Archivio per 7 novembre 2011

L’IMMAGINE – A. GRANDES – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 
 
 

 
 
 
L’IMMAGINE
Almudena Grandes

Quando si svegliava pensava
ad Anita che si svegliava,
prima di addormentarsi pensava
ad Anita che si addormentava
e ad ogni passo vedeva
Anita che camminava,
si fermava, girava per casa
e quell’immagine dava un peso,
un senso al suo tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 
 

 

 

Pubblicato 7 novembre 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

L’ARTE DI AMARE… PER ERICH FROMM   2 comments

 

 

 

 

LARTE DI AMARE
PER FROMM
 
 
 
 
 

 

 

 

 

Prima di passare alla sua visione dell'amore

leggiamo una sua breve biografia

 

 

 

Erich Fromm

 

 

 

BREVE BIO DI FROMM

 

Erich Fromm nasce a Francoforte nel 1900.
Figlio di un ricco commerciante, fu allevato in una atmosfera israelita ma più tardi egli respinse le sue convinzioni religiose.
Studiò
psicoanalisi
a Monaco e si formò nell’ Istituto di psicoanalisi di Berlino.
Non si laureò in medicina. Cominciò a praticare la psicoanalisi nel 1925 e divenne presto famoso. 
La sua prima tesi sulla funzione delle religioni, fu pubblicata in Imago, una rivista edita da
Freud
.
Nel 1934, per opposizione al nazismo, lasciò la Germania per stabilirsi permanentemente negli Stati Uniti dove tenne lezioni in varie università americane e messicane.
Muore a Locarno nel 1980.
Viene considerato come uno dei maggiori rappresentanti della psicologia post-freudiana.
Mentre Freud  insegnava che l’uomo è fondamentalmente antisociale e deve essere addomesticato dalla società , Fromm credeva che una spiegazione più comprensiva del comportamento umano può essere trovata nella storia.
L’ uomo secondo Fromm era originalmente protetto dalla solitudine e dal dubbio poiché egli viveva in uno stato di unità cosmica con i suoi compagni e con l’universo.
Quest’unione con la natura scomparve nel Medioevo.
Ne suo libro “
Psicanalisi e religione” pubblicato nel 1950 Fromm discuteva il bisogno dell’uomo di una struttura di orientamento con cui egli poteva superare la sua alienazione e stabilire relazioni con gli altri.
Questo bisogno può essere soddisfatto da una ideologia, da una
religione
, o persino da una nevrosi mentale.
Fromm confrontò questo bisogno di psicoanalisi che egli chiamava cura dell’
anima
con le religioni che accentuano il potere e la forza dell’individuo.

 

 

 

 

 

 

LA CURA DELL’ANIMA

 

La cura dell’ anima è quella di mettere un uomo in contatto col suo subcosciente aiutandolo così ad essere libero di stabilire relazioni d’amore.

Il metodo normale per superare l’isolamento è stabilire spontaneamente relazioni col mondo attraverso l’amore e lavorare senza sacrificare l’indipendenza e l’integrità del processo.

Nel suo lavoro di analista Fromm scoprì una grande varietà di altri meccanismi d’evasione – masochismo, sadismo, distruttività, conformismo, alternativi all’amore.

Essi producono una riduzione dell’alienazione dell’ansia ma solo al caro prezzo della rinuncia della propria individualità.

Fromm usa la parola amore per descrivere un atteggiamento generale piuttosto che un’emozione diretta ad una particolare persona.

 

 

 

I 5 TIPI DI AMORE

 

Nel suo libro “L’arte di amare” parla di 5 tipi di amore:

 

amore fraterno,

amore tra genitori e figli,

amore erotico,

amore per sé stessi,

amore per Dio.

 
 
 
 
Egli sottolineò che tutte queste forme di amore hanno elementi comuni e devono essere basati sul senso di responsabilità, rispetto e conoscenza.

Per ogni individuo l’amore è il modo normale di superare il senso di isolamento e, come desiderio di unione con gli altri, assume una forma specificamente biologica tra l’uomo e la donna.

Fromm afferma che è errato interpretare l’amore come una reciproca soddisfazione sessuale poiché una completa felicità sessuale si raggiunge soltanto quando c’è l’amore.
 
La concentrazione sulla tecnica sessuale come se questa rappresentasse la via alla felicità è, egli afferma, una delle molti ragioni per cui l’amore vero è diventato così raro nella moderna società capitalistica.

 
Fromm crede che l’amore sia l’unica e soddisfacente risposta al problema dell’esistenza umana.

 
Egli accentua però il fatto che l’amore non può essere insegnato ma dev’essere acquisito tramite uno sforzo continuo, disciplina, concentrazione e pazienza, tutte cose che sono difficili per la pressione continua della vita moderna.

 
Il più importante contributo di Fromm alla psicologia sta nella sua accentuazione della dignità e del valore dell’individuo.

 
A differenza degli psicologi del comportamento egli non riduce l’uomo ad un comune denominatore di istinti.
 
Nel suo trattamento del sesso egli lo considera molto meno importante dell’amore nel senso più lato del termine.

 
Le sue idee sulla teoria della pratica dell’amore sono della massima importanza poiché dimostrano che uomini e donne possono superare le pressioni della vita quotidiana e le difficoltà che essi incontrano quando vogliono formare mature relazioni d’amore.
 

 

 

Testo dal web…Impaginaz. T.K.

 

 

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Con parole mie direi che Fromm appare
il cantore ed il mentore dell’amore… consapevole… e maturo…, 
di un amore concepito in modo davvero molto ampio
e non ridotto solo a sesso o passione…
benché non li escluda affatto…

 

Interessante appare anche la sua catalogazione degli amori…

 

Voi che ne pensate?

Tony Kospan

 

 

 

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Pubblicato 7 novembre 2011 da tonykospan21 in AMORE AMICIZIA, Senza categoria

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FUNICULI’ FUNICULA’ – 1880 – LA STORIA L’ATMOSFERA LA CANZONE   Leave a comment


 
 
Approfondiremo la conoscenza ed ascolteremo un'antica canzone che, 
nata all'epoca solo per… u n a  p u b b l i c i t à (!!!)
spiccò poi il volo verso alte vette di successo e di allegria… 
diventando famosa in tutto il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
FUNICULI’ FUNICULA’
LA STORIA… L'ATMOSFERA E LA CANZONE
a cura di Tony Kospan
 

 
 

 
 

LA STORIA

 

La canzone fu scritta nel 1880 in occasione dell’inaugurazione della prima funicolare di Napoli ed ebbe una gestazione velocissima… solo di poche ore… nascendo quindi quasi d’impeto dalle corde del giornalista Peppino Turco e dal musicista Luigi Denza…

 

 

Gli industriali brindano all'inaugurazione della funicolare

 

 

Essa doveva avere solo la funzione di pubblicizzare la Funicolare e di invogliare i cittadini ad utilizzarla… dato che era un mezzo di trasporto nuovo… ma riscosse un successo immediato sia per la musica quasi galoppante ed allegra… che per il simpatico testo…

 

 

 

 

Fu la canzone più cantata nella Piedigrotta (antica festa popolare che si teneva nel mese di settembre) di quell’anno ed il suo successo… travolgente come le sue note… travalicò monti ed oceani per diventare una delle canzoni più famose al mondo di tutti i tempi…



  

La festa di Piedigrotta

 
 
 Essa infatti è stata cantata dai più grandi cantanti…. di ogni epoca.

Interessante poi, dal punto di vista storico, è il fatto che questa è stata la prima canzone classica napoletana di cui sono noti sia l'autore del testo che quello della musica.

Le canzoni precedenti erano in pratica solo dei  canti popolari… ma gli anni di fine '800 furono davvero rivoluzionari in tutti i campi dalla scienza all'arte… dalla musica alla poesia… etc. 
 
 
 
 

 

 

LA CANZONE

 
 
L'ascolteremo ora prima in una versione cantata da Pavarotti 
nel gran bel sito di un italiano che vive in Brasile
(ed a cui va la ns grandissima riconoscenza)
potendone leggere il testo in originale ed in italiano

 
 
 







e poi in questo video invece possiamo ascoltarla

nell'interpretazione, anch'essa molto bella,

di Andrea Bocelli.

 


 

 

 
 
 
Ciao da Orso Tony
 
 
 
 
 
 
 





 
 
 

L’ELOGIO DELLA MALINCONIA NELL’ARTE – I PARTE   Leave a comment

 
 
ELOGIO DELLA MALINCONIA
E… L'ARTE…
 
 
UN'ANALISI – DEGLI AFORISMI – QUALCHE POESIA
E TANTI DIPINTI SULLA MALINCONIA NELL'ARTE
 
 
Caravaggio – Particolare della “Morte della Vergine” – Louvre
 
 
I PARTE
 
 
I fiori sono parole,
le foglie silenzio…
tutto raccolto attorno ad essi
Tagore
 
 
 
 
 
Paul Delvaux – Elogio della Malinconia
 
 
Rifuggita, nella nostra società iperattiva tutta volta verso l'esterno, la malinconia può essere letta come un bisogno di rivolgere l'attenzione verso l'interno, quella dimensione in cui gli artisti traggono ispirazione e carica per la loro attività.
 
 

Arnold Boecklin – Malinconia
 
 

Da cosa dipende quel vago malessere che spesso accompagna la nostra vita?
Perché non siamo felici di ciò che possediamo e delle mete che abbiamo già raggiunto?
Da dove proviene quella struggente sensazione di non essere veramente a “casa”?
è lo stato di malinconia, quel vissuto psicologico che sperimentiamo di frequente nei momenti di “sosta”, di “arresto” nel corso della nostra vita. Gli antichi la descrivono come “afflizione dell'anima” affine alla tristezza, ma non così dolorosa, e anche se cupa e profonda porta con se una certa tenerezza e dolcezza. Inoltre, a differenza della tristezza, che sfiora la depressione e non induce alla riflessione, la malinconia si alimenta di un pensiero più intimo forse più a contatto con la “ragioni” del cuore.
 


La Malinconia – Domenico Fetti

 

Il termine malinconia deriva dal greco, mélas, nero e cholé, bile, quindi “bile nera” che insieme con il flegma, la bile gialla, e il sangue, formava i “quattro umori”. Questi umori si credeva controllassero tutta l'esistenza e i comportamenti dell'uomo e, a seconda del modo in cui si combinavano, determinavano il carattere degli individui; in perfetta corrispondenza con gli elementi del cosmo e i suoi cicli, come l'alternarsi delle stagioni.
 
 
 
corot_m_lancolie_2
Jean-Baptiste Camille Corot – La Mélancolie
 
 
 
Nel linguaggio moderno la parola “malinconia” o “melanconia” si usa per indicare indifferentemente cose alquanto diverse tra loro. Nella nostra cultura medica viene indicata come prodromo della depressione, e viene riconosciuta come tale quando si accompagna a sensi di colpa e a umore depresso, sintomi però non scatenati da eventi ben identificabili e per lo più non caratterizzati da ansia. Le persone che ne soffrono manifestano anche insonnia, perdita dell'appetito e incapacità di trarre piacere.
Questo “atteggiamento” scientifico, di sicura utilità per diagnosticare preventivamente una patologia depressiva, ha messo però in ombra la malinconia come “stato dell'anima”, talvolta penoso e deprimente e talaltra dolcemente pensoso o nostalgico, includendo tutte le manifestazioni in un'unica definizione di carattere clinico.
 
 
Elio Occhipinti
 
 
c o n t i n u a
 
 
– dal web – impaginazione e coordinam. T. K. –
 
 
Tony Kospan
 
 
 

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LA TUA PAGINA DI SOGNO
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Pubblicato 7 novembre 2011 da tonykospan21 in ARTE

ALLUVIONE GENOVA… TRAGEDIA E ORGOGLIO DI UNA CITTA’ E RICHIESTE DI AIUTO   2 comments

 

 

 

 

ALLUVIONE GENOVA…
TRAGEDIA E ORGOGLIO DI UNA CITTA' E RICHIESTE DI AIUTO


Non riesco proprio a non fare
delle considerazioni sulla tremenda alluvione genovese…

 

 

 

 

La prima è la conferma che Genova come ogni parte d'Italia
è stata soprattutto  vittima dell'incuria assoluta del territorio…

Non intendo colpevolizzare nessuno
ma la leggerezza ed incoscienza degli italiani
nel non rispettare la natura
e nel considerarla  una cosa trascurabile… o quasi.

 

 

 

 

La seconda è che ormai appare evidente
che negli ultimi anni i normali fenomeni meteorogici
hanno acquistato delle dimensioni sempre maggiori
e sempre più pericolose…
ma neanche questo ci ha aperto gli occhi…

 

 

 

 

La terza è la mia grande ammirazione per i cittadini genovesi…
che senza attendere passivamente aiuti da parte dello Stato
sono scesi in strada per ripulire la loro città
e farla tornare quanto prima ad una discreta normalità…

 

 

 

 

La quarta ed ultima è un SOS da parte del Comune di ricevere attrezzature (pale, guanti, carriole, secchi etc.) per l’equipaggiamento dei volontari.

Le imprese che hanno una certa disponibilità di questi materiali
sono pregate di contattare i seguenti numeri:
335.8312501, 335.8312600.
(da Genova24.it).

Saranno accettati aiuti esclusivamente da persone maggiorenni.

 

 

 

 

Infine annoto che di queste richieste ahimé si parla poco
e dunque questo piccolo post possa servire, almeno un pò…, a questo…

 

 

Tony Kospan

 

 

 

Pubblicato 7 novembre 2011 da tonykospan21 in RIFLESSIONI DI TONY KOSPAN

MARIA CALLAS – LA VITA – IL MITO – VEDIAMOLA… ASCOLTIAMOLA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
MARIA CALLAS
UNA LEGGENDA DELLA LIRICA
 
by Tony Kospan
 
 
 
 La sua voce, i suoi amori, i suoi dispiaceri ed i suoi capricci
hanno fatto di lei un vero mito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La Diva, Divina, Dea o altre definizioni simili è nata nei primi giorni del dicembre 1923 a New York (s’ignora il giorno preciso per il ritardo nell’iscrizione all’anagrafe da parte dei genitori che volevano un maschio).
 
La sua infanzia fu però comunque tranquilla, anche a soli cinque anni fu investita da un’auto a Manhattan e rimase in coma per ventidue giorni.
 
Però in famiglia la prediletta era Jackie, la sorella maggiore, (per combinazione era così chiamata Jaqueline Kennedy che le sottrasse il marito) la sola per cui erano previste lezioni di canto e pianoforte che lei era costretta ad ascoltare di nascosto.
 
Però mentre la sorella stentava lei imparava subito… al punto che a 11 anni vinse il 2° premio in una trasmissione radio L’ORA  DEL DILETTANTE.
 
Maria, anche quando segue la madre tornata in Grecia, dopo il divorzio, contina nello studio del canto  al Conservatorio di Atene e le lingue greca e  francese. 
Soffrirà molto durante la guerra… sia la miseria che la fame… ma i primi successi nascono proprio lì con la Cavalleria Rusticana e Tosca”.
 
 
 
 

 

 

 
Lei però non ha dimenticato New York e poco dopo la fine della guerra torna dal padre…. ma lì non riesce ad avere successi ed eccola ripartire stavolta, nel 1947, per l’Italia… povera i canna e con soli 50 dollari in tasca.
 
Si stabilisce a Verona dove si sposa, forse senza amore, con G.B. Meneghini grande amante della lirica.
L’Italia le porta fortuna con le sue interpretazioni da soprano di “Gioconda”, “Tristano e Isotta”, “Norma”, “I Puritani”, “Aida”, “I Vespri siciliani”, “Il Trovatore” e così via e nel contempo riesce afare amicizie importanti come Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, Wally e Arturo Toscanini.
 
 
 
 
 

 

 

 
I trionfi si estendono in tutto il mondo. La Callas si trasforma, sulla scena, in personaggio senza gesti superflui, rompendo con una tradizione che prediligeva le emozioni e lacrime amare e con la sua voce incanta, commuove, stupisce.
Inizia anche la massima mondanità mentre finisce il matrimonio per un amore…. che definì “brutto e violento” con l’armatore greco Aristotele Onassis. Seguono anni di passione… lussi… e sregolatezze. Un figlioletto Omero… morì appena nato.
 
 
 
 

 

 

 
Nel 1964 inizia il declino insieme all’abbandono da parte del marito per Jaqueline Kennedy… che per lei sarà una dura mazzata. Anche la voce ne risente perdendo smallto e intensità. Abbandona allora la vita mondana e si ritira… a Parigi.   
 
Muore il 16 settembre 1977 a soli 53 anni. Accanto a lei solo il suo personale di servizio.
 
 
 
 
 
LA VOCE 
 
 
 

 

 


Di lei ci resta il mito e le incisioni della sua voce… Voce che merita qualche parola.

La sua voce, infatti, anche a seguito di tanto studio ed esercitazioni, viene considerata una voce limpida, cristallina, chiara ma con venalità discontinue.

L’effetto è che riesce a trasmettere non solo le parole ma anche le mille emozioni dei personaggi a cui ha dato vita nelle  opere da lei cantate.
 
 
 
 
 
ASCOLTIAMOLA E VEDIAMOLA
 
 
 
Ascoltiamola e vediamola dunque in questi 2 video
che ce la faranno ricordare con alcune interpretazioni sublimi…
 
 
 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 
IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK?  
  PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 

Pubblicato 7 novembre 2011 da tonykospan21 in MUSICA E DANZA CLASSICA, Senza categoria

L’AMOR MIO – J. JOYCE – FELICE SETTIMANA IN POESIA E…   1 comment

 

Pino Daeni – Passeggiata pomeridiana

 

 

 

 

 

ANCHE SE IL TEMPO SEMBRA BRUTTO
DAVVERO BRUTTO… DAPPERTUTTO…
 
 

Felicità: finché dietro a lei corri
maturo non sei per esser felice
Hermann Hesse
 
 
 
 

 

 

 

L'AMOR MIO

James Joyce
 

L'amor mio è vestita di luce

In mezzo ai meli

Dove i lieti venti più bramano

Di correre insieme.

 

Là dove i venti lieti restano un poco

A corteggiare le giovani foglie,

L'amor mio va lentamente, china

Alla propria ombra sull'erba;

 

Là, dove il cielo è una coppa azzurrina

Rovescia sulla terra ridente,

Va l'amor mio luminoso, sostenendo

Con garbo la veste.

 
 
 
  

 
 
 
 
 
 

da Tony Kospan

 
 
 
 

POESIE?
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