Archivio per 7 gennaio 2011

TANTA ACQUA – PREVERT – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 
 
 
 
TANTA ACQUA
Jacques Prévert

Tanta acqua è passata sotto i ponti
Ed anche un grande fiume di sangue
Ma ai piedi dell’amore scorre un bianco ruscello
E nei giardini della luna
Dove ogni giorno si fa festa
A te questo ruscello canta addormentato
Quella luna è il mio capo
Dentro cui gira un grande sole blu
E gli occhi tuoi
Sono questo sole.
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 

 
PSICHE E SOGNO
 Il salotto culturale di fcb

 

Pubblicato 7 gennaio 2011 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

WALTER ROSENBLUM – ARTE FOTOGRAFICA E TESTIMONIANZA SOCIALE   Leave a comment

 

 

WALTER ROSENBLUM
 FOTOGRAFIA… E TESTIMONIANZA SOCIALE…
 
 
 
 
 
Walter Rosenblum 1975 
 
 
 
 
Rosenblum per oltre mezzo secolo è stato un punto di riferimento per la fotografia, non solo degli Stati Uniti, ma nel mondo. Fu infatti, testimone attivo di alcuni dei più significativi eventi dell’età moderna e sperimentò personalmente, durante gli anni giovanili, le condizioni degli immigrati in America; visse la grande Depressione, la seconda guerra mondiale e la repressione del maccartismo. 
 
 
    

 
 

In tempi più recenti potè osservare il mutarsi delle condizioni di vita delle minoranze di New York e la crescita di una consapevolezza politica ed estetica nel Terzo Mondo. Rosenblum l’apparecchio fotografico per cercare di capire il corso delle vicende umane e celebrare i sentimenti degli uomini. A diciassette anni entrò a far parte della Photo League di New York dove incontrò Lewis Hine e studiò con Paul Strand, che contribuirono in modo determinante alla formazione della sua visione sull’arte e sulla vita. Fotografo dell’esercito nel corso della seconda guerra mondiale, sbarcò il D Day in Normandia, dove, per la morte di un cineoperatore, ne dovette prendere il posto per tutto il conflitto attraversando così la Francia, la Germania e l’Austria e realizzando il primo film sul campo di concentramento di Dachau appena liberato.

  

 

 

 Per le coraggiose azioni svolte durante il combattimento fu anche insignito della ”Silver Star”, della ”Bronze Star”, del ”Purple Heart” e la Unit Citation presidenziale, diventando uno dei fotografi più decorati della seconda guerra mondiale.   

  

 

   

 

 

 

 

Ma Rosenblum nel suo percorso professionale non mancò di fotografare i quartieri dove vivevano gli immigrati di New York e del South Bronx con gli insediamenti della nuova immigrazione, e in seguito spingendosi anche ad Haiti, Francia, Italia, Cuba, Cina, Unione Sovietica e Brasile.
 
 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
Walter Rosenblum (New York, 1 ottobre 1919 – 23 gennaio 2006) per oltre mezzo secolo è stato una figura di rilievo per la storia della fotografia, non solo degli Stati Uniti, ma nel mondo. Fu infatti, testimone attivo di alcuni dei più significativi eventi dell’età moderna e sperimentò personalmente, durante gli anni giovanili, le condizioni degli immigrati in America; visse la grande Depressione, la seconda Guerra Mondiale e la repressione del maccartismo.
 
In tempi più recenti poté osservare il mutarsi delle condizioni di vita delle minoranze di New York e la crescita di una consapevolezza politica ed estetica nel Terzo Mondo. Rosenblum usò occhi e apparecchio fotografico per cercare di capire il corso delle vicende umane e celebrare i sentimenti egli uomini.
All’età di diciassette anni entrò a far parte della Photo League di New York dove incontrò Lewis Hine e studiò con Paul Strand, che contribuirono in modo fondamentale alla formazione della sua visione sull’arte e sulla vita.
 
 
 
  
 
 
 
 
In particolare egli condivise con Hine la convinzione che con la fotografia fosse possibile dimostrare che la dignità è un sentimento universale, che non si possono fare differenze fra gli uomini in base alla razza, alle religioni, alla nazionalità o alle condizioni economiche.
 
 
 

 

 

Fotografo dell’esercito nel corso della seconda guerra mondiale, sbarcò il D Day in Normandia, dove, per la morte di un cineoperatore nel corso dello sbarco, ne dovette prendere il posto per tutto il conflitto attraversando così la Francia, la Germania,l’Austria e realizzando il primo film sul campo di concentramento di Dachau appena liberato. Per le coraggiose azioni svolte durante il combattimento fu anche insignito della “Silver Star”, della “Bronze Star”, del “Purple Heart” e la Unit Citation presidenziale, divenendo uno dei fotografi più decorati della Seconda Guerra Mondiale.

 

 

    

 
 
Ma Rosenblum nel suo percorso professionale non mancò di fotografare i quartieri dove vivevano gli immigrati di New York e del South Bronx con gli insediamenti della nuova immigrazione, e in seguito spingendosi anche ad Haiti, Francia, Italia, Cuba, Cina, nell’ Unione Sovietica e in Brasile. Da quest’immensa ricchezza di esperienze e dal prolungato rapporto con le diverse culture la visione fotografica di Rosenblum divenne testimone della condizione umana come di una comunità globale in cui i bisogni fondamentali, i valori e le aspirazioni esistenziali sono universalmente condivisi.
 

 

 

Rosenblum cercò così di sottolineare la dignità dell’essere umano, con i suoi soggetti mai semplici vittime, ma persone integre e complesse, la cui umanità sopravvive intatta malgrado le circostanze avverse. La sua macchina fotografica fu strumento affinché gli uomini si potessero riconoscere nelle loro azioni e comportamenti, nella speranza che la comprensione delle dinamiche interpersonali, potesse estinguere ignoranza e paura e le principali cause di tante ingiustizie sociali.

 

 

Le opere di Walter Rosenblum sono conservate in prestigiose collezioni, quali il J.Paul Getty Museum di Malibù, alla Library of Congress di Washington, al MoMA, al Metropolitan Museum of Art e all’ICP di New York, alla Bibliotheque Nazionale de France di Parigi ed altri ancora.
 
 
FINE
 
Testi ed immagini dal Web coordinati da T.K.
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN 
 
 
 
 
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Pubblicato 7 gennaio 2011 da tonykospan21 in FOTOGRAFIA ARTE STORIA, Senza categoria

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L’AMICIZIA VIRTUALE – POESIA FRANCESE CARINISSIMA   6 comments

 
 

 

 

 

 

L’AMICIZIA VIRTUALE…

POESIA FRANCESE CARINISSIMA…

 

 

 

 


Ho trovato questa poesia francese di autore ignoto…
che parla di amicizia virtuale in un modo molto semplice…
ma carino e sincero e che mi fa piacere condividere con voi…

 
Essa in fondo parla di noi…
e dei nostri rapporti di amicizia qui ed in altri siti…
 

(La traduzione – non letterale – è mia)

 

 

Amitié-virtuelle

 

 

L’AMICIZIA VIRTUALE

L’amicizia virtuale
non ha distanze nè frontiere

Ha un viso sconosciuto ed immaginario
con gran cuore
che tutti i giorni
s’occupa di te
si confida con te…
condivide con te le sue scoperte
e si augura le cose più belle per te.

La sera viene a portarti la buonanotte
ed a dirti… “A domani” e
spesso è la prima la mattina a darti
il buongiorno

E’ un’amicizia che senti… reale
benché virtuale..

 

 

 

 

 

 

Ciaoooooooooo a tutte le amiche

ed a tutti gli amici virtuali

da Tony Kospan

 

 

 

 

IL SALOTTO DI SOGNO… DI FCB?
 
 
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Pubblicato 7 gennaio 2011 da tonykospan21 in POESIA MONDO E GRANDI POESIE

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LA SPADA NELLA ROCCIA – LA LEGGENDA E’… REALTA’ – I PARTE   2 comments

 
 

 

 
 
 
LA SPADA NELLA ROCCIA
LA LEGGENDA E'… REALTA'
 
 
 

I PARTE

 

 

   
 La spada nella roccia

 

 

 “Un Cavaliere è devoto al valore,

il suo cuore conosce solo la virtù,

la sua spada difende i bisognosi,

la sua forza sostiene i deboli,

le sue parole dicono solo verità,

la sua ira si abbatte sui malvagi.”

 

 

 

 

La spada nella roccia la possiamo ammirare davvero

nell'Abbazia di san Galgano nel comune di Chiusdino (SI)

ma questo ed altro sarà oggetto della II PARTE.(T.K.)

 

 

Ma andiamo con ordine…

 

 

 

 

 

 

Tra le tante leggende quella di Re Artù è sicuramente una delle più affascinanti. Tanti sono i personaggi e le storie che ruotano intorno al Re, nato, secondo la leggenda, grazie ad un incantesimo di Merlino. Il mago permise infatti a Uther Pendragon, re di Britannia, di giacere con la bella Igerna, trasformando i suoi lineamenti in quelli del marito di lei.

La spada nella roccia di San Galgano

 

Merlino pretese che, in cambio dell’incantesimo, Re Uther gli consegnasse il bambino non appena fosse nato. Al momento della nascita, Merlino reclamò il neonato e lo affidò ad una famiglia per allevarlo. Ma il mago aveva grandi progetti per il piccolo, che infatti, apparentemente per caso divenne Re di Britannia, dopo essere riuscito a estrarre la Spada nella Roccia. Fin qui la leggenda arturiana, ma la leggenda della spada nella roccia si intreccia in maniera decisamente affascinante con la realtà, e per l’esattezza con una realtà tutta italiana.

 

Siamo nella Toscana del XII secolo, poco lontani da Siena, in un paesino chiamato Chiusdino. Qui, nel 1148, nasce Galgano Guidotti. La cavalleria lo affascina al punto che, dopo una prima visione di San Michele, decide di diventare egli stesso un cavaliere, e la sua vita viene segnata da un comportamento libertino e dissoluto. I suoi genitori avevano per lungo tempo atteso l’arrivo di un figlio, tanto da recarsi in pellegrinaggio verso la Basilica di San Michele sul Monte Gargano, in Puglia (da qui forse il nome del santo), ma si abbandonano allo sconforto davanti a tale comportamento. Il destino ha, però, riservato loro una sorpresa.

Un’antica immagine raffigurante Galgano e la sua spada nella roccia

 

Galgano, dopo una seconda visione di San Michele, si interroga sulla sua vita e decide di dedicare i suoi anni a venire a Dio e di vivere come un eremita.
Impugnata la sua spada, la conficca in una roccia, e davanti all’elsa, che si erge come una croce, egli pregherà (una variante della storia narra che fu lo stesso San Michele a conficcare la spada).
Era il 1180 e l’intero anno successivo viene segnato dai miracoli di Galgano, che muore di stenti nel 1181. La sua beatificazione avviene in soli 3 giorni e nel 1185 papa Urbano III lo proclama Santo.


 

Di lui rimane solo il teschio, conservato nella chiesa di Chiusdino, da cui si racconta crescessero capelli biondi, tanto da nominare San Galgano protettore dei calvi. Il resto del corpo non è mai stato trovato, sebbene alcuni testi indichino come luogo di sepoltura l’area intorno alla spada.
Sul luogo è stata poi costruita una chiesetta, con una particolare volta dipinta con cerchi concentrici bianchi e neri.

 

Si potrebbe pensare ad una variazione della leggenda Arturiana, ma c’è una testimonianza incontestabile: la spada è ancora oggi conficcata nella roccia.
E su questo mistero sono iniziate le indagini di alcuni ricercatori delle Università di Pavia, Milano, Padova e Siena.
I risultati hanno confermato che l’elsa che emerge dalla roccia appartiene a una intera spada realmente conficcata nella roccia. Le ricerche hanno anche permesso di datare con precisione la chiesa e alcuni resti ossei trovati in una piccola scatola, anche se purtroppo i risultati non sono stati resi pubblici.

 

La cronologia degli eventi, e delle diverse opere che hanno reso celebre Re Artù, testimoniano come in realtà si potrebbe vedere in Galgano un vero e proprio ispiratore del famoso ciclo Arturiano. Lo stesso nome Galgano pare sia stato mutato in Galvano, uno dei cavalieri della tavola rotonda. Il ciclo Arturiano inoltre risale alla fine del XII secolo, esattamente dopo la morte del santo senese.

I resti dell’Abbazia di San Galgano

 

 

 

Se ci si fa trasportare dalla leggenda non si può ignorare uno dei sogni fatti da Galgano, in cui egli incontrò Gesù e i dodici Apostoli seduti intorno ad una tavola rotonda e vide il Santo Graal. Coincidenze si potrebbe dire, ma è facile cedere al fascino dei miti celtici e ambientazioni medievali che fanno da sfondo alla storia e di Galgano. A poca distanza dalla collinetta su cui sorge la chiesetta, infatti, si trovano i resti di un’antica abbazia cistercense, ormai senza tetto, a causa del crollo del campanile, e con un prato al posto del pavimento: un paesaggio che sembra essere tratto dalle più antiche e famose leggende dei cavalieri medievali, un luogo quasi magico in cui circa 750 anni fa si svolsero eventi straordinari.

 

 

 

 

 

 

 

 

TESTO DI GIANLUCA MARRAS – IMPAGINAZIONE RICERCHE E COORDIN. TONY  KOSPAN

 

 

 

CONTINUA

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SALOTTO CULTURALE DI FACEBOOK?
PSICHE E SOGNO
 
 
 
 
 

L’INVERNO IN ARTE MUSICA E… SONETTO   3 comments

 
 
 
 
L’INVERNO IN ARTE… MUSICA…
E SONETTO…
 
SE VI FA PIACERE…
 
 
 
 
 
 
Non possiamo non dedicare… secondo nostra tradizioncella
 anche all’inverno… e che inverno… questo…
l’accostamento tra arte, musica classica… e poesia…
 
 
 
Arcimboldo
 
 
 
Vivaldi
 
 
E chi se non Arcimboldo e Vivaldi possono rappresentare
rispettivamente l’arte e la musica per le stagioni?
 
Entrambi infatti, il primo nella pittura
ed il secondo nella musica,
hanno dedicato un'opera per ogni stagione…
 
 
 
 
 
 
 
Prima però leggiamo il sonetto ispiratore della musica…
di Vivaldi..
che è di autore ignoto…
 
 
 
 
 
 
 
L'INVERNO
SONETTO DELLA MUSICA DI VIVALDI 
 
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Al severo spirar d’orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel soverchio gel batter i denti;
Passar’ al foco dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento.
Camminar sopra ‘l ghiaccio, e a passo lento
Per timor di cader girsene intenti;
Gir forte, sdruccievole, cader a terra
Di nuovo ir sopra ‘l ghiaccio e correr forte
Sin che ‘l ghiaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Scirocco, Borea e tutti i Venti in guerra.
Quest’è ‘l Verno, ma tal che gioja apporte.
 
 
 
 
  
 
 
 
Ma tanti altri autori come potrete vedere in questo bel video…
artistico-musicale…
– concerto in Mi maggiore per violino ed archi –
(vi consiglio di aumentate l’audio del video e delle vostre casse)
hanno voluto dedicare la loro opera a questa stagione…
 
Era stato concepito questo concerto, dai toni pastorali,
per essere eseguito in chiesa, 
infatti tutta l’orchestra suona sempre quasi “in sordina”
come a non voler disturbare i fedeli raccolti in preghiera…
ma la musica è… davvero comunque molto bella… e suggestiva…
 
 
Inverno – Claude Théberge
 
 
Il video qui giù contiene oltre alla musica
di Vivaldi ed al dipinto di Arcimboldo
anche tanti altri dipinti dedicati all'Inverno.
 
Buona visione e buon ascolto clikkando qui giù…

 
 
  
INVERNO – ARCIMBOLDO
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
70x8270x8270x8270x8270x8270x8270x82
 
 
 
VISITA… PER LE NOVITA’…
 

 
 
TONY KOSPAN
 
 

E’ OGGI – NERUDA – FELICE WEEK END IN ARTE POESIA E MUSICA   2 comments

 

 

 

 

 

 

 

Se la musica è il nutrimento dell'amore,

continuate a suonare.


William Shakespeare

 

 

 

 

Pierre-Auguste Renoir – Dance at Bougival (1883)

 

 

 

 

 

E' OGGI
Pablo Neruda
 
 
E' oggi: tutto l'ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell'aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni, beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,
e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.
Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna
 
 
 
 
 

Pierre-Auguste Renoir – By the Water

 

 

 

 

 

 

 

 

da Tony Kospan 
 
 
 
 
 
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