RICORDO DI NADIA ANJUMAN UCCISA PERCHE’ POETESSA   2 comments

 
 
 
 
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NADIA ANJUMAN
UCCISA PERCHE’ POETESSA –
 
Un ricordo ed un omaggio alla sua memoria
Tony Kospan
 
 
 

 
 
Non possiamo non parlare tra noi che amiamo davvero la poesia… di un episodio raccapriccante come questo…
 
E’ strano il silenzio che dopo un primo clamore… più che giustificato… ha avvolto questa drammatica vicenda… che ha visto una giovane donna morire per amore della poesia… a parte alcuni cenni in pochissimi siti o blog…
 
Nadia Anjuman, poetessa afghana venticinquenne e madre di una bimba di pochi mesi,  viene uccisa dal marito a suon di percosse il 4 novembre 2005, in Afghanistan  ad Herat
(chiamata… oh qual fatal combinazione… Città dei Poeti!!!)  
per aver letto in pubblico alcune poesie dal libro “Fiore rosso scuro”  da lei scritto quand’era ancora ragazza.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando accadde ciò lei era già molto conosciuta come poetessa e la cosa più grave è che la giustizia afghana ha avuto la capacità di assolvere e giustificare il marito… che, tra l’altro… e la cosa non può non stupire, pur lavora in ambito universitario.
 

Era l’epoca in cui governava in quel paese il regime talebano.

Ci ha lasciato 2 libri di poesie scritte in lingua Farsi… lingua usata in quella regione afghana.

Ma chi era poi Nadia?

Ecco come si descrive lei stessa… in questo breve brano autobiografico…

 

 

 

 

“Nacqui a Harat negli anni più agghiaccianti della rivoluzione; portai a termine i miei studi in anticipo, di due anni, nella scuola superiore “Mahbubeh haravi”. Attualmente frequento il secondo anno della facoltà di Letterature e Scienze Umanistiche dell’Università di Harat. Da quando ho memoria di me so di aver amato la poesia. L’amore per la poesia e le catene di sei anni di schiavitù dell’era dei Talebani, che mi avevano legato le gambe, hanno fatto sì che appoggiandomi alla penna e zoppicando, componessi passi ed entrassi nel territorio della poesia. Il sostegno dei miei amici e di coloro che condividevano i miei stessi orizzonti mi hanno permesso di continuare su questo sentiero, ma… ahimè… tuttora, ogniqualvolta che compongo un nuovo passo, sento il tremore della mia penna e con essa trema anche la mia anima. Forse perché non mi sento indenne, temo ancora di sdrucciolarmi lungo il percorso; è difficile la strada che ho davanti a me… ed i miei passi non sono ancora, abbastanza, fermi”. *
 
 
Sembra, dalle parole che leggiamo, quasi che lei presentisse il dramma… ma anche vi leggiamo la forza e la determinazione nell’andare avanti… e debbo dire che quanto accaduto… è, a mio parere…, la dimostrazione della forza della poesia e della paura che essa crea nelle forze oscurantiste…
 
A volte però proprio coloro che sbandierano la poesia ai 4 venti sono i primi a non comprenderne la forza rivoluzionaria… in senso culturale e sociale.
 
Leggiamo ora in suo onore ed in suo ricordo queste 2 sue poesie…
 
 
 
 
 
 
 
 
IMPRIGIONATA IN QUESTO ANGOLO
 
Sono imprigionata in questo angolo
Piena di malinconia e di dispiacere.
 
Le mie ali sono chiuse e non posso volare. *
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NESSUNA VOGLIA DI PARLARE

 
 
Che cosa dovrei cantare?
Io, che sono odiata dalla vita.
Non c’è nessuna differenza tra cantare e non cantare.
Perché dovrei parlare di dolcezza?
Quando sento l’amarezza.
L’oppressore si diletta.
Ha battuto la mia bocca.
Non ho un compagno nella vita.
Per chi posso essere dolce?
Non c’è nessuna differenza tra parlare, ridere,
Morire, esistere.
Soltanto io e la mia forzata solitudine
Insieme al dispiacere e alla tristezza.
Sono nata per il nulla.
La mia bocca dovrebbe essere sigillata.
Oh, il mio cuore, lo sapete, è la sorgente.
E il tempo per celebrare.
Cosa dovrei fare con un’ala bloccata?
Che non mi permette di volare.
Sono stata silenziosa troppo a lungo.
Ma non ho dimenticato la melodia,
Perché ogni istante bisbiglio le canzoni del mio cuore
Ricordando a me stessa il giorno in cui romperò la gabbia
Per volare via da questa solitudine
E cantare come una persona malinconica.
Io non sono un debole pioppo
Scosso dal vento
Io sono una donna afgana
E la (mia) sensibilità mi porta a lamentarmi.*

 
 
 
 
 
 
(Traduzione dal ‘Farsi in inglese di Mahnaz Badihian,
traduzione dall'inglese in italiano di Cristina Contilli).
 
 
 
 
 
 
 
 
L’Umanità in questo caso non si è rivelata…
lasciando il posto alla più crudele disumanità…
 
 
 
 
 
 
 
* POESIE E NOTA AUTOBIOGRAFICA DA:
CONTILLI – SCARPAROLO – “ELEGIA PER NADIA ANJUMAN” – TORINO – EDIZIONI CARTA E PENNA
 
COMMENTO DI TONY KOSPAN
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
Barres & déco diverses
POESIE…
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE
 
 
 
 

Pubblicato 1 agosto 2011 da tonykospan21 in POESIA MONDO E GRANDI POESIE

2 risposte a “RICORDO DI NADIA ANJUMAN UCCISA PERCHE’ POETESSA

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  1. maledetti afgani ! Speriamo non sia morta invano !

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    • Non mi pare giusto accusare un popolo bensì retrograde convinzioni che portano ad azioni così violente…
      Nemmeno in Italia siamo immuni da preconcetti verso minoranze e diversi che portano a comportamenti razzisti e violenti…
      da parti di membri psichicamente fragili della popolazione…
      Ed in Norvegia è appena successa una tragedia razzista d’inaudita gravità…

      "Mi piace"

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