Archivio per 8 dicembre 2011

RIFLESSIONI – B. GORMLEY – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   1 comment

 
 
 

 
 
RIFLESSIONI
Barbara Gormley

Passeggiata lunga dove
Realtà vissuta nulla
Musica ascoltata ferita
Poesia letta afflitta
L’amore negato passato
L’amante nuovo trovato
Smania di lui, ahimè!
E’ leggermente triste.
 
 

 
 
by Tony Kospan
 
 
 

IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK?

PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 
 

 

Pubblicato 8 dicembre 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

E VOI DORMITE ANCORA – POESIA… STORIA VERA… MUSICA ED EMOZIONE   1 comment

 
 
 
 
 
 
E VOI DORMITE ANCORA
(E VUI DURMITI ANCORA)
– POESIA MUSICA… EMOZIONE…
ED UNA STORIA VERA –
a cura di Tony Kospan…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E’  UN BELLISSIMO… ROMANTICO CANTO D’AMORE… 
SENZA SPAZIO E… SENZA TEMPO
CON UNA SUA INCREDIBILE EMOZIONANTE STORIA…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA STORIA
 
 
“Si dice che fosse il 1916.
Sul fronte della Carnia si fronteggiavano gli austriaci e due reggimenti formati da Siciliani.
Si sparavano e si ammazzavano.
Una sera, splendendo la luna, uno dei nostri, un soldato siciliano, prese la sua chitarra e cantò.
E mentre cantava, gli spari cessarono.
E quando finì di cantare, gli austriaci applaudirono.
Questa canzone, cantò il soldato.
Non era quello il suo posto, in mezzo alla Morte.
E lui invocò il suo posto.” (DAL WEB)
 
Quest’episodio all’epoca fece moltissimo parlare di sé…
 
 
 
 
 
 
Questa qui giù è la dolcissima musica…
poi leggeremo il testo
ed infine il video con parole e musica…
 
 
LA MUSICA
 
 
 
 
 

IL TESTO

 

E VOI DORMITE ANCORA…
Giovanni Formisano*
 
*POETA E COMMEDIOGRAFO 1878 – 1962
 
 
 
 
 

 

 

Già dal mare s’è levato il sole 
E voi dormite ancora, piccola e bella 
Gli uccelli sono stanchi di cantare 
Infreddoliti, aspettano qui fuori 
Su quel balconcino si son posati 
E aspettano che voi vi affacciate
Basta, non dormite più 
Perché insieme a loro, in questa straduccia 
Ci sono anch’io ad aspettare voi 
Per vedere questo viso così bello 
Passo qui fuori tutte le mie notti 
E aspetto solo che voi vi affacciate
I fiori non vogliono stare senza di voi 
Tengono tutti il loro capo chino 
Non ce n’è uno che voglia sbocciare 
Se prima non si apre quel balcone 
Sono nascosti fra i boccioli 
E aspettano che voi vi affacciate
Basta, non dormite più 
Perché insieme a loro, in questa straduccia 
Ci sono anch’io ad aspettare voi 
Per vedere questo viso così bello 
Passo qui fuori tutte le mie notti 
E aspetto solo che voi vi affacciate. 

 

Il canto è qui ovviamente in  versione italiana…
mentre l’originale è in dialetto siciliano…
 
 

 

 

IL VIDEO (BOCELLI)

Se ci va ascoltiamo  ora  il magico canto
in questo video…
nell'interpretazione di Andrea Bocelli…
 
 
 
 
 
 
 
Devo dire che la storia di questo canto
mi ha fatto venire i brividi…
 
Tony Kospan
 
 

Pubblicato 8 dicembre 2011 da tonykospan21 in CANZONI DI UN TEMPO..., Senza categoria

LA VERA STORIA DEL PRESEPE   2 comments

 

 
 
 
 
LA STORIA DEL PRESEPE
 
 
 
 
 
 
 
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù come riporta Luca “in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo” (Ev., 2,7) dell'annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così famigliare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità, la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità del nascituro. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri.
Il presepio come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223, episodio rappresentato poi magistralmente da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato è invece quello che Arnolfo di Carnbio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività, il tutto collocato all'interno delle chiese. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani.
Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobillà, della borghesia e del popolo còlti nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago, nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare movimento, abbigliati con vesti di stoffe più o meno ricche, adornati con monili e muniti degli strumenti di lavoro tipici dei mestieri dell'epoca e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Lencio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti di Genova e quelli siciliani che, fatta eccezione per i siracusani che usano la cera, si ispirano sia per i materiali che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia.
La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali – statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro – forniti da un fiorente artigianato. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posti sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e la caverna usata da S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme.
Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quella degli amici del presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine vicino Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma, una tra le prime in Italia, rappresentazioni dal vivo come quelle di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto gli artigiani napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana.
 
 
 

 

 

Ora da alcuni decenni il cuore mondiale del presepe… è Via San Gregorio Armeno… la famosissima via del centro di Napoli in cui sono concentrati tantissimi laboratori artigianali (ma che non è esagerato definire talvolta artistici) che creano presepi di ogni tipo e forma… e che è meta di centinaia di migliaia di turisti e di appassionati del presepe provenienti da ogni parte del  mondo… (N.T.K.)
 
 
 
 

 
 
 
dal web – impaginazione e note di Tony Kospan
 
 

 
     
 POESIA?
 
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21
 
 
 

Pubblicato 8 dicembre 2011 da tonykospan21 in Senza categoria

Taggato con ,

IL POZZO E LA POZZANGHERA – SAGGIO RACCONTINO   Leave a comment

 
 
 
UN SIMPATICO… SAGGIO RACCONTINO
 
 
 
 
 
 
IL POZZO E LA POZZANGHERA
(Stefano Lovecchio)
 
 
 
 

 
 
 
 
Un giorno una pozzanghera disse al pozzo vicino a sé:
“Che vita insignificante la mia!
Nessuno si accorge di me se non che qualche uccellino ogni tanto, per bere un po’ d’acqua.
Tu invece sei ben conosciuto e vengono a te da lontano, ti hanno dato persino un nome”.
Il pozzo le rispose:
“Cara amica mia, è vero che vengono da lontano e che mi hanno dato un nome, ma non vengono per me, vengono tutti a prendere l’acqua che la terra mi dona e se ne vanno felici per l’acqua che possono prendere.
Ma a me va bene così, perché in ogni caso li vedo andar via contenti.
Ma anche tu non devi lamentarti, perché è vero che non hai un nome ma quando la tua acqua è calma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sulla terra, mentre la mia acqua non ha che buio attorno a sé.
Pensaci amica mia, ciò che conta sia per me che per te, è permettere all’acqua che ci viene donata di dissetare chi ne ha bisogno.
Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo“.
 
 
 

 
 
 
 
Fonte: http://www.qumran2.net/ – impagin. T.K.
 
 
 

 
 
Orso Tony
 
 
 
 
 
 

QUANDO FINISCE LA NOTTE? – RACCONTINO SUBLIME   Leave a comment

 

 

 

 

                    

 

 

UN RACCONTINO… SUBLIME…

 

 

Flower_Worlds_03_by_votsnef.jpg 03-10-07 Notte image by clamas58

 
 
 
QUANDO FINISCE LA NOTTE?
(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)
 
 
 
 

Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi

da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso

in cui finiva la notte e cominciava il giorno.

“Forse da quando si può distinguere con facilità
un cane da una pecora?”.

“No”, disse il rabbino.

“Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”.

“No”, ripeté il rabbino.

“Ma quand’è, allora?”, domandarono gli allievi.

Il rabbino rispose:

“E’ quando guardando il volto di una persona qualunque,
tu riconosci un fratello o una sorella.

Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore”.

 
 
 

 

 

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”
(Martin Luther King).
 
 
 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

  
LA TUA PAGINA DI SOGNO? 
 
 
 
 
 

MARINO BARRETO JR… – ANNI 50 E 60 – UN RICORDO   Leave a comment

 
 
 

Marino Barreto y Rubio
conosciuto come
Don Marino Barreto Junior
(Matanzas, 8 dicembre 1925 – Milano, 10 /12/1971)
 
 
 
Oggi è l'anniversario della sua nascita…
 
 

 
 
 
E' stato un cantante,
cantautore e contrabbassista cubano
protagonista indiscusso
delle estati musicali italiane negli anni 50 e 60.
 
 
 
 

 
 
Ricordiamolo con questa sua nota canzone…
il cui successo fu ribadito anni dopo
nella versione di Fausto Leali…
 
 
 

 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 

 
 

AUGURI ALLE IMMACOLATA E FELICE FESTA A TUTTI CON LA STORIA E DIPINTI…   2 comments


  
 
 



A TUTTE LE… “IMMACOLATA”.. “CONCETTA”.. “IMMA.. ETC..




Foto:





STORIA E SIGNIFICATO DELLA FESTA DELL'IMMACOLATA


Oggi 8 dicembre si festeggia l’Immacolata Concezione di Maria,
dove Immacolata, significa non macchiata (dal peccato originale)
fin dal primo istante del suo concepimento.


Per la chiesa Cattolica,
ogni essere umano nasce con il peccato originale
 solo la Madre di Cristo ne è invece esente.




Foto:
Bartolomé Esteban Perez Murillo



Nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con
le apparizioni di Lourdes (1858) e di Rue du Bac a Parigi (1830).


La festa iniziò a diffondersi già nel XII secolo
ma ci fu una grande diatriba tra 2 opposte visioni.


La prima, quella poi vincente fu sostenuta dai Francescani
con il dogma di cui parlerò qui giù è quella su riportata
mentre la seconda,
sostenuta da San Bernardo di Chiaravalle e San Tommaso d’Aquino
era contraria a considerare Maria
preservata alla nascita dal peccato di Adamo.



Foto:



COSA SIGNIFICA IMMACOLATA CONCEZIONE?


Immacolata Concezione significa che la nascita di Maria
è avvenuta senza il peccato originale.
Ovvero la Vergine Maria,
pur essendo stata concepita dai suoi genitori (i Santi Anna e Gioacchino)
così come vengono concepite tutte le creature umane,
non è mai stata toccata dal peccato originale
fin dal primo istante del suo concepimento.


Questo dogma è stato promulgato nella Cappella Sistina
dal Beato Pio IX l'8 dicembre 1854.





Foto:
Giambattista Tiepolo


Il dogma afferma che Maria è stata concepita immacolatamente
perché per volontà di Dio avrebbe dovuto portare nel suo grembo Gesù,
Dio fatto uomo.

Una donna toccata dal peccato non avrebbe potuto concepire Dio
e quindi doveva essere perfezione e purezza.




Foto:
Antonio Pereda y Salgado







Infine mi fa piacere far ora gli auguri di 
buon onomastico
a tutte coloro che portano questo nome 
con questa simpatica animazione… 

 



e felice Festa dell'Immacolata a tutti
da Orso Tony



Foto:



LA TUA PAGINA CULTURALE D'AMORE.. PSICHE E SOGNO






Foto:




Pubblicato 8 dicembre 2011 da tonykospan21 in A U G U R I, Senza categoria

AMORE – B. DIMITROVA – FELICE GIOVEDI’ IN POESIA E…   2 comments

 
 
A Hot-House Flower – Sir Edward John Poynter
  

 
 
80x8080x8080x8080x8080x8080x80

 
 
 
 
 
 
Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze.
Paul Valery
 

 70x82  70x82  70x82  70x82  70x8270x82
 
 
 
 
 
 

A M O R E
Blaga Dimitrova
 
Ho perso l’andatura trascurata,
ho perso la mia risata presuntuosa
e il silenzio mite dell’anima,
e la freschezza nello sguardo distratto,
e di notte il sonno.
Ho perso i sentieri che mi attiravano,
la ribellione, e la libertà,
l’imprevisto, e il suono dei canti –
ho perso tutto, ma sono la più ricca
la più prodiga del mondo.
 
 
 

 
 
 
Photobucket
 
 
 
 
 
par Ours Antoine
 
 
 
 

 

ILFANTMONDO.jpg picture by orsosognante

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: