Archivio per febbraio 2011
VORREI DIRTI – TAGORE – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA 3 comments
IL CALENDARIO MAYA DELLE 13 LUNE Leave a comment



Usare, come stiamo facendo, un calendario artificiale e diseguale, irregolare ed irrazionale, ha prodotto un modo di vivere altrettanto irregolare, artificiale ed irrazionale….
Misurare il tempo per il popolo Maya voleva dire alzare gli occhi al cielo per osservare le fasi lunari, i movimenti delle stelle e dei pianeti, gli equinozi, le eclissi. I fenomeni naturali, la loro registrazione ed elaborazione, permisero loro di mettere a punto “Tzolkin” il calendario sacro, tutt’oggi il sistema più accurato ed omnicomprensivo mai realizzato, e che è conosciuto come “Calendario delle 13 lune”. Questo modo di misurare il tempo integra i cicli della terra con quelli della luna e del sole, in modo armonioso.
Vi sono due diversi cicli lunari: il sinodico che intercorre tra una luna piena e l’altra, ed il siderale che misura il tempo impiegato dalla luna a ritornare nello stesso punto nel cielo. Il numero intero medio fra questi due cicli è 28. 28 giorni è la durata media del ciclo mestruale femminile, del bioritmo fisico e delle maree. 28 ha perciò assunto un significato simbolico di numero lunare, e corrisponde all’aspetto femminile del tempo.
Dividendo l’anno solare per il ciclo di 28 giorni si ottengono 13 lune, più un giorno “fuori dal tempo” che si celebra nell’ultimo giorno dell’anno Maya, e che corrisponde al 25 luglio del calendario Gregoriano. Questa giornata fuori dal tempo, è diventata simbolo di revisione di quanto è stato fatto, di completamento e perdono, di celebrazione della vita e dell’esistenza ed è divenuto festività civile in diverse nazioni come il Brasile ed il Giappone.
Il calendario delle 13 lune dei Maya, è un metodo semplice e naturale che sincronizza terra sole e luna, e si distingue per la sua facilità e naturalezza da quello Gregoriano formato da mesi irregolari e diseguali. Usare, come stiamo facendo, un calendario artificiale e diseguale, irregolare ed irrazionale, ha prodotto un modo di vivere altrettanto irregolare, artificiale ed irrazionale.
Questo si riflette nei nostri automatismi, nella mancanza di attenzione e di amore per l’ambiente, e in una cultura meccanicistica e tecnologica che sta sfociando in una crisi globale. O cambiamo il nostro comportamente a livello di specie umana, o continuamo a fare danno, e rischiamo l’estinzione. Il calendario delle13 lune corregge questa deviazione dalla natura e e si misura in modo armonioso e regolare con i cicli del tempo.
Il tempo non è denaro… il tempo è arte
Autore Marni – Web






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IL SIGNOR BONAVENTURA – UN MITO DA OLTRE 90 ANNI 6 comments
Una figura leggera e calviniana entrata nell’immaginario | |
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Il creatore fu Sergio Tofano fumettista, ma anche attore, regista, eclettico e versatile umorista del teatro e del cinema italiano. Un personaggio dei fumetti fortunato quanto sui generis è stata la sua nascita. «Mio padre, all’epoca, si occupava di censura militare per i servizi segreti, quindi – ha ricordato Gilberto Tofano – aveva sempre con sé una matita rossa e blu. Durante una pausa, seduto ad un bar di via Nazionale a Roma, a un tavolino di marmo bianco, ha usato la matita rossa per creare il pupazzo che gli era stato commissionato dal Corriere dei Piccoli». Bonaventura, eroe gentile e fortunato, viene raccontato attraverso le diverse interpretazioni che lo stesso Tofano ne ha offerto nel corso degli anni. Un autore, ma anche un personaggio a tutto tondo, capace di spaziare dal fumetto al teatro, dall’editoria alla pubblicità fino alla moda. «Il mio augurio – ha aggiunto Gilberto Tofano – è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d’Ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete e ironiche qualità di una elegante sopravvivenza».
«Sono molto contenta che ci si ricordi del mio padrone», ha dichiarato ironicamente Franca Valeri, ricordando di aver debuttato a teatro nel 1949 nei panni del fedele cane bassotto di Bonaventura. «Era un attore straordinario, una persona molto particolare – ha aggiunto la Valeri – e anche un po’ snob. Sono contenta di ricordare che mi voleva bene, cosa non facile. Tofano aveva l’impressione che sarei diventata qualcuno sulla scena teatrale».
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Qui comincia la sventura del signor Bonaventura ch’è ridotto poverino, al mestiere d’imbianchino | Con urgenza un dì lo appella la contessa Palombella perchè imbianchi per benino la facciata del villino. |
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Ma il perverso Barbariccia faccia senpre più verdiccia, piano piano s’avvicina e un tranello gli combina. | Una sarta porta, in quella, a madama Palombella la toeletta preparata pel gran ballo all’Ambasciata |
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Se la prova, se l’adatta la contessa insoddisfatta: com’è seria! com’è scura! la fa vecchia addirittura! | Barbariccia in quel momento con un gesto a tradimento, fa cader Bonaventura col suo secchio di pittura. |
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Ruzzolando sovra un fianco questi schizza un po’ di bianco giusto giusto sulla gonna della nostra gentildonna … | Ma, così, la veste scura fa bellissima figura. Un milione all’imbianchino! (Schizza fiele il malandrino) |



Autocaricatura
La produzione teatrale di Sto è varia e complessa, perché Sergio Tofano è anche attore, un grande attore, nonché regista e scenografo, commediografo e costumista. Dopo l’esordio con Ermete Novelli nel 1909, recita nella compagnia di Virgilio Talli. Nel 1923 sposa la ventunenne milanese Rosetta Cavallari, che diventa attrice e sarà sua inseparabile compagna nella vita e spesso sulla scena, sia a teatro sia nel cinema (Sergio reciterà in oltre
cinquanta pellicole). Dal 1953 l’artista insegna a Roma all’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico, e con l’avvento della televisione aumenta ancora la propria popolarità con interpretazioni rimaste ineguagliate, a partire da un indimenticabile Firs, l’anziano maggiordomo de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov (in onda il 6 aprile 1956, ritrasmessa il 23 settembre 1969), tra le prime commedie in televisione.
L’artista è già pensionato, nel 1960, ma continua a insegnare all’Accademia di Roma, e appare ancora in ruoli televisivi, quando il 7 aprile Rosetta, che da tempo soffre di estenuanti emicranie e crisi depressiva, si toglie la vita, a 58 anni: un gesto tragico che arriva come un fulmine inatteso.
Ancora l’anziano attore reciterà in ruoli cinematografici con Loy, Monicelli, Zampa, Bertolucci, Risi e Pasquale Festa Campanile. Da quest’ultimo viene chiamato anche nel 1973 per una parte nel “Rugantino”, che con “La colonna infame” di Nelo Risi saranno le sue ultime interpretazioni.
Muore il 28 ottobre 1973.

La gente si sottovaluta. Negli anni in cui gli adulti cantavano sospirando: “Se potessi avere mille lire al mese”, Bonaventura, senza alzare la voce, indicava ai bambini una meta mille volte più alta. Guadagnò il suo primo miliardo ben prima degli “industrialotti” del lavoro a domicilio. Non ignaro di guai e traversie, spesso disoccupato, col tempo anche sinistrato e senzatetto, Bonaventura ha continuato per mezzo secolo a insegnare che c’è sempre una via d’uscita; che Barbariccia è una tigre di carta; che catastrofi, incendi, fughe di di belve dai circhi, briganti da strada, incidenti automobilistici, cavalli imbizzarriti non hanno mai niente di definitivo: più in là c’è sempre il milione, come sopra le nuvole, anche nei giorni di nubifragio, c’è sempre il sole.
Da bambini abbiamo amato Bonaventura per il suo intrepido candore. Da grandi abbiamo ammirato Sergio Tofano per la sua discrezione, la sua misura, la sua invisibile, sterminata, ironica pazienza.
da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Tony Kospan
FINE

LA MINESTRA DI SASSI – FAVOLA SULLA BELLEZZA DEI GRUPPI VIRTUALI 8 comments

Un giorno, nella piazza di un paese si presentò uno sconosciuto che allo scoccare del mezzogiorno accese un fuoco sotto un paiuolo quasi pieno d’acqua
e versato dentro due grossi sassi ben levigati che aveva in un sacco
si mise a sedere vicino al fuoco in attesa che l’acqua bollisse.
Inutile dire che uno alla volta, i curiosi coninciarono a radunarsi intorno a lui
ed a fare domande:
“Cosa stai cucinando?” esclamò il primo
“La minestra di sassi!” rispose lo sconosciuto.
“Ed è buona?” chiese il curioso
“Eccome!” disse lo sconosciuto, “certo, con un paio di cipolle sarebbe ancora migliore”
“Io un paio di cipolle ce l’ho, vado a prenderle a casa e le porto subito!”
ed il primo curioso si allontanò e dopo un pò tornò con le cipolle.
Ora erano in due seduti vicino al fuoco ad aspettare che l’acqua bollisse.
Dopo un po’ si fece avanti un secondo curioso e chiese anche lui allo sconosciuto:
“Cosa stai cucinando?”
“Ma la minestra di sassi!” fu la risposta
“Ed è buona?”
“Certo!, però se ci fosse anche un bell’osso di prosciutto sarebbe ancora più gustosa…”
“Io un osso di prosciutto a casa ce l’ho, vado a prenderlo e torno”
E così, man mano che i curiosi si avvicinavano, lo sconosciuto parlava della sua gustosa minestra di sassi.
Certo, con l’aggiunta di… un po’ di patate….di carote…sedano…cavolo sarebbe stata più completa.
Insomma dopo un pò i curiosi che avevano collaborato erano tutti seduti intorno al fuoco aspettando che la minestra cuocesse.
Inutile dire che quando ognuno ne riempì un ciotola, riconobbe che la minestra di sassi era VERAMENTE squisita.
Leggendo questa storiella trovata su un sito – m’è venuto in mente di paragonarla ad un gruppo virtuale come il nostro dove ciascuno

portando qualcosa, chi più chi meno, chi in un modo chi in un altro, chi immagini, chi pensieri, chi preoccupazioni, chi sorrisi, chi sentimenti… etc etc… alla fine gustiamo una MINESTRA DI SASSI davvero buonissima … ed in una bell’atmosfera.
Ciao a tutti da Tony Kospan




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QUESTO E’ IL TEMPO – G. LA PORTA – I SENTIMENTI NELL’EPOCA DI INTERNET 4 comments









Gabriele La Porta
questo è il tempo dei lacerati e dei sofferenti.
delle intese segrete.
Dei sussurri e dei bisbigli
nel buio.













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T’AMO – P. ELUARD – FELICE INIZIO DI SETTIMANA DA T.K. 7 comments
![]() ![]() ![]() ![]() “Io non amo la gente perfetta,
quelli che non sono mai caduti,
che non hanno inciampato.
La loro è una virtù spenta, di poco valore.
A loro non si è svelata la bellezza della vita.”
Boris Pasternak ![]() T'AMO
Paul Éluard T'amo per tutte le donne che non ho conosciuto
t'amo per tutte le stagioni che non ho vissuto per l'odore d'altomare e l'odore del pane fresco per la neve che si scioglie per i primi fiori per gli animali puri che l'uomo non spaventa t'amo per parlare t'amo per tutte le donne che non amo sei tu stessa a riflettermi io mi vedo così poco senza di te non vedo che un deserto tra il passato e il presente ci sono state tutte queste morti superate senza far rumore non ho potuto rompere il muro del mio specchio ho dovuto imparare parola per parola la vita come si dimentica t'amo per la tua saggezza che non è la mia per la salute t'amo contro tutto quello che ci illude per questo cuore immortale che io non posseggo tu credi di essere il dubbio e non sei che ragione tu sei il sole forte che mi inebria quando sono sicuro di me. ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() dall’Orso…
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IL TUO CUORE ED IL MIO – JIMENEZ – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA 2 comments


APOLLINAIRE ED IL PONTE DI MIRABEAU 2 comments



Nel 1910 iniziò, ormai trentenne, la sua vita letteraria con un libro di sedici racconti “L’eresiarca & C.”, e dopo altre esperienze letterarie pubblicò nel 1913 “Alcools” una raccolta di sua poesie , che ebbe gran successo e influenzò molto tutta la letteratura francese, ed è oggi considerata il suo capolavoro… insieme con “Calligrammes” del 1918.



Guillaume Apollinaire
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore
I giorni se ne vanno io rimango
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L'onda stanca degli eterni sguardi
I giorni se ne vanno io rimango
L'amore se ne va come
L'amore se ne va
Com'è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
quest'acqua corrente
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
Ed ora ascoltiamola… cantata in Francese…
Ciao da Tony Kospan
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IL VERO VOLTO DI LUCREZIA BORGIA (?) – ARTE E STORIA 5 comments
Un dipinto di proprietà della National Gallery of Victoria a Melbourne nei giorni scorsi è stato infatti identificato come un ritratto, anzi il ritratto, l’unico autentico, di Lucrezia Borgia. L’olio su tela era stato acquistato a Londra nel 1965 per £ 8.000 ed era stato intitolato “Ritratto di giovene uomo”, opera attribuita ad un ignoto pittore operante nel nord-Italia. Il quadro esposto nella sede australiana, e non solo, per gli ultimi 43 anni, ha sempre istillato dubbi sul soggetto rappresentato in tutti gli esperti che lo hanno analizzato, ed è stato ritenuto costantemente una raffigurazione di giovane uomo, in parte a causa del pugnale in suo possesso.
Grazie ad una lunga analisi tecnica e di ricerca condotta dal restauratore di dipinti della NGV, Carl Villis, è emerso un incredibile risultato: la bellissima tela ovale sarebbe opera di Niccolò di Giovanni Luteri, più noto come Dosso Dossi (1486-1542) – un contemporaneo di Tiziano, Raffaello e Michelangelo – artista di cui si hanno poche notizie documentate, ma che gli esperti concordano nel collocare a Venezia durante la formazione, periodo in cui avrebbe assorbito la lezione di cromatismo di Giorgione e Tiziano, e poi come pittore della vivace corte di Ferrara, dove avrebbe sviluppato il suo linguaggio pittorico.

Già così la scoperta sarebbe stata rilevante, un’attribuzione artistica rimasta in sospeso per anni che ha finalmente un autore, il Dossi, ma la vera rivelazione riguarda il soggetto ritratto e il modo in cui è stato descritto. Ci sono diversi indizi che inducono a pensare che si tratti di una figura femminile, a partire dallo sfondo decorato con mirto e fiori. Solo pochissime donne all’epoca potevano essere così importanti da avere l’onore di essere ritratte e Lucrezia Borgia era senz’altro una di loro.
Quando si è diffusa la notizia, curatori ed esperti da tutto il mondo si sono interessati alla scoperta di Villis ma, nonostante gli occhi puntati addosso, il museo australiano ha rifiutato di speculare sul valore del dipinto. Anzi Gerald Vaughan, il direttore del polo espositivo, a malapena è riuscito a contenere il suo entusiasmo durante l’annuncio a Melbourne. Egli ha affermato: “Quello che è stato precedentemente considerato il ritratto di uno sconosciuto realizzato da un artista non identificato sembra ormai rischiare di essere uno dei più significativi ritratti superstiti del Rinascimento, creato per mano di uno dei più grandi pittori del nord-Italia”.
Il Signor Villis, ha dichiarato: “Se confermerà di essere ciò che crediamo sarà molto importante, perché estremamente raro. Riteniamo che questo sia l’unico ritratto dipinto formale di Lucrezia Borgia”.
Un allarme di prudenza in ogni caso è necessario, dato un imbarazzante errore che è venuto alla luce l’anno scorso, in cui la NGV ha erroneamente attribuito un dipinto di Vincent Van Gogh.
Tuttavia Villis è apparso fiducioso e rassicurante ribadendo che il ritratto dallo stile idiosincratico e di forma ovale conferma il lavoro del Dossi, che ha lavorato per la famiglia di Ferrara quando Lucrezia Borgia era duchessa. “E’ stato molto emozionante svelare i segreti di questa bella ed enigmatica tela”, ha continuato Villis, “generazioni di storici dell’arte hanno cercato di identificare i ritratti di Lucrezia Borgia, ma questo sembra essere l’unico che contiene riferimenti personali diretti a questa intrigante figura storica”.

DAL WEB – IMPAGINAZIONE TONY KOSPAN
GIOCHINO MUSICALE CARINO PER GRANDI E PICCOLI…. Leave a comment

