NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
JOHN DONNE
COME VI AVEVO PREANNUNCIATO C’E’ UN’ALTRA POESIA NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA (Meditation XVII)
A mio parere anche questa
è una poesia profondissima…
Qui però più che un inno all’amicizia…
il poeta giunge ad una visione altissima
dell’Umanità… vista come un INSIEME…
di cui ciascuno di noi è parte…
Parte importante che, come in un puzzle,
forma un dipinto molto più ampio…
e quando qualcuno viene meno…
ne soffre, sia tutto l’insieme…,
che ciascun uomo…
Il verso finale
“Per chi suona la campana”
fu usato come titolo di un suo famoso romanzo da Ernest Hemingway John Donne (Londra, 1572 – 31 marzo 1631) John Donne, poeta e religioso inglese,
riusciva a raggiungere, come si vede in questi versi,
vette di altissima spiritualità…
che condivideva con carnalissime tentazioni…
e la cosa, lungi dallo stupire…,
ci fa comprendere l’estrema complessità
dell’animo umano…
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
John Donne
Nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto Se anche solo una zolla La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
COSA NE PENSATE?
TONY KOSPAN
IN FACEBOOK
|
Ciao Orsto Tony sempre grazie per tutti i tuoi contributi, che con passione dedichi a tutti noi un angolo di poesia cultura e armonia.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Orso Tony sempre grazie per tutti i tuoi contributi, con passione dedichi a tutti noi un angolo di poesia cultura e armonia.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Tony … un poeta, filosofo, con un animo aperto e la mente … E ‘la poesia adorabile… grazie…
"Mi piace""Mi piace"
Siamo tutti isole di un grande arcipelago. John Donne descrive in modo romantico la “resposabilità” di far parte di un tutt’uno. Da sempre ma oggi più che mai, l’egoismo umano difficilmente ce lo fa ricordare.
"Mi piace""Mi piace"
IL GRAMMATICO ED IL DERVISCIO…
Rumi
In una notte senza luna un derviscio, passando vicino a un pozzo prosciugato, sentì un grido: una voce cavernosa chiedeva aiuto.
“Chi c’è laggiù?”, chiese il derviscio, sporgendosi.
“Sono un grammatico e, poiché non conosco la strada, sono caduto inavvertitamente in questo profondo pozzo dove mi trovo ora, praticamente immobilizzato”, rispose la voce.
“Tieniti, amico, vado a prendere una scala e corda”, disse il derviscio.
“Un momento, prego”, rispose il grammatico. “La tua sintassi e la tua pronuncia sono difettose; ti prego di correggerle”.
“Se questo è così importante per te, più importante dell’essenziale”, gridò il derviscio, “allora è meglio che tu rimanga lì dove sei finché io non imparo a parlare correttamente”.
E proseguì per la sua strada.
"Mi piace""Mi piace"