
– Bertolt Brecht –
Vado al mercato dove si comprano le bugie.
Mi metto tra chi vende.

MAGGIO MESE DEI FIORI E DELL’AMORE
NELLA POESIA E NELLA MUSICA NAPOLETANA
![]() ![]() ![]() Per chi ama la poesia e la canzone napoletana classica…
ecco una poesia ed una canzone dedicate a…
M A G G I O
![]() La poesia prescelta è
E’ TRASUTO MAGGIO…
di Ciro Borrelli in arte Massenzio Caravita
qui in originale e con mia traduzione…
![]() E’ TRASUTO MAGGIO…
(E’ entrato maggio)
Io ca d’ ‘e sciure so’ n’amante,
Io che dei fiori sono amante
quanno t’affacciave ‘a fenesta quando t’affacciavi alla finestra
t’ammiravo comme n’incanto… t’ammiravo come un incanto
pe’ cchesto te facevo sempe festa, per questo ti facevo le feste
e cu ‘e vviole e ‘e ciclamine con violette e ciclamini…
p’ ‘a gioja me mettevo abballà, e per la goia mi mettevo a ballare…
cu ‘e mmargarite… ‘a matina ela mattina… con le margherite
me mettevo a ridere e a pazzià. mi mettevo a ridere e giocare.
è trasuto ‘o mese ‘e Maggio! E’ arrivato il mese di maggio!
schioppano tutt’ ‘e sciure… sbocciano tutti i fiori…
‘e sciure ‘e ll’ammore. i fiori dell’amore
Fuje ‘e ‘stu mese addiruso Fu in questo mese profumato
ca ‘e te… m’annummaruje! che di te mi innamorai!
Tu bella comme na rosa… Tu bella come una rosa
tu…na margarita cianciosa… tu margherita leggerina tu… c’‘o prufumo d’ ‘a viola…
tu profumata di viola…
tu ‘a cchiù bella, ire na cosa sola: tu… la più bella… eri una cosa sola:
“Nu sciore ‘e Maggio” “Un fiore di Maggio”
Sì!…è trasuto Maggio! Sì è arrivato maggio!
Schioppano ‘e sciure sbocciano i fiori…
‘e sciure ‘e ll’ammore. i fiori dell’amore
Fuje ‘e ‘stu mese addiruso Fu in questo mese profumato
ca ‘e te… m’annummaruje! che di te mi innamorai!
e dimme tu…c’aggia fa’…
e… dimmi tu… che posso fare…
si chisti sciure j’ se questi fiori io
nun te faccio maje mancà? non riesco a farteli mancare?
![]() La canzone è invece
TORNA MAGGIO…
che era stata in lizza con quella di de Andrè…
per la “nomination” quale canzone del mese di maggio…
![]() Ho escluso la mitica “Na sera e maggio” a cui dedicherò
un post nell’ambito delle
Grandi Canzoni Classiche Napoletane…
![]() Eccola dunque… accostata alla poesia su…
con testo originale ed in italiano…
cantata in modo classico dall’indimenticabile…
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Ciaoooooooo
da Tony Kospan
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LE ALI SPEZZATE
Guarda gli occhi dei bambini.
Ti portano in un mondo fatato,
ti portano dove un tempo anche tu sei stato,
un mondo popolato da colori e suoni
che noi adulti non riusciamo più a vedere
non riusciamo più ad ascoltare.
Uccellini in un nido
che sbattono le ali per poterle poi spiegare
e volare verso la vita.
Ma ci sono bambini a cui hanno spento
i colori.
Bambini a cui i suoni glieli hanno trasformati
in urla.
Bambini che non sanno più piangere
perché non hanno più lacrime
che non sanno più ridere
perché gli hanno tolto il sorriso.
che non possono più sognare
perché gli hanno ucciso i sogni.
Gli hanno rubato l’innocenza,
negata l’infanzia
E la favola si è trasformata
in un incubo.
Questi bambini sono quegli uccellini
che volevano volare via dal Nido,
volare verso la vita che gli aspettava.
Non voleranno più
perché gli hanno spezzato le ali.
E tu uomo,
tu che hai osato profanare quell’innocenza,
tu che hai ucciso i loro sogni e le loro attese
tu che gli hai rubato il tempo magico
dell’infanzia
tu che gli hai negato lacrime e sorrisi
e che in cambio gli hai dato solo dolore,
disperazione, e urla che il tuo cuore
non ha voluto ascoltare.
Tu uomo
hai il coraggio di guardare
negli occhi di un bambino?
Nello stesso periodo comincia a interessarsi alla scultura negra.
Tra il 1907 e il 1908 realizza Il bacio.
La scultura è il primo segnale di una svolta antinaturalistica, tesa alla progressiva stilizzazione delle forme. La stessa ricerca lo porterà, negli anni successivi, a concentrarsi su alcuni temi privilegiati: Teste, Maiastre, Uccelli nello spazio, Pesci.
Intorno al 1908 Brancusi conosce Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Henri Rousseau e Fernand Léger.
Il bacio – 1907
Due anni dopo diventa amico di Duchamp, che si incarica di promuovere la sua opera negli Stati Uniti.
Mantiene sempre stretti legami con la Romania, dove effettua frequenti viaggi. Ogni anno espone a Bucarest.
Nel 1912 espone al Salon des artistes Indépendants e vince il Primo premio al Salone di Bucarest.
Nel 1913 partecipa all’Armory Show di New York con 5 sculture. Nel 1914 espone alla Galleria 219 di Alfred Stieglitz, sulla Quinta Strada di New York.
M.me Brancusi
Tra il 1914 e il 1918 si dedica alla scultura in legno, realizzando opere di ispirazione primitivista.
Nel 1918 scolpisce la prima Colonna senza fine, omaggio all’arte popolare rumena e alle figure totemiche primitive.
Sempre più attratto dalle forme pure, studia l’arte egizia, cicladica e messicana.
(DA ARTDREAMGUIDE)
Nel tessuto dell’arte il suo lavoro si erge in modo autonomo e autorevole per l’originalità e il rigore dello stile, teso alla definizione di una forma essenziale.
La critica ha avuto sempre difficoltà a collocare la figura di Brancusi in un movimento ben determinato.
Oggi, insieme a colleghi-amici come Chagall e Modigliani, viene solitamente incasellato nella cosiddetta
“École de Paris”.
E’ chiaramente una scelta alquanto neutrale, più che altro di comodo.
Ma serve comunque a sottolineare alcuni aspetti della figura di Brancusi:
– la sua indifferenza nei confronti dei grandi movimenti d’avanguardia,
– il sostanziale isolamento della sua ricerca,
– l’importanza dei risultati da lui raggiunti e del suo posto nel clima vitale e cosmopolita della Parigi di inizio secolo.
La Porta del Bacio
L’attività di Brancusi si è espressa soprattutto in scultura.
In questo campo i suoi sforzi si sono indirizzati verso un costante processo di semplificazione della forma.
Ricercare un forma essenziale che consentisse di sprigionare la tensione e l’energia della materia.
Tete
Leda
La maturazione delle sue idee e del suo stile così personale avviene in un momento cruciale della storia dell’arte.
Brancusi vive a Parigi, crocevia di innumerevoli apporti culturali. Trae spunto dall’incontro con la “scultura negra” e la scultura cicladica. Vive a contatto di tanti altri coetanei: Modigliani, Leger, etc.
Colonna senza fine
In questo contesto Brancusi si rivolge a generi scultorei semplici: la testa, la stele, la cariatide.
Lavora con forme solide elementari: l’uovo, la sfera, il cubo i solidi trapezoidali.
Sperimenta l’interazione di queste forme con vari tipi di materiali, grezzi e lucidati: pietra, legno, bronzo, ottone, marmo.
Ma la sperimentazione tocca anche aspetti più complessi, come la combinazione di elementi diversi, o la moltiplicazione di una forma modulare.
Da cui, ad esempio, la sovrapposizione di una forma principale ad un’altra, che funge da suo basamento.
Oppure lo sviluppo di opere modulari, come nel caso della Colonna senza fine.
Il suo studio di Parigi
FONTI VARI SITI WEB – COORDINAM. E IMPAGIN. T.K.
Tony Kospan
La Tabella del Silenzio
UNA RISATA AL GIORNO…
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