteggiatura, il verso libero, lo sperimentalismo grafico del calligramma.
Morì il 9 novembre 1918, in un modesto attico parigino e fu sepolto insieme ad altri grandi personaggi dell’epoca nel cimitero di Père Lachaise.
Leggiamo ora una delle sue più belle poesie…
divenuta anche una canzone…
IL PONTE MIRABEAU
Guillaume Apollinaire
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L'onda stanca degli eterni sguardi
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
L'amore se ne va come
L'amore se ne va
Com'è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
quest'acqua corrente
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango

Ed ora ascoltiamola… cantata in Francese…


Ciao da Tony Kospan




POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE…
ORSO TONY
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Walter Crane – Le stagioni

Che io possa avere la forza di cambiare
le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare
le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l'intelligenza
di saperle distinguere.
Tommaso Moro








TI ADORO
Charles Baudelaire
T'adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t'amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.



par Tony Kospan
IL FANTASTICO MONDO
DELLA POESIA?
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