Archivio per 13 novembre 2010

ED E’ SUBITO SERA – QUASIMODO – MINIPOESIA DELLA NOTTE   Leave a comment

 
 
ED E' SUBITO SERA
Salvatore Quasimodo
 
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
 
 
 

 

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Pubblicato 13 novembre 2010 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

IL MIGLIOR ATTEGGIAMENTO POSSIBILE? – LA VIE EN ROSE…   Leave a comment

 
 
 
 
 
IL MIGLIOR ATTEGGIAMENTO POSSIBILE?
 

LA VIE EN ROSE…
 
 
 

 
 
 
Lo dimostra uno studio
dell’ University of Washington di Seattle
 
 
 
Si dice che aspettandosi il peggio si evitino le grosse delusioni e si ottengano le soddisfazioni maggiori. Ma non è così. Sono le persone che si aspettano il meglio dalla vita che riescono ad ottenerlo o almeno a non sentirsi eccessivamente delusi e colpevoli quando qualcosa va storto. Questi modi di vedere la vita sono stati oggetto di uno studio condotto da Margareth Marshall della Seattle Pacific University e Jonathan Brown della University of Washington di Seattle e pubblicato dalla rivista Cogniton & Emotion.
 
 
 

 

 

Per invalidare la tesi secondo la quale aspettarsi il peggio sarebbe meglio, i ricercatori hanno sottoposto 80 studenti universitari ad una serie di test. In primo luogo hanno sottoposto loro un questionario per verificare il loro stato d’animo nei confronti della vita, se erano persone entusiaste e positive oppure cupe e pessimiste. Dopodiché gli studenti hanno eseguito una serie di puzzle di media difficoltà al computer. Basandosi sul questionario e sui risultati ottenuti dal primo set di puzzle si è stabilito come si aspettavano di riuscire con un secondo set di puzzle.

A questo punto i ricercatori hanno sottoposto ad una metà degli studenti una serie di puzzle più semplici rispetto al primo test e all’altra metà dei puzzle più complicati. Questo ha permesso loro di assicurarsi che alcuni studenti sarebbero andati oltre le loro previsioni e altri al di sotto. Dopo l’esercizio è stato chiesto ai partecipanti di compilare un nuovo questionario, riguardante il loro stato d’animo alla fine delle prove.

Secondo i risultati, gli studenti che si aspettavano di andare male effettivamente si sentivano peggio dopo aver fallito il test rispetto agli altri che, pur aspettandosi di andar bene, avevano sbagliato anche loro. Secondo i ricercatori, un’aspettativa negativa può esacerbare la sensazione di frustrazione che segue un mancato successo, e l’aspettativa è spesso determinata dall’atteggiamento con cui si affronta la vita.

Secondo Brown è difficile per una persona che ha un carattere cupo riuscire a cambiare temperamento.

Ma tentar non nuoce e forse cercare di ottenere il meglio dalla vita potrebbe essere la chiave per affrontare ogni sfida con un atteggiamento vincente ricordandosi che in caso di sconfitta ci sono sempre cose come la cioccolata, che rendono tutto più bello.

 

 

 

 

dal web… – impaginazione dell’Orso…

 

 

 

 

Concordo con il risultato di questo studio.

Nella vita ci sono prima o poi momenti davvero difficili per tutti… e da essi non possiamo scappare… ma perché poi prendersela per cose senza vera importanza?

La vita non ha attimi infiniti ma finiti… e dunque viviamoli, per quanto possibile, non con il lamento… il broncio… ma col sorriso… e dunque… “en rose”.

 

 

 

Se ci va ascoltiamo infine la mitica canzone…

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan con un… sorriso…

 

 

 

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LA CASALINGA ED IL ROBOT – PER SORRIDERE   Leave a comment

 

LA CASALINGA ED IL ROBOT

 

 

Un giorno, una casalinga tornò a casa con l’ennesimo strano acquisto,
un robot in grado di individuare una bugia.
 

Il marito trovò l’acquisto piuttosto inutile, in quanto aveva sempre predicato l’importanza della sincerità in famiglia ed era certo di essere riuscito nel suo intento.

Nel pomeriggio, il figlio quindicenne rincasò con 2 ore di ritardo.

A quel punto, certo di dare a sua moglie uno smacco, chiese al ragazzino:

‘Come mai sei arrivato a casa 2 ore dopo?’

‘Siamo stati in libreria a lavorare su un progetto scolastico’, rispose prontamente.

Il robot girò intorno al ragazzo, e con uno sberlone lo stese.

‘Questa è la macchina della verità figliolo, dove sei stato veramente dopo scuola?’

‘Siamo stati a casa di Carlo a guardare un film’.

‘Cosa avete guardato?’ chiese a quel punto la madre.

‘I dieci Comandamenti’, rispose il figlio.

Il robot girò intorno al ragazzo, e con uno sberlone lo stese.

Con voce tremante si rialzò e disse: ‘Mi dispiace, vi ho mentito, in realtà abbiamo guardato un film intitolato: la regina del sesso’.

‘Mi vergogno di te’, disse il padre infuriato,
‘alla tua età non ho mai mentito ai miei genitori’.
 

Il robot girò intorno all’uomo, e lo stese.

La moglie piegata in due dalle risate disse:
‘Questa te la sei proprio cercata,
non puoi neanche arrabbiarti troppo con lui,
dopotutto è…  tuo figlio’.
 
Il robot girò intorno alla donna, e…
…. la stese……
 
 

 
CIAOOOOOOOOOOOOOOOO
DA TONY KOSPAN
 
 
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Pubblicato 13 novembre 2010 da tonykospan21 in BUONUMORE, Senza categoria

UMORE NERO? – CON LA LUCE RITROVI IL SORRISO   1 comment

 

UMORE NERO?

CON LA LUCE RITROVI L’OTTIMISMO

 

 
 
Se l’umore è nero…
Un po’ di luce e ritroviamo l’ottimismo
 
 
 
 
Giornate più corte, uggiose, buio e umore ai minimi storici.
 
Riecco l’approssimarsi dell’inverno con il suo fastidioso carico di malesseri e disturbi: mancanza di energia, basso desiderio sessuale, sonnolenza, difficoltà di risveglio mattutino, aumento dell’appetito e predilezione per dolciumi o pasta, riduzione della produttività e tendenza al ritiro sociale.
In una parola SAD, dalla definizione medica statunitense, ovvero Seasonal Affective Disorder, “disturbo dell’umore ad andamento stagionale”.
 
 
 
 
 
La causa principale? Mancanza o drastica riduzione della luce solare.
Il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e parimenti un maggior buonumore d’estate che d’inverno. Inoltre vari esperimenti hanno evidenziato pure variazioni dell’umore e dell’efficienza personale in persone che vivono per gran parte della giornata in ambienti illuminati artificialmente, dove per lo più le lampade convenzionali riproducendo solo una parte delle lunghezze d’onda della luce naturale, possono costituire uno stimolo stressante per l’organismo.
 
 
 
 
Per poter parlare di SAD, tuttavia la National Mental Health Association ha stabilito che i sintomi devono essersi presentati negli ultimi due anni in assenza di episodi di depressione dovuti ad altri motivi, oppure devono essere notevolmente più evidenti. Il malessere deve presentarsi inoltre nella stagione invernale o con l’accorciarsi delle giornate. Pronunciarsi sulla diagnosi, comunque, può essere solo compito del medico o dello psicologo. I sintomi lamentati possono essere, infatti, collegati a diversi altri malesseri e malattie. Saranno i medici a decidere riguardo alla assunzione di farmaci.
 
 
 
 
 
 
Per tutti comunque gli esperti consigliano una vera e propria terapia della luce, l’unica cura che può risultare utile in ogni caso.
Se la luce solare non sempre è a disposizione, ci sono lampade specifiche in grado di emettere una luce simile a quella del sole. E’ la light therapy, una cura a base di luce, conosciuta e usata nei paesi nordici, e successivamente negli Stati Uniti, fin dagli anni ‘80, a solo da un paio d’anni approdata in Italia. Dove però sono ancora pochissimi i centri che la applicano. Niente a che vedere naturalmente con le lampade abbronzanti a raggi Uva.
 
 
 
 
 
 
La lampada del buonumore è un apparecchio con uno schermo rettangolare, circa 40 centimetri per 30, che emette una luce bianchissima e brillante, come il riflesso del sole sulla neve, a 10.000 lux (il lux è l’unità di misura dell’intensità luminosa: per avere un termine di paragone, la luce di una giornata di sole estiva è 200.000 lux, 15.500 lux quella di un giorno di maggio, 3.000 lux la luce serale). Basta sedersi davanti alla lampada, a un metro di distanza, ogni mattina per mezz’ora, per una decina di giorni consecutivi, per ritrovare l’energia e l’allegria dell’estate. Non importa guardarla fissa, è necessario però non avere schermi davanti agli occhi, per esempio occhiali da sole.
 
 
 
 
 
 
In mancanza di una lampada, il cui costo è elevatissimo, ecco invece qualche consiglio per rendere la giornata più “luminosa”: se si lavora in ufficio, è utile lasciare le tende aperte e sedersi, quando possibile, nelle vicinanze della finestra, in modo da poter guardare fuori ogni tanto e lasciare che la luce solare raggiunga gli occhi. Uno studio ha provato che un’ora di luce solare di inverno ha l’efficacia di due ore e mezza di luce artificiale. Se fa troppo freddo all’esterno, scegliere, per la pausa, un posto dove la luce solare può entrare e rimanerci per un po’.
 
 
 
 
 
 
Il nostro organismo riceve infatti l’intera gamma delle onde luminose attraverso la pelle e attraverso gli occhi. Le radiazioni che penetrano attraverso gli occhi vengono trasformate in impulsi elettrici e trasmessi tramite il nervo ottico al cervello. Quando gli impulsi raggiungono l’ipotalamo si assiste ad un incremento della serotonina, neurotrasmettitore deputato, tra l’altro, al controllo del tono dell’umore, mentre a livello dell’epifisi inibiscono la produzione di melatonina, un ormone sensibile al ciclo luce-buio. Pur riconoscendo che il meccanismo dell’azione della luce sul cervello è scientificamente ancora poco conosciuto, l’evidenza clinica riscontra una significativa alterazione del tono dell’umore in presenza della variazione della quantità di luce a cui la persona è esposta.”
 
 
 
 
 
 
DA TG COM – IMPAGIN. T.K.
 
Ovviamente sono assolutamente per la cura con la luce naturale… naturalissima…
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 

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PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI… SCHOPENHAUER – II PARTE   Leave a comment

 

PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI…

SCHOPENHAUER

II PARTE

 

 

Solo liberandosi radicalmente di ogni desiderio, solo estirpando da sé la volontà l’uomo potrebbe superare l’infelicità che fa parte della sua natura.

 

 

“Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa dà fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio, che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre, la bra
ma dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito, l’appagamento è breve e misurato con mano avara. Anzi, la stessa soddisfazione finale è solo apparente: il desiderio appagato dà tosto luogo a un desiderio nuovo: quello è un errore riconosciuto, questo un errore non conosciuto ancora. Nessun oggetto del volere, una volta conseguito, può dare appagamento durevole, che più non muti: bensì rassomiglia soltanto all’elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento. Quindi finché la nostra coscienza è riempita dalla nostra volontà; finché siamo abbandonati alla spinta dei desideri, col suo perenne sperare e temere; finché siamo soggetti del volere, non ci è concessa durevole felicità né riposo. Che noi andiamo in caccia o in fuga; che temiamo sventura o ci affatichiamo per la gioia, è in sostanza tutt’uno; la preoccupazione della volontà ognora esigente, sotto qualsivoglia aspetto, empie e agita perennemente la coscienza; e senza pace nessun benessere è mai possibile.”

 

 

 

“Il mondo è una rappresentazione”

 

 

 

“Egli sa con chiara certezza di non conoscere né la terra, ma soltanto un occhio che vede un sole, e una mano che sente il contatto d’una terra; egli sa che il mondo circostante non esiste se non come rappresentazione, cioè sempre e soltanto in relazione con un altro essere, con il percipiente, con lui medesimo”
(cfr. Il mondo come volontà e rappresentazione,I §1, trad. it. Milano, Mondadori, 1992, p. 31).

Questa considerazione Schopenhauer la prende dai Veda induisti.

Per non diventare molto infelici il mezzo più sicuro è di non pretendere di essere molto felici.

 

 

Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perchè si è liberi unicamente quando si è soli.

 Ci sarà  una sola determinata donna che corrisponderà  nel modo più perfetto ad un determinato uomo. La  vera passione d'amore è  tanto rara quanto il caso che quei due si incontrino.

 Ciò che nella vita reale mi ha sempre e ovunque ostacolato è stata la mia incapacità , fin negli anni della vecchiaia, di farmi un'idea autentica della meschinità e della bassezza degli uomini.

Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.

Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.

Desiderare l'immortalità è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore.

Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.

I pensieri messi per iscritto non sono nulla di più che la traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi.

I pregi della posizione sociale, della nascita, sia pure regale, della ricchezza e simili stanno agli autentici pregi personali, il grande spirito o il grande cuore, come i re da palcoscenico stanno a quelli veri.

Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.

Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.

Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.

In tutti i popoli esistono i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti.

 

 

DAL WEB… IMPAGINAZIONE ORSO TONY…

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 
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Pubblicato 13 novembre 2010 da tonykospan21 in RIFLESSIONI AFORISMI FILOSOFIE, Senza categoria

PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI… SCHOPENHAUER   2 comments

 

PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI…

SCHOPENHAUER

 

 

 

« Le speculazioni filosofiche si possono ricevere solo dai loro autori; chi si sente portato alla filosofia deve quindi visitarne gli immortali maestri nel santuario delle loro stesse opere »

Arthur Schopenhauer
 
 
 
 
 
 

Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.

La felicità è come l’elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l’indomani.

La religione cattolica è un’istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.

La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra.

La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.

Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco.

Non v’è dubbio che la vita non ci sia stata data perché ne godiamo, ma per vincerla – per superarla.

Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.

Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali. (da O si pensa o si crede)

Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore

Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell’uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.

Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.

 

 

DAL WEB… IMPAGINAZIONE ORSO TONY…

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 
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LIRICHE D’AMORE DALL’ANTICO EGITTO – III STANZA   Leave a comment

LIRICHE D’AMORE
CHE VENGONO DALL’ANTICO EGITTO
 
III STANZA
 
PAPIRO CHESTER BEATTY I
 
 

     

 

Vai a:      Liriche d’amore      Torna a:

dal papiro Chester Beatty I

 

 new      age

 

STANZA TERZA (donna) 

 
 
Spera il mio cuore
di contemplare la sua bellezza,
quando starò seduta nella sua casa.
Là, incontrerò Mehi
(è il nome dell’innamorato,
ma anche quello di una divinità che protegge gli amanti, ndt)
che passa a cavallo sulla strada,
coi suoi amici.
Non so come condurmi davanti a lui:
passerò tranquillamente davanti a lui?
Ecco, la strada è come un fiume,
ignoro la sede dei miei piedi.
Sei molto ignorante, o cuor mio!
Perché vuoi camminare tranquillamente vicino a Mehi?
Ecco, se passo davanti a lui,
gli rivelo i miei sentimenti:
“Ecco, sono tua”.
Ma lui si vanterebbe del mio nome,
e mi darebbe alla casa del primo di quelli che sono al suo seguito.
 
 

 

 

 

Scritti raccolti da Danny Fan-impagin. t.k.

 – continua –

 
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COME PER INCANTO – FELICE SABATO IN POESIA E MUSICA   Leave a comment

 

 
Amo parlare del nulla, padre.
è la sola cosa di cui so tutto.
Oscar Wilde

 
 

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COME PER INCANTO

(F.M. o Nik Salius)

Per incanto
tra i corpi flessuosi
sinuosi
tra le voglie impudenti
nel mondo dei sogni
alla luce di poche briciole di coscienza
emerse come per incanto
una nuova sensazione.
Nel cuore del dubbio e del dileggio
per i miti della conoscenza
aulica, una corte di banalità;
emerse il suo centro.
Nel silenzio e nella quiete
dell’inconoscibile,
del senza nome
e privo di forma,
una, come dire, occasione
per le rondini
in primavera.
Nidi,
inossidabili nidi d’acciaio. 

 

 
Donnaconrosablu.gif image by Pietro121
 

   

...rosa......rosa......rosa......rosa......rosa......rosa...    

 

 

DA ORSO TONY

 

 
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