
Salvatore Quasimodo
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Per invalidare la tesi secondo la quale aspettarsi il peggio sarebbe meglio, i ricercatori hanno sottoposto 80 studenti universitari ad una serie di test. In primo luogo hanno sottoposto loro un questionario per verificare il loro stato d’animo nei confronti della vita, se erano persone entusiaste e positive oppure cupe e pessimiste. Dopodiché gli studenti hanno eseguito una serie di puzzle di media difficoltà al computer. Basandosi sul questionario e sui risultati ottenuti dal primo set di puzzle si è stabilito come si aspettavano di riuscire con un secondo set di puzzle.
A questo punto i ricercatori hanno sottoposto ad una metà degli studenti una serie di puzzle più semplici rispetto al primo test e all’altra metà dei puzzle più complicati. Questo ha permesso loro di assicurarsi che alcuni studenti sarebbero andati oltre le loro previsioni e altri al di sotto. Dopo l’esercizio è stato chiesto ai partecipanti di compilare un nuovo questionario, riguardante il loro stato d’animo alla fine delle prove.
Secondo i risultati, gli studenti che si aspettavano di andare male effettivamente si sentivano peggio dopo aver fallito il test rispetto agli altri che, pur aspettandosi di andar bene, avevano sbagliato anche loro. Secondo i ricercatori, un’aspettativa negativa può esacerbare la sensazione di frustrazione che segue un mancato successo, e l’aspettativa è spesso determinata dall’atteggiamento con cui si affronta la vita.
Secondo Brown è difficile per una persona che ha un carattere cupo riuscire a cambiare temperamento.
Ma tentar non nuoce e forse cercare di ottenere il meglio dalla vita potrebbe essere la chiave per affrontare ogni sfida con un atteggiamento vincente ricordandosi che in caso di sconfitta ci sono sempre cose come la cioccolata, che rendono tutto più bello.
dal web… – impaginazione dell’Orso…
Concordo con il risultato di questo studio.
Nella vita ci sono prima o poi momenti davvero difficili per tutti… e da essi non possiamo scappare… ma perché poi prendersela per cose senza vera importanza?
La vita non ha attimi infiniti ma finiti… e dunque viviamoli, per quanto possibile, non con il lamento… il broncio… ma col sorriso… e dunque… “en rose”.
Se ci va ascoltiamo infine la mitica canzone…
Ciao da Tony Kospan con un… sorriso…
LA CASALINGA ED IL ROBOT
Il marito trovò l’acquisto piuttosto inutile, in quanto aveva sempre predicato l’importanza della sincerità in famiglia ed era certo di essere riuscito nel suo intento.
Nel pomeriggio, il figlio quindicenne rincasò con 2 ore di ritardo.
A quel punto, certo di dare a sua moglie uno smacco, chiese al ragazzino:
‘Come mai sei arrivato a casa 2 ore dopo?’
‘Siamo stati in libreria a lavorare su un progetto scolastico’, rispose prontamente.
Il robot girò intorno al ragazzo, e con uno sberlone lo stese.
‘Questa è la macchina della verità figliolo, dove sei stato veramente dopo scuola?’
‘Siamo stati a casa di Carlo a guardare un film’.
‘Cosa avete guardato?’ chiese a quel punto la madre.
‘I dieci Comandamenti’, rispose il figlio.
Il robot girò intorno al ragazzo, e con uno sberlone lo stese.
Con voce tremante si rialzò e disse: ‘Mi dispiace, vi ho mentito, in realtà abbiamo guardato un film intitolato: la regina del sesso’.
Il robot girò intorno all’uomo, e lo stese.
PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI…
SCHOPENHAUER
II PARTE
Solo liberandosi radicalmente di ogni desiderio, solo estirpando da sé la volontà l’uomo potrebbe superare l’infelicità che fa parte della sua natura.
“Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa dà fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio, che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre, la bra
ma dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito, l’appagamento è breve e misurato con mano avara. Anzi, la stessa soddisfazione finale è solo apparente: il desiderio appagato dà tosto luogo a un desiderio nuovo: quello è un errore riconosciuto, questo un errore non conosciuto ancora. Nessun oggetto del volere, una volta conseguito, può dare appagamento durevole, che più non muti: bensì rassomiglia soltanto all’elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento. Quindi finché la nostra coscienza è riempita dalla nostra volontà; finché siamo abbandonati alla spinta dei desideri, col suo perenne sperare e temere; finché siamo soggetti del volere, non ci è concessa durevole felicità né riposo. Che noi andiamo in caccia o in fuga; che temiamo sventura o ci affatichiamo per la gioia, è in sostanza tutt’uno; la preoccupazione della volontà ognora esigente, sotto qualsivoglia aspetto, empie e agita perennemente la coscienza; e senza pace nessun benessere è mai possibile.”
“Il mondo è una rappresentazione”
Questa considerazione Schopenhauer la prende dai Veda induisti.
Per non diventare molto infelici il mezzo più sicuro è di non pretendere di essere molto felici.
Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perchè si è liberi unicamente quando si è soli.
Ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà nel modo più perfetto ad un determinato uomo. La vera passione d'amore è tanto rara quanto il caso che quei due si incontrino.
Ciò che nella vita reale mi ha sempre e ovunque ostacolato è stata la mia incapacità , fin negli anni della vecchiaia, di farmi un'idea autentica della meschinità e della bassezza degli uomini.
Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.
Desiderare l'immortalità è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore.
Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.
I pensieri messi per iscritto non sono nulla di più che la traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi.
I pregi della posizione sociale, della nascita, sia pure regale, della ricchezza e simili stanno agli autentici pregi personali, il grande spirito o il grande cuore, come i re da palcoscenico stanno a quelli veri.
Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
In tutti i popoli esistono i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti.
DAL WEB… IMPAGINAZIONE ORSO TONY… CIAO DA TONY KOSPAN
![]() ![]() ![]() PSICHE E SOGNO
è il salotto culturale di fcb d'arte, cinema, musica class. e moderna…,
buonumore, poesia, racconti, riflessioni… etc… Accomodati… è casa tua… ![]()
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PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI…
SCHOPENHAUER
« Le speculazioni filosofiche si possono ricevere solo dai loro autori; chi si sente portato alla filosofia deve quindi visitarne gli immortali maestri nel santuario delle loro stesse opere » Arthur Schopenhauer
![]() Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto. La felicità è come l’elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l’indomani. La religione cattolica è un’istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina. La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra. La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia. Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco. Non v’è dubbio che la vita non ci sia stata data perché ne godiamo, ma per vincerla – per superarla. Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita. Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali. (da O si pensa o si crede) Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell’uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico. Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
DAL WEB… IMPAGINAZIONE ORSO TONY… CIAO DA TONY KOSPAN
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dal papiro Chester Beatty I
new age
STANZA TERZA (donna)
Scritti raccolti da Danny Fan-impagin. t.k.
– continua –
(F.M. o Nik Salius)
Per incanto
tra i corpi flessuosi
sinuosi
tra le voglie impudenti
nel mondo dei sogni
alla luce di poche briciole di coscienza
emerse come per incanto
una nuova sensazione.
Nel cuore del dubbio e del dileggio
per i miti della conoscenza
aulica, una corte di banalità;
emerse il suo centro.
Nel silenzio e nella quiete
dell’inconoscibile,
del senza nome
e privo di forma,
una, come dire, occasione
per le rondini
in primavera.
Nidi,
inossidabili nidi d’acciaio.
DA ORSO TONY