Archivio per 12 luglio 2011

IL GIARDINO DEI FIORI – KABIR – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   4 comments

 
 
 
 
 
 
 
IL GIARDINO DEI FIORI
Kabir
 
 
Non andare al giardino dei fiori !
Oh amico! Non andarci!
E’ nel tuo corpo il giardino dei fiori!
Siediti sui mille petali del loto e…
… da lì, guarda l’infinita bellezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
par Ours Antoine
 
 
 

Pubblicato 12 luglio 2011 da tonykospan21 in Senza categoria

LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI – RENOIR – ARTE STORIA ED I PERSONAGGI DIPINTI   4 comments

  
 
  
 
Storia, personaggi, segreti ed analisi
di uno dei più grandi dipinti
dell’Impressionismo…
 
 
 
Renoir – Autoritratto  




LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI
MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan

 
 

Il dipinto è anche una testimonianza della gioia di vivere

che caratterizzava quell'epoca e quindi, se ci va,

mentre leggiamo, possiamo ascoltare questo Can Can


 

 

 

Nota

 
 
 

Questo dipinto è considerato

 il capolavoro di Renoir

 

 

 
Renoir


 

  

LA STORIA DEL DIPINTO

 


Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!

Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.

Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.

Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.

Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.

La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.

 
 
 
 
 

I PERSONAGGI RAPPRESENTATI NEL DIPINTO  

 

 

 

 

 

Iniziamo ad identificarli…

 

 

 

 

Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia

 

 

 

 

e sua figlia, la bella Alphonsine (3)… col cappello col cappello giallo appoggiata alla balaustra.

Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei. Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da afre per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;


 

 

 

 

 

L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origina russa finanziatorie degli impressionsiti;

 

 

 

 

La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente… ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;

 

 

 

 

A sinistra, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12), un uomo miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13), amicissimo di Renoir;

 

 

 

 

 

 

Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;

 

 

 

 

Alle loro spalle e chinato verso di loro c’è il giornalista Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.

 

 

 

 

 

 

Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale  (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.

 
 
 
ANALISI DEL DIPINTO
 
 
 
 
 
 
 
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
 
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
 
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
 
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
 
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.

 

 

 

IL COLORE

 

I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore


La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.

 

 

LA COMPOSIZIONE

 

Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.

 

 

LA PENNELLATA

 
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
 
 
 
 
F I N E
 
 
 
Fonti… vari siti web –
Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso
 
 
 
 
 
 
 

VIVER L'ARTE INSIEME?
SU FB

 
 
 

 
 

Pubblicato 12 luglio 2011 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

Taggato con

INCOMPRENSIONI TRA UOMINI E DONNE… PER SORRIDERE…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono forse dei luoghi comuni… senza importanza…
sul tema delle secolari reciproche prese in giro tra maschi e femmine
ma in grado, a mio parere di strapparci qualche sorriso…
 
 
Il tutto va preso con leggerezza e senza alcuna seriosità…
ricordando che l'ironia e l'autorironia
ci aiutano a vivere meglio…
 
 
 
 
 
 MASCHI E FEMMINE
RECIPROCHE INCOMPRENSIONI
PER SORRIDERE
 
 
 
 
 
 
 
MA CHI CAPISCE VERAMENTE QUESTE DONNE?
 
Se sei tenero con loro… sei un idiota.
Se non lo sei… sei un’insensibile.
 
Se non lavori… sei un nullafacente.
Se lavori (e per questo non sei mai a casa)…s’incavolano.
 
Se devono sempre pulire loro la casa (perché tu sei al lavoro)…
ti sei fatto la serva.
Se vuoi dare una mano… “Levati che faccio da sola!”
 
Se qualche volta pagano loro… te ne stai approfittando.
Se paghi tu… poi pretendono di fare le mantenute
.
Se vuoi andare a letto con loro… sei un porco.
Se non ci provi… sei gay.
 
Se loro fanno carriera… è per le loro capacità.
Se la fai tu… è perché viviamo in un mondo maschilista.
 
Se loro escono con altri… è perché sono amici.
Se tu esci con altre… sei infedele.
 
Se esci con una donna senza soldi… sei un opportunista.
Se esci con una ricca… sei un cercatore di dote.
 
Se a 30 anni non si sposano…
 la vita è appena iniziata.
Se tu a 30 anni non ti sei sposato…
sei uno attaccato alla gonna della mamma.
 
Se sei di cattivo umore… sei stronzo.
Se lo sono loro… poverine, hanno il mal di pancia!
 
Se sei brutto… non ti degnano di uno sguardo.
Se sei bello e intelligente… sei sicuramente un’incallito playboy.
 
Se hanno un’amante… è perché tu non hai mai prestato
tutte le attenzioni e le cure che ti chiedevano.
Se l’amante è tua… sei un bastardo!
 
Se sono insopportabili… cerca di capirle,
hanno avuto una pessima giornata!
Se lo sei tu… “Non mi vuoi più bene!”
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
MA CHI LI CAPISCE GLI UOMINI?

Se sei tenera con loro…. sei una stupidina.
Se non lo sei… sei un insensibile.

Se non ti curi del tuo aspetto… sei trasandata.
Se ti curi troppo… vuoi far la civetta con un altro.

Se non lavori… sei una semplice casalinga.
Se lavori (e guadagni più di loro)… si incavolano.
 
Se devono sempre pagare loro… è un approffittarsene.
Se paghi tu…. si sentono sminuiti.
 
Se vai a letto con loro…. sei poco seria.
Se non ci vai… non li ami.
 
Se loro fanno carriera… è per le loro capacità.
Se la fai tu… è perché sei andata a letto con il capo.
 
Se loro escono con altre… fa parte della loro natura.
Se tu esci con altri… sei infedele.
 
Se esci con un uomo senza soldi… sei una stupida.
Se esci con un miliardario… sei un’interessata.
 
Se a 30 anni non si sposano…. sono dei single ricercatissimi.
Se tu a 30 anni non sei sposata… ormai hai perso il treno.
 
Se sei di cattivo umore… sei una nevrotica.
Se lo sono loro… poverini, non li capisci!
 
Se sei brutta… non ti degnano di uno sguardo.
Se sei bella e intelligente… ti temono.
 
Se ti fanno le corna e stai ancora con loro…
più stupida non potresti essere.
Se te ne vai e li prendi a calci… non hai pazienza.
 
Se hanno un amante… è perché a casa loro non trovano
ciò di cui hanno bisogno.
Se l’amante è il tuo… sei una puttana!
 
Se loro vanno in giro con una più giovane…
 bravo, bravo, bravo!
Se lo fai tu… è perché hai bisogno che ti facciano il favoretto…
 
Se sono insopportabili… cerca di capirli,
hanno avuto una giornataccia!
Se lo sei tu… hai di sicuro le mestruazioni!
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
VIVE LA DIFFERENCE…
(DICONO I FRANCESI)
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN CON UN SORRISO…
 
 
 
 

Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

PER LE NOVITA' DEL BLOG…
 
 
 
 

Pubblicato 12 luglio 2011 da tonykospan21 in BUONUMORE, Senza categoria

PABLO NERUDA – II PARTE – LA SUA POETICA… LE SUE POESIE…   Leave a comment

 

 

 

 

NERUDA LA SUA POETICA D'AMORE
ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
 
 
 
II PARTE
 
 
 

 

 

 

La poetica di Neruda spazia dal senso di vicinanza alla natura all'impegno sociale e politico, dalla difesa del sud del mondo all'amore in ogni suo aspetto.
 
Negli ultimi anni si avvicinò anche alla poesia morale e di riflessione sul senso della vita.
 
Qui parleremo della sua poetica d'amore… che poi non è quella che apprezzava di più… essendo convinto che le sue poesie più importanti fossero quelle di natura sociale….
 
Invece sono proprio le poesie d'amore che lo fanno ritenere oggi uno dei più grandi poeti in assoluto ed in particolare… il più grande cantore dell'amore… .
 
Qui parleremo proprio della sua poetica dell'amore.
 
Amore che lui canta in ogni suo aspetto… e senza confini… se non quelli… umani…
 
L’amore da vivere in modo intenso… totale… asssoluto… per un’ora… per un giorno o per la vita…
 
 
 
 
 

 

 

 

I suoi versi non mostrano parole raffinate o sublimi nè paroloni… tantomeno contorsioni da decifrare… ma vocaboli semplici… naturali a volte perfino umili… eppure però capaci di donarci nell’armonia e musicalità dei versi e dei concetti espressi… grandiose coinvolgenti emozioni…
 
Tuttavia non possiamo per un attimo dare uno sguardo anche alla sua tematica poetica complessiva.
Egli appare nei suoi versi un osservatore della la vita umana nei suoi vari aspetti… con passione, intensità ed in modo quasi incantato.
 
Ma è proprio “cantando” la “normalità” del vivere che i suoi versi acquistano significati universali.
Infatti viene da molti definito anche… “Il profeta dell'Uomo”…
 
Certo l’ideale sarebbe leggere le sue poesie in originale per coglierne al massimo la musicalità… – nonostante la massima libertà metrica – ma ritengo che la lettura in italiano non la danneggi poi molto vista la vicinanza linguistica con lo spagnolo.

Tornando alla sua poetica d’amore essa è caratterizzata anche da un ritmo incalzante che ci prende… ci avvolge… ci coinvolge… ci prende l’anima… con stupore e calore.
 
 
 
 
 

 

 

 

Neruda non ha alcuna remora a mostrare, quasi denudandosi, il suo temperamento caldo e passionale.
 
Stupisce infine questo suo cantare l’amore in modo sempre giovanile ed emozionante nonostante le grandi e gravi vicissitudini della sua vita…
 
Ma passiamo dalla teoria alla … pratica… leggendo alcune sue poesie d’amore… da me scelte per questa occasione… (tralasciando in questa sede quelle di genere più erotico che saranno eventualmente oggetto di un post ad hoc) alle quali mi piacerebbe che voi ne aggiungeste altre dal suo vastissimo repertorio.
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
cuorecuorecuorecuorecuorecuore
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
E’ OGGI
 

E’ oggi: tutto l’ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell’aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni, beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,
e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.
Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna
 
 
 
 
 

 
 
 
IL TUO SORRISO
 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’ aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’ improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’ aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della
vita.
Amore mio, nell’ ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’ improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera,
amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
 
 
 
 

 
 
 
XLIV SONETTO
 

Saprai che non t’amo e che t’amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un’ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora.
T’amo e non t’amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t’amo quando non t’amo
e per questo t’amo quando t’amo.
 
da Cento sonetti d’amore
 
 
 
 
 
 
 
 
XVII SONETTO
 

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
 
da Cento sonetti d’amore
 
 
 
 
 
 
 
 
XLVIII SONETTO
 

Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E’ la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.
 
da Cento sonetti d’amore
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
IL RAMO RUBATO


Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'è andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SETE DI TE M’INCALZA
 

Sete di te m’incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L’anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l’acqua nel fuoco.
 
da Il Fromboliere Entusiasta
 
 
 
 
 
Ed infine in formato  video…
 
 
 
 
 

image image image

 
 
F I N E
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 

Chi desiderasse leggere la romanzesca
storia della vita di Pablo Neruda
con immagini sue ed altre poesie…

 
 
 
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE??
ImageChef.com
 
 

Pubblicato 12 luglio 2011 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI, Senza categoria

PABLO NERUDA – LA SUA VITA IL SUO MONDO LA SUA POETICA – I PARTE   2 comments

 

 

 
 
PABLO NERUDA
LA SUA VITA IL SUO MONDO LE SUE POESIE
a cura di Tony Kospan
 
 
Grande figura della letteratura latino americana contemporanea…
nonché notevole esponente dell’impegno sociale e politico
ma per me e per tantissimi…
è stato, ed è, soprattutto il massimo cantore dell’amore…
 
 
 
I PARTE
 
 
 
 

In quell’istante ebbero termine i libri,
l’amicizia, i tesori senza sosta accumulati,
la casa trasparente che tu e io costruimmo:
tutto cessò d’esistere, tranne i tuoi occhi.
Pablo Neruda
 
 
 
 
 
 
Iniziamo questa prima parte con una sua breve
 
BIOGRAFIA
 
 
 

500Neruda1.jpg image by giancarletto

 
 
 

Nacque a Parral, col nome di Neftalì Ricardo Reyes, nel sud del Cile nel 1904 da una famiglia modesta. 

Fu, dopo un mese dalla nascita, abbandonato dalla madre e la sua infanzia fu difficile per i contrasti col padre… che avversava il suo amore per la scrittura.

Ebbe però la fortuna d’aver come insegnante Gabriela Mistral che divenne  Premio Nobel e che ne incoraggiò la passione letteraria.

Il suo primo articolo – ENTUSIASMO E PERSEVERANZA – scritto all’età di 13 anni fu pubblicato sul giornale locale IL DOMANI e nel 1920 ci fu la scelta dello pseudonimo  in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891) cantore della povera gente…. 

L’anno dopo si trasferì a Santiago.

 

 

neruda_age_20.jpg Pablo Neruda image by DecadentDreamer
Neruda a 20 anni

 

 

Nel 1923 a 19 anni il suo primo libro “CREPUSCOLARIO” che riscosse subito consensi negli ambienti culturali cileni… al quale seguirono altri.

Ma si sa che la scrittura raramente arricchisce… per cui nel 1927 intraprese per necessità la carriera diplomatica e fu inviato in Birmania… dove sposò un’olandese Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang.

 

 

500neruda12.jpg image by giancarletto

 

 

Nel frattempo non smetteva di scrivere poesie… e di sperimentare nuove tecniche espressive come la poesia surrealista.

Trasferito in Spagna vi incontrò Garcia Lorca (altro immenso poeta ed altro mio mito), Rafael Alberti ed altri grandi scrittori.

La morte della figlia in tenera età portò in crisi il suo matrimonio…

Ebbe allora inizio la sua storia d’amore con Delia del Carril di vent’anni più grande di lui. 

 

 

 

 

La visione dei soprusi di cui era spettatore nella Spagna di Franco, soprattutto dopo l’uccisione di Garcia Lorca, lo portò ad abbracciare idee marxiste e di sinistra.

Nel 1943 visitò il Machu Picchu e rimase affascinato dalla cultura Inca.

Da ciò nacquero libri e poesie come questa:

 

 

PREGHIERA AL SOLE 
 
 
 
Padre Viracocha,
tu che dici:
“E giorno sia”;
tu che dici:
“Che albeggi e vi sia luce”;
fa’ che in pace e libero
tuo figlio il Giorno
inceda,
affinché l’uomo,
tua creatura, sia
illuminato.
Padre Viracocha,
così come il re del giorno
splende in pace e libero,
anche la Luna,
posta da te nella notte,
illumini. Non abbia
alcun male, alcun dolore.
Donale
pace e libertà.
 

 
 
 
 

Nel 1945 fu eletto senatore del Cile e da lì visse alterne vicende di successi e delusioni… fino ad esser costretto dal voltafaccia del Presidente Videla all’esilio… in Argentina, Europa, Russia, Messico.

Fu in quest’ultima nazione che conobbe Matilde Urrutia, una cantante cilena, con cui iniziò una relazione e che anni dopo sposò.
 
 
 
 

 

 

 Fu la sua ultima compagna.

 

 

 

Matilde Urrutia
 
 
 
 
Nel 1952 soggiornò a Capri ospite nella villa di Edwin Cerio.
 
 
 

 
 
 
 
A seguito del crollo della Presidenza Videla, per corruzione, tornò in Cile e riprese la sua attività politica avversata in ogni modo dalla CIA.
 
 

 

 

 

Nel 1956 venendo a conoscere gli orrori di Stalin cambiò molte idee e si pentì d’aver inneggiato al dittatore sovietico… ma rimase ancorato a visioni marxiste.
 
Visse allora tra politica e letteratura girando tra difficoltà e successi per le Americhe.
 
 
 
 

 
 
 
 
Fu anche proposto per la Presidenza del Cile.
 
Nel 1971 ottenne il PREMIO NOBEL e fu festeggiato alla grande nello stadio di Santiago.
 
 
 
 
 

Neruda al ritiro del Premio Nobel

 

 

 
Morì ufficialmente per malattia nel 1973 ma le circostanze non sono mai state chiarite.
 
Della sua opera oggi giganteggiano non tanto le opere politiche o morali ma soprattutto le poesie d’amore…
che con lui raggiungono vette incredibili… pur presentando una terminologia naturale e semplice. 
 
Ma avremo modo di leggerle in modo approfondito… nella II PARTE.
 
 
 
Intanto iniziamo ad ascoltare la sua famosa poesia
“PER IL MIO CUORE BASTA IL TUO PETTO”
in questo video
 
 
 
 
 

 

 

TONY KOSPAN

 

C O N T I N U A …

 

Pubblicato 12 luglio 2011 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI, Senza categoria

IL CAMMINO VERSO L’INFINITO – N. BAWTREE – FELICE MARTEDI’ IN POESIA E…   Leave a comment

 

 

 

 

 

Cursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores Animados
 

Nel primo bacio d’amore rivive il paradiso terrestre.

L. Byron 

Cursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores AnimadosCursores Animados
 
 
 
 

Nota

 

 

 

IL CAMMINO VERSO L'INFINITO

Nicholas Bawtree

 

Non avere paura del mio silenzio

Non ti voglio mai rinchiudere

In una gabbia di parole

Ma incontrarti ogni volta come per caso

E fare un pò di strada insieme

Per condividere un sorso di vita

Con chi ha la borraccia più piena

E magari sederci sotto un albero

Ai bordi di quella che chiamano realtà

Sul nostro cammino verso l’Infinito.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
A VOI TUTTI…
 
OVUNQUE SIATE…
 
DA ORSO TONY
 

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: