Archivio per 20 gennaio 2011

VAGABONDO – T. FORMENTI – MINIPOESIA DELLA BUONANOTTE   8 comments

 
 
 
 
 
 
VAGABONDO
T. Formenti
 
acqua e vento
negli occhi
sole
nell’anima
giro il mondo
in cerca di me stesso
l’altro… gli altri
mi sorridono
agli angoli
delle strade
 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 

 

 
 
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE…

 

Pubblicato 20 gennaio 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

INDIANI D’AMERICA – LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA   10 comments

 
 
 
INDIANI D'AMERICA
LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA
  

 
 
 
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:
– Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
– Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! – rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
– Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto – disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.
Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio.
Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna.
Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
I lupi lo sanno… 
e ululano festosi alla luna piena…
 
 
 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

       
IL… SALOTTO DI SOGNO…
DI FACEBOOK…?
 

RAIN AND TEARS – CANZONE PER… SOGNARE…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
RAIN AND TEARS
(LACRIME E PIOGGIA)
UNA CANZONE PER… SOGNARE…
 
 
 
 
 
Un vero superclassico internazionale dolce e melodioso…
anche se il testo è davvero meno dolce…
nonché grande successo degli Aphrodite’s Child 
qui cantata divinamente da Demis Roussos…
 
 
 
 
 
 
La canzone è del 1968…
un anno che cambiò
(o tentò di cambiare)
il mondo.
 
 
Molti non conoscono bene l’inglese…
e dunque ecco il testo… in italiano…
 
 
 

 

 
 
 
        
 

Come posso volere che la mia anima si arrenda;
togliersi i vestiti che diventano la mia pelle;
vedere il bugiardo che brucia nel mio bisogno.
Come avrei voluto cambiare l’oscurità dal freddo,
come avrei voluto gridare forte,
invece non ho trovato alcun significato.
Suppongo che è il momento di correre lontano, via lontano;
trovare conforto nel dolore, tutto il piacere è lo stesso:
mi sottrae appena dalla preoccupazione,
nasconde la mia vera forma, come Dorian Gray.
Ho ascoltato ciò che dicevano, ma non sono qui per preoccuparmi.
E’ appena più di una parola: sono solo lacrime e pioggia.
 
Come potevo voler camminare attraverso le porte della mia mente;
ricordi legati vicino alla mano, aiutami a capire gli anni.
Come potevo voler scegliere tra il Paradiso e l’Inferno.
Come avrei voluto salvare la mia anima.
Sono così indifferente alla paura.
Suppongo che è il momento di correre lontano, via lontano;
trovare conforto nel dolore, tutto il piacere è lo stesso:
mi sottrae appena dalla preoccupazione,
nasconde la mia vera forma, come Dorian Gray.
Ho ascoltato ciò che dicevano, ma non sono qui per preoccuparmi.
Lontano, via lontano; trovare conforto nel dolore.
Tutto il piacere è lo stesso:
mi sottrae appena dalla preoccupazione.
E’  più di una semplice parola: sono lacrime e pioggia.  
 

 
        
 
 

Clikkate qui giù per il video e…
buon ascolto… sognante…
 
 
  
 
 
 
Ciao da… Orso Tony
con una sua modesta grafica…
 
 
 
 
 
 
 
 

LA TUA PAGINA DI SOGNO IN FACEBOOK?

      

 
 
 
 

FELICITA’ D’AMORE – POETICA RIFLESSIONE DI H. HESSE   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il breve passo che segue ci presenta
 l’idea del grande Hesse riguardo alla felicità… in amore…
che mi appare davvero molto interessante…
 
 
Ora leggiamolo, e se ci va… ,
possiamo farlo ascoltando questa musica new age
 
 
 
 
 
Nota

 
 
 
 

FELICITA’ D’AMORE
 

 
Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti.
 
La cosa migliore era la forza che quell’amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull’acqua e sul fuoco.
 
Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni per il sorriso di una donna: questa sì che è felicità, e io non l’ho perduta.
 
Hermann Hesse
 

 
 
 
 
 

 
 
Cosa ne pensate? Parliamone… 
 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 

 

 

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FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21

 
 
 

THOMAS STRUTH – ARTE FOTOGRAFICA – I VISITATORI DEI MUSEI   5 comments

 

 

 

 

 

 

 

Qui conosceremo il fotografo tedesco
diventato famoso…
grazie all’idea davvero molto originale di ritrarre 
 i visitatori intenti a contemplare le opere d’arte
all’interno dei musei.
 
 

 

 

 

 

 

THOMAS STRUTH

IL FOTOGRAFO DEI… VISITATORI DEI MUSEI

 

 

 

 

Thomas Struth (nato nel 1954)

 

 

Rielaborazione libera di un articolo di
LAURA LARCAN
da parte di Tony Kospan

 

 

I più importanti musei del mondo sono la sua riserva naturale di caccia.
Si diverte a nascondersi tra la folla di visitatori e a osservare le dinamiche schizofreniche di un mondo umano in balia del fascino dei capolavori dell’arte.
Per poi immortalare i comportamenti di questi piccoli grandi fruitori della cultura di massa.
Ed elaborando un ritratto sociologico dello spirito contemporaneo.
E’ Thomas Struth, uno dei più geniali fotografi di questa alba di terzo millennio, diventato celebre, non solo con riconoscimenti espositivi globali, ma anche con quotazioni da capogiro raggiunte dalle sue opere, con la serie delle “Museum Photographs”, iniziata a partire dal 1989, con cui ha segnato la storia di una nuova tecnica e di un nuovo linguaggio nella fotografia.
A lui musei e gallerie di ogni parte del mondo dedicano mostre antologiche.
 
 
 
 
 

 

 

 

Eppure, il pregio di questa rassegna sta tutta nel non privilegiare esclusivamente il tema blasonato dei suoi musei, che rimane di indubbio fascino, ma di ricostruire tutta la sua folgorante carriera creativa che non ha mai perso colpi.
Thomas Struth si riconferma, dunque, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea attraverso la visione ravvicinata di circa una cinquantina di lavori, alcuni di grandi dimensioni, che partono dai suoi esordi, alla fine degli anni Settanta – la sua prima personale fu a New York nel 1978 – dedicate al paesaggio urbano in bianco e nero.
Un diario scrupoloso e attento, che non scade mai nella vibrazione poetica, prediligendo l’eleganza della sobrietà, con cui documenta la storia delle città, il suo valore urbano, l’estetica del suo divenire, e annota l’interazione fenomenica tra i suoi abitanti all’interno delle realtà architettoniche. Il suo esordio non fu certo casuale. 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
Nato a Gelden, vicino a Colonia, nel 1954, si è formato all’Accademia di Belle Arti di Duesseldorf, ereditando un gusto tutto modernista di impronta concettualistica, se non addirittura minimalista per le immagini.
Gli sono bastate la guida di Gerhard Richter per la pittura e quella di Bernd Becher per la fotografia per puntare il suo estro sull’uso essenziale dell’obiettivo fotografico, spingendosi verso scenari urbani in cui evidenziare il senso della collettività e della quotidianità.
Ambienti pregni di un’atmosfera urbana che lasciassero trasparire non solo il confortevole scorrere della vita ma anche la carica eversiva della modernità.
La sua fantasia creativa, quella che lo ha caratterizzato in maniera universale e che lo ha trasformato letteralmente nel magister di una scuola nuova è quella che si è estrinsecata nella serie di celebri immagini in cui ritrae i visitatori intenti a contemplare le opere all’interno dei musei.
Sono tutte opere di grande formato, a colori, dove l’effetto sovradimensionato sembra trasfigurare l’abituale fruizione della fotografia per aprire nuove percezioni psicologiche nel visitatore.
 
 
 
 

 

 

E’ un gioco teatrale spettacolare, da applauso.

Quello che poteva essere un intento documentario di ambienti museali diventa letteralmente una messinscena.

Thomas Struth può immortalare le sale del museo con i suoi capolavori universali, coinvolgendo gli stessi visitatori,

che diventano anche loro elementi perfettamente integrati con l’ambiente circostante, in una sorta di teatralità silenziosa,

dove il turista appare trasfigurato in una comparsa della scena.

 

 

 

 

 

 

Ma Struth può anche avvicinarsi di più alle persone, colte nel momento in cui contemplano l’opera d’arte.

Ed è questo il suo segno più arguto e innovativo, scegliendo di ritrarre frontalmente la gente che guarda,

vista come dal punto di vista dell’opera: quasi uno studio psicologico dei modi di guardare e di recepire l’arte

di persone di diverse età, sesso e provenienza sociale.

 

Struth punta così a ritrarre la condizione esistenziale dell’uomo confrontato con la propria immagine nell’opera d’arte.

Ecco, allora, ritrovare nelle sue immagini folle di individui nelle più svariate attività:

possono ammirare estatiche l’opera, possono ascoltare la guida, possono distogliere l’attenzione e osservare altre persone.

 

 
 
 

 

 

 

 

 

Sono veri e propri saggi sull’osservazione, sull’osservare e sull’essere osservati.

Ma Struth affronta con la sua macchina fotografica anche le altre indagini tematiche come quelle legate alle chiese e ai luoghi sacri,

dove il fotografo trasfigura la monumentalità architettonica e spaziale, profusa di valori cromatici,

nella superficie invasiva di un “pattern” decorativo, come ad esempio realizza con la facciata del Duomo di Milano

 

 

 

Duomo di Milano – interno

 

 

Un altro tema sono i cosiddetti “Paradisi”, scatti fotografici che ritraggono luoghi dove l’uomo non ha mai o ha raramente messo piede.

 

Qui scorre l’altro tema caro a Thomas Struth, quello della natura, dei territori incontaminati, delle foreste amazzoniche,

di una natura, insomma, che è protagonista assoluta in una dimensione parallela alla realtà urbana, un mondo senza tempo,

sospeso in una grandiosità sconosciuta e silenziosa.

Un tema spiazzante che appare opposto a tutta quella civiltà fatta di arte, di città e architetture finora perlustrate.

D’altronde, l’essenza di questa fotografia la indica lo stesso Struth quando afferma che

cerco un dialogo tra passato e presente e la possibilità di cercare uno spazio di quiete nel nostro mondo frenetico“.

 

 

 

 

 

 

ALTRE SUE  OPERE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Art’s Audiences Become Artworks

 

 

 

 

 

 

 

 

 Testo rielaborato da repubblica.it – immagini da vari siti – impaginazione T.K.

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 
 
 
 

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SENZA DI TE – J. KEATS – FELICE GIOVEDI’ DA TONY KOSPAN   4 comments

 

 

       

 

     

 

 

Il nostro declino comincia
quando il numero dei nostri rimpianti 
supera quello dei nostri sogni
(Albert Einstein)
 
 

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Dante Gabriel Rossetti
 
 
 
 

SENZA DI TE

John Keats

 

Non posso esistere senza di te.

Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:

la mia vita sembra che si arresti lì,

non vedo più avanti.

Mi hai assorbito.

In questo momento ho la sensazione

come di dissolvermi:

sarei estremamente triste

senza la speranza di rivederti presto.

Avrei paura a staccarmi da te.

Mi hai rapito via l’anima con un potere

cui non posso resistere;

eppure potei resistere finché non ti vidi;

e anche dopo averti veduta

mi sforzai spesso di ragionare

contro le ragioni del mio amore.

Ora non ne sono più capace.

Sarebbe una pena troppo grande.

Il mio amore è egoista.

Non posso respirare senza di te.

 
 
 

 

 

 

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DA TONY KOSPAN

 

 

 
 
POESIE?
 
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE…
 

 

                                                                                                                             

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