Archivio per 19 dicembre 2010

AMORE – JIMENEZ – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 
 
 
 
AMORE
Jimenez

 
Salii verso il cielo puro
ed accesi la mia veglia
tra le stelle,
sopra tutti i sogni.
La terra era una rosa aperta,
io la vidi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
DA TONY KOSPAN
 
 

Pubblicato 19 dicembre 2010 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

SE TELEFONANDO – GRANDE CANZONE   Leave a comment

 
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SE TELEFONANDO
– GRANDE CANZONE –
 
 
 
   
 
 
 
E’ universalmente riconosciuta come una delle più belle canzoni italiane… di sempre…
Si tratta di un mixage stupendo costituito da una stupenda interpretazione di Mina, una bellissima musica, opera del maestro Ennio Morricone, ed un testo che dobbiamo a Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara.

 
 
 
 
E’ per me soprattutto una canzone ormai divenuta uno stupendo classico…
 
Ecco il testo…
 
 
 
 
 
 
SE TELEFONANDO
Mina
 
Lo stupore della notte
spalancata
sul mar
ci sorprese che eravamo sconosciuti
Poi nel buio le tue mani
d’improvviso
sulle mie…
É cresciuto troppo in fretta
questo nostro
amor…
Se telefonando io potessi dirti addio
ti chiamerei…
Se io rivedendoti fossi certa che non soffri
ti rivedrei…
Se guardandoti negli occhi sapessi dirti basta
ti guarderei…
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito…
Se telefonando io volessi dirti addio
ti chiamerei…
Se io rivedendoti fossi certa che non soffri
ti rivedrei…
Se guardandoti negli occhi sapessi dirti basta
ti guarderei…
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito…
 
 
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Ed ora ascoltiamola in questo video…

 

 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 

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IL MONDO DI ORSOSOGNANTE

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Pubblicato 19 dicembre 2010 da tonykospan21 in CANZONI POESIE, Senza categoria

UNA FAVOLA PERSIANA   Leave a comment

 
 
 
UNA FAVOLA PERSIANA
 
 
 
 
 
Un povero contadino viveva presso la città di Ispahan.
 
 
 
 
 
 
 
Davanti alla sua dimora si estendeva un piccolo campo e all’estremità del campo c’erano una sorgente e un fico: era tutto ciò che possedeva. Lavorava sodo, ma il raccolto era scarso. Quando il caldo diventava insopportabile, si stendeva sotto il fico per fare una siesta. Un giorno, mentre riposava, fece un sogno.

Si trovava in una grande città, i negozi esponevano frutta e verdura, spezie aromatiche, tappeti multicolore e rami lucidi. Sopra i tetti si vedevano volte dorate o piccoli minareti. Percorse le strade e le piazze affascinato dall’animazione della folla e dalla ricchezza. Infine giunse alla sponda di un grosso fiume, che scorreva sotto un ponte di pietra. Avanzò verso il ponte e lì, con stupore, vide un gran baule colmo di monete d’oro e di pietre preziose.

 

 

Allora sentì risuonare una voce: “Sei nella città del Cairo, in Egitto… questo tesoro è tuo!”.

Il contadino spalancò gli occhi e si ritrovò ancora disteso sotto il fico, a Ispahan.

 “Allah ha ispirato il mio sogno! – esclamò contento.

Fece allora fagotto e si mise in cammino per l’Egitto. Il viaggio fu duro e pericoloso; infine, dopo tre settimane, il pover’uomo giunse presso i sobborghi del Cairo. 

 

 

Si mescolò alla folla, percorse le strade, ammirò i negozi che esponevano frutta e verdura, spezie, tappeti, rami lucidi. In alcuni punti, sopra i tetti, volte dorate e esili minareti si stagliavano nel cielo blu. Giunse sulle rive del Nilo; vide un ponte di pietra che si elevava sopra il fiume. Riviveva tutti i dettagli della sua visione. Corse dunque verso il ponte; nel luogo in cui, nel sogno, si trovava il baule con il tesoro, e trovò un mendicante che gli chiese l’elemosina. “La vita è solo un’illusione! – esclamò deluso – A cosa serve vivere? Non potrà accadermi più niente di buono in questo squallido mondo!”.

Scavalcato il parapetto del ponte, stava per saltare, ma il mendicante lo trattenne.

“Perché vuoi morire? Cosa ti è capitato per farti stancare del cielo blu e delle risa dei bambini?”.

 Il contadino si sedette accanto al mendicante e gli raccontò tutto.

 “E ti lamenti per così poco! – esclamò il mendicante ridendo – Intraprendere un viaggio così pericoloso confidando in un sogno! Dovresti fare come me: accontentarti di ciò che Allah ti dà ogni giorno e non inseguire le illusioni dei tuoi sogni! Anch’io, da anni, faccio ogni notte un sogno simile al tuo…”.

 “Qual è il tuo sogno?” domandò il contadino.

“Mi ritrovo alla periferia della città di Ispahan.

Vedo una casetta bassa di terracotta. Davanti alla casa, vedo un piccolo campo e, in fondo, un fico e una sorgente. Vado verso il fico, scavo una profonda buca e, tra le radici, scopro un baule pieno di monete d’oro e di pietre preziose”. “Adoro rifare ogni notte il mio bel sogno, ma non per questo parto all’avventura. Vivo dove Allah ha voluto sistemarmi; resto seduto accanto al fiume e mi accontento di quello che mi danno i passanti”.

Il contadino balzò in piedi, ringraziò il mendicante per i suoi consigli e in fretta ritornò a Ispahan. Non appena giunto alla sua povera dimora, prese una zappa e corse presso il fico.

Scavò e trovò un vecchio baule pieno di monete d’oro e di pietre preziose.

 

 

 

 

Il contadino si gettò con la faccia a terra:

“Allah è grande! – gridò – Ed io sono uno dei suoi figli!”.

 

 

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CIAO DA TONY KOSPAN

VIVERE UNA SOLA VITA – PICCOLA GRANDE POESIA PENSIERO   Leave a comment

 
 
 
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VIVERE UNA SOLA VITA
 
– PICCOLA GRANDE POESIA PENSIERO –
 
 
 
 
 
 
 
Nell’ambito delle poesie-pensiero…
questa, a mio parere…,
merita sicuramente un posto… non secondario…
 
 
La grandezza della Poesia sta…, anche,
nella sua capacità di dirci tantissimo…
e farci comprendere anche di più…
con pochi… pochissimi versi…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La visione universale che traspare dai versi che seguono…
non può… a mio parere… lasciare indifferente…
chi riesce a guardare oltre la…
spesso banale… realtà che ci circonda…
 
Ma diamo ora… voce ai versi…
 
 

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VIVERE UNA SOLA VITA
Ndjock Ngana
 
Vivere una sola vita
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
 
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.
 
 
 
 
 
 Ciao da Tony Kospan
 
 
 
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IL SALOTTO CULTURALE…
DI FACEBOOK…?
 
 
TONY KOSPAN
 

Pubblicato 19 dicembre 2010 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI, Senza categoria

CURTIS – L’UNICO BIANCO CHE FOTOGRAFO’ DAVVERO I PELLEROSSA – II PARTE   3 comments

 

 

L'UNICO BIANCO CHE DAVVERO INQUADRO'
GLI INDIANI D'AMERICA

By Tony Kospan
 
 
Edward Sheriff Curtis
 
 
II PARTE
 
 
 

Visto l'interesse suscitato dall'opera di…
Edward Sheriff Curtis
 
 
 
 
 
ecco una sua breve bio ed altre immagini…
che ci fanno ancor meglio conoscere la vita reale dei Pellerossa…
e quasi immergerci in essa…
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
Nacque a Whitewater il 16 febbraio 1868. Il padre era un predicatore e veterano della guerra di Secessione.
Ebbe un'infanzia tranquilla e spesso accompagnava il padre in canoa per raggiungere i paesi in cui doveva tenere i sermoni.
Nel 1885 si costruì la prima macchina fotografica.
Ebbe quindi diverse esperienze fotografiche e partecipò a diverse spedizioni scientifiche.
Ben presto il suo amore per lo studio e la documentazione riguardo elle origini culturali ed all'identità dei nativi americani il cui destino si avviava al crepuscolo.
Ebbe per questa sua instanzabile attività diversi finanziatori tra cui Theodore Roosevelt, Andrew Carnegie ed i reali di Inghilterra e Belgio.
La collana fotografica che ne derivò ebbe grandi riconoscimenti, fin dal primo volume del 1906, ma gli costò problemi psicologici e la sua rovina economico-familiare.
La sua lunghissima e continua attività di pioniere dalle fredde lande dell'Alaska a quelle aride del Messico lo portò a conoscere a fondo la vita degli Indiani d'America diventando amico di diversi capi…
 
 
 
 
 
 
 
 
e gli consentirono di immortalare immagini irripetibili ed affascinanti.
 
Le gravi difficoltà economiche però ed i problemi finanziari non gli consentirono dopo il 1930 di proseguire nella sua libera attività ma dovette aczontentarsi di collaborare con altri studi… ed anche di fare il cameraman per Cecil B. DeMille, per il quale avrebbe collaborato alle riprese del film I dieci comandamenti.
Morì il 21 ottobre 1952 a quasi 85 anni e poco prima che fosse pubblicata la sua autobiografia.
 
 
 
 
 
 
 
 
La sua ricerca storico-documentaristico-fotografica – ha coinciso con il crepuscolo di una epopea, l'epopea del vecchio west e del popolo pellerossa, e ne è fedele nonché ampia ed unica vera testimonianza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Davvero non possiamo non ringraziarlo per la sua incredibile e faticosissima ricerca che lo portò
a percorrere quasi 65.000 chilometri, utilizzando per i suoi spostamenti lungo terreni impervi e veloci corsi d'acqua i mezzi più diversi… dal treno, alla canoa, dai carri ai cavalli ed alle marce a piedi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE
 
 
 

 
LA TUA PAGINA DI SOGNO
 
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LA DOLCE LEGGENDA DELL’ORIGINE DELLA… PECORA   1 comment

 

 

 

LA DOLCE LEGGENDA DELL’ORIGINE DELLA… PECORA…
 
Bruno Ferrero

 

  Nota

 

Appena creata, la pecora scoprì di essere il più debole degli animali.
Viveva con il continuo batticuore di essere attaccata dagli altri animali, tutti più forti e aggressivi. Non sapeva proprio come fare a difendersi. 
Tornò dal Creatore e gli raccontò le sue sofferenze.
“Vuoi qualcosa per difenderti?”, le chiese amabilmente il Signore.
“Sì”.
“Che ne dici di un paio di acuminate zanne?”.
La pecora scosse il capo: “Come farei a brucare l’erba più tenera?
Inoltre mi verrebbe un’aria da attaccabrighe”.
“Vuoi dei poderosi artigli?”.
“Ah no! Mi verrebbe voglia di usarli a sproposito”.
“Potresti iniettare veleno con la saliva”, continuò paziente il Signore.
“Non se ne parla neanche. Sarei odiata e scacciata da tutti come un serpente”.
“Due robuste corna, che ne dici?”.
“Ah no! E chi mi accarezzerebbe più?”.
 
 

 

“Ma per difenderti ti serve qualcosa per far del male a chi ti attacca…”.
“Far del male a qualcuno? No, non posso proprio. Piuttosto resto come sono”.
Siamo, in un certo senso, come piccoli animali senza nemmeno una pelliccia o denti aguzzi per difenderci.
Ciò che ci protegge non è la cattiveria ma l’umanità:
la capacità di amare gli altri e di accettare l’amore che gli altri vogliono offrirci.
Non è la nostra durezza a darci il tepore la notte, ma la tenerezza, che fa desiderare agli altri di scaldarci.
La vera forza dell’uomo è la sua tenerezza.
 

 

dal web – impagin. t.k.

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 
ARTE POESIA MUSICA BUONUMORE RIFLESSIONI ETC.
IN FACEBOOK
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Tony Kospan

E’ NATALE – POESIA DI MADRE TERESA SUL VERO SENSO DEL NATALE   2 comments


 
 
 

 

 

Una poesia dedicata al vero senso del Natale

di una grandissima Madre Teresa di Calcutta

che anche qui rivela la sua immensa umanità

 

 

 

   

 
 
E’ NATALE
Madre Teresa di Calcutta
  


 



   


E’ Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi una mano.


E’ Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l’altro.


E’ Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.


E’ Natale ogni volta che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.


E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.


E’ Natale ogni volta che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.



bimba
 
 
 
 
 
                     

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN 

 

 

Poesie di Natale, Storia di Babbo Natale, Storia dei Re MagiPoesie di Natale, Storia di Babbo Natale, Storia dei Re Magi

 

 

Pubblicato 19 dicembre 2010 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI, Senza categoria

OH VOCE OCCULTA – LORCA – FELICE DOMENICA IN POESIA E MUSICA…   1 comment

 
       

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L'anima nasce dalla bellezza e di bellezza si nutre.
Ne ha bisogno per vivere.
James Hillman
 
 
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OH VOCE OCCULTA…
Garcia Lorca
 
Oh voce occulta dell’amore oscuro!
oh belato senza lana, oh ferita,
camelia sfiorita, ago di fiele,
flusso senz’acqua, città senza mura!
Oh notte immensa di linea sicura,
monte celeste di protesa angoscia!
Cane nel cuore, oh voce inseguita!
Silenzio senza fine, iris maturo!
Voce ardente di gelo, via da me!
Non farmi perdere nella sterpaglia
dove gemono carne e cielo sterili.
Libera il duro avorio della testa,
pietà di me, spezza il mio dolore!
Perché sono natura, sono amore!
 
 
 
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a tutti dall’Orso…
 
 
 
 
 
 
 
 

POESIE?  
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UN MODO DIVERSO DI VIVERLE
TONY KOSPAN

 
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