Mi chiedo
perchè vuoi apparire
diversa …
E penso,
mi muovo….
ogni tua amorevole bugia
sia un giglio
estraneo,
lontano,
sospeso
nel vento.

IL MITO DELLA BIGA ALATA
Un mito molto interessante è quello raccontato nel “Fedro”, una dei dialoghi più conosciuti:Platone tratta qui un argomento non pienamente raggiungibile con la ragione,anche se il nucleo è alquanto razionale: racconta dell’esistenza dell’anima e dell’incarnazione.
Per Platone l’anima è una biga trainata da cavalli alati:essa è composta da tre elementi:un auriga e due cavalli.
Nell’esistenza prenatale le anime degli uomini stavano con quelle degli dei nel cielo,con la possibilità di raggiungere un livello superiore,l’iperuranio,una realtà al di là del mondo fisico che si riconnette alla celeberrima teoria delle idee,che esamineremo in seguito,secondo la quale vi erano due livelli di realtà:il nostro mondo e le idee.
L’auriga impersonificava l’elemento razionale,mentre i cavalli quelli irrazionali:ciò significa che la nostra anima è per Platone costituita da elementi razionali ed irrazionali.
Dei due cavalli,uno,di colore bianco,è un destriero da corsa ubbidiente e con spirito competitivo,l’altro,nero,è tozzo,recalcitrante ed incapace:compito dell’auriga è riuscire a dominarli grazie alla sua abilità e alla collaborazione del bianco.Il nero si ribella all’auriga (la ragione)e rappresenta le passioni più infime e basse,legate al corpo.Il bianco rappresenta le passioni spirituali,più elevate e sublimi.
Significa che non tutti gli aspetti irrazionali sono negativi e che è comunque impossibile eliminarli:si possono solo controllare con la “metriopazia”,la regolazione delle passioni.
E’ una metafora efficace perchè è vero che guida l’auriga,ma senza i cavalli la biga non si muove:significa che le passioni sono fondamentali per la vita. Sta anche a significare che soltanto alla parte razionale,in quanto dotata di sapere,spetta il governo dell’anima. Anche le anime degli dei hanno i cavalli,ma solo bianchi. Lo scopo è arrivare all’altopiano dell’iperuranio:gli dei non incontrano particolari difficoltà,mentre le bighe delle anime umane hanno seri problemi perchè si creano ingorghi ed i cavalli neri tendono a volare nella direzione opposta,verso il basso.
Accade spesso che le ali dei cavalli si spezzino e la biga precipiti sulla terra:questa è l’incarnazione. Una volta arrivato sulla terra, l’uomo non si ricorda più dell’altra dimensione, e vive con nostalgia: la vita dell’uomo non è nient’altro che un tentativo di tornare a quella situazione primordiale e le vie da percorrere per raggiungerla sono due,vale a dire la filosofia,che ci consente di vedere le ombre di quel mondo splendido,di cui quello terreno è solo un’imitazione,e la bellezza,una via più semplice,che fa nascere l’amore;se ha la meglio il cavallo bianco guidato dall’auriga l’amore assumerà connotazioni sublimi,se vincerà quello nero sarà un amore puramente fisico.
La bellezza è una delle tante idee e filtra facilmente nel mondo sensibile perchè è coglibile per tutti grazie ad un senso, la vista. Secondo Platone per gli occhi degli innamorati intercorre un fluido che scorre fino al punto dove le ali dei cavalli s’erano spezzate cosi’ che si ricreano e si può tornare alla dimensione primordiale: il liquido che viene a contatto con l’ala spezzata le dà nuovo vigore facendola rispuntare; proprio quando essa sta ricrescendo,esattamente come i primi denti che spuntano,fa soffrire.
Quando si è vicini alla persona amata, contemplandola scorre nuovo flusso che fa passare il dolore dell’anima alimentandola. Quando si è lontani dalla persona amata, invece, non arrivando più il flusso, le ali si inaridiscono e si seccano, accentuando il dolore e la sofferenza. Quindi l’innamorato farà di tutto per vedere il più spesso possibile la persona amata e solo in sua presenza starà bene.
Il concetto di amore platonico che abbiamo oggi deriva dal medioevo e non è completamente corretto in quanto i Medioevali credevano che per un innalzamento spirituale non ci dovesse essere amore fisico; per Platone c’è una scala gerarchica dell’amore: nei gradini più bassi si trova l’amore fisico, ma per arrivare in cima ad una scala bisogna percorrere tutti i gradini. Per Platone l’anima ed il corpo hanno caratteristiche opposte: l’una è spirituale e legata all’Iperuranio,alla dimensione delle idee, mentre l’altro è puramente materiale,affine al mondo sensibile e terreno,e soprattutto è mortale.
Mentre il corpo spinge l’uomo a cercare piaceri sensibili e di livello basso, l’anima lo induce a cercare piaceri sublimi e spirituali.
Va senz’altro notato come Platone riprenda la teoria dei Pitagorici (e degli Orfici) secondo la quale il corpo è la prigione dell’anima (si giocava sulla parola greca “soma”che indica il corpo e “sema”,che indica invece la prigione). Il contrasto anima-corpo lo si affronta anche da un punto di vista gnosologico: il corpo talvolta ci aiuta a conoscere,talvolta ci ostacola: se si disegna un triangolo rettangolo e ci si ragiona, da un lato può essere un aiuto per passare all’astrazione e passare all’idea di triangolo, che è ben diversa dal triangolo disegnato che è solo un’imitazione mal riuscita, dall’altro può essere un ostacolo se ci si limita a ragionare su quel singolo triangolo senza passare al livello di astrazione.
La principale differenza tra l’amore di oggi e quello dei tempi di Platone è che al giorno d’oggi abbiamo in mente un amore “bilanciato”, biunivoco,dove i due amanti si amano reciprocamente; ai tempi di Platone era univoco, uno amava e l’altro si faceva amare: nel mondo greco o l’uomo amava la donna o l’uomo amava l’uomo: l’omosessualità era diffusissima.
Talvolta ci poteva essere un amore biunivoco, che Platone spiegava ricorrendo sempre alla teoria del flusso che intercorre tra gli occhi: secondo lui poteva venirsi a creare una situazione di “specchio”: in realtà l’amato vede negli occhi di chi lo ama se stesso perchè vede riflessa la propria bellezza;è una concezione mitica che rievoca i celeberrimi versi di Dante: “amor, ch’a nullo amato amar perdona…” : è come se… chi è amato si innamorasse del sentimento stesso.
FINE – DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
I testi delle sue canzoni, nelle quali ha raccontato storie di emarginati, ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società sono ritenute da alcuni delle vere e proprie poesie (tanto che alcuni di essi sono stati inseriti in alcune antologie scolastiche di letteratura).
Era conosciuto anche come Faber: si tratta di un soprannome datogli dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio.
Nel periodo di attività musicale ha prodotto tredici album in studio, più alcune canzoni inedite pubblicate solo come singoli oppure in antologie. (wikipedia)
Ma il suo amore per la poesia e la cultura si è manifestato tra l'altro anche con la traduzione e la trasposizione in musica del famoso ed originale poema americano SPOON RIVER.
Il 18 Novembre 1995, il violinista Itzhak Perlman si esibiva al Lincoln Center di New York City.
Camminava con le stampelle, a causa della poliomielite avuta da bambino.
Il pubblico attendeva pazientemente che attraversasse il palcoscenico fino ad arrivare alla sedia.
Si sedette, appoggiò le stampelle al suolo, rimosse i rinforzi dalle gambe, si sistemò nella sua posa caratteristica, un piede piegato all’indietro, l’altro spinto in avanti, si piegò verso il basso per prendere il violino, lo trattenne fermamente con il mento, e fece un cenno col capo al direttore d’orchestra per indicare di essere pronto.
Era un rituale familiare per i fan di Perlman: il genio storpio che non dava importanza alla sua invalidità prima che la sua musica sublime trascendesse ogni cosa.
Ma questa volta fu diverso.
“Appena ebbe finito le prime battute”, rammenta il critico musicale Houston Chronicle, “una delle corde del suo violino si ruppe. La si poté sentire spezzarsi con uno schiocco secco – esplose come un colpo di pistola attraverso la stanza. Non c’erano dubbi su ciò che significava quel suono. Non c’erano dubbi su cosa avrebbe dovuto fare.”
Era ovvio – avrebbe dovuto posare il suo violino, rimettere i rinforzi per le gambe, prendere le stampelle, alzarsi in piedi, dirigersi faticosamente dietro le quinte e prendere un altro violino o cambiare la corda del suo violino mutilato.
Ma non lo fece.
Chiuse gli occhi per un momento, e poi segnalò al direttore d’orchestra di iniziare da capo.
Il pubblico era ammaliato.
Tutti sanno che è impossibile suonare un brano sinfonico con solo tre corde.
Io lo so, e voi lo sapete, ma quella notte Itzhak Perlman finse di non saperlo.
Suonò con una tale passione ed un tale potere ed una tale purezza…
Si poteva vederlo modulare, cambiare e ricomporre il pezzo nella sua testa…Ad un certo punto sembrò come se stesse disaccordando le corde per ottenere… da esse suoni che non avevano mai prodotto prima.
Quando finì ci fu un silenzio di timore reverenziale, e poi il pubblico si levò, come una cosa sola.
Eravamo tutti in piedi, urlavamo e applaudivamo – facendo tutto ciò che potevamo per mostrare quanto apprezzavamo ciò che aveva fatto.
Egli sorrise, si asciugò il sudore dalla fronte, alzò il suo archetto per quietarci, e poi disse, non con vanto, ma in un tono modesto, pensoso, riverente:
“Sapete, talvolta è compito dell’artista scoprire quanta musica può ancora creare con ciò che gli è rimasto”.
IL QUADRATO MAGICO DI POMPEI
E NON SOLO
Un quadrato magico fatto di parole.
A Pompei, nel novembre del 1936, un noto studioso di graffiti italiano,
Pompeo Della Corte, scoprì il seguente “quadrato” graffito
in una colonna della Grande Palestra, non distante dall'Anfiteatro.
Eccolo reso ancor più leggibile…
PERCHE' QUADRATO MAGICO?
Si tratta di una successione di lettere (ma ce ne sono anche con numeri),
disposte in genere in forma quadrata (ma ce ne sono anche di altre forme)
che in qualunque direzione lette danno sempre la stessa parola
– dall'alto in basso, da sinistra a destra e vivceversa –
(per i quadrati numerici… la stessa somma).
Qui parleremo di quello con lettere…
Perché è nato questo quadrato in cui ciò che è scritto può essere letto indifferentemente in verticale ed in orizzontale ed al contrario?
Se proviamo a tradurre letteralmente le parole del quadrato, possiamo ottenere risultati come questi.
Iscrizione di Acquasanta Terme (AP) – Chiesa di San Lorenzo
Traduzione ed interpretazione da molti seguita:
Il Seminatore (Dio creatore) Areopago (che giudica) dirige con cura le ruote (le sfere celesti e le orbite dei pianeti)
Forse c'è sottintesa l'analogia tra il seminatore che dirige le ruote del proprio carro per spargere i semi controllando, poi, per eliminare le eventuali erbacce e Dio creatore e giudice, che dirige l'intero universo…
Dubbi restano sulla parola “AREPO”.
Interpretazione secondo una versione magica:
Queste parole avrebbero avuto in quei tempi molto successo soprattutto fra gli ammalati, che lo consideravano una sorta di formula guaritrice da tutti i mali.
Con tutte e sole le venticinque lettere che formano questo quadrato magico, fu composto un altro diagramma:
Parlare d'amore
è solo fare dei pettegolezzi intorno a un mistero.
E. Flaiano
GABBIANO
~ Esther Ciulla ~
Ascolta gabbiano,
aspetta un momento, un attimo solo !
Sono io che ti chiamo,
sono io che rapita,
guardandoti in volo
invano le mani protendo
a prenderti l’ali…
Oh gabbiano, potessi io
lontano volare,
perdermi in orizzonti perlati,
potessi come te seguire l’onda
di mari infiniti,
cullarmi nel cielo coi venti !
Potessi io, ubriaca di sole
vagare stordita,
gustare appagata lo spazio
nei mari e nei cieli
e riprendere vita.