Archivio per 17 novembre 2010

IO VOGLIO PER TE – FRAN TAREL – MINIPOESIA DELLA NOTTE   Leave a comment

 
 
 
IO VOGLIO PER TE…
Fran Tarel

Io voglio per te:
 un cuore d’oro,
 un domani rosa,
un cielo azzurro,
ed anche sguardi vermigli,
abbracci blu, luci rosse,
notti bianche;
tutto tra panorami verdi
e complicita’ nera;
insomma,
un arcobaleno come te.
 
 
 
 
 
 
 
da Tony Kospan
 
 
 
 
 
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UN DIVERSO MODO DI VIVER
LA POESIA…

Pubblicato 17 novembre 2010 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

UNA SPLENDIDA STORIELLA   2 comments

 

 

 

UNA SPLENDIDA  STORIELLA

 

 

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.

Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello.

Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell’uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un’altra frase.

Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.
 
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo: chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.
 
Il pubblicitario rispose “Niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.

 Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c’era  scritto: “
Oggi è primavera… ed io non la posso vedere”.

 

 

Cambia la tua strategia quando le cose non vanno bene e vedrai che sarà per il meglio.
Abbi fede: ogni cambiamento è il meglio per la nostra vita.
 
Ciao da Tony Kospan
 

 
PSICHE E SOGNO
 è il salotto culturale di fcb
d'arte, cinema, musica class. e moderna…,
buonumore, poesia, racconti, riflessioni… etc…
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CORE ANALFABETA – TOTO’ CANTA… LA SUA CANZONE   Leave a comment

 

 

 

TOTO’… CHE CANTA…

Sì… possiamo vederlo in una sua
davvero rarissima esibizione come cantante…
di una canzone poi di cui è autore
sia dei versi che della musica…

 

Con Pasolini

 

Il multiforme ingegno di Totò, com'è noto,
 non si esplicò solo nella comicità
ma anche nella musica e nella poesia…

 

 

 

CORE ANALFABETA  

Stu core analfabeta
te lle purtato a scola
e se mparato a scrivere,
e se mparato a lleggere
sultanto ‘na parola
Ammore e niente cchiù.

Ammore,
ammore mio si tu,femmena amata.
Passione,
passione ca sta vita daie calore.
Quanno te vaso a vocca avvullutata,
chistu velluto m’accarezza ‘o core,
stu core,
ca tu pa’ mano lle purtato a scola,
e se mparato a scrivere,
e se mparato a leggere…
Ammore e niente cchiù.

Stu core analfabeta
mo soffre e se ne more
penzanno ca si femmena
e te putesse perdere
e perdere ll’ammore
ca lle mparato tu.

Giuremo ancora ca tu si dda mia
primma che me ne moro ‘e gelusia.
Passione,
suspira ‘o core mio femmena amata,
tu lle mparato a scrivere,
tu lle mparato a leggere…
Ammore e niente cchiù

 

Con Sofia Loren

 

TESTO IN ITALIANO

Questo cuore analfabeta
l’hai portato a scuola
ed ha imparato a scrivere,
ed ha imparato a leggere
soltanto una parola
Amore
e niente più.

Amore,
l’amore mio sei tu, donna amata mia.

Passione,
la passione che a questa nostra vita dà calore.

Quando bacio la bocca tua vellutata,
il suo velluto m’accarezza il cuore,
questo cuore,
che tu hai preso per mano e  l’hai portato a scuola,
ed ha imparato a scrivere,
ed ha imparato a leggere…

Amore e niente più.

Questo cuore analfabeta
ora soffre da morire
dato che sei donna
e ti potrebbe perdere
e perderebbe l’amore
che gli hai insegnato tu.

Giurami ancora che tu sei mia
prima che muoia di gelosia.

Passione,
sospira il mio cuore… donna amata mia,
tu gli hai insegnato a scrivere…

tu gli hai insegnato a leggere
Amore
e niente più

(Traduzione Tony Kospan)

 

 

 

Ed ecco il video… tratto dal famoso film

SIAMO UOMINI O CAPORALI?

 

 

Ciaoooooooooo

da Tony Kospan

 

 

AMI LEGGER… SCRIVER… POESIE?
DISCUTERNE  INSIEME ED IN AMICIZIA? 
VIENI ANCHE TU… NEL… 
  
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 TONY KOSPAN

Pubblicato 17 novembre 2010 da tonykospan21 in CANZONI POESIE, Senza categoria

LA LITTIZZETTO E… GLI ESPERTI DEL… VINO…   2 comments

 

GLI ESPERTI DEL… VINO…

by Luciana Littizzetto…
 
 
 
 

 

 

Io un saltino lì l’avrei fatto. Giusto così. Per bermi un bicchiere di vino e godermi lo spettacolo. Pieno di pubblico e intenditori così. Tutti a Verona Vinitaly, tutti a dire la loro. Già, perché i veri intenditori sono pochi. La maggior parte son gadani che si credono esperti e poi non sanno distinguere una coca da un chinotto. Però fanno i fighi. Stan lì a sventolare i polsi, a girare il bicchiere come se dovessero far sciogliere l’aspirina. Gente che fino ad un giorno prima non distingueva il grignolino dal cherosene, di colpo parla di annate: «Eh ma quella del 2002 non ha niente a che fare con quella del 1998…»

 

 

Ma taci… Ma che ne sai… io non mi ricordo neanche se nel ‘98 ero già fidanzata! Ma non hai una mazza, da ricordarti di più sensato? Sono quelli che per bere un goccio di vino ti fan due sfere dei ching così… E poi annusano. Mettono il canapione dentro e tiran su di narice. Cosa fai? L’areosol? Cosa vuoi che ci sia lì dentro? Pipì? Son quelli che se ti sbagli a chiedergli: Com’è sto vino? Loro cominciano: «Dunque… questo Brachetto ha buona personalità e voglia di dimostrare le proprie qualità». Un bicchiere di Brachetto? Ma si dice una roba così di un vino? Ma al limite del produttore! E quando il vino non è granché allora cosa devi dire? ’Sto Barbera non si applica, ’sto Grignolino non si impegna, ’sto Zibibbo è distratto e macchia le tovaglie? «Naso complesso con bouquet di frutti neri e fiori appassiti». E che gusto sanno i fiori appassiti? Scusa tesoro amore. Ma secondo te io nella vita passo il tempo ad assaggiare le rose spuflite e poi a chiedermi che gusto sanno? «Un vino sapido con un finale lunghissimo». Che finale può esserci dopo un bicchiere di vino? Un rutto? Stiamo parlando di un vino… Semplifica ciciu…

 

 

Dì che se lo bevi è buono… Dì che non ti fa venire il mal di testa, che ti resta un buon sapore in bocca e che però devi stare attento al fondo perché viene giù quella segaturina schifida che te lo rovina. Con quelle manine bianche e curatine che si vede che non fai una mazza dalla mattina alla sera… Sempre lì tirarti il vino sulla medaglia… a tirar giù golate e a fare sciac sciac sciac con la bocca come paperino… Sai cosa mi fai venire voglia di fare, tu? Te lo dico. Di bere. Ma sai cosa? Un bicchiere di coca. Una media di coca fredda. Con delle bolle grosse come palloni. E quando annusano il tappo? Io divento matta. Te lo dico io che odore ha il tappo, amore. Odore di vino. Pensa un po’. Il tappo sa di vino. Credimi.

 

 

Son sicura. Son poche cose sicure al mondo. Che la macchina di uno che ha il cane sa di selvatico, che i calzini puliti dopo una giornata di Clark san di gorgonzola, e che il tappo di una bottiglia di vino sa di vino, credimi sulla parola.. E poi io mi dico: coi vini non sarà come coi profumi? Che magari io sento un gusto e tu ne senti un altro? Come con le ascelle. Ognuno ha le sue. E una diversa dell’altra. Se su di te il Pico Srabam sta da dio, su di me magari sa odore di margarina rancida. Se su di me il Fanfaluc sa di bouquet, su di te prende il retrogusto di sgombro sott’olio

 

 

Da La Stampa del 6/4/2007 – Impaginazione t.k.

 

Ciao da Tony Kospan

 
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Pubblicato 17 novembre 2010 da tonykospan21 in PENSIERI E NOTIZIE SORRIDENTI, Senza categoria

LORENZO LOTTO – IL GENIO INQUIETO   Leave a comment

 
 

 
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
a cura di Tony Kospan
 
 
I PARTE
 
 
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Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano
dallo stile orgogliosamente unico.
     
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale,
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “romantico”.
 
 
 
Autoritratto di Lorenzo Lotto (1540)

 

BREVE BIOGRAFIA
 
Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile.
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini,
Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”,
attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli.
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale,
una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo.
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II
collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo,
chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo.
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525,
ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.
 
 
 

Giovanni della Volta con moglie e figlio
 
 
In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale,
indirizzandosi verso un naturalismo narrativo
individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito,
le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara
e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore.
 
 
 
 
 
 
Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria,
senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.

Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).
 

 
 
L’annunciazione – 1527
 
 
 
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
 
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non questa del grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?

 
Venere e Cupido
 
 
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »
 
 
 
Giovane con libro
 
 
 
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
 

Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale
e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artisitica.
 
 
 
Marito e moglie
 
 
 
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che
pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram
nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
 
 
 
L’architetto – 1535
 
 
 
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate,
sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.
 
 
 
Marsilio Cassotti e la moglie Faustina – 1523
 
 
Certo è  che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provincale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra
alla National Gallery di Washington nel 1998. 
 
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
 
Continua con l’analisi approfondita di un dipinto emblematico del modo di sentire
e dipingere da parte del Lotto ed anche con il racconto dell’input
datomi da un amico virtuale che per amore del Lotto ha scelto il nik Lorenzo… 
 
 
TONY KOSPAN
 
 
 
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IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK? E‘… 
  
PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE
 D’ARTE
POESIA MUSICA LEGGENDE RICORDI
BUONUMORE RIFLESSIONI SCIENZE SOGNI… ETC…  
TI ASPETTIAMO  
CIAO DA TONY KOSPAN

Pubblicato 17 novembre 2010 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

PENSO A TE – ELGRECO – FELICE MERCOLEDI’ IN POESIA E MUSICA   Leave a comment

 

 

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L'amore è la più saggia delle follie,
un'amarezza capace di soffocare,
una dolcezza capace di guarire
William Shakespeare

 

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PENSO A TE
Elgreco
 
Un refolo di vento porta
le tue lontane parole
mistero del mio andare
verso una terra sconosciuta,
se penso alla parole dette,
scritte, ai pensieri andati,
portati dal vento,
al velo di cipria
con cui la tua voce
accompagnava le parole,
al lieve tocco delle carezze
raccontate, mai sentite.
Adesso resta il refolo di vento,
un pensiero dolce,
e la solitudine
antica compagna
scrive parole gia lette
sul foglio bianco del mio cuore,
vela all'orizzonte scompare
e riappare  ondeggiando tra le onde
e poi nulla più.
Solo negli occhi il ricordo
di labbra incise su un
foglio di carta rossa.
 

 

 

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da Orso Tony

 

 
 

 

 
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