Archivio per 8 novembre 2010

A TURNO – RYTSOS – MINI DELLA BUONANOTTE   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
A TURNO
Ghiannis Rytsos
 
A turno morsichiamo
la mela più rossa
non sbucciata.
Come sono bianchi i tuoi denti.
Com’è rosso il sogno…
 
 
 
 
 
da Tony Kospan

 

 

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Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

PICCOLO OMAGGIO A DE ANDRE’   Leave a comment

 
 
 
PICCOLO OMAGGIO A DE ANDRE’…
MUSICA POESIA E IMMAGINI BIO*
(alcune inusuali)
 
 
«…pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra»

 (Fabrizio De André, Amico fragile)
 

 
 
 
Iniziamo dunque l’omaggio con questo video de
“IL PESCATORE”
contenente anche una bella raccolta di immagini
della vita… del grande cantautore ligure…
 
 

 
 
 
e proseguiamo poi con quest’altro video molto più ampio…
– un vero long playing… di un suo concerto… –
e quasi una vera e propria mini antologia…
del suo mondo musicale…
 
 

 
 
 
TONY KOSPAN
 

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Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in CANZONI DELL'ESTATE, CANZONI POESIE, Senza categoria

OH… LA SAGGEZZA DI SENECA… RISCOPERTA DAI PENSATORI MODERNI…   Leave a comment

INCREDIBILE…
HANNO “RISCOPERTO” SENECA
a cura di Tony  Kospan

 

 
 
Sembra proprio che gli psichiatri americani più in voga… i super esperti delle felicità altrui… i massmediologi dal consiglio facile… e perfino i divulgatori di filosofie orientali… (tutti pagati profumatamente) hanno scoperto… nientepopodimeno che i classici latini li hanno preceduti… alla grande…
 
Il testo che segue… il primo capitolo di “DE VITA BEATA” di Seneca… è emblematico di questa scoperta…
 
 
 

 

 
Ora lo stesso Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.
Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.
Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.
Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”;
non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.
Afferma inoltre che il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.
La virtù è dunque un valore da ricercare ed esercitare.
 
Inizierò con pubblicare il primo capitolo… tra i più significativi… e se la cosa susciterà interesse proseguirò con l’opera completa o con estratti…
 
 

 
 
DE VITA BEATA
 
Seneca
 
 

 

1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza. Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge. Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni. Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno. E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione. Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri. Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare. Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla. Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male. E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

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Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in RIFLESSIONI AFORISMI FILOSOFIE

L’ORIGINALISSIMO TEATRO DI PAPEL DI ENNIO MARCHETTO…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 L’ORIGINALISSIMO… INCREDIBILE…
 TEATRO DI PAPEL…
DI ENNIO MARCHETTO…
 
 
 
 
 
Cari amici vi presento
Ennio Marchetto…
un artista davvero unico nel suo genere… 
 
 

 

 
Guardate il video video linkato più giù…
che ci mostra il suo “teatro di papel”
insieme ad accenni di musiche notissime..
e ditemi se non è fortissimo ed originalissimo…
 

 

 

 

 Ennio Marchetto è un artista unico.

In poco più di 15 anni di carriera è stato alla ribalta
dei palcoscenici più prestigiosi del mondo
(Edimburgo, Londra, Parigi, Berlino, New York, Los Angeles,
San Francisco solo per citarne alcuni).

Non è facile spiegare cosa esattamente succede durante un suo spettacolo.

 

 

Ci sono dei costumi di carta che raffigurano
grandi cantanti italiani e internazionali e dietro c’è lui,
straordinario performer,
a dar vita a questi costumi ripetendo movenze e tic di questi personaggi,
rendendo il tutto estremamente divertente.
 
 
 

 

Ma non è solo questo. Meglio ma molto meglio vederlo
ascoltando anche notissime e fmosissime musiche
in un tourbillon che solleva lo spirito…

(guardatelo tutto… è imperdibile) 

 

 

Come per i più grandi trasformisti, la forza dello spettacolo
sta nella straordinaria velocità con cui Ennio Marchetto muove i costumi,
li apre, aggiunge piccoli particolari disegnati:
una Witney Huston gorgheggiante si inceppa sulle note di I will always love you
per diventare una scatenata Tina Turner incantatrice di serpenti.
 
 
 
 

 

Tony Kospan

 

 

 
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 TONY KOSPAN

Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in CINEMA TEATRO TV SPETTACOLO

ELOGIO DELLA MALINCONIA E L ARTE – III PARTE   Leave a comment

 
 
 
 
Hughes Arthur – Malinconia
 
 
ELOGIO DELLA MALINCONIA
E… L’ARTE…
 
 
 
 
III PARTE
 
 
Nel tempio stesso della gioia
la Malinconia velata ha il suo altare sovrano.
Keats – Ode sulla malinconia
 
 
G. De Chirico – Melanconia di un uomo politico
 
 
MALINCONIA E ARTE
Daniele Bollea
 
La malinconia d’una
perduta armonia
è il vento perenne
che soffia nell’arte.
Si placa nelle opere
che la vantano.
Ma poi riattacca la cicala
e si rimette al vento.
Già è altrove
l’occhio quieto del ciclone.
 
 
 
 
Malinconia – Marinella
 
 
 
LA MELANCONIA
E L’IMMAGINARIO ALCHEMICO
 
 
 
 
 
Albrecht Dürer – Melanconia
 
 

 Esiste una famosa incisione realizzata da Albrecht Dürer nel 1514 che associa in modo singolare i temi classici di raffigurazione della Malinconia a dei simboli prettamente  alchemici. Ciò non deve stupire, infatti con la sua tradizione millenaria e il suo ricco simbolismo, l’Alchimia fornisce delle preziose indicazioni sui processi dinamici che avvengono in Natura e per analogia nell’uomo.
L’artista, che ha ben chiare la concezione medievale della Malinconia soggetta agli influssi del pianeta Saturno, pone nel filatterio, retto da un pipistrello, la parola melanconia.
Ciò che è più interessante notare è la presenza di due personaggi: in primo piano una figura grande, alata, dai tratti femminili, che impersonifica l’uomo nella sua vera essenza, quella alla quale la sua anima tende. Il volto è scuro, accigliato, forse sta pensando a un problema che non riesce a risolvere, forse un problema di proporzioni dal momento che ha un compasso in mano, le proporzioni per uscire da una certa situazione. Il secondo personaggio è piccolo, anch’esso con le ali, seduto su una macina. è attivo, sta scrivendo, non si è fermato. La macina sulla quale siede fa pensare che forse qualcosa è stato triturato, rotto, non c’è più nella sua forma grossolana.
 
 
 

Albrecht Dürer – autoritratto

 
 
Forse il problema da risolvere potrebbe essere collegato al cosiddetto quadrato di Giove, le cui cifre sommate in orizzontale verticale e obliquo danno sempre 34 (l’artista è riuscito anche a mettere uno accanto all’altro i numeri 15 e 14, così da dare l’indicazione dell’anno in cui la stampa è stata realizzata). La non risoluzione di questo problema potrebbe indicare la difficoltà di passare definitivamente dallo stato saturnino della melanconia allo stato d’animo sotto gli influssi di Giove (diventare “gioviale”), simboleggiato dall’aurora che sta arrivando con la sua luminosità.
Questa tavola ha poi dei simboli che possono essere letti in modo alchemico: il crogiolo su un fuoco molto vivo, l’unico degli strumenti in funzione, che indica un’operazione ancora in corso, mentre gli altri strumenti sono stati abbandonati e giacciono confusamente per terra; il poliedro è una pietra, ma non ancora perfetta; il cane acciambellato che ricorda l’ourobos, il serpente che si morde la coda, simbolo dell’eterno ritorno e della natura che si rinnova incessantemente; la sfera che indica la perfezione del cosmo; la scala a sette pioli, simbolo classico dell’ascesa; la bilancia con cui si cercano e si studiano le giuste proporzioni; la clessidra simbolo del tempo, unità importante nel regno di Saturno.
 
 
 
 
 
 
C’è ancora qualcuno che crede che in occidente non ci siano abbastanza stimoli per una meditazione profonda sull’uomo e la sua essenza?
 
 

Testo: Elio Occhipinti – dal web – impaginazione e coordinazione Tony Kospan –
 
 
 
 
 
Della Melancolia di Durer e del trittico in cui è inserita
parleremo in modo più approfondito in altro post
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
FINE
 

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TONY KOSPAN

Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

ELOGIO DELLA MALINCONIA E L’ARTE – II PARTE   Leave a comment

 
ELOGIO DELLA MALINCONIA
E… L’ARTE… 
 
II PARTE

 
La malinconia è la felicità d’esser triste.
Victor Hugo

 
  Nota

Marie Constance Charpentier, La melanconia
Marie Constance Charpentier, La melanconia, 1801
 
 
 

Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti noi, la malinconia come momento psichico di introversione viene visto come pericoloso e genera non poche paure, del resto alimentate e sostenute dalla cultura del benessere che pone un’esasperata e pericolosa  attenzione verso gli aspetti esteriori della vita. Vestirsi bene, essere in forma, essere sempre sorridenti ed ottimisti, non ammalarsi, sono alcuni dei molti precetti di una nuova religione quella del benessere ad ogni costo, e solo rispettandoli siamo visti e percepiti come individui sani e “normali”.  Avete fatto caso che alla domanda del conoscente o del collega di lavoro che chiede “come stai?” affermiamo di stare bene anche quando non è vero! Ci sentiamo in obbligo di mentire perché sappiamo di essere stimati ed accettati sulla base della nostra capacità a prestare attenzione e ad adeguarci alle cose del mondo, di essere sempre sulla cresta dell’onda, a godere, a detta della pubblicità, delle infinite possibilità che la vita ci offre.

 

 
La Mélancolie – Cranach l’Ancien
 
 
 

Il malinconico ha invece la necessità di spostare la sua riflessione verso l’interno, ad ascoltare quelle sensazioni di disagio che emergono come ombre dalla nebbia, spesso sono sensazioni di una struggente nostalgia verso un luogo senza sapere dove questo si trovi oppure il mal d’amore verso una persona del passato o del futuro. Quanti poeti, quanti artisti hanno descritto in modo memorabile questo “stato d’animo”!
Già Aristotele parlava della malinconia, del suo assumere numerose forme e della sua instabile fluttuazione, ma proprio per questa mutevolezza, per questa intrinseca capacità di trasformazione egli la indica come lo stato dell’anima necessario alla creatività, una passione “costantemente incostante”. Anche Platone ne parlò diffusamente, suggerendo che la malinconia è lo stato psichico tipico di chi si occupa di metafisica perché essa induce, con i suoi vortici mutevoli, a superare le barriere della logica ed esplorare il mondo dell’immaginale, di ciò che sta oltre le apparenze.

 

 
Malinconia – Francesco Hayez
 
 
La storia della cultura e dell’arte è contraddistinta da questo stato d’animo: la solitudine, l’afflizione, il rifiuto di ogni contatto umano sono l’immaginario crogiolo dove l’artista e il saggio si “cuociono”, dove si impara ad uscire dal sé abituale, dove è possibile rappresentare e rappresentarsi l’altro da sé, percepire la realtà da un altro punto di vista.Che grande opportunità! Ma quanti sono disposti a coglierla, a perdere anche solo per un momento il controllo di sé? Temere lo stato malinconico, non lasciarlo fluire, volerne uscire al più presto significa rinunciare alla sua forza creatrice alla sua capacità di rivedere la nostra convinzione sull’importanza dell’Io, di ciò che Io credo di essere.
 
 
 
Malinconia – Edvard Munch
 
 

Oggi, dove esiste un rimedio per tutto c’è anche la pillola contro la malinconia. Il comandamento è essere gioiosi, bisogna perseguire il piacere ad ogni costo, ma in questa ideologia della felicità  ogni desiderio che si appaga produce una psiche sempre più angosciata, sempre più bisognosa di momenti malinconici. 

 

 Testo di Elio Occhipinti – dal web – impaginazione dell’Orso – continua…

CIAO DA TONY KOSPAN

 

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Se ami l’arte, il buonumore, la musica classica e moderna,
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in armonia ed amicizia…
 
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TONY KOSPAN

Pubblicato 8 novembre 2010 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

ANDAVO PER I CAMPI – GOETHE – BUONA SETTIMANA IN POESIA E MUSICA…   2 comments

 

 

 

 
ANCHE SE IL TEMPO SEMBRA BRUTTO
…DAPPERTUTTO…
 

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Felicità: finché dietro a lei corri
 maturo non sei per esser felice
Hermann Hesse
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
ANDAVO PER I CAMPI…
~ J.W.Goethe ~  
 
Andavo per i campi
così, per conto mio,
e non cercare niente
era quello che volevo.
E là c’era un fiorellino,
subito lì, vicino,
che nella vita mai
ne vidi uno più bello.
Volevo coglierlo,
ma il fiore mi disse:
possiedo radici,
e sono ben nascoste.
Giù nel profondo
sono interrato;
per questo i miei fiori
son belli tondi.
Non so amoreggiare,
non so adulare;
non cogliermi devi,
ma trapiantare.
 
 

  

 
 
 
 
 
 

da Tony Kospan

 
 
 
 

 
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