INCONTRO
Carlo Bramanti
Un mar
Di sogni e pensieri
Di volti sinceri
S’affollano, ora assolati
E c’è odor di foglie
Di verdi voglie
E ora null’altro
Null’altro che gli occhi tuoi
Buonanotte da Tony Kospan
PSICHE E SOGNO
è il tuo salotto culturale di fcb
d’arte, buonumore, cinema,
musica class. e moderna…
poesia racconti riflessioni… etc…
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EROS POESIE… E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Care amiche ed amici amanti come me della poesia
torniamo…, ad un tema… un pò…
ma solo un pò… ehm ehm… piccante… l’EROS …
ma sempre Eros elegante… di classe… e soprattutto d’autore.
L’Eros… è naturalmente legato… legatissimo all’amore…
direi anzi che è un altro aspetto della stessa medaglia…
Non dimentichiamo che per gli antichi era una divinità…
ed è un tema che è ovviamente non è assente fin dall’antichità
nella poesia (come in tutte le arti).
Non deve stupirci ciò perché l’Eros è l’altra faccia dell’amore…
e, a mio parere, una volta depurato dal puro istinto fisico,
un sublime fiore rivolto al cielo… un inno alla vita…
e quando è unito al vero amore in grado di farci assaporare…
il profumo dell’Infinito…
Anche stavolta la selezione non è stata facile per l’immenso numero
di poesie sul tema…
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema
amate voi…
IL CERCHIO DELL’ARMONIA
Vincenzo Rescigno
Braccia che ti circondano
con tanta tenerezza,
s’un caldo sen t’attiran
preludio alla bellezza
di magici momenti
che l’estasi ti dan.
Risveglian sentimenti
che sanno di magia
chiudendoti in un cerchio
di magica armonia,
d’un corpo a un altro stretto,
frementi di passione,
due cuori un solo petto
due corpi in dolce unione.
RITORNO
Jayan Walter
Ritorno di un amore
lo sbocciare di un fiore
il cuore che trabocca
il tuo volto di festa
insieme giochiamo
i nostri corpi attorcigliati
in un intreccio di passione
persi nel mare chiuso del piacere dei sensi.
MISTERO
David Herbert Lawrence
Ora io sono tutto
Una tazza di baci,
Come le alte
Snelle vestali
D’Egitto, ricolme
dei divini eccessi.
A te alzo
La mia coppa di baci
e per i recessi
Azzurri del tempio,
Verso te grido
Tra sfrenate carezze.
Dal lucido contorno
Cremisi delle mie labbra
Si libera la passione
Giù per l’agile corpo
Bianco stilla
L’inno commovente.
E immobile
Davanti all’altare
Elevo il calice
Colmo, gridandoti
di genufletterti
e bere, Altissima.
Ah, bevimi, su,
Che possa esser io
entro la tua coppa
Come un mistero,
Quello del vino calmo
In estasi.
Luccicando immoti,
In estasi
I vini di me
E di te mescolati
In uno còmpiano
il mistero.
PRIMA SERATA
Arthur Rimbaud
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
AH SILENZIOSA
Pablo Neruda
Bianca ape ronzi, ebbra di miele, nella mia anima
e ti pieghi in lente spirali di fumo.
Sono il disperato, la parola senza eco,
colui che tutto perse, e colui che tutto ebbe.
Ultima gómena, scricchiola in te la mia ansietà ultima.
Nella mia terra deserta sei l’ultima rosa.
Ah silenziosa!
Chiudi i tuoi occhi profumati. Lì aleggia la notte.
Ah denuda il tuo corpo di statua timorosa.
Possiedi occhi profondi dove la notte aleggia.
Fresche braccia di fiore e grembo di rosa.
I tuoi seni rassomigliano alle conchiglie bianche.
Sul tuo ventre è venuta a dormire una farfalla d’ombra.
Ah silenziosa!
Ecco la solitudine da dove sei assente.
Piove. Il vento del mare caccia gabbiani erranti.
L’acqua va scalza per le strade bagnate.
Da quell’albero si lamentano, come infermi, le foglie.
Bianca ape, assente, ancora ronzi nella mia anima.
Rivivi nel tempo, sottile e silenziosa.
Ah silenziosa!
FELICE POETICA DOMENICA A TUTTI…
DA TONY KOSPAN
POESIE…
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IL GRANDE SPIRITO
PARLA AL NOSTRO CUORE…
Una bella ed a mio parere… vera… riflessione
sulla differente visione della vita
tra i Pellerossa e l’Uomo Bianco…
dove i primi appaiono ben più vicini
allo spirito della Natura…
Un indiano Taos Pueblo incontrò un giorno il più famoso discepolo di Freud, Carl Gustav Jung, il quale era alla ricerca della propria ombra, e gli disse:
«I bianchi vogliono sempre qualcosa. Ma che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualcosa. Sono sempre inquieti, turbati. Non sappiamo cosa vogliono. Non li comprendiamo. Pensiamo siano pazzi».
Nelle parole dell’indiano Jung trovò conferma di ciò che aveva già da tempo intuito: il mondo dell’uomo bianco è Koyaanisqatsi, un mondo disarmonico, privo di equilibrio.
Un mondo malato al quale la saggezza degli Indiani d’America può recare giovamento. Affinché l’uomo bianco possa vivere dentro le stagioni, nel cuore della vita, in armonia con se stesso e con la natura.
Nella cultura indiana il percorso di risanamento dell’anima ha delle tappe ben precise che devono essere rispettate: innanzitutto le quattro direzioni dei punti cardinali e, poi, il rapporto con la terra come madre dell’universo e con il cielo come dimora degli spiriti. Il processo si completa nel cerchio sacro, una forma che diventa il simbolo dell’armonia tra gli uomini e ciò che li circonda.
Questo viaggio senza fine, perché il miglioramento fisico, emotivo, mentale e spirituale non può mai essere completato, è lo scopo dell’esistenza di ogni Indiano, qualunque sia il gruppo tribale d’appartenenza.

Le quattrocento nazioni originarie del continente nordamericano erano caratterizzate da differenze marcatissime a livello geografico, sociale, linguistico e culturale. I Lakota-Sioux si muovevano liberamente nel grande `oceano d’erba’, le praterie e pianure sconfinate che si estendevano dalla Valle del Mississippi alle Montagne Rocciose. Erano nomadi che, spostando le proprie tende (tipi), seguivano le migrazioni del bisonte in cerca di nuovi pascoli. Gli Zuni e gli Hopi, stanziati nell’arida terra del sud-ovest americano, ricavarono le loro case dal deserto. I Cherokee praticavano l’agricoltura. Avevano un sistema sociale preciso basato su principi democratici e si organizzarono in insediamenti piuttosto ampi. Gli Tsimshian vivevano sulle coste nordoccidentali del Canada. I Chippewa e i Wintu appartenevano al gruppo degli Indiani dei boschi.

Ma un filo comune emerge dalle loro parole, dal ricchissimo patrimonio orale di canti, miti, leggende, narrazioni sacre e profane: la consapevolezza che la Terra è madre e deve essere rispettata. La meta di questa avventura spirituale è la comprensione che l’uomo è parte integrante di un cerchio che comprende le piante, gli animali, i minerali, la Terra, il Cielo, l’acqua, le stelle, la notte e il giorno, la Luna e il Sole. Il corpo umano è tutt’uno con la terra che lo nutre e lo sostiene: «Noi siamo la terra. Noi le apparteniamo. Noi siamo una parte della terra e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli. Le coste rocciose, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia». Non c’è separazione tra mondo naturale e mondo umano. L’uomo non è il Signore del Creato e il mondo non è a suo beneficio. Ogni creatura ha un eguale diritto all’esistenza e merita rispetto semplicemente perché è viva. Il ritmo della natura porta la salute, l’equilibrio, l’armonia la bellezza. Il ciclo annuale delle stagioni è garanzia di ordine e di benessere: il tepore primaverile verrà sempre a riscattare il gelo invernale.
Non bisogna spezzare il fluire del cielo naturale, altrimenti ne deriveranno malattia, paura, incubi e insicurezza.
La natura batte il tempo, il suo orologio regola la vita del pianeta e dell’uomo.
L’uomo non stabilisce quindi solamente un rapporto equilibrato con la natura ma arriva a conoscere se stesso grazie a questa armonia.
Joseph Bruhac ci racconta una storia che riassume questo viaggio interiore: «Dopo che Wakan Tanka, il Grande Spirito, ebbe messo in ordine le altre sei direzioni, l’est, il sud, l’ovest, il nord, il cielo e la terra, restava sempre una direzione senza destinazione. Ma poiché la settima direzione era la più potente di tutte, in quanto racchiudeva la saggezza e la forza più grandi, Wakan Tanka, il Grande Spirito, desiderò metterla in un luogo dove non sarebbe stato facile trovarla.
Ecco perché la nascose nell’ultimo posto dove gli uomini generalmente pensano di guardare: nel loro cuore».
Nonostante siano stati privati della propria terra, della propria cultura e della propria identità, gli Indiani d’America sono riusciti a trasmettere la loro fede in questo modo di vivere. Hanno parlato con il cuore , di padre in figlio, per indicare il sentiero che porta alla rigenerazione e la loro voce è rimasta.
Anche con queste parole:
Accanto alla montagna,
spianato
dai nostri passi,
il terreno del campo risuona.
Ti dice: la terra è un tamburo,
pensaci.
Noi, per seguirne il ritmo,
dobbiamo fare attenzione ai nostri passi.
DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

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TONY KOSPAN
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DEFINIZIONI ESILARANTI
L’IMPICCATO
Il marito si stava impiccando,
ma, per fortuna, giunse la moglie.
“Taglia la corda”, riuscì a farfugliare lui.
E lei, ubbidiente…
fuggì.
CATTOLICESIMO
Era cattolica osservante.
Faceva coppia con uno.
E amava il prossimo
BONTA'
Se qualcuno ti fa un torto,
mettici una pietra sopra.
…tombale.
CAPO
Non ho mai nascosto il capo sotto la sabbia.
Il mio boss non amava le sabbiature.
CRETINO
Chi giudica tutti gli altri uguali a lui,
si vede circondato da cretini.
DELICATEZZA
La Politica è la delicatissima ricerca del giusto equilibrio
fra l’ingannare troppo e l’ingannare troppo poco.
FONDAZIONE
Quando la fondarono, i Romani
la chiamarono “Torino”,
perché “Juventus” proprio non gli andava giù.
GIUDICE
L’Italia ha oltre cinquanta milioni di giudici.
… Qualcuno esercita.
GRANDEZZA
In ognuno di noi,
c’è qualcosa di grande.
Nei fortunati…
il sedere.
HOTEL
I governanti non possono capire i pensionati.
Loro non vanno mai in pensione.
Vanno sempre in hotel….
(e che Hotel)
ITALIA
In Italia non è tutto cattivo.
Esistono i buoni pasto, i buoni fruttiferi,
i buoni del tesoro, e… i buoni a nulla.
LINGUE
“Vuoi conoscere una lingua straniera?”
“Dipende dalla proprietaria.”
MODESTIA
A Piazza San Pietro….… la folla si domandava
Chi sarà quell’uomo vestito di bianco
alla finestra… accanto a Silvio?

Padre ho peccato – Sì lo so
NASCITA
Cretini si nasce.
Ma ci si pu챵 anche specializzare.
RETRIBUZIONE
All’inferno pagano male.
Sento sempre parlare di poveri diavoli.
TANGENTE
La tangente è nata nel Sud Italia.
A Pizzo Calabro.
VERGINITA'
Bisogna proteggere la foresta tropicale.
è l’ultima vergine rimasta.
ZERO
Lo scaldino da letto a costo zero,
va collegato alla presa per … i fondelli.
CIAO DA TONY KOSPAN
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Tina Turner la paladina della minigonna di pelle,
del capello leonino, della voce graffiata
e del rock melodico ma scatenato….
ha compiuto 71 anni…
Da oltre cinquant’anni Tina infiamma le folle
che accorrono per ascoltarla dal vivo.
La sua voce e la sua musica sono inconfondibili.
Tina è ed è stata una delle protagoniste
della memoria musicale del secolo scorso.

Tina ruggente, Tina felpata, Tina da stadio,
per le sue straordinarie performance artistiche
entra a pieno titolo nell’elitè dei grandissimi interpreti della musica
come Aretha Franklin (artista cui spesso è stata paragonata),
Ray Charles, Little Richard e Chuck Berry.
Tina continua a far parlare di sé per il talento mai tramontato,
per le sue gambe da ragazzina
e per i suoi capelli che non sanno cosa significa essere lisci.




da Tony Kospan
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