
Paul Celan
si adatti a fiorire,
che per l’inquietudine
batta un cuore.
E’ tempo che sia tempo….
E’ tempo.
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Uno studio dell’American Psychological Association
ci aiuta a chiarire diversi dubbi…
sul valore e l'importanza della..
PRIMA IMPRESSIONE…
QUANTO VALE DAVVERO IL PRIMO SGUARDO?
Il fenomeno degli speed-dating ha riportato alla ribalta il valore della “prima impressione”.
Ma si può davvero valutare una persona alla prima occhiata?
Gli esperti dicono di sì e un esperimento proverebbe che abbiamo addirittura una “seconda vista“.
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L’intuizione ha qualcosa di magico, ma è un dono che tutti possiedono. Chi più, chi meno. Questa straordinaria abilità – che forse deriva dall’ancestrale istinto destinato a salvarci la vita di fronte alla necessità di prendere una rapida decisione – è diventata oggetto di studio da parte degli psicologi, desiderosi di comprenderne i meccanismi, soprattutto quelli connessi alla valutazione “immediata” delle altre persone.
Tanto che la rivista Monitor, dell’American Psychological Association, le ha recentemente dedicato un intero numero. Chiarendo qualche dubbio.
![]() Secondo Seymour Epstein, psicologo dell’University of Massachusetts, l’intuizione potrebbe essere definita come «La cosa che abbiamo imparato senza renderci conto di averla imparata. E che alle volte risulta utile, alle volte è invece disadattiva». Cioè inutile.
L’utilizzo dell’intuizione per valutare gli altri a prima vista è diventato oggi di moda con il fenomeno, di importazione americana, degli “speed-dating”, incontri organizzati da apposite agenzie, nei quali single aspiranti a incontrare l’anima gemella parlano per due-tre minuti con una sfilza di persone, indicando quelle che intuitivamente valutano più compatibili con se stessi.
Alla base del fenomeno c’è la reale esistenza di strumenti di valutazione impressionistici e non verbali. Diverse ricerche sperimentali hanno infatti dimostrato che è abbastanza facile rilevare alcune caratteristiche psicologiche degli altri, come il livello di estroversione e l’abilità nel socializzare.
Secondo Nalini Ambady, psicologo sociale della Tuft University, la personalità è fatta a strati, un po’ come una cipolla, e non c’è da meravigliarsi se l’estroversione e la capacità di socializzare risultano essere qualità facilmente rilevabili. «Gli strati vicino alla superficie – dice lo psicologo – sono i più facili da cogliere».
ASPETTI NASCOSTI
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Altri aspetti di un individuo, anche decisivi per la possibilità di instaurare un rapporto duraturo, possono invece essere quasi impossibili da rilevare e c’è per forza bisogno di tempo perché possano emergere. Senza contare che caratteristiche personali, come un aspetto fisico gradevole o il carisma personale (in gran parte fatto proprio di estroversione) possono rendere ancora più difficile andare in profondità utilizzando solo lo strumento dell’intuizione. Infine, bisogna considerare le variabili collegate a chi valuta. Alcune persone sono più dotate della cosiddetta “intelligenza sociale” e hanno antenne affinate che consentono loro di cogliere aspetti della personalità altrui. Altre sono meno dotate. Poi conta anche lo stato d’animo in cui ci si trova. Secondo i risultati delle ricerche di Nalini Ambady, più una persona si trova in uno stato d’animo allegro, maggiore è la sua capacità di intuire le caratteristiche degli altri; più il suo umore è depresso, maggiore sono le indecisioni e i tentennamenti. Un’altra difficoltà può sorgere in chi è decisamente entusiasta della propria capacità di giudicare “a prima vista” : quando si vuole utilizzare l’intuizione bisogna infatti essere pronti a farla funzionare, ma, nello stesso tempo, a sottoporla a valutazione critica.
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PERCEZIONI EXTRASENSORIALI
La seconda vista
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E' stata chiamata “mindsight“: la vista della mente.
E’ un’abilità straordinaria, sulla cui esistenza giura lo psicologo e scienziato informatico Ronald Rensink, dell’University of British Columbia, che l’ha scoperta, individuandola come l’abilità che avrebbe la mente di percepire anche senza vedere con gli occhi.
Alla scoperta Rensink è giunto dopo essersi reso conto che alcuni soggetti da lui studiati mostravano di non riuscire a cogliere che cosa fosse cambiato in una scena che veniva posta sotto i loro occhi per la seconda volta, anche quando i cambiamenti erano stati significativi.
I soggetti affermavano che qualcosa era cambiato, ma non sapevano dire cosa.
Rensink ha ulteriormente esplorato il fenomeno, arrivando alla conclusione che in circa il 30% degli individui potrebbe esistere una specifica abilità nel cogliere l’esistenza di un cambiamento anche quando non hanno “visto” cosa è cambiato.
Questa sarebbe la mindsight, una sorta di sistema visivo secondario utilizzato in parallelo a quello usuale.
Secondo altri, il fenomeno esiste, ma in realtà la rilevazione del “qualcosa è cambiato, ma non so cosa” sarebbe solo il primo gradino, precedente di pochi millisecondi l’acquisizione visiva del cambiamento d’immagine.
Dal Corriere.it – Impaginaz. t.k.
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L’ALLEGORIA DELLE FARFALLE
POESIA SUFI… SUBLIME…
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Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?
William Shakespeare
Rossetti
DOV’ERI?
Mahmoud K. Shahmirzadi
” Quando sentivo il bisogno di vederti
dov’eri? Quando riflettevo nei miei pensieri
e vedevo che tu c’eri dov’eri? Mentre camminavo per le strade
sotto la pioggia in quelle sere tristi dov’eri?
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