Archivio per 9 gennaio 2011

CHIEDEREI ANCORA QUALCOSA – TAGORE – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   5 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
CHIEDEREI ANCORA QUALCOSA
Tagore
 
Chiederei ancora qualcosa
se possedessi il cielo,
le sue stelle
e il mondo
con le sue infinite ricchezze.
Sarei però contento anche d'ogni
piccola cosa
se lei fosse mia.
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 

Pubblicato 9 gennaio 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

ESISTE UN PRINCIPIO MORALE UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO?   Leave a comment

 
 
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ESISTE UN PRINCIPIO MORALE
UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO?  
 
UNA CD.
REGOLA D’ORO?
 
 
 
 
 
 
 
 
Esiste cioè… un nucleo etico comune a tutte le religioni? 

 

Forse è questo…

  

“NON FARE AGLI ALTRI CIO’ CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE”  
 
 
 
 
 
 
 

 

Il senso di questa enunciazione si ritrova infatti nelle scritture di molte religioni e nel pensiero di grandissimi uomini di cultura… eccone un elenco… tratto dal web… che propongo alla vostra lettura… e mi farebbe piacere conoscere il Vs pensiero… sul punto…

 

Se vogliamo possiamo legger le profondissime affermazioni
che seguono…  ascoltando
 THE POWER OF LOVE
 

 

  Nota

 

 
 
 
“Ama il prossimo tuo come te stesso”, della Bibbia ebraica (Levitico 19.18) è il principio che  diverrà fondamentale nella predicazione di Gesù;
Nei Vangeli è scritto infatti… “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”
 
Ma ora ecco come si presenta  questo fondamentale principio, definito REGOLA D’ORO… nelle religioni e nel pensiero del mondo…
 
«Ecco la somma della vera onestà: tratta gli altri come vorresti essere trattato tu stesso. Non fare al tuo vicino ciò che non vorresti che egli poi rifacesse a te».
(Induismo, Mahabarata).
 
«Non ci si dovrebbe comportare con gli altri in un modo che sarebbe sgradevole a noi stessi; questa è l’essenza della morale». (Induismo, Mahabharata 13, 148.8).
 
«Non fare a nessuno ciò che non piace a te». (Bibbia ebraica, Tobia, 4,15).
 
«Ama il prossimo tuo come te stesso».  (Legge ebraica in Levitico, 19,18; cfr anche 19,34).
 
«La Via non è lontana dall’uomo. Se l’uomo segue una via lontana dalla natura umana, questa non può dirsi la Via. (…) Chi ha il senso della lealtà e della reciprocità non è lontano dal giungere alla Via: ciò che non vuole sia fatto a sé non fa agli altri».
(Confucio, Chung-Yung, L’invariabile mezzo, n.13).
 
«Dominare se stessi quanto è necessario per onorare gli altri come se stessi e comportarsi con loro come vogliamo che gli altri si comportino con noi: ecco quel che si può chiamare dottrina della virtù dell’umanità. Non c’è nulla di più elevato».
(Confucio, cit. in Tolstoj, op. cit., p.167).
 
«Ching-Kung interrogò sulla carità. Confucio rispose: “(…) Nel comandare al popolo comportati come se offrissi il grande sacrificio; ciò che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri”». (Confucio, Lun-yü, I Dialoghi, 12,2).
 
«Tzu-kung domandò: “Vi è una parola su cui si possa basare la condotta di tutta la vita?”. “Essa è shu, reciprocità – rispose Confucio. – Ciò che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri”». (Confucio, Lun-yü, I Dialoghi, 15,23).
 
«Il principe non tratta gli inferiori nel modo che gli dispiace nei superiori».
(Commento di Tseng-Tzu al Grande studio di Confucio, n. 10).
 
«Sicuramente questo è il massimo della bontà: non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero a te». (Confucianesimo, Analetti 15,23).
 
«L’uomo buono deve compatire le cattive tendenze degli altri; rallegrarsi della loro eccellenza; aiutarli se sono in distretta; considerare i loro successi come i suoi propri e così i loro insuccessi». (Taoismo, Thai-Shang, 3).
 
«L’uomo dovrebbe comportarsi con indifferenza nei confronti di tutte le realtà mondane e trattare tutte le creature del mondo come egli stesso vorrebbe essere trattato».
(Giainismo, Sutrakritanga I.11.33).
 
«Uno stato che non è gradevole o piacevole per me, non deve esserlo neppure per lui; e uno stato che non è gradevole o piacevole per me, come posso io pretenderlo per un altro?». (Buddhismo, Samyutta Nikaya 5, 353.35-354.2).
 
«Tutti tremano al castigo, tutti temono la morte, tutti hanno cara la vita: mettendoti al posto degli altri, non uccidere, né fa uccidere». (Buddha, Dhammapada, I versi della legge, 10, 129-130).
 
«Non ferire gli altri in modi dai quali anche tu ti sentiresti ferito».
(Buddhismo, Udana-Varga 5,18).
 
«Buona è soltanto quella natura che non fa agli altri ciò che non è buono per lei».
(Zoroastrismo, Dadistan-i-Dinik 94,5).
 
«Tratta l’inferiore come vorresti essere trattato dal tuo superiore».
(Seneca, Lettere a Lucillo, lettera 47, sul trattamento umano degli schiavi).
«Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Questa è la legge e i profeti». (Gesù di Nazareth, Vangelo secondo Matteo 7,12; 22, 39 e Vangelo secondo Luca 6,31).
 
«Il bene maggiore è operare secondo la legge della propria ragione. Ma questa legge ti comanda incessantemente di fare il bene degli altri, come il massimo bene per te stesso».
(Marco Aurelio, cit. in Tolstoj, Pensieri per ogni giorno, op. cit, p. 79).
 
«La legge trova la sua pienezza in una sola parola: amerai il tuo prossimo come te stesso».
(Lettere di Paolo ai Galati 5,14 e ai Romani 13,9).
 
«Quanto vuoi che non sia fatto a te, anche tu non fare ad altri».
(Didachè, insegnamento cristiano della fine del primo secolo, 1,3).
 
«Una volta un pagano (…) disse: “Convertimi, a condizione di imparare tutta la Torah nel tempo in cui si può stare ritti su di un solo piede”. (…). Hillel lo convertì dicendogli: “Ciò che a te non piace non farlo al tuo prossimo! Questa è tutta la Torah, il resto è commento; và e studia”». (Ebraismo, Shabbat 31a, cit. in R. Pacifici, Midrashim, Marietti, Genova 1986, p.177-8).
 
«Nessuno di voi è un credente fino a quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per se stesso». (Islam, dagli hadith (detti) del Profeta Muhammad)
«Mettersi al posto degli altri». (Voltaire, Lettere inglesi, n.42).
 
«Agisci in modo che la regola della tua volontà possa valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale». Oppure: «Agisci in modo da trattare l’umanità, nella tua come nell’altrui persona, sempre come fine, mai come semplice mezzo».
(Immanuel Kant)
 
«Benedetto chi a sé preferisce il fratello». (Tavole di Bahà’u'llàh, iniziatore della fede baha’i).
«Anche Lei attribuisce al laico virtuoso la persuasione che l’altro sia in noi. Ma non si tratta di una vaga propensione sentimentale, bensì di una condizione fondante».
(Umberto Eco, in dialogo con Carlo Maria Martini, Liberal, febbraio 1996).
 
«Tutti gli uomini dotati di ragione e di coscienza devono assumere responsabilità, in spirito di solidarietà, nei confronti di ciascuno e di tutti: cioè famiglie, comunità, razze, nazioni e religioni. Ciò che tu non vuoi che ti venga fatto non farlo a nessun altro».
(Dichiarazione Universale dei Doveri dell’Uomo, art. 4).
 
«La Regola d’Oro può quindi enunciarsi cosi’:
“Agisci verso gli altri in modo che gli altri possano agire nello stesso modo verso chiunque”. Ciò implica in primo luogo e anzitutto l’imperativo categorico seguente: “Non agire verso gli altri in modo tale che se gli altri agissero nello stesso modo la vita sarebbe impossibile”. E questo esige anzitutto da ciascuno che egli rinunci a esercitare la violenza verso altri. Così, solo la nonviolenza può fondare l’universalità della legge morale alla quale devono conformarsi gli esseri ragionevoli».
(Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace) 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
– elenco dal web –
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
LA TUA PAGINA DI SOGNO SU FCB
 
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RIMINI SOTTO LA NEVE – BELLISSIME FOTO   2 comments

 

Rimini di notte

 

Quando qualche settimana fa l'Italia era nel gelo…

ed anche Rimini… capitale dell'Estate Italiana

era sotto la neve…

 

Ce lo documentano queste 2 bellissime ed affascinanti foto

fattemi pervenire da un amico di fcb…

Antonio Scorsone… e scattate da un suo cugino.

 

 

 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

Pubblicato 9 gennaio 2011 da tonykospan21 in PAESAGGI EDIFICI VIAGGI, Senza categoria

Taggato con

NASCERE UOMO – UN INSEGNAMENTO DEGLI INDIANI D’AMERICA   3 comments

 
 
Ancora un grande insegnamento ci viene
dalla cultura e dalla saggezza degli Indiani d'America
 
 
 
 
 
 NASCERE UOMO

 

                      
 
 
 
  Nota
 
 
 
 
 
 
  
Nascere uomo su questa terra
è un incarico sacro.
 
Abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto,
ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante,
dei pesci, dei boschi, degli uccelli
e di tutte le creature che vivono sulla terra.
 
Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.   
 
 
 
 
Shenandoah Onondaga
 
 

          
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
POESIE?
UN MODO DIVERSO  DI VIVERLE
  
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IL GIUGGIOLO… QUESTO SCONOSCIUTO…   Leave a comment

 

 

IL GIUGGIOLO…

QUESTO SCONOSCIUTO…

 

DESCRIZIONE – STORIA – MODI DI DIRE E USI

 

a cura di Tony Kospan

 

 

 

 

Quasi tutti conosciamo l’espressione “andare in brodo di giuggiole”

 E’ un’esclamazione che talvolta sentiamo pronunciare e pronunciamo per sottolineare un momento vissuto con grande soddisfazione.

Il “brodo di giuggiole” non è però uno strano modo di dire… bensì un antico e prelibato distillato… oggi difficilmente reperibile nei grandi mercati.

 

 

IL GIUGGIOLO

 

 

 

Il giuggiolo (Zizyphus vulgaris) è una pianta alta  dai 5 a i 12 metri originaria dell’Africa settentrionale e della Siria che in tempi antichissimi si diffuse in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. E’ per questo che viene anche chiamato “dattero cinese”.

Presenta un aspetto piuttosto contorto, con rami irregolari e spinosi. Le foglie di piccole dimensioni, sono d’un verde brillante con margini seghettati mentre i piccoli fiori sono gialli.

 

 

LA GIUGGIOLA

 

 

 

La giuggiola… il frutto… assomiglia ad una grossa oliva dal colore prima verdastro e poi rosso marrone scuro quand’è matura. La polpa di colore verde è soda ecompatta ma farinosa. Ha un leggero sapore dolce, Spesso il giuggiolo viene innestato nel melo per cui si ha un frutto… la giuggiola-mela…. di dimensioni cospicue e dalla polpa zuccherina e soda.

 

 

LA STORIA DEL GIUGGIOLO

 

 

 

 

Già per Erodoto,che definì le giuggiole simili ai datteri, esse potevano essere usate  per produrre un vino liquoroso ed inebriante. Però i Greci  le mangiavano anche come frutta.

 Narra Omero  nell’Odissea che Ulisse e i suoi uomini a causa di una tempesta, si ritrovarono sull’isola dei Lotofagi e che i suoi uomini, si lasciarono tentare dal frutto del loto un frutto che magicamente  fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. Si ritiene che il loto di cui parla sia lo “Zizyphus lotus”, un giuggiolo selvatico.

 Una specie affine, lo “Zizypus spinachristi”, è ritenuto dalla leggenda una delle due piante che servirono a preparare la corona di spine di Gesù.

 

 

IL GIUGGIOLO IN ITALIA

 

 

 

 

 I romani per primi lo importarono  in Italiua chiamandolo”Zyzyphum” e per essi era simbolo del silenzio ed adornava i Templi della Prudenza. Il termine latino è rimasto nel dialetto veneto “zizoea”.

In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più riparata ed esposta al sole. Si riteneva che fosse una pianta portafortuna.

In Veneto ed in particolare a d Arquà Petrarca  i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni e le giuggiole sono variamente utilizzate in cucina ed in… cantina.

Oltre all’espressione di cui parlavo all’inizio una volta era diffuso anche dare del “giuggiolino” a bambini simpatici e grassottelli.

Nella medicina popolare è considerata uno dei quattro frutti “pettorali” con fichi, datteri e uvetta. Viene usata in infuso o in decotto per prevenire e curare i sintomi da raffreddamento e le infiammazioni alle vie respiratorie. 

 

 

L’USO ODIERNO

 

 

 

Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall’albero, sia quando sono un pò secche. C’è un solo nocciolo all’interno simile a quello delle olive. Si possono trasformare anche in marmellate e pure conservate sotto grappe. Si fanno anche tisane e sciroppi dolcissimi utilizzati contro la tosse ed anche il famoso brodo liquoroso.

 I frutti sono diuretici, emollienti e lassativi.

 

 

ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE

 

 

 

 

L’espresione nasce a seguito di una ricetta con questo nome usata nei paesi intorno al Lago di di Garda e considerata una vera e propria prelibatezza. Viene riportata già nel 1612 nel Vocabolario degli accademici della Crusca e le viene dato il significato di  “godere di molto di chicchessia”. Poi essa si diffuse in tutta Italia e resiste bene ancor oggi… nel senso di “gran godimento“.

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

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I GIORNI SON SEMPRE PIU’ BREVI – HIKMET – FELICE DOMENICA IN POESIA E NON SOLO…   Leave a comment

 
 
J. W. Waterhouse – Circe
 
 
 
 
 

 

 
 
 
Io ti ringrazio, Amore,
d'ogni pena e tormento,
e son contento ormai… d'ogni dolore.
Poliziano
 
 
 
 
 
 

 

J. W. Waterhouse – Arianna

 

 

I GIORNI SON SEMPRE PIU' BREVI
Nazim Hikmet

I giorni son sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perché hai tardato tanto?
Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca
l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perché hai tardato tanto?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz’essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Orso Tony
 
 

 
 
 
POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE

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