Archivio per 3 aprile 2011

IN PENA – P. ELUARD – FELICE SETTIMANA IN POESIA E NON SOLO   3 comments

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

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  L’Amore immaturo dice:
“Ti amo perchè ho bisogno di te”.
L’Amore maturo dice :
“Ho bisogno di te perchè ti Amo”
 
 

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IN PENA
Paul Eluard
 
 
In pena per un cielo infranto
per la pioggia che ci bagnerà
vado pensando alla gioia grande
che se vorremo ci prenderà.
Tra dovere ed inquietudine
esita questa vita rude.
(E’ una molto grande pena
confessarlo,ora)
Qui ogni cosa odora d’erba.
Su tutto il cielo, in cielo,
il volo delle rondini
ci distrae, ci fa pensare…
Io penso una speranza quieta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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TONY KOSPAN
 

IL MIO AMORE ERA COSI’ UNICO – JIMENEZ – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   4 comments

 
 
 
 
 
 
IL MIO AMORE ERA COSI’ UNICO
Jimenez
Il mio amore era così unico
come il cielo iridato di una goccia
di rugiada, in un fiore dell’alba.
Il tuo sole mi colpì nel sangue,
evaporò la rugiada,
e restai senza cielo.
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 
 
P O E S I E ?
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UN MODO DIVERSO DI VIVERLE… 
ORSO TONY
 
 
 
 

Pubblicato 3 aprile 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

JIM MORRISON – LA LEGGENDA DEL ROCK   1 comment

 

 

“Quando il mio corpo sarà cenere

il mio nome sarà leggenda”

 

 

 
 
 
 
Il Leader dei Doors è considerato 
 
IL POETA MALEDETTO DEL ROCK
 
 
 
 
 
 
 
 
Nella sua trasgressione
l’inquietudine di una generazione…  

 
 
 

James Douglas “Jim” Morrison
(Melbourne, Florida, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971)

 

 
 
 
JIM MORRISON – LA LEGGENDA
 
 
 
 Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un’epoca in cui rock era ancora vivo.
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi,) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell’Ucla aveva conosciuto l’altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un’icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
 
 
 

 

 
 
Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi.
La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l’inizio della leggenda.
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.

La tomba di Morrison al Père Lachaise ( da Internet)
La tomba di Morrison al Père Lachaise ( da Internet)
E’ una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.
Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perchè Morrison non dovrebbe esserlo? Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.
Per evitare equivoci l’ha intitolato «Vivo!». Per chi non ama aggrapparsi al sogno dell’immortalità terrena, il viaggio, anche soltanto virtuale al cimitero parigino di Père Lachaise, è obbligatorio.
E’ il camposanto degli artisti e delle celebrità.
Lo stesso Jim Morrison amava andare a visitare le tombe dei poeti che adorava.
Oggi è un itinerario che si può compiere da casa, con un clic, attraverso il sito del cimitero, per trovare la tomba di Morrison ancora oggi meta di visite e omaggi così come accade a Graceland, o a Central Park sul mosaico che ricorda John Lennon.
 Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante
(gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto).
 Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare,
tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell’area californiana. 
 

A Parigi Morrison cercava una nuova vita.
Era arrivato il 12 marzo del ’71, appena terminata l’incisione di LA WOMAN, l’ultimo album dei Doors.
E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee.
 
 
 
 
 

 

 

Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l’amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.
Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.
Ma quando arriva l’estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l’entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all’isolamento.
Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.
Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio:
Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin.
Circostanze simili e vite, anche le loro, all’estremo.
 
 
 
 

 

 
Poche persone per l’addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon.
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall’inizio.
Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison: This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend…
Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall’effetto combinato di eroina e alcol.
 
Pamela morirà di overdose tre anni dopo.
 
 
 
 
This is the end, my only friend, the end….
 
Questa è la fine, mio unico amico, la fine…

 

 

DAL WEB – IMPAGINAZ. TONY KOSPAN

 

 

 
  
 
 
 
Spero di riuscire prima o poi a dire la mia…
su questo poliedrico grande e geniale
“artista maledetto”…
dalla vita indubbiamente travagliata…

 

 

Ricordiamolo intanto
grazie a  questo suggestivo video
con musiche, poesie e aforismi… 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
LA TUA PAGINA DI SOGNO
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LA FAVOLA DELL’AMORE – REALTA’ O SPERANZA?   6 comments

 

 

 

Davvero una bella favola questa che trovai nel web tempo fa…  ma… parliamone dopo averla letta…

 

 

LA FAVOLA DELL’AMORE

 

 
 

Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.  
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” 
 
Essi domandarono: “Non c’è  l’uomo di casa?”   
“No!” – rispose lei- “non è in casa”.  “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. 
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!”
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. “Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”, spiegarono i vecchietti. “
“Perché?”  volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza”.
Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore. Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”  
La donna entrò n casa e raccontò suo marito tutto ciò he i tre uomini le avevano detto.
 Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!”
Sua moglie non era d’accordo:
“Caro, perché non invitiamo Successo?” 
 
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa.
“Non sarebbe meglio far entrare Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
 
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”’, disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”

La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?
Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.” 
Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò d avanzare in direzione della casa. Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.  
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
 
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma giacché ai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”
 
Laddove c’è amore,
c’è anche ricchezza e successo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Personalmente non è che mi abbia convinto molto questa favola…
se non  come speranza… auspicio… dato che nella realtà
vedo coppie povere e senza successo amarsi felicemente
e coppie ricche e di successo amarsi solo per modo di dire…
 
Cosa ne pensate?
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
   
IL SALOTTO DI SOGNO DI FCB?
 
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IL PIU’ PICCOLO “GRANDE” TEATRO DEL MONDO? ECCOLO! E’ IN UMBRIA…   2 comments

 
 
 
 

 
IL PIU’ PICCOLO “GRANDE” TEATRO DEL MONDO?
 
ECCOLO… BELLISSIMO… E’ IN UMBRIA
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
  
 
 
Il suo nome è…
TEATRO DELLA CONCORDIA
 
 
 
 
 
 
 
In verità per il Guinness dei Primati il più piccolo è
il TEATRINO DI VETRIANO
presso Pescaglia in provincia di Lucca…
per i suoi soli 70 metri quadri.
 
 
 
IL TEATRINO DI VETRIANO
 

 

Ma quello di cui parliamo è unanimente riconosciuto come
il più piccolo “grande” teatro
(per la sua perfetta e completa struttura cinquecentesca)
come vedremo qui di seguito.

 
 
 
 

Infatti anche se sembra un gioco di parole…
“piccolo-grande”
è davvero… un piccolissimo “grande” teatro…
in quanto al suo interno v’è la  fedele riproduzione,
anche se in miniatura, di tutto… ma proprio tutto…
quanto c’è in un grande teatro…
come, ad esempio, perfino i palchi separati.
 
 
 
DOVE SI TROVA
 
 
 
 
 
 
Al centro del paese dalla originale forma di cuore… Monte Castello di Vibio (prov. di Perugia) che si trova in cima ad una collina alta 422 metri è situato questo fantastico gioiello architettonico… “il teatro più piccolo del mondo”… novantanove posti… tra palchetti e platea…
 
Merita d’esser conosciuto e visitato per la sua storia e la sua bellezza… 
 
All’esterno sembra una normale casa di paese, ma…  
 
 
 

MONTE CASTELLO DI VIBIO - Il Teatro della Concordia da francesco_43 Ritorno in Umbria.

  
 
 
 
poi all’interno scopriamo le sue meraviglie…
 
 
 
 
 

 

 

LA SUA  STORIA

 

 Il teatro nasce in pieno clima post-rivoluzione francese inneggiante alla libertà ed alla successiva riscoperta della concordia…  

Gli ideatori ed i finanziatori sono 9 famiglie illustri del paese. 

Prima nasce un caffè salotto… e poi questo teatrino “a misura del paese” che venne inaugurato nel 1808. 
 
Le decorazioni vivacissime sono invece del 1892 opera di un giovanissimo pittore (quattordicenne) Luigi Agretti da La Spezia ma figlio di Cesare, pittore perugino, che aveva dipinto il telone ed il fondale.
 
Il “giovine venuto dal mar Tirreno”, così definito in una poesia dell’epoca, riversò tutta la sua vivacità ed il suo entusiasmo nella sua opera di abbellimento del teatro… 
 
 
 
 
 
 
 

Nel 1927 i “caratanti” cioè… i proprietari del teatro, creano l’
“Accademia dei soci del Teatro della Concordia”
 
Negli anni seguenti il teatrino ospitò compagnie illustri… ma poi dopo la guerra ci fu un decadimento… e nel 1951 fu chiuso per inagibilità…
 
 
 
 

 

 
Il comune allora provvide nel 1981 ad espropriarlo ed a restaurarlo riportandolo ai suoi fasti originari…  con il condivisibile ed encomiabile intento di fare del Monte Castello di Vibio il paese ideale, il paradiso perduto dove ciascuno possa ritrovare la giusta dimensione di vita.
 
 
 
 
 
LA DESCRIZIONE DEL TEATRO
 

 

 
 
  Il Teatro della Concordia…fedele e riuscita riproduzione in miniatura dei grandi teatri italiani ed europei ne ricalca alla perfezione la forma con pianta a campana o “all’italiana” (definita anche goldoniana), la realizzazione interamente in legno, il tipico boccascena, le decorazioni ad affresco che interessano l’intera superficie scoperta compreso il plafone, la presenza del foyer affrescato, del caffè del teatro, dei camerini, della graticciata, della sala per le riunioni, dell’elegante scalone d’ingresso esterno, l’atrio e la biglietteria, la scala di accesso principale ai due ordini di palchi ed una scala secondaria.
 
 
 
 
 
 
 
 
Se si aggiunge a tutto ciò le modeste dimensioni in cui è stato ricavato, la perfezione dell’acustica, la pregevolezza artistica ed architettonica, la dovizia di particolari con cui è stato costruito nel 1808, insieme alla disposizione armonica dei vari elementi e locali che lo compongono, lo slogan che gli è stato attribuito da sempre appare effettivamente il più calzante ed appropriato. Si tratta di una struttura di inestimabile valore, completa in ogni suo elemento, un esempio di gusto e proporzioni, un luogo dove si respira un senso di leggerezza e gradevolezza.
 
 

 

 
 
 
Una vera e propria opera d’arte, unica, nel suo genere, nel panorama teatrale italiano ed europeo e perciò non paragonabile neppure con altri. Un’opera d’arte, che da settembre 2002 è annoverato tra le emissioni filateliche con un francobollo
 
 
 
 
 
 
 
che lo fregia di appartenere al “patrimonio artistico e culturale Italiano”. (dal web)
 
 
 
LE INFORMAZIONI PER CHI VOLESSE VISITARLO
 
 
 
 
 
 
 
 

Aperto il sabato, la domenica e festivi:

 

  • da settembre a marzo: ore 10,00-12,30 e 15,00-18,00
    (chiuso sabato mattina da novembre a febbraio)
  • da aprile ad agosto: ore 10,00 / 12,30 e 16,30 / 19,30

 

Aperto tutti i giorni nei mesi di luglio, agosto e fino al 10 settembre e dal 25 dicembre al 6 gennaio.

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 
 

 
 

PSICHE E SOGNO
 il tuo salotto culturale di fcb
 

Pubblicato 3 aprile 2011 da tonykospan21 in Senza categoria, TURISMO VIAGGI

CONFIDARE – A. POZZI – POESIA SUBLIME   1 comment

 
 
 
 
 
CONFIDARE
– POESIA SUBLIME –
DI
ANTONIA POZZI 
 
 
 

 

 
La prima parte di questa poesia ci porta ad una visione dell’amore come divinizzazione dell’amata/o… 

Aspetto non nuovo se pensiamo alla donna angelicata cantata da Dante nelle sue poesie per Beatrice…

 

 

 

 

Nella seconda strofa Antonia associa alla persona amata tutte quelle doti capaci di far nascere e vivere dovunque fiori di luce.

La terza infine, attraverso la figura dell’arabo avvolto nel suo barracano (all’epoca… siamo nel 1934…  per la cultura occidentale era l’emblema della tranquillità…) esalta il suo assoluto sentir se stessa commossamente serena e protetta…

 

 

 

 

Tuttavia.. nonostante quest’esaltazione dell’amore sublime… quasi a negar la lettera dei versi… traspare in modo invisibile quasi un urlo sottile… esasperato e disperato… per il suo amore tanto contrastato dalla famiglia e dalla società “perbene”.

 

 

Antonia Pozzi

 

Come sappiamo l’impossibilità a vivere in pieno il suo amore ed in libertà i suoi giorni la portò ad abbreviar la sua vita… recidendola ancora in fiore…

Ma leggiamo la poesia…

 

 

 
 
 
CONFIDARE
 
Antonia Pozzi

 

Ho tanta fede in te. Mi sembra

che saprei aspettare la tua voce

in silenzio, per secoli

di oscurità.

 

Tu sai tutti i segreti,

come il sole:

potresti far fiorire

i gerani e la zàgara selvaggia

sul fondo delle cave

di pietra, delle prigioni

leggendarie.

 

Ho tanta fede in te. Son quieta

come l’arabo avvolto

nel barracano bianco,

che ascolta Dio maturargli

l’orzo intorno alla casa.

 
(8 dicembre 1934)
 
 
 
 
 
 
 
Mi farebbe piacere anche conoscere il vostro parere… nell'area discussioni del Fantastico Mondo della Poesia
 

Tony Kospan

 

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IL BUON COMBATTIMENTO – ELOGIO DEL SOGNO – P. COELHO   Leave a comment

 
 
 
 



Questo di Coelho…, è a parer mio,
un brano davvero sublime…
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni…

Chi ama il sogno come amico… sostegno… dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita…,
proponendoci mete realizzabili o meno…,
non potrà non apprezzarlo in pieno…









IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho


(musica new age)





“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.






Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

 

 

 

 

 


 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

 




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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
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Pubblicato 3 aprile 2011 da tonykospan21 in RACCONTI E TESTI SUBLIMI, Senza categoria

MY WAY – FRANK SINATRA   2 comments

 

DESIDERI – R. COSENTINO – FELICE DOMENICA IN POESIA E NON SOLO   4 comments

 
  
        
 
 
 
 
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E’ dolce quello che tu mi dici,
ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.
(H.Heine)
 
 
 
 
 
 

 

 DESIDERI
Raffaella Cosentino
 
Voglio correre
oltre il buio
e smarrirmi nella luce.
Voglio bere
la rugiada delle foglie
e bagnarmi
nell’ebrezza di un sorriso.
Voglio ascoltare Brahms
e danzare
con l’anima in delirio.
Voglio raccogliere
un grappolo di stelle
e appenderlo
alla porta del tempo.
Voglio scrivere
una canzone d’amore
e ascoltarla
nella voce del silenzio.
Voglio rimanere
me stessa
nella folle corsa
dei miei giorni,
pagina bianche
da riempire a matita…
 
 
 
 
 
 
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a tutti da Orso Tony
 

 
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TONY KOSPAN
 

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