
FACCIAMO PACE CON LA CIOCCOLATA
(ma chi mai è stato in guerra?)
E CON NOI STESSI
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Bisogna nutrirsi con piacere!
Basta diete, stop ai cibi light, no ai sensi di colpa: mangiare deve essere un piacere e si deve imparare di nuovo a nutrirsi ascoltando il proprio corpo.
E’ la tesi dello psichiatra francese, Gerard Apfeldorfer, specialista dei disturbi del comportamento alimentare, secondo il quale 㨠proprio con il mangiare soli e ‘light’ che si diventa obesi o malati: ”Invece di stare a sentire i nutrizionisti sarebbe meglio ascoltare le nostre sensazioni e si avrebbero piã¹ chance di mangiare quello di cui si ha bisogno”, spiega Apfeldorfer, autore, tra gli altri di ‘Mangio dunque sono’, “Anoressia, bulimia, obesità”, e di un nuovo libro ‘Mangiare in pace’ (‘Manger en paix’).

”Nutrirsi è diventato un’ossessione. La dietetica ci ha resi pazzi: influenzata dal puritanesimo americano ci dice che dobbiamo scegliere cose buone per il corpo ma senza provare troppo piacere.
La dietetica vorrebbe farci mangiare soli, in modo scientifico, seguendo delle regole ”, ha spiegato in un intervista al settimanale Elle Apfeldorfer.

”Il fatto è che noi siamo latini. Per noi un pasto è amore, una storia, delle ricette, un momento per stare insieme e soprattutto un piacere”, ha aggiunto.
Secondo l’autore ”quello che è buono per il nostro gusto fa bene alla salute”.
“Voler dimagrire o restare magri mangiando cibi alleggeriti è la più grande follia della nostra epoca: si incolpa il cibo di essere nutriente. Ci viene proposto di svuotare gli alimenti delle loro calorie. E’ così che si spinge alla bulimia”.

Inoltre ”il senso di colpa nel mangiare quello che ci piace ci impedisce di ascoltare il proprio corpo”, ha spiegato lo psichiatra. Il risultato è che sette donne su dieci non sanno più riconoscere la loro sensazione di fame o sazietà .

”Fate pace con la cioccolata”, è il consiglio di Apfeldorfer, per il quale riconciliarsi con se stessi e il proprio corpo è il primo passo per imparare a mangiare.
”Se vi nutrite con piacere e in base alla vostra fame il vostro peso resta stabile e si stabilizza secondo il vostro equilibrio”, ha concluso l’autore per il quale ”non dobbiamo mai privarci degli alimenti che ci piacciono!”.
Da TGCOM – Impagin. T.K.

Piccola nota…
Ma non sarà una bella scusa per pulirci la coscienza e fregarcene della dieta?
Comunque… grazie sempre cioccolata perché ci addolcisci la vita…

CIAO DA TONY KOSPAN
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MANET… BREVE BIOGRAFIA… OPERE… ED ANALISI DELLA SUA ARTE
a cura di Tony Kospan
Édouard Manet (Parigi 23.1.1832 – Parigi 30.4.1883)
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Parigi in una famiglia ricca e colta fu iscritto al Collegio Rollin dove incontrò Antonin Proust di cui divenne amico per la vita.
Qui si appassionò a varie forme d'arte.
Il padre, magistrato, avrebbe voluto che lui intraprendesse la sua stessa carriera ma in Manet era troppo forte l'amore per la pittura a cui aveva già iniziato ad interessarsi.
Allora il padre lo fece imbarcare su di nave dove lavorò per un anno e dove forse ebbe origine quella grave malattia reumatica che lo perseguitò sempre.
Al ritorno a casa il padre comprese la forza della sua passione e l'iscrisse all'atelier di Thomas Couture noto pittore dell'epoca.
Argenteuil
Dopo alcuni anni Manet abbandonò questo atelier perché troppo accademico e formale, e passò allo studio di Léon Bonnat pittore allora in auge, dove fece amicizia prima con Berthe Morisot e poi con un gruppo di giovani innovatori…
Questo gruppo era composto tra altri da Degas, Monet, Renoir, Sisley, Cézanne e Pissarro… cioè dai futuri mitici impressionisti.
Poco dopo, nel 1856, aprì un suo atelier…
Colazione nello studio di prima mattina
Fece anche viaggi in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi per studiare le opere di grandi pittori dell'epoca e del passato.
Con le sue opere divenne una figura di spicco e di riferimento del mondo impressionista che contribuì a creare
anche se non volle mai identificarsi nella corrente affermando la sua totale libertà espressiva.
Ebbe molti problemi di salute oltre a quelle reumatiche, come la sifilide e soprattutto dal 1879 l'atassia, che in pochi anni lo condusse alla morte.
Nel 1881 il governo francese, su proposta dell'amico Proust, lo insignì della Legion d'onore.
Seppure con grandi difficoltà fisiche, dipinse fino alla morte.

Un bar alle Folies Bergère
OPERE PRINCIPALI… CRITICHE E SCANDALI
– Il bevitore di assenzio… prima sua opera originale che piacque moltissimo a Baudelaire ed in cui è chiara
l'influenza di Diego Velázquez fu criticatissima per il suo realismo e rifiutata al Salon del 1859.
Manet stesso disse che se invece di un parigino avesse disegnato un uomo spagnolo forse sarebbe stata compresa molto meglio.

– Dejeuner sur l'herbe, famosissima, destò scandalo al Salon del 1863, non tanto per i 2 uomini vestiti e le 2 donne nude ma per il fatto che l'abbigliamento maschile era contemporaneo!

– L'Olympia pure sollevò molto scandalo perché il soggetto era una prostituta vista sul “posto di lavoro”, per il suo sguardo provocante
e per la mano sul pube che avrebbe offeso le virtù tradizionali femminili mentre i critici dichiararono errate le scelte dei colori.
ANALISI DELLO STILE
Fin dalle sue prime opere appare evidente l'innovazione del suo linguaggio pittorico e dopo un certo tempo in cui restò nell'ambito della la pittura d'atelier passò a quella che si definisce “en plein air“.
Manet abbandona infatti le classiche modalità del chiaroscuro e della prospettiva per creare dipinti con macchie di colore stese in modo uniforme.

Autoritratto (partic.)
Manet è quello che ha operato il taglio più incisivo rispetto al precedente modo di dipingere.
Suol dirsi che dopo di lui la pittura non è stata più la stessa.
Per gli storici dell'arte questo suo contributo alla modernità vale molto di più perfino del grande contributo dato all'origine dell'impressionismo.
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Primavera (part.)
F I N E
VIVERE L'ARTE… INSIEME?
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Cari amici segnalo questo film che parla proprio di lei… della Poesia.
E' un film drammatico… ma premiatissimo…
Non potevo non parlarne qui tra noi che amiamo il mondo della Poesia nei suoi tanti e diversi aspetti.

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POETRY
– UN FILM CHE PARLA DI POESIA –
Film coreano vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura
al Festival di Cannes 2010.
Musica di Gabriele Roberto
LA TRAMA
Mija, una donna di 66 anni che vive con suo nipote in una piccola città di provincia del Gyeonggi attraversata dal fiume Han.
La donna è un tipo originale amante dei cappelli con fiori e vestiti sgargianti ed è inoltre piena di curiosità.
Per caso inizia un corso di scrittura poetica e per la prima volta scrive una poesia.
La donna inizia a guardare con occhi diversi l'ambiente niente affatto esaltante in cui vive accorgendosi di cose che pure erano sempre davanti a lei… potendo così dar sfogo alla sua ricerca della bellezza.
Soprattutto l'aiuta quando scopre un drammatico segreto del nipote… che ha partecipato ad uno stupro di gruppo.
Tuttavia forse per l'Alzheimer che la sta colpendo lei deve combattere per scriver poesie e continuar nella ricerca del bello.

IL PENSIERO DEL REGISTA
C'è voluto coraggio a fare un film in cui la parola più ricorrente è “poesia” che alcuni criticano perché “non dà da mangiare”.
Eppure Lee Chang-dong il regista coreano 56enne che è anche insegnante, poeta, romanziere e che è perfino stato Ministro della Cultura ha avuto il coraggio di titolare il film Poetry… cioè Poesia.
Coraggio proemiatissimo da molti Oscar asiatici e dal palmares di Cannes.
Questo il suo pensiero in una libera sintesi: “Ho girato il film perché secondo me la poesia sta morendo… ma intendo la poesia come ricerca del bello invisibile ai nostri occhi e delle verità nascoste oltre ad aiutarci a porci domande sulla nostra esistenza”
IL TRAILER
Vediamo ora il trailer film
Ciao da Tony Kospan
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE?
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Amanti – Picasso
Se non ricordi che Amore
t'abbia mai fatto commettere
la più piccola follia,
allora non hai amato
William Shakespeare



QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME
Amy Károlyi
La parola diventa rugiada sulle tue labbra.
Dici: albero –
E vedo foreste di alberi.
Dici: pietra –
Non asfalto o cemento,
ma sotto l’acqua punge la roccia.
Dici: bello –
E l’alba fa spuntare tulipani
e il nostro grembo si riempie di primule.
E quando è finito già quasi tutto:
un sigillo rosso prende il posto della tua bocca
quando sciogli lentamente il mio nome.
da Orso Tony
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