Archivio per 19 aprile 2011
TRAMONTO
Carlo Bramanti
Si frangono piccole onde
sulla chiglia
dei sogni,
un’armonica in cielo
le veste di rosso:
la nave,
entra la nave
nel mio tramonto!
by Tony Kospan
P O E S I E ?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE…
ORSO TONY
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
LE PIANTE PENSANO?
Un argomento a mio parere davvero interessante.
Condivido, anche in base a mie piccole esperienze di giardinaggio,
l’assunto degli scienziati…
Infatti come considero gli animali i nostri fratelli minori…
così considero le piante le nostre cuginette…
In ogni caso ci accomuna la “vita”… insieme…
su questo nostro pianeta…
che il business esasperato sta cercando di distruggere…
LE PIANTE PENSANO?
Gli Scienziati dicono di SI’ !
James Donahue
Mio padre ed io andavamo nell’area boschiva della famiglia ogni sabato, per tagliare alcuni alberi, segarli in pezzii, e caricarli su di un camioncino per poi accatastare i ciocchi nel cortile.
Rispettosi dell’ecologia, cercavamo nella foresta alberi malati da abbattere, o quelli più vecchi che si accalcavano sopra i più piccoli.
Non ho mai pensato che quel che facevamo, coinvolgesse tutta la foresta, finché un giorno lessi di un esperimento condotto da biologi russi con alcune piante di cavolo cappuccio, cresciute in serra.
Una fila di di sei piante di cavolo erano state collegate ad uno strumento che misurava le onde elettriche emesse dalle piante vive. L’apparecchiatura lavorava piu’ o meno come un elettroencefalografo attaccato al cervello umano.
Durante l’esperimento un uomo era entrato nella stanza ogni giorno, ad una certa ora, per annaffiare ed aggiungere concime al suolo di ciascuno dei vasi nei quale i cavoli crescevano.
Dei segnali veniveno registrati, cioè c’era una reazione a questa attività giornaliera.
Un giorno una persona nuova entrò nella stanza con un coltello.
Quest’uomo si avvicinò ad uno dei cavoli e lo tagliò a pezzi.
La risposta sugli strumenti fu immediata: un aumento frenetico dell’attività elettrica.
Era chiaro che le altre piante non solo erano consapevoli di questo evento terribile, ma esprimevano anche una forte risposta a quello che era accaduto.
Da quel giorno in poi, il semplice ingresso nella serra dell’uomo che aveva maneggiato il coltello, ha causato lo stesso genere di reazione elettrica fra le piante di cavolo cappuccio sopravvissute.
Le conclusioni tratte dagli scienziati furono che i cavoli non solo sono consapevoli del proprio territorio, ma che comunicano l’uno con l’altro, e rispondono ad eventi che li riguardano.
Dopo aver letto ciò, ho trovato difficile entrare ancora nella foresta per tagliare gli alberi.
Ho compreso che gli alberi, comunicando fra loro, avrebbero potuto temere la mia presenza.
Alla fine abbiamo venduto quella casa per traslocare in una più piccola, che aveva il riscaldamento centralizzato.
(J. Donhaue)
dal web – impaginazione t.k.
CIAO DA TONY KOSPAN
IL SALOTTO CULTURALE E DI SOGNO
DI FACEBOOK?
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Bè stavolta parliamo di una cosa da… uomini…
la cravatta…
Essa è stata mia… compagna fedele per 40 anni…
Devo però dire che era… ed è ancora…
per me naturale indossarla…
Non mi ha mai dato alcun fastidio…
però oggi… che sono in… ferie permanenti… 
vesto molto più casual…
Dunque parlerò dell’amica cravatta…
raccontamdo in breve la sua storia…
Storia della Cravatta
Così come la camicia, che da semplice indumento ” intimo”, come veniva considerato nei tempi antichi, ha assunto con il passare dei secoli, sempre maggiore importanza fino a diventare vero e proprio segno distintivo di eleganza e rafinatezza, anche la cravatta, nata inizialmente come semplice fazzoletto, ha conquistato ben presto un posto di rilievo nella vita dell’uomo.
Ornamento indispensabile all’eleganza maschile, spesso portata anche dalle donne, esprime la personalità di chi l’indossa e diviene strumento di grande importanza nelle relazioni sociali.

La cravatta nasce inizialmente come pezzo di stoffa che i legionari romani portavano, per motivi igienici o climatici, legato intorno al collo, con il nome di ” focale”. Secoli dpo i francesi adottarono questo ” fazzoletto”, mutuando a loro volta l’idea, da quello indossato dai mercenari croati durante la guerra dei Trent’anni. Nel1661 Luigi XIV istituisce la carica di “cravattaio” del re, gentiluomo cui era assegnato il compito i aiutare il sovrano ad abbellire ed annodare la cravatta. Nove anni dopo nel ’61 la duchessa di Lavallière, favorita del re, è la prima donna ad indossare una cravatta.

Nel XIX secolo sarà dato il suo nome alla più aggraziata delle cravatte maschili.
Nel1925, il cravattaio americano Jesse Langdorsf brevettò una cravatta lunga, meno sgualcita e più stabile:
era nata la cravatta attuale, confezionata con tre segmenti di tessuto e tagliata di sbieco.

Parlando di cravatte non si può non menzionare il nodo.Oscar Wilde nel suo “L’Importanza di Chiamarsi Ernesto” diceva: “Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita.”
Il gesto quotidiano dell’annodarsi la cravatta assume un significato simbolico e quasi magico che si perde nella notte dei temp.
Nell’iconografia simbolica maschile il nodo rappresenta l’unione, il matrimonio, la fertilità e quindi la vita. Come Léonor dice ad Ariste ne ” La scuola delle mogli ” di Molière, “Un sacro nodo da domani ci unirà”.

Come fare il nodo Windsor
Ma come si annoda una cravatta? Un emplice gesto che con poche regole base, diventa facile come allacciarsi le scarpe. Non sempre si sa che per fare il “nodo semplice”, il più diffuso, occorre posizionare l’estremità più larga, 30 cm. più in basso, e se si è destri posizionarla sulla destra o sulla sinistra per i mancini.
Concludendo possiamo riassumere l’essenza della cravatta con questo aforisma di un anonimo francese del 1820. “Della cravatta ho una cura perfetta: è il vero canone dell’eleganza. Mi adopero per ore con costanza perché appaia annodata in tutta fretta.”

In verità oggi la sua importanza è relegata a particolari ambienti e cerimonie…
ma resta simbolo dell'eleganza maschile (ntk).
Testo dal web…impaginazione t.k.
Ciao da Orso Tony
PSICHE E SOGNO…
IL SALOTTO CULTURALE DI FACEBOOK DI…
POESIA ARTE MUSICA CINEMA RIFLESSIONI ETC.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
CITAZIONI D’AMORE DA COELHO

Paulo Coelho
da
“Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”
I
So che l’amore è come le dighe:
se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d’acqua,
a poco a poco questo fa saltare le barriere.
E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare
la forza delle barriere.
Se le barriere crollano,
l’amore si impossessa di tutto.
E non importa più cio’ che è possibile o impossibile,
non importa se possiamo
continuare ad avere la persona amata accanto a noi:
amare significa perdere il controllo.
II
Io mi sono sentita ferita
quando ho perso gli uomini dei quali mi ero innamorata.
Oggi sono convinta che non si perde nessuno,
visto che non si possiede nessuno.
Questa è l’autentica esperienza della libertà:
avere la cosa più importante del mondo,
senza… possederla…
Paulo Coelho… continua…
Ciao da Tony Kospan






POESIE?
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

Un altro pensiero di saggezza ci giunge
dagli Indiani d'America… attraverso un suo Capo.
Alce Nero – Oglala Lakota
Stavolta Alce Nero ci parla di un grande tema
com'è quello della pace
e con parole semplici ci fa comprendere
che dei vari tipi di pace
una è la principale… la prima….






LA PRIMA PACE
Alce Nero

La prima pace,
la più importante di tutte,
è quella che viene dall'anima degli uomini
quando prendono coscienza dei legami
che li uniscono all'universo e a tutti i suoi poteri,
con i quali forma un'unica entità.
Questa pace giunge quando gli uomini si rendono conto
che al Centro dell'Universo dimora DIO
e che questo Centro è in realtà ovunque.
E' all'interno di ciascuno di noi.
Ecco la vera pace!
Le altre non sono che il suo riflesso.
La seconda pace è quella che si crea tra gli individui,
la terza quella che unisce le nazioni.
Ma oltre a ciò, è necessario capire
che la pace non sarà possibile tra le nazioni
sino a quando gli uomini non saranno convinti
che la vera pace si trova nel cuore stesso dell'anima umana.
Ciao da Tony Kospan
LA TUA PAGINA DI SOGNO
IN FACEBOOK
Mi piace:
Mi piace Caricamento...