Archivio per 19 agosto 2011

LA LACRIMA E LA STELLA – JIMENEZ – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
LA LACRIMA E LA STELLA
Juan Ramon Jimenez
 
La lacrima e la stella
si toccarono, e subito
divennero una sola lacrima,
divennero una stella sola.

Rimasi cieco, rimase
cieco d'amore il cielo.
Il mondo fu – nient'altro –
luce di lacrima, pena di stella.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
DA TONY KOSPAN
 
 
 

Pubblicato 19 agosto 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

PAOLO E FRANCESCA – DANTE E BENIGNI – IL BRANO ED IL VIDEO   Leave a comment

 

 
 
Ecco il passo forse più famoso della Divina Commedia
e comunque quello per me più bello…
con la sublime presentazione di Benigni
ed infine il video
con la sua geniale e coinvolgente lettura.
T.K.
 
 
 
 
 
 
 
Roberto Benigni recita e… racconta Dante
 
In particolare qui ci parla (tra l'altro) del…
 
mistero dell'amore
 
 
 
PAOLO E FRANCESCA
 
 
 
 
 
 
 
Benigni:
Omissis
“E’ un libro tutto al femminile la Divina Commedia, è un libro tutto sull’amore, basato tutto sull’amore.
Ora, quando parla di Paolo e Francesca, che sono i passi più famosi, sentiamo che è il primo dannato con il quale parla, Francesca.
E per la prima volta nella storia – un’invenzione di lui, uomo del Medio Evo – per descrivere tutto un personaggio, prende un momento della sua vita. Questa è un’idea che mi ha sempre affascinato.
Prende un solo momento della sua vita e quel personaggio è scolpito per l’eternità.
E’ un’invenzione di Dante Alighieri.
Per Paolo e Francesca prende il momento in cui loro due non sapevano di essere innamorati e vengono trafitti dall’amore
e quel momento rimarrà scolpito per sempre.
Lui sceglie quel momento e sarà il momento dell’eternità.
Mentre noi sentiamo Francesca che parla e piange e dice, soffriamo.
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
Ma quando si sente: l’altro piangea, il cuore sobbalza, e quel verso che dice quando hanno scoperto…
Dante vuol sapere come hanno fatto a capire che erano innamorati. Gli interessa a lui personalmente, è proprio la sua domanda: come accadde che voi vi scopriste innamorati?
E lei dice:
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Sono versi che lasciano…
(applauso)
Siamo nel primo girone dell’Inferno – il primo, vero – dove Dante ci ha messo (non a caso in quello dove si soffre meno, per modo di dire) quelli che sono morti per amore, i lussuriosi, ma anche quelli che sono morti per amore perché si amavano l’uno con l’altro. Proprio perché lui stesso c’aveva paura di andarci: “Meglio che faccio un posto un po’ meno sofferente!” Quindi in questo canto si parla di questa storia. Di questi due amanti che so’ stati presi mentre stavano leggendo una storia che li riguardava – erano quasi loro – un libro.
La storia di Paolo e Francesca la sapete tutti, insomma che… lei doveva sposare Gianciotto Malatesta e naturalmente era bruttissimo, era anche zoppo.
Gli è arrivato brutto e zoppo, ma brutto, una personaccia! Gli portò la cosa di matrimonio il su’ fratello che era bellissimo. Lei pensava fosse quello suo marito. Pensate quando è arrivato quell’altro, che era cattivo, brutto e zoppo, ma proprio ignorante come una capra e quindi… Non è che poi l’ha tradito, solamente che il primo afflato d’amore con il primo che vedi… magari se vedeva prima quell’altro si sarebbe innamorata. Ha visto prima quello, allora… Aspettava l’amore. Quando aspetti l’amore non si vede più niente, diventa tutto meraviglioso.
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo afflato d’amore, Dante gli chiede, vuol sapere da loro come fecero a ‘nnamorarsi.
Perché a Dante gli interessa come si fa a ‘nnamorarsi:
“Voglio sapere come scatta questo mistero dell’universo dell’amore”,
che può scattare tra chiunque, con chiunque e in qualsiasi momento.
E quella è una cosa che dentro ci sono… c’è Semiramide, che era una talmente lussuriosa che aveva fatto un editto dove imponeva a tutti di fare all’amore per la strada dalla mattina alla sera, di modo che anche lei fosse normale.
Siccome questa Semiramide faceva all’amore dalla mattina alla sera con tutti, ha fatto un editto…
E’ come se anche qui in Italia si dovesse tutti…
Non facciamo riferimenti che è sempre brutto e terribile…
C’è Minosse in questo canto, con tutte le similitudini…
“Vabbè Benigni, abbiamo capito, facci ‘sto canto”.
 
 
 
 
 
 
 
 
Qui possiamo ora leggere questo mitico passo dantesco,
e volendo, possiamo farlo mentre ascoltiamo
l'interpretazione di Benigni col video che segue…
 
 
 
INFERNO – CANTO V
OMISSIS
 
 
così vid’io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga;

per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle

51 genti che l’aura nera sì gastiga?”.
“La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta,

54 “fu imperadrice di molte favelle.
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,

57 per tòrre il biasmo in che era condotta.
Ell’è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:

60 tenne la terra che ’l Soldan corregge.
L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;

63 poi è Cleopatràs lussurïosa.
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi ’l grande Achille,

66 che con amore al fine combatteo.
Vedi Parìs, Tristano”; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,

69 ch’amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ’ cavalieri,

72 pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I’ cominciai: “Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,

75 e paion sì al vento esser leggeri”.
Ed elli a me: “Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega

78 per quello amor che i mena, ed ei verranno”.
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: “O anime affannate,

81 venite a noi parlar, s’altri nol niega!”.
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido

84 vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,

87 sì forte fu l’affettüoso grido.
“O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso

90 noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,

93 poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,

96 mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende

99 per aver pace co’ seguaci sui.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona

102 che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

105 che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense”.

108 Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,

111 fin che ’l poeta mi disse: “Che pense?”.
Quando rispuosi, cominciai: “Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio

114 menù costoro al doloroso passo!”.
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: “Francesca, i tuoi martiri

117 a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore

120 che conosceste i dubbiosi disiri?”.
E quella a me: “Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice

123 ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,

126 dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;

129 soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;

132 ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,

135 questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

138 quel giorno più non vi leggemmo avante”.
Mentre che l’uno spirto questo disse,

l’altro piangëa; sì che di pietade

141 io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

 

 

BENIGNI RECITA DANTE

 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 
 
 
 
TESTO LETTURA DAL WEB
 
 
 
 
 
 
PER CHI AMA LA POESIA
QUI QUELLA DEI GRANDI
E QUELLA DEGLI ISCRITTI
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21
 
 
 

Pubblicato 19 agosto 2011 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI, Senza categoria

LEGGI E NON SENSE ( E NON SOLO) PER SORRIDERE   1 comment

 

 

 

 

 

LEGGI E NON SENSE PER SORRIDERE

 

 

 

 

LEGGE DI HADLEY SULL’ACQUISTO DEGLI INDUMENTI

1. Se ti piace, non hanno la misura.

2. Se ti piace e hanno la tua misura, non ti sta bene.

3. Se ti piace, hanno la tua misura e ti sta bene, costa troppo.

4. Se ti piace, hanno la tua misura e ti sta bene e te lo puoi

permettere, la prima volta che lo metti, si rompe.

 

 

PRINCIPIO DELLA BANANA

Se compri delle banane acerbe, le mangerai tutte prima che siano mature.

Se le compri mature, marciranno prima che tu le mangi.

 

 

LEGGE DEI COMPAGNI DI LETTO

Chi russa si addormenta per primo.

 

 

PRINCIPIO DI RUBY

Le probabilità di incontrare qualcuno che conosci aumentano quando sei

con qualcuno con cui non vuoi essere visto

 

 

PRIMO POSTULATO DI PARDO

Le cose buone della vita sono illegali, immorali o fanno ingrassare.

 

 

 

 

 

 

 

 

COSTANTE DI MURPHY

Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore.

 

 

LEGGE DI GUMPERSON

La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla

sua desiderabilità.

 

 

LEGGE SULLA GRAVITA’ SELETTIVA

Un oggetto cadrà sempre in modo da produrre il maggior danno possibile.

 

 

LEGGE DI YOUNG

Tutte le grandi scoperte si fanno per sbaglio.

 

 

LEGGE DEL SELF-SERVICE

L’ultima porzione del piatto che avevate deciso di prendere, sarà

scelta dalla persona che vi sta davanti.

 

 

OSSERVAZIONE DI ZENONE

L’altra coda va piu veloce.

 

 

VARIAZIONE DI O’BRIEN SULL’OSSERVAZIONE DI ZENONE Se si cambia coda,

quella che si è appena lasciata diventerà immediatamente la più

veloce.

 

 

REGOLA DO FLUGG

Più è urgente il motivo per cui si fa una coda, più lento sarà

l’impiegato allo sportello.

 

 

 

 

LEGGE DI ROGER

Non appena la hostess serve il caffè, l’aereo incontra una turbolenza.

 

 

SPIEGAZIONE DI DAVIS

Il caffè è la causa principale delle turbolenze in alta quota.

 

 

QUINTA LEGGE DELL’ATTENDIBILITA’

Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto ci vuole un computer.

 

 

LEGGE DI MOSES

Quando non guardi la partita, segnano.

 

 

POSTULATO DEL PARCHEGGIO

Non appena hai deciso di parcheggiare a due chilometri di distanza,

quattro posti si libereranno simultaneamente sotto casa.

 

 

 

 

 

 

 

DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

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samp5873205a0f06c928.jpg PSICHE E SOGNO picture by orsosognante

 

Pubblicato 19 agosto 2011 da tonykospan21 in BUONUMORE, Senza categoria

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